tag:blogger.com,1999:blog-83740752397724356912024-03-18T19:50:53.383+01:00Gli scrittori della porta accantoWeb Magazine Culturale . Collana EditorialeGli Scrittori della Porta Accantohttp://www.blogger.com/profile/18004134177862668527noreply@blogger.comBlogger1198125tag:blogger.com,1999:blog-8374075239772435691.post-625143648201146712024-03-12T18:39:00.006+01:002024-03-14T18:06:32.398+01:00Recensione: La casa del mago, di Emanuele Trevi<img alt="Recensione: La casa del mago, di Emanuele Trevi" border="0" data-original-height="550" data-original-width="850" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjkKsMzeklAqz5QGu3FLNEKHJGkhPAsh50mDutA5a4vj9iX1AwR5i8hEPyDTwOWsK6JTf62A4ZUg3q4zKG5yui7_qOqrZrd4XsUQVK3Acdt7irf7QqvGW1YzZTTSle8HPz2l_rSH7aSS7bwQuVlTyuslThSDE9SabJMHyEUTilMgPCtc2Fc5oiPwzrhWxO5/s1600/recensione.webp" width="100%" /><br /><br />
<h2>
<span class="h2-post"> Libri </span><span class="nome-autore">Recensione di Davide Dotto. </span><i>La casa del mago</i> di Emanuele Trevi (Ponte alle Grazie). Una riflessione sulle connessioni e le manifestazioni emotive dell'eredità paterna.</h2>
Con <b><i>La casa del mago</i>, Emanuele Trevi </b>esplora più di ogni altra opera se stesso e il rapporto (la vita) con suo padre, <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Mario_Trevi_(psicoanalista)" target="_blank">Mario Trevi</a>. Ciò avviene utilizzando una lente personale e immaginifica, ricorrendo a un approccio junghiano, e però al contrario: «A me di conoscere me stesso e di sapere come sono fatti gli altri non è mai fregato un granché [...]
Meno ti conosci, meglio stai».<br />
Cosa vuol dire conoscere se non catalogare, (saper) spiegare, ragionare? Chi ha letto i precedenti libri di <b>Emanuele Trevi </b>ha già colto sfumature particolari nel modo di esplorare la realtà delle cose e i personaggi via via ritratti (<a href="https://amzn.to/3v9rs76" rel="nofollow" target="_blank">Pier Paolo Pasolini e Laura Betti</a>, <a href="https://amzn.to/4abyCGG" rel="nofollow" target="_blank">Pia Pera e Rocco Carbone</a>, <a href="https://amzn.to/3wRsy80" rel="nofollow" target="_blank">Arturo Patten </a>solo per citarne alcuni).<br />
<br />
<h3>È di fatto l’indicazione di un percorso, un programma per scrivere libri.</h3>
La <b>ragione</b> tace su molte cose perché, presupponendo coordinate spazio temporali, non può strappare il velo di contraddizioni o ambivalenze che si presentino lungo la strada.<br />
Non possiede la chiave per entrare dappertutto, se ci provasse si muoverebbe in un terreno non suo. Occorre invece osservare, o (meglio) "ritrarre" per raccontare ciò che si nasconde tra le pieghe di emozioni ed eventi che emergono nelle rievocazioni. Si entra quindi nel profondo, in una discesa (non necessariamente negli inferi), tra coincidenze, inaspettate sincronicità, “cose che accadono due volte” che sono già un segno.<br />
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<div class="leggi-anche"><span class="h2-post"> Leggi anche </span>Davide Dotto | <a href="https://www.gliscrittoridellaportaaccanto.com/2021/09/emanuele-trevi-premio-strega-2021-da-qualcosa-di-scritto-due-vite.html" rel="nofollow" target=" blank">Emanuele Trevi, Premio Strega 2021: da <i>Qualcosa di scritto</i> a <i>Due vite</i></a></div>
<br />
<h3>
<i>La casa del mago</i> non è tanto una riflessione sulla morte quanto sulle connessioni e le manifestazioni emotive dell'eredità paterna.</h3>
Esse scaturiscono da ambienti (la casa in cui Mario Trevi ha lavorato a lungo) che conservano «un residuo potente di energia mentale, una specie di braciere psichico non ancora del tutto spento».<br />
In quello che se non è un romanzo è molte cose insieme, entrare e decidere di stabilirsi per sempre nella <b>Casa del mago </b>significa respirarla, viverla, prenderne confidenza. Significa anche ritinteggiare le mura con nuove e antiche presenze, visitatrici di vario genere e personaggi che sembrano uscire da un fumetto.<br />
Proprio perché si muove in diverse dimensioni, inclusa quella spazio-temporale (diramazione non esaustiva del tutto), <b>Emanuele Trevi </b>percepisce sin da subito l’attrito prodotto con qualcos’altro. Le categorie del pensiero un poco aiutano, come per esempio parlare di “anima”, “intelligenza”, “inconscio”. Grazie a esse comprende che forse vivere tutta una vita aggrappati su un solo piatto della bilancia può essere deleterio.<br />
<br />
<h3>Tra i poli dell'esistenza, tra due zone altrettanto pericolose e, prese singolarmente tutt'altro che rassicuranti, è bene “oscillare”.</h3>
Talvolta è utile <i>espellere</i> il proprio io e abitare (senza ritegno ma senza esagerare) un proprio <b>retrobottega mentale</b>, tanto per scoprire che dietro <i>ambiguità</i>, <i>contraddizioni</i> e <i>paradossi</i> vi sono una <i>ambivalenza</i>, una catena di connessioni e coincidenze inavvertite che probabilmente è fuorviante chiamare <i>Non Essere.</i> Perché tra un <b>Essere</b> che forse non esiste come lo intendiamo noi, e un <b>Non-Essere</b> che non si vede ma bussa alla porta con una certa insistenza, devono trovare spazio l'esigenza e l'umiltà di coltivarsi per, se non proprio conoscersi, capirsi un po' di più.<br />
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<h3>
La casa del mago</h3>
di <b>Emanuele Trevi</b><br />
<i>Ponte alle Grazie</i><br />
Autobiografico<br />
<b>ISBN 8833316659</b><br />
<a href="https://amzn.to/3PjeytU" rel="nofollow" target="_blank"> Cartaceo 17,10€ </a><br />
Ebook 11,99€<br />
<br />
<h4>
Quarta </h4>
<blockquote class="tr_bq">
