Gli scrittori della porta accanto

Fahrenheit 451, di Ray Bradbury

Libri | Recensione di Ornella Nalon. Fahrenheit 451, di Ray Badbury, Mondadori, 2015. Una società distopica, un futuro non ben precisato, il rogo di libri più celebre della letteratura.   

Guy Montag conduce una vita tranquilla: vive con sua moglie in una bella casa e ha un lavoro che porta avanti da tre generazioni: fa il vigile del fuoco. Ma nell'epoca in cui vive, un futuro imprecisato, il pompiere non ha il compito di spegnere, bensì di appiccare il fuoco. Poiché tutte le abitazioni sono costruite con materiale ignifugo, gli incendi non costituiscono più un pericolo, invece lo sono i libri, per cui si rende necessario metterli tutti al rogo.
La milizia del fuoco interviene prontamente, su denunce pervenute dai cittadini, a salvare l'umanità dal pericoloso influsso della lettura. Infatti, leggere non può che fare male, può far pensare e instillare dubbi sulla propria esistenza, minando la felicità che lo Stato è riuscito a garantire al suo popolo. Gente che vive una vita convulsa, che viaggia sui mezzi a velocità elevatissima, che segue ogni minuto del proprio tempo libero le serie televisive sui propri maxi schermi a parete, assordata da una pubblicità martellante e sedata, nel caso di insonnia, da una bella dose di barbiturici. Questa è la felicità: non chiedersi nulla, nemmeno se si è davvero felici e non dare valore a nulla, nemmeno alla vita umana.
Questa è la vita normale anche per Guy, finché incontra una sua giovane vicina di casa, Clarisse, che gli appare del tutto diversa. Clarisse non corre, ma si sofferma a guardare il cielo, un filo d'erba che cresce tra l'asfalto. Clarisse che ama dialogare e danzare sotto la pioggia. Clarisse che gli chiede se lui è innamorato e se sia felice. Guy è costretto a guardarsi dentro e a scoprire che sta trascorrendo la sua vita con una donna che non conosce, che non ama e dalla quale non è amato, che la sua vita è assurda e assurdo è il lavoro che da anni sta facendo.


Clarisse è la sua coscienza, quella che rimorde ogni volta che brucia dei libri e che inorridisce se le persone che li hanno nascosti preferiscono ardere con loro. 

Ammetto, appena iniziato di leggere “Fahrenheit 451” di Ray Bradbury ho creduto di trovarmi davanti il solito romanzo fantascientifico di un autore troppo fantasioso e pessimista. Sono stata sul punto di abbandonarlo, perché questo genere non è esattamente tra le mie letture preferite. Eppure, una vocina mi suggeriva di continuare e, per fortuna, l'ho ascoltata. Alla fine, si è dimostrato un libro con una storia interessante, con una giusta dose di suspense, con una buona componente psicologica e, non per ultimo, stimolante per alcune riflessioni.
Guy Montag, il cui elmetto porta per l'appunto il numero 451, è indiscutibilmente il protagonista assoluto del romanzo. Su di lui verte tutto l'intreccio. Da persona tranquillamente rassegnata alla propria esistenza, che si conosce all'inizio, un po' alla volta si trasforma in una mente agitata da mille dubbi e mille domande per finire con avere una unica certezza: quella che stava compiendo non poteva essere considerata una vita. Per tale motivo, è disposto a metterla a rischio pur di adoperarsi a restaurare una dimensione meno consumistica e più umana, basata sul pensiero e la conoscenza. La sua trasformazione viene seguita passo a passo, riportando tutto il percorso interiore che è costretto a compiere, in una verosimile mescolanza di dubbi, paure, incertezze e angoscianti rimorsi.

La realtà descritta da Bradbury in Fahrenheit 451 è distopica; prospetta un futuro non ben precisato in cui il governo manipola le informazioni per far credere al popolo ciò che gli fa comodo. 

In cui la televisione ha perso totalmente la sua funzionalità informativa ed è diventata uno strumento d'intrattenimento che riempie con il vuoto assoluto le giornate altrettanto vuote della gente, oppure un imbonitore che spinge agli acquisti in una sfrenata gara di protagonismo approntato all'apparenza. In cui uno Stato spaccia per felicità la disinformazione, l'ignoranza, la totale mancanza dei valori di solidarietà, di amicizia, di amore e del rispetto per la vita stessa.
Una società distopica dicevo, ma in fondo, lo è poi tanto?
Eppure, tra tanto sfacelo, una luce di speranza viene trasmessa. Speranza nelle capacità razionali e intellettive proprie di una parte dell'umanità, quella che non si piega alle illogiche imposizioni e che è pronta a combatterle con le  armi del proprio credo e della solidarietà.

Fahrenheit 451

di Ray Bradbury
Monddori
ISBN 978-8804663058
Cartaceo 10,20€
Ebook 7,99€

Sinossi
In un'allucinante società del futuro si cercano, per bruciarli, gli ultimi libri scampati a una distruzione sistematica e conservati illegalmente. Il romanzo più riuscito del celeberrimo scrittore americano di fantascienza.



Ornella Nalon
I miei hobby sono: il giardinaggio, la buona cucina, il cinema e, naturalmente, la scrittura, che pratico con frequenza quotidiana. Scrivo con passione e trasporto e riesco a emozionarmi mentre lo faccio. La mia speranza è di trasmettere almeno un po’ di quella emozione a coloro che leggeranno le mie storie.
Quattro sentieri variopinti, Arduino Sacco Editore
Oltre i Confini del Mondo, 0111 Edizioni
Ad ali spiegate, Edizioni Montag
Non tutto è come sembra, 0111 Edizioni.
Una luce sul futuro, StreetLib collana Gli scrittori della porta accanto.


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