Gli scrittori della porta accanto

Perché mi è piaciuto il concerto di Ermal Meta a Torino

Musica: il concerto di Ermal Meta a Torino - Gli scrittori della porta accanto

Musica | Di Elena Genero Santoro. 19 ottobre 2017, Ermal Meta in concerto a Torino, emozioni di una fan: l'angelo dark che coglie il mondo con uno sguardo e lo restituisce in musica e poesia.

Il 19 ottobre 2017 sarebbe stato il compleanno di mia nonna. Il 107°, un po’ improbabile in effetti. Comunque, mi sono svegliata pensando alle parole di "A parte te", una delle prime canzoni che ho scoperto, dopo "Vietato morire", brano con il quale Ermal Meta si è piazzato al terzo posto a Sanremo nel 2017:

Sempre sarai nella tasca destra in alto.

Sì, perché io questo Ermal Meta non sapevo nemmeno chi fosse fino all'inizio di quest'anno. Invece lui era già conosciuto nel settore: era già un autore affermato e stimato, aveva composto canzoni per molti cantanti famosi e si era pure presentato a Sanremo tra i giovani nel 2016.
Nel 2017 la rivelazione, per me, il raggiungimento del grande pubblico, per lui.
Dopo la scoperta, ho iniziato con l’ascolto dell’album sullo smartphone, fino alla decisione di comprare il biglietto per il concerto a Torino. Concerto che avrebbe dovuto tenersi a luglio davanti al Palavela, ma che è stato rimandato a ottobre al teatro Colosseo. Con questo slittamento l'evento è diventato l'ultimo del tour italiano 2017. Non ce ne sarebbe stato un altro per un po'.
Tra l’altro, dopo tanto sospirare, la mia partecipazione è rimasta in bilico fino all’ultimo a causa del lavoro. Ma dopo una giornata estenuante, iniziata prestissimo e finita tardissimo, con tanta tensione nervosa, eccomi alle nove di sera, stanca e sfatta, posare le mie terga sulla poltrona rossa che avevo riservato da mesi. Le mie aspettative erano altissime.

Ermal Meta non si è fatto attendere. 

Ha aperto il concerto con “Odio le favole”, il primo brano dell’album “Vietato morire” e si è presentato sul palco indossando pantaloni di pelle, giacchetta e ali da angelo. E in effetti lui sembra un angelo, un angelo dark dalla figura slanciata e dai ricci neri, con il sorriso candido e gli occhi scuri e penetranti di chi coglie il mondo con uno sguardo e lo restituisce in musica e poesia. Del resto, Ermal Meta si è messo molto in gioco, raccontando con la sua arte una fetta del suo vissuto personale, in primis il rapporto conflittuale con il padre violento (“sulla schiena trovi cicatrici, è lì che ci attacchi le ali”). È così, mettendo a disposizione un pezzo di sé, che ha conquistato tutti.
Da quel momento in poi è stato un susseguirsi di brani. Ermal Meta durante i concerti parla poco, ma quando parla è ironico, incisivo e  rispettoso del suo pubblico, anche se non gli risparmia qualche battuta qua e là. Una dopo l’altra ha snocciolato molte delle canzoni dell’album, ritmate, energiche, che hanno portato la platea a cantare e a scatenarsi parecchio. È strano come dal vivo alcune canzoni che mi dicevano meno mi siano parse bellissime e altre come “Woodoo love” e “Piccola anima”, fiori all’occhiello dell’album, per  quel che è il mio sentire, tutto sommato siano passate abbastanza in fretta. La prima è una canzone d’amore dolcissima (“è bello volersi bene e ogni tanto dirselo”), la seconda quanto di più femminista un uomo potesse dire a una donna:

camminare fa passare ogni tristezza, ti va di passeggiare insieme, meriti del mondo ogni sua bellezza.




Comunque, Ermal Meta è un artista generoso e infatti non si risparmia. 

Sul palco si muove molto, se continua così non ingrassa di sicuro. È difficile raccontare un concerto per iscritto, i concerti vanno ascoltati, vanno vissuti attraverso le vibrazioni e le atmosfere create dai colori delle luci e dalla nebbia. Posso solo aggiungere che Ermal Meta è un cantante estremamente versatile, che affronta brani da rockstar e altri di poesia assoluta. Le doti di questo artista sono notevoli, l’estensione vocale anche. Nella parte centrale del concerto ha eseguito alcuni pezzi con chitarra acustica e senza accompagnamento del gruppo. È stato emozionante, toccante, strepitoso, soprattutto quando ha terminato con “Amara terra mia”, cantato completamente al buio. Una parentesi intimista da brivido.

Perché Ermal Meta non ha soltanto una voce e una capacità interpretativa notevoli, ma ha anche una bella testa. 

Nato in Albania nel 1981, è arrivato in Italia all'età di tredici anni. Non solo si esprime in un italiano impeccabile e molto migliore di quello di tanti nativi, ma usa l'italiano per comporre testi tutt'altro che banali e con espressioni davvero originali. E se la lirica è il suo forte, aggiungo che non ho mai letto una sua intervista in cui parlasse a sproposito o si ponesse male.
Su un punto però non sono d'accordo con lui. Nei ringraziamenti finali del concerto di Torino Ermal Meta ha affermato, rivolto al pubblico: "Io, senza di voi, non sarei un ca**o".
Non è vero, perché la sua bravura è tanta, il suo valore è imprescindibile e il riconoscimento del pubblico, che pure ogni artista si auspica di avere, è solo un di più che aggiunge valore alla carriera, ma non al talento.

Musica: il concerto di Ermal Meta a Torino - Gli scrittori della porta accanto

E poi ha ricominciato, più grintoso di prima, con i brani dell’album, più molto altro, pezzi che ha scritto per altri autori (“Straordinario” di Chiara), altri che risalgono ai tempi del gruppo “La fame di Camilla” di cui faceva parte.
C'è persino stata la partecipazione di Vicio dei Subsonica che ha scritto e interpretato con lui il brano "La vita migliore". L’impressione che si ha quando si guarda Ermal Meta sul palco è che stia a casa sua e che si diverta un sacco. I bis sono stati numerosi e appassionanti, coinvolgenti. Le improvvisazioni anche.
Ho cantato e ballato anche io come e più delle ragazzine con la metà dei miei anni. E poi, verso la fine, “Sempre sarai nella tasca destra in alto” è arrivato il brano che sognavo e agognavo da tutto il giorno. Ho riso e pianto e cantato, tutto insieme, mentre mia nonna mi teneva una mano sulla testa. Perché questo fanno gli artisti veri: parlano di sé, ma ti fanno credere che stiano parlando di te. Sono uscita rigenerata.
Grazie Ermal Meta per averci traghettato con le tue note su un mare di emozioni!

Foto a cura di Andrea Marchetti

Elena Genero Santoro

Elena Genero Santoro
Ama viaggiare e conoscere persone che vivono in altri Paesi. Lettrice feroce e onnivora, scrive da quando aveva quattordici anni.
Perché ne sono innamorata, Montag.
L’occasione di una vita, Lettere Animate.
Un errore di gioventù, 0111 Edizioni.
Gli Angeli del Bar di Fronte, 0111 Edizioni.
Il tesoro dentro, 0111 Edizioni.
Immagina di aver sognato, PubGold.
Diventa realtà, PubGold.


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