Nel memorabile incipit di questo libro, la madre di Emanuele Trevi, allora bambino, riferendosi al padre gli ripete spesso un'istruzione enigmatica: «Lo sai com’è fatto». Per non perderlo (ad esempio, fra le calli di Venezia, in una passeggiata dell'infanzia) occorre comprendere e accettare la legge della sua distrazione, della sua distanza.<br />
Il padre, Mario Trevi, celebre e riservatissimo psicoanalista junghiano, per Emanuele è il mago, un guaritore di anime. Alla sua morte lascia un appartamento-studio che nessuno vuole acquistare, un antro ancora abitato da Psiche, dai vapori invisibili delle vite storte che per decenni ha lenito, raddrizzato. Così il figlio decide di farne casa propria, di trasferirsi nella sua atmosfera inquieta e feconda, e così facendo prova a sciogliere (o ad approfondire?) l'enigma del padre.<br />
Muovendosi nel suo sempre mutevole territorio, fra autobiografia, riflessione sul senso dei rapporti e dell'esistenza, storia culturale del Novecento (ne La casa del mago – accanto a straordinari personaggi contemporanei, tra cui spicca Paradisa, una prostituta peruviana – figurano Carl Gustav Jung, Natalia Ginzburg, Giorgio Manganelli, Ernst Bernhard...), Emanuele Trevi ci offre il suo romanzo più personale, più commovente, più ironico (e perfino umoristico): una discesa negli inferi e nella psicosi, una scala che avvicina i vivi e i morti, i savi e i pazzi. Perché ogni vita nasconde una luce, se la si sa stanare; e i gesti e le parole più semplici rimandano alla trama più sottile dell'essere, se li si ascoltare, se si sa lasciarli accadere.</blockquote><br />
<table class="boxautore"><tbody>
<tr><td><div class="foto-dotto"></div>
<br />
<span class="nomebox">Davide Dotto</span> <br />
<div class="dotto"> <div class="libri"></div> <div class="collana"></div></div>
<div class="vai_alla_scheda"><a href="http://www.gliscrittoridellaportaaccanto.com/2014/11/davide-dotto-autore-di-il-ponte-delle.html" target="_blank" title="Davide Dotto">SCHEDA DELL'AUTORE</a></div></td></tr>
</tbody></table>
<br /> Davide Dottohttp://www.blogger.com/profile/10930982447612447398noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8374075239772435691.post-59716470864871296022024-02-24T12:05:00.007+01:002024-02-24T12:06:57.023+01:00Recensione: Italo, di Ernesto Ferrero<img alt="Recensione: Italo, di Ernesto Ferrero" border="0" data-original-height="550" data-original-width="850" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh5KeMYVNxZ7Oir_kmcS1ncODNn6bTEnLq4u8rVrTXtoszB2Vq0YPs097j_Ia88YHto9rOEcVuag8FxjiNgphszXCk2k1Vyx-yOorrepSFXvouMBIke3HzInd8uwLhjYvv6WqAnZpduYwkDNF_VjyxRdO6Cuh8fdg8HWOp-IcBE8jz4IMb9-0hmqdap7Ddu/s1600/recensione.webp" width="100%"/><br><br><h2>
<span class="h2-post"> Libri </span><span class="nome-autore">Recensione di Davide Dotto. </span><i>Italo,</i> di Ernesto Ferrero (Einaudi). Un inedito ritratto di Calvino, «a mezza via tra un desiderio di autorevolezza e il timore di essere preso sul serio».</h2>
<b><i>Italo</i> di Ernesto Ferrero</b>, scomparso di recente, presenta la figura di <b>Calvino </b>andando al di là della semplice “biografia”, del “saggio letterario”, della “ricostruzione” di vita e metodi di lavoro, nonché delle fonti di ispirazione. La panoramica ampia e dettagliata si innesta su un contesto storico-culturale ben preciso, caratterizzato da vivaci e ininterrotte trasformazioni.<br />
<br />
<h3>
<i>Italo</i> è una testimonianza diretta, dato che Ernesto Ferrero attinge alla propria memoria, quella di chi ha frequentato il mondo dell’editoria, in particolare la Einaudi, e le personalità che ne facevano parte, come Cesare Pavese, Natalia Ginzburg, Norberto Bobbio e molti altri.</h3>
La vastità del materiale raccolto ed elaborato lo rende un <b>libro-miniera</b>, un <b>libro-movimento</b> da rileggere e considerare con attenzione, redatto con una versatilità che si ritrova nell’autore del <i><b>Barone Rampante</b></i> e delle <b><i>Città Invisibili</i></b>. La profonda immersione nel contesto storico culturale permette di delineare “vite parallele” con personaggi che in qualche modo hanno avvicinato Calvino, o ai quali egli si è avvicinato, tra cui Pasolini e in qualche modo Sartre.<br />
Il dialogo di <b>Calvino</b> con il suo tempo è costante e le influenze sono reciproche. Le idee si inseguono e germogliano in un terreno fertile, quando altrove sono state abbandonate.<br />
<br />
<h3>Il libro esplora idee legate allo <i>Strutturalismo</i>.</h3>
È il periodo del <b>Gruppo 63</b>, una sperimentazione linguistica focalizzata nella ricerca di costanti, schemi, regole rigorose, in un’arte combinatoria che non sempre unisce forma e contenuto. Perché la scatola, finché non la si riempie di qualcosa, o se ci si accontenta di guardarla da fuori, è vuota, e chissà che non sia questa l’esasperazione del volere a ogni costo venire a capo di ciò che è invisibile.<br />
Ma la <b>scatola è vuota</b> anche per quanto riguarda la <b>vita di Italo Calvino</b> che ben si è nascosto – o almeno ci ha provato – «sulla superficie della scrittura» («<b>Non troverete nulla</b>»).<br />
<br />
<h3>Il confronto continuo di Calvino con l'invisibile, l'ineffabile, l'inesistente, ciò che in altre parole è specificamente umano, lo porta lontano.</h3>
Prestarvi attenzione è difficile, figurarsi parlarne. Ciò che di vero c’è non solo non viene allo scoperto, ma si disperde tra le pieghe di «segni astratti, carichi di un significato simbolico». Esso traspare nel senso che si attribuisce alle parole, ma per questo è necessaria una esattezza chirurgica, <b>«la precisione del linguaggio scientifico»</b> a cui l'aveva abituato sua madre, <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Eva_Mameli_Calvino" target="_blank">Eva Mameli</a>, docente di botanica. Dal padre, invece, aveva appreso «l'ostinata fatica che bisogna mettere anche nella scrittura».
<blockquote class="tr_bq">
A poco più di vent’anni non sa di avere la vocazione del semiologo.
<span class="cite">Ernesto Ferrero, <i>Italo </i> </span></blockquote>
<br />
<h3>Le dimensioni e le vite parallele che si possono seguire riguardano spiriti che in qualche modo procedono lungo gli stessi sentieri, e non è raro che talvolta si incrocino, per poi separarsi.</h3>
L’arte combinatoria di un <b>Umberto Eco</b>, solo per fare un esempio tra i tanti possibili, è sicuramente diversa dalla fantasia combinatoria di <b>Italo Calvino</b>, il quale confeziona storie, apologhi, tracce di racconti e idee romanzesche, senza trascurare il meccanismo che li regola, il <b>ruolo della letteratura</b> («la lente deformante che ci aiuta a vedere meglio») e la <b>funzione della finzione</b>. Al romanzo, Eco giunge per altre strade, giocando tuttavia con le stesse carte, tra finzione e realtà, e richiamandosi ugualmente, dando al tutto un impianto razionale, su quanto di ineffabile vi sia nel destino umano e nel suo bisogno di verità.
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<div class="leggi-anche"><span class="h2-post"> Leggi anche </span>Davide Dotto | <a href="https://www.gliscrittoridellaportaaccanto.com/2024/01/recensione-confessioni-di-un-giovane-romanziere-di-umberto-eco.html" target=" blank">Recensione: Confessioni di un giovane romanziere, di Umberto Eco</a></div>
<br />
<h3>È, questo, un bisogno di verità.</h3>
Tra narrativa (fantastica e metafisica), filosofia e semiotica, si fa ricerca intricata e sofisticata di connessioni profonde, che forse si compensano in un gioco a somma zero, di equilibrio tra <i>essere</i> e <i>non essere</i> che sfuma nell'<i>ineffabile</i>. E nella consapevolezza di dover uscire da una «interezza ottusa e ignorante, stupida come l'aria».
<blockquote class="tr_bq">
[...] credevo di veder tutto e non era che la scorza. Se mai tu diventerai metà di te stesso, e te l’auguro, ragazzo, capirai cose al di là della comune intelligenza dei cervelli interi. Avrai perso metà di te e del mondo, ma la metà rimasta sarà mille volte più profonda e preziosa. E tu pure vorrai che tutto sia dimezzato e straziato a tua immagine, perché bellezza e sapienza e giustizia ci sono solo in ciò che è fatto a brani.
<span class="cite">Italo Calvino, <i>Il visconte dimezzato </i> </span></blockquote>
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<h3>
Italo</h3>
di <b>Ernesto Ferrero</b><br />
<i>Einaudi</i><br />
Biografia<br />
<b>ISBN 9788806261559</b><br />
<a href="https://amzn.to/4a4KryH" rel="nofollow" target="_blank"> Cartaceo 18,05€</a><br />
Ebook 9,99€<br />
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<h4>
Quarta </h4>
<blockquote class="tr_bq">
Chi era veramente Italo Calvino? «Non troverete nulla», rispondeva a chi cercava di scavare nella sua storia intima e biografica, fedele all’immagine dello scrittore appartato, del Barone rampante che vive sugli alberi: l’inafferrabile che voleva essere soltanto una mano che scrive. Eppure Ernesto Ferrero dimostra, con l’empatia del suo sguardo, come si possano illuminare dall’interno gli intrecci segreti tra la vita e l’opera di uno dei grandi del Novecento. In occasione del centenario della nascita di Italo Calvino, Ernesto Ferrero ci offre un ritratto dello scrittore dietro le quinte, nei tratti caratteriali meno noti, nei risvolti privati, lungo i vent’anni di vicinanza e lavoro comune in Einaudi. E lo fa con quel tono di voce che ha già saputo incantarci nei “Migliori anni della nostra vita” o nel recente “Album di famiglia”. Prendono vita i rapporti di Calvino con i genitori, l’importanza dell’imprinting famigliare, la passione per i fumetti e il gusto del disegno, l’amicizia con Eugenio Scalfari, i soprassalti della guerra partigiana, le passioni del dopoguerra, il legame con la Liguria, gli amori, tra cui il capitolo della relazione con Elsa De’ Giorgi, fin qui poco studiato. E poi il lavoro quotidiano, con i suoi piccoli segreti, in Einaudi e nelle redazioni dei giornali, l’incontro con Hemingway a Stresa, la visita a Silvana Mangano e Vittorio Gassman sul set di “Riso amaro”. E ancora il trauma dell’invasione sovietica in Ungheria e il progressivo distacco dal Pci e dalla politica militante, il viaggio in America, il matrimonio con Chichita Singer e le gioie della paternità con la nascita della figlia Giovanna, le decisive letture scientifiche, incontri-chiave (Perec, Barthes, Queneau), la fascinazione delle immagini, la scoperta dello strutturalismo e i soggiorni nelle metropoli come in altrettanti romitaggi, da Parigi a Roma, sino all’approdo ideale nella pineta toscana di Roccamare, dove scrive le “Lezioni americane”. L’insulare Calvino sembra sempre altrove, ma rimane a stretto contatto con il proprio tempo. Il filo che si snoda lungo la biografia è fittamente intrecciato all’opera e ne illumina dall’interno la genesi e gli sviluppi, il metodo di lavoro, sempre sostenuto da una forte tensione etica, sperimentale e progettuale. Perfino il radicale disincanto degli ultimi anni non impedisce a Calvino di dare spazio a tutto quello che non è inferno, di reinventare se stesso e nuovi modi di fare letteratura. Con il suo approccio confidenziale e una scrittura che mira a raggiungere una fusione tra il «romanzo» biografico e il saggio critico privo di connotazioni specialistiche, Ernesto Ferrero ci aiuta così a capire meglio una delle figure più amate della nostra letteratura.</blockquote>
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<table class="boxautore"><tbody>
<tr><td><div class="foto-dotto"></div>
<br />
<span class="nomebox">Davide Dotto</span> <br />
<div class="dotto"> <div class="libri"></div> <div class="collana"></div></div>
<div class="vai_alla_scheda"><a href="http://www.gliscrittoridellaportaaccanto.com/2014/11/davide-dotto-autore-di-il-ponte-delle.html" target="_blank" title="Davide Dotto">SCHEDA DELL'AUTORE</a></div></td></tr>
</tbody></table>
<br /> Davide Dottohttp://www.blogger.com/profile/10930982447612447398noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8374075239772435691.post-38000259538520711822024-02-09T22:57:00.004+01:002024-02-18T17:02:44.810+01:00Recensione: Scolpisci il tuo destino, di Teal Scott<img alt="Recensione: Scolpisci il tuo destino, di Teal Scott" border="0" data-original-height="550" data-original-width="850" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEiHTUX7GniSN4YNJSfSNVL2zwOS6BSRcqI_WHu8mEntBHz4oPFFD7xvMWv208Z3OumRrQ65AXBnUVeJ-muv8tPP9g2AxIK02K9-Y6CozdFFppXdVdRSdNRhnWL4VZvKRy-NjYtFxaSUBWa8vbwgcU5WeU6sF0knE9rGnpkc3hXjWQedMPBoVMB2hgCpya0Z/s1600/recensione.webp" width="100%" /><br /><br />
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<span class="h2-post"> Libri </span><span class="nome-autore">Recensione di Andrea Pistoia. </span><i>Scolpisci il tuo destino</i> di Teal Scott (PubMe – Collana Gli Scrittori della Porta Accanto). Il bestseller di Teal Scott, l’influencer e autrice americana nota per i suoi insegnamenti spirituali. Al di là di alcuni argomenti controversi, un libro help-self, punti di vista originali sulla realtà, su noi stessi e su come affrontare la vita.</h2>
Un libro con un titolo e una quarta di copertina del genere non poteva che attirare la mia curiosità. Quindi non potevo esimermi dal leggerlo e, ovviamente, recensirlo. <br />
Ma di che cosa tratta questo libro così sopra le righe? Presto detto. <br />
<br />
<h3>
Teal Scott si concentra sulla differenza tra spiritualità e religione ma soprattutto su come quest'ultima abbia oscurato la prima.</h3>
Per cui è inevitabile che l'autrice introduca anche l'argomento<b> Dio</b> (da lei definito la “Fonte”, ovvero l'essenza di ogni cosa e a cui tutto fa ritorno) ma anche la natura dell'universo.<br />
Poi si sposta ad analizzare <b>il Paradiso e l'Inferno</b> ma anche concetti più orientali quali <b>il karma e la reincarnazione</b> (intesa non come un premio o una punizione causati dalle azioni passate ma come un’evoluzione personale). Quest’ultimo concetto porta l'autrice a sottolineare come il fine ultimo della vita di ogni persona sia rincorre la felicità attraverso esperienze positive da apprezzare ma soprattutto negative da superare.<br />
<br />
<h3>
Abbracciando nozioni così orientali, è inevitabile che l’autrice tiri in ballo anche le forme pensiero, l’aura, i meridiani e i chakra.</h3>
Ma soprattutto fornisce dei consigli su <b>come affrontare la vita nel migliore dei modi possibili</b>. In primis dimostrandoci come ogni esperienza di vita che viviamo (positiva o negativa che sia) sia la materializzazione di un desiderio profondo. Poi si focalizza sull’importanza del <b>potere dell'immaginazione per realizzare i propri desideri</b>, sull’essere pienamente consapevoli del presente ma soprattutto sui benefici del perdono e della gratitudine.<br />
Ma se a questo punto pensate che questo sia il classico libro di spiegazioni, spunti riflessivi, teorie e concetti astratti vi sbagliate di grosso, in quanto resta pur sempre <b>un libro di self-help</b>. Ecco perché l'autrice ha inserito tra le pagine del libro alcuni esercizi pratici: dalla meditazione al praticare la gratitudine a un questionario che definisce chi sei e soprattutto cosa desideri veramente. Pochi esercizi, certo, ma che nella loro semplicità possono veramente migliorare il mondo se applicati da tutti.<br />
Infine, il libro si conclude con <b>un glossario</b> in cui si trovano termini sia di uso comune che inusuale (quali il <i>monismo</i> e il <i>tulpa</i>).<br />
<br />
<h3>
Quindi, in definitiva, cosa ne penso di questo libro? Lo consiglierei? </h3>
Partiamo dal presupposto che il problema di tanti libri di self-help, o comunque spirituali, è che ripropongono concetti già presenti in altri manuali ma con parole diverse o scritti in modo più creativo. In pratica, la solita minestra. E ammetto che anche il libro di Teal Scott non sfugge a questa legge universale.<br />
Ciò nonostante ho trovato alcune teorie e riflessioni dell’autrice insolite al punto da considerarle a mio avviso originali. Senza contare che alcuni concetti, ma soprattutto come sono spiegati, li ho trovati meritevoli di essere sottolineati.<br />
Ad esempio, ho trovato interessante il concetto di <b>Legge d’attrazione</b> applicata non solo agli uomini ma anche alla Fonte e all'evoluzione dell'universo, il <b>libero arbitrio</b> al di fuori di Dio e del destino e la vera natura di fantasmi, angeli e guide spirituali. Da non sottovalutare anche le molte frasi d'effetto che possiedono delle verità intrinseche che potrebbero veramente migliorare la propria vita se interiorizzate. <br />
<br />
<h3>
Di contro, ci sono argomenti scomodi che potrebbero far storcere il naso a qualcuno e far gridare allo scandalo.</h3>
Ad esempio l'opinione dell'autrice sulla religione e i danni provocati da questa sui propri fedeli. A maggior ragione, quando Scott tocca argomenti ancora più delicati ed estremi (in primis<b> il genocidio</b>), i quali se non contestualizzati o anche solo presi in considerazione da una prospettiva più ampia e non convenzionale spingerebbero il lettore a mettere alla gogna l'autrice e la sua opera. Questo perché, come con tutti i libri di self-help, bisogna approcciarsi ad esso<b> con mente aperta e curiosa</b> in quanto ci sono tante nozioni fuori dall'ordinario e dalla nostra cultura condizionata dalla religione cattolica e dalla società occidentale.<br />
Ma, al di là di ciò che si può pensare dei singoli argomenti controversi, ciò non toglie che questo sia un libro molto interessante e che offre dei<b> punti di vista originali sulla realtà, su noi stessi e su come affrontare la vita</b>. <br />
Quindi è un libro che consiglio vivamente, a patto che vi approcciate a esso con una mente lucida, libera e disposta a mettere in discussione le proprie credenze e convinzioni, senza pregiudizi e preconcetti.<br />
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<h3>Scolpisci il tuo destino</h3>
di Teal Scott<br />
traduzione di Chiara Lamanna<br />
<i>PubMe – Collana Gli Scrittori della Porta Accanto</i><br />
Saggio motivazionale | Spiritualità<br />
ISBN 979-1254583982<br />
Copertina flessibile | 218 pagine<br />
<a href="https://amzn.to/46o6Wgn" target="_blank">Cartaceo 15,00€ </a> <br />
<a href="https://amzn.to/3tmbNAa" rel="nofollow" target="_blank">Ebook 2,99€</a><br />
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<h4>Quarta</h4>
<blockquote>
Finalmente in Italia il controverso <i>The Sculptor in the Sky</i>, un’opera che affronta un’ampia varietà di temi complessi e profondi: la natura della realtà, la potenza della mente umana, la ricerca spirituale e il processo di guarigione interiore.<br />
Sin dal suo debutto, il libro ha suscitato grande interesse e conquistato un pubblico variegato, sebbene Teal Scott sia stata oggetto di reazioni contrastanti per i metodi di insegnamento spesso descritti come non convenzionali e potenzialmente pericolosi.<br />
Scolpisci il tuo destino, sebbene privo di verifica scientifica, è un utile stimolo alla riflessione critica e alla ricerca della propria serenità, offrendo un invito a stabilire una connessione profonda con l’Universo e con la nostra guida interiore, basandosi esclusivamente sull’esperienza personale dell’autrice. In questo libro, attraverso l’introspezione, Teal Scott ci spinge a esaminare la nostra vita e le nostre aspirazioni e ci incoraggia ad affrontare le sfide e raccogliere le opportunità che si presentano lungo il nostro cammino.<br />
<br />
<b>DISCLAIMER</b><br />
<i> Le informazioni fornite in questo libro sono basate sulle esperienze personali dell’autrice e non sono state soggette a verifica scientifica. Pertanto, i lettori sono invitati a una lettura critica e riflessiva della presente pubblicazione.<br />
L’autrice non è una terapista di aiuto mentale autorizzata. In caso di questioni specifiche legate alla salute mentale e al benessere, si consiglia di consultare professionisti qualificati.<br />
L’editore declina ogni responsabilità per le conseguenze derivanti dall’interpretazione o dall’applicazione delle opinioni o informazioni espresse in questo libro.</i>
</blockquote>
<br />
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<table class="boxautore"><tbody> <tr><td><div class="foto-pistoia"></div>
<br />
<span class="nomebox">Andrea Pistoia</span> <br />
<div class="pistoia"> <div class="libri"></div> <div class="collana"></div></div>
<div class="social" style="text-align: left;"> <a href="http://www.andreapistoia.it/" title="Sito web"><i aria-hidden="true" class="fa fa-desktop"></i></a> <a href="https://www.facebook.com/andrea.pistoia76" title="Profilo FB"><i class="fa fa-facebook-square"></i></a></div> <div class="vai_alla_scheda"> <a href="http://www.gliscrittoridellaportaaccanto.com/2014/11/andrea-pistoia-autore-di-ancora-e-mai.html" target="_blank" title="Andrea Pistoia">SCHEDA DELL'AUTORE</a></div> </td></tr> </tbody></table> Gli Scrittori della Porta Accantohttp://www.blogger.com/profile/18004134177862668527noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8374075239772435691.post-3827725951232731362024-01-29T09:34:00.001+01:002024-02-18T17:02:44.792+01:00Recensione: In cerca di te, il diario intimo «diacronico e onirico» di Emma Fenu<img alt="Recensione: In cerca di te, di Emma Fenu" border="0" data-original-height="550" data-original-width="850" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirOG3XzcUInhCh4b8t-0sqSn27y1TLLvpaq0KOeAEetA3yBdxkY9twm0oCKQCddLKhkyjDkfaAiH3xBPI9VrrqFGg40lI2059wLqzCRm0JQTemRA7ePuEK1Zwn_YbiTDOPTKM3A3m_FJJhXjOEuOMjkRIByY8Kl8DsRV3ELG8MBxJBLVrD5yW1VlDzoUoX/s1600/recensione.webp" width="100%" /><br /><br />
<h2><span class="h2-post"> Libri </span><span class="nome-autore">Recensione di Stefano Marullo. </span><i>In cerca di te</i>, un memoir di Emma Fenu (PubMe – Gli Scrittori della Porta Accanto). Il racconto sublime e straziante di una donna in cerca di un figlio, un diario dell’anima diacronico e onirico che rimanda a <i>Paula</i> e <i>Lettere a un bambino mai nato</i>.</h2>
Nel sottotitolo di questo libro leggiamo “La storia di una donna segreta”, sebbene, in realtà, chi conosce Emma Fenu ha avuto modo di seguire le sue vicende personali attraverso i social, per lo più senza filtri e in diretta. Ma è nella forma della parola scritta che l'autrice riesce a dare, senza dubbio, il meglio di sé, in una sorta di <b>diario dell’anima diacronico e, in buona parte, onirico</b>. Sbaglierebbe chi scambiasse questa esposizione dettagliata, talvolta minuziosa di sindromi e di sangue (ma insieme trasfigurata in <b>immagini dal forte simbolismo muliebre</b>, passando da Mary Poppins a Maria Maddalena, dalla Regina di Cuori a Biancaneve) per una qualche forma di pornografia verbale; in Emma Fenu la passione non diventa mai volgarità e nel suo grido liberatorio non leggiamo mai compiacenza né, tantomeno, commiserazione.<br />
<br />
<h3>Parimenti, l’autrice sembra attingere alla lezione psicoanalitica che vuole che non ci sia altro modo di abbattere i propri mostri se non affrontandoli alla luce del sole.</h3>
E sviscerando i loro reconditi rifugi in un incalzare che passa dall’interlocuzione con il bambino che non c’è, che ridiventa<b> la bambina che non c’è</b>, alla ferale consapevolezza di non potere essere madre di alcuna creatura, per potere essere, invece, «madre senza confini, madre di ogni figlio, di ogni sguardo, di ogni storia», in una commovente e lacerante liturgia che è, sostanzialmente, <b>una cerimonia degli addii</b>.<br />
<br />
<h3>
La narrazione all’ombra di algidi ospedali ricorda, per le sensazioni evocate e gli ossimori tra le attese intime e la disattesa realtà, il diario di Isabel Allende in <a href="https://www.gliscrittoridellaportaaccanto.com/2017/05/il-salotto-di-emma-paula-quando-la.html" target="_blank"><i>Paula</i></a>.</h3>
E c’è, in particolare, un parallelo interessante nel commiato che le narratrici danno alla propria prole come disposizione a una nuova presenza; laddove scrive Emma «Ti lascio andare, Bambina, perché l’amore è anche questo», e altrove «ci sei, ti sento, ti cerco negli occhi del mondo e in tutti ti ritrovo», là Isabel scriveva: «Adiós, Paula, mujer. Bienvenuda, Paula, espíritu» («Addio, Paula, donna. Benvenuta, Paola, spirito»). <br />
<br />
<h3>Le riflessioni-soliloquio, di cui è imbevuto tutto il libro, dal potente carattere esistenziale, rimandano a<a href="https://www.gliscrittoridellaportaaccanto.com/2016/04/lincipit-58-lettera-un-bambino-mai-nato.html" target="_blank"><i> Lettera ad un bambino mai nato</i></a> di <a href="https://www.gliscrittoridellaportaaccanto.com/2016/03/leditoriale-di-tamara-marcelli-oriana.html" target="_blank">Oriana Fallaci</a>.</h3>
Anche lì, la conversazione con chi non potrà nascere (paradossale almeno quando le invocazioni dell’ateo Cioran al Dio muto) è occasione per dare senso al proprio esserci.<br />
<i>In cerca di te</i> è il racconto sublime e straziante di una donna e della propria caduta, certo, ma di una donna che cade in piedi ed è pronta a riprendere il cammino fatto di «amore e stupore», nonostante tutto, insieme a Pietro, inseparabile compagno a cui Emma Fenu riserva le parole più belle.
<br />
<br /><br />
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<h3>In cerca di te</h3>
di Emma Fenu<br />
<i>PubMe – Collana Gli Scrittori della Porta Accanto</i><br />
Narrativa non-fiction | Memoir<br />
ISBN 979-1254583982<br />
<a href="https://amzn.to/3QUlQ7N" target="_blank">Cartaceo 9,00€ </a> <br />
<a href="https://amzn.to/40wzmTj" rel="nofollow" target="_blank">Ebook 2,99€</a><br />
<div class="cosaleggo"> <a href="https://www.gliscrittoridellaportaaccanto.com/2023/11/in-cerca-di-te-un-romanzo-breve-di-emma-fenu.html" target="_blank" title="Media e info">SCHEDA DEL LIBRO</a></div><br />
<blockquote>
Emma, la protagonista di questa storia, affronta con coraggio e sincerità le sfide di un viaggio fatto di attese, esami medici e trattamenti dolorosi. Non si risparmia le lotte emotive legate alla fertilità e all’endometriosi, la pressione sociale sulle donne per generare nuova vita, né i demoni che si frappongono tra lei e il suo sogno di diventare madre.<br />
Tra queste prove, non mancano le dinamiche familiari fatte di momenti commoventi, teneri e drammatici.<br />
In cerca di te è intima esplorazione di sé, racconto di un percorso nella sua interezza e nelle sue sfaccettature più profonde.<br />
<br />
«Questa non è la storia della mia vita, ma solo di una parte di essa. Ci sono molti aspetti che in tale percorso di aspirante mamma, possono essere messi in luce: alcuni sono commoventi, altri teneri, altri drammatici, altri ancora decisamente ironici. E io li ho attraversati tutti, nel corso di dieci anni. Ora voglio liberare la mia parte in ombra, quella più fragile, quella che cede al dolore, quella che subito viene messa a tacere dalle altre, per far spazio al sorriso e alla determinazione. Non è la parte più vera di me: è solo la più nascosta.»
</blockquote><br />
<hr />
© Stefano Marullo<br />
<br />
<br />Gli Scrittori della Porta Accantohttp://www.blogger.com/profile/18004134177862668527noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8374075239772435691.post-42157984054480893662024-01-18T22:24:00.004+01:002024-01-19T08:09:52.256+01:00Recensione: Lavorate voi, di Frank Gramuglia<img alt="Recensione: Lavorate voi, di Frank Gramuglia" border="0" data-original-height="550" data-original-width="850" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi5OivxDozwaYx7w8c6A1bzdCmQrs7Ht9VJd9mUv3jFd1j7fVu_ARJrZd-kOjxFdfNuUgqOm72inD_nNJc8gkE9h9D81tthgSA3qRUWF_Qj_Oq0eZ_6K0VJchyphenhyphen4n2Lj-2iPvLX813X6dwD4BV__xVcZq1GAOrpLIoyp9jH0tg1NmvXEiWmlRTfqhNTnu_lh/s1600/recensione.webp" with="100%" /><br /><br />
<h2>
<span class="h2-post"> Libri </span><span class="nome-autore">Recensione di Andrea Pistoia. </span><i> Lavorate voi</i> di Frank Gramuglia (Mondadori). Il ritratto contemporaneo di un trentenne in balia del proprio vuoto esistenziale. </h2>
Alzi la mano chi non conosce<a href="https://www.instagram.com/frank_gramuglia/?hl=it" target="_blank"><b> Frank Gramuglia</b></a>, uno dei più divertenti <b> influencer </b>che ci siano oggi sul web. E se non doveste conoscerlo, vi consiglio di cercarlo sui social e guardare i suoi video, incentrati per lo più sulla sua inesistente<b> voglia di lavorare</b>, sulla sua filosofia dello “scroccare” e sui pessimi rapporti con i propri colleghi e clienti insopportabili.
<br />Ma, a prescindere dal fatto che voi lo conosciate o meno, sappiate che lui, prima di essere un influencer si considera uno scrittore. Infatti ha scritto <a href="https://amzn.to/3HJ25vL" rel="nofollow" target="_blank"><i>Il taccuino della vergogna</i></a> e successivamente <b><i>Lavorate voi</i></b>, edito da<b> Mondadori</b>. <br />
<br />
<h3>Ma di che cosa parla quest’ultimo libro?</h3>
Presto detto.
<br />
Dopo aver dato le dimissioni dal suo ruolo di receptionist in un albergo, il protagonista torna nella sua cittadina con l'obiettivo di passare le giornate tra la sua ragazza (con cui ha un rapporto molto aperto) e sesso occasionale con sconosciute, tra serate a fumarsi canne e a ubriacarsi, tra arrabattarsi in lavori precari e oziare.
<br />Questo è ciò che troverete nelle duecento pagine del romanzo.
<br />Ma veniamo alla recensione vera e propria.
<br /><br />
<h3>Dalle prime pagine si ha il sospetto che sia autobiografico, dato che, come l'autore, il protagonista lavora in un albergo. </h3>
Ma con il susseguirsi delle pagine si intuisce (e si spera) che la storia sia inventata, in quanto ci sono situazioni veramente discutibili, altre di cattivo gusto, rivoltanti e disgustose (vedi la scena della sua ragazza con dei topolini…) e altre ancora così trasudanti volgarità gratuita da lasciarmi quantomeno perplesso sulla scelta narrativa dell’autore.
<br />Specialmente in certi discorsi ed <b> episodi maschilisti</b>, i quali di certo non sono un buon lasciapassare per conquistare il pubblico femminile. Anzi, certe scene faranno certamente infuriare più di una ragazza perché il protagonista è il classico <i>bad boy</i>, di quelli da evitare come la peste, dato che tratta le donne come oggetti su cui scaricare le proprie fantasie sessuali.
<br />
<br />
<h3>Onestamente sono molto in difficoltà a dare il mio giudizio sull’opera.</h3>
Da una parte mi ha fatto piacere trovare all’interno alcuni elementi che ricordano i video dissacranti (specialmente quelli legati al lavoro e alla filosofia di passare la vita oziare), mentre dall'altra ha un<b> linguaggio troppo crudo, cinico, volgare, sessista ed eccessivo</b>.
<br />Ma è anche vero che <b>si percepisce nel protagonista un fondo di tristezza, di disincanto e di decadenza emotiva</b>. In pratica, di un ragazzo alla deriva e alla continua ricerca di un senso della vita attraverso la soddisfazione dei propri bisogni effimeri e superficiali, sia nel lavoro che nei suoi rapporti interpersonali.
<br />
<br />
<h3>Ecco perché questo ritratto contemporaneo di un trentenne in balia del proprio vuoto esistenziale mi ha lasciato un grande amaro in bocca. </h3>
Senza contare che in certi episodi mi ha dato fastidio l'estrema volgarità (anche se, per fortuna, in altri mi ha strappato un sorriso).
<br />Tirando le somme, per chi volesse leggerlo, consiglio di farlo con la giusta apertura mentale e aspettandosi un <b>politicamente scorretto </b>che potrebbe non piacere o addirittura infastidire e irritare.
<br />Ergo, se cercate un libro del genere avete trovato quello giusto. Ma per tutti gli altri, ovvero quelli che pensano di trovare un libro in linea con i video leggeri e canzonatori realizzati dall’autore, ne resteranno delusi.
<br />
<br />
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<h3>
Lavorate voi</h3>
di <b>Frank Gramuglia</b><br />
<i>Mondadori</i><br />
Narrativa<br />
<b>ISBN: 978-8804750178</b><br />
<a href="https://amzn.to/48Qx9oU" rel="nofollow" target="_blank"> Cartaceo 17,10€ </a><br />
Ebook 9,99€<br />
<br />
<h4>
Quarta</h4>
<blockquote class="tr_bq">
Federico ha una vita di m***, un lavoro che odia, pochi soldi, sesso occasionale più o meno scadente e una storia d'amore complicata. Come molti altri trentenni. Frank Gramuglia racconta la sua storia in questo romanzo cinico, oltraggioso e politicamente scorretto, in cui si ride, ci si emoziona e, a volte, capita di ripensare a ogni scelta sbagliata che abbiamo fatto solo per noia o per abitudine.<br />
<br />
"Pensavo che vorrei scappare in Thailandia, farmi una skinny teen di quelle che si vedono su YouPorn, portarla a Las Vegas, videochiamare mia madre e dirle: 'Ciao, mamma, questa è mia moglie', solo per vedere la faccia che fa. Pensavo che trovare un pretesto per litigare prima di partire per un lungo viaggio può aiutarti a sentire meno la mancanza della persona da cui ti separi. Pensavo che, comunque, non avrei mai il coraggio di andarmene da qui. Pensavo a quanti pochi uomini rifiuterebbero le donne che chiamano 'amiche' se queste ultime gliela sbattessero esplicitamente in faccia. Pensavo che, quando ho poco tempo, mi piacerebbe entrare in camera e trovare Camille con i preliminari già fatti. Pensavo che se dovessimo fare la conta degli orgasmi ricevuti e procurati, Camille me ne dovrebbe un bel po'. Pensavo che disporre di molto denaro può facilitare i tradimenti. Pensavo che quando le persone ti piazzano lì una battuta, in realtà, spesso, stanno manifestando il loro vero pensiero. Pensavo che molte persone lavorano più tempo di quanto ne passino a dormire. Pensavo che 'birra media' è un'espressione che uso spesso. Pensavo al mio timore che Camille possa lasciarmi per andare con uno più ricco. Pensavo che quando bevi e ti droghi per parcheggiare fuori la realtà, lei si fa sempre più famelica e più affamata. Pensavo che i soldi forniscono libertà; ma per avere i soldi bisogna lavorare, e il lavoro toglie la libertà." </blockquote>
<br />
<br />
<table class="boxautore"><tbody> <tr><td><div class="foto-pistoia"></div>
<br />
<span class="nomebox">Andrea Pistoia</span> <br />
<div class="pistoia"> <div class="libri"></div> <div class="collana"></div></div>
<div class="social" style="text-align: left;"> <a href="http://www.andreapistoia.it/" title="Sito web"><i aria-hidden="true" class="fa fa-desktop"></i></a> <a href="https://www.facebook.com/andrea.pistoia76" title="Profilo FB"><i class="fa fa-facebook-square"></i></a></div> <div class="vai_alla_scheda"> <a href="http://www.gliscrittoridellaportaaccanto.com/2014/11/andrea-pistoia-autore-di-ancora-e-mai.html" target="_blank" title="Andrea Pistoia">SCHEDA DELL'AUTORE</a></div> </td></tr> </tbody></table> Davide Dottohttp://www.blogger.com/profile/10930982447612447398noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8374075239772435691.post-45137776064237171852024-01-08T23:17:00.000+01:002024-01-08T23:17:31.347+01:00Recensione: Confessioni di un giovane romanziere, di Umberto Eco<img alt="Recensione: Confessioni di un giovane romanziere, di Umberto Eco" border="0" data-original-height="550" data-original-width="850" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhubuJWSIdO1vvyQEjFz1m9D93b2y_mcOrr2QQcHmVk-RLXg2BdDAmJhoAVV3kRjRmFeHJFNr9ihu5LRLyEcS3szECWFWRhpJLQYcIzMf0HfWhpJnkQTMQTMMeW6UMEK3iKsSG7Nsq0EJwiS3dGsmktViW35HJAtmRI744d5tRYpRjj3Bb52rTP3wMjwC0U/s1600/recensione.webp" width="100%" /><br /><br />
<h2><span class="h2-post"> Libri </span><span class="nome-autore">Recensione di Davide Dotto. </span><i>Confessioni di un giovane romanziere</i> di Umberto Eco (La nave di Teseo). La sottile frontiera tra "finzione" e "realtà" di un professore di mestiere e di un romanziere per diletto.</h2>
<b><i>Confessioni di un giovane romanziere</i> di Umberto Eco </b>offre uno sguardo esaustivo sulla <b>vasta erudizione</b> di un autore che ha dedicato la sua vita all’insegnamento accademico (professore per mestiere) e alla narrativa (romanziere per diletto), abbracciando molte aree dei media e della comunicazione, incluse tecnologia e intelligenza artificiale.<br />
Le due anime non possono essere separate, poiché la vocazione narrativa, evidente nei saggi, ha conferito alla stessa tesi di laurea (<a href="https://amzn.to/3vC34e0" rel="nofollow" target="_blank"><i>Il problema estetico in Tommaso d’Aquino</i></a>) il ritmo dell’indagine poliziesca.<br />
<br />
<h3><i>Confessioni di un giovane romanziere</i> raccoglie e riprende argomenti chiave affrontati in conversazioni e interviste.</h3>
Ma anche nelle <i>Postille al nome della rosa</i>, nelle <a href="https://amzn.to/3S9DUfF" rel="nofollow" target="_blank"><i>Sei passeggiate nei boschi narrativi</i></a> o nella <a href="https://amzn.to/3vwquSo" rel="nofollow" target="_blank"><i>Vertigine della lista</i></a>. Ciò a dimostrare come il pensiero e la produzione di Umberto Eco siano un “cantiere aperto” in cui i temi che permeano saggi e romanzi vengono investigati a fondo.
<br />Ma questo lo sapevamo già; qui c’è molto di più. Il titolo “Confessioni” suggerisce l'<b>introspezione profonda nel processo creativo</b> dell'autore, ma richiama alla mente quelle di sant’Agostino. E di sant’Agostino, più di una volta, Eco ha citato il punto della <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/De_doctrina_christiana" target="_blank"><i>De doctrina christiana</i></a>, in particolare il concetto secondo cui:
<blockquote class="tr_bq">
Ogni interpretazione di una certa parte di un testo può essere accettata se è confermata – e deve essere respinta se è contestata – da un’altra parte dello stesso testo. In questo senso, la coerenza testuale interna controlla gli slanci (altrimenti incontrollabili) del lettore.
<span class="cite">Umberto Eco, <i>Confessioni di un giovane romanziere </i></span></blockquote>
<br />
<h3>
Questi slanci, però, come ogni esperienza artistica, si rivelano necessari e alla lunga fanno la differenza. Se l’arte non è un mestiere (ma diletto), al mestiere si presta comunque, a condizione che trovi il modo di disciplinarsi e darsi una forma. </h3>
È, questa esigenza, o pretesa, la quadratura del cerchio in cui si gioca tutto e il suo contrario, e dove anche un’opera saggistica può fare da esempio del bello scrivere.<br />
<b>La ricerca di una coerenza interna in un testo è sempre messa a dura prova, qualunque ne sia l'oggetto o l'argomento.</b> Se poi ci si incammina tra finzione e realtà, la consapevolezza che entrambe le dimensioni si influenzano a vicenda (contribuiscono a modellare la nostra comprensione del mondo) rende il compito snervante, ma allo stesso tempo apre la strada a nuove esplorazioni.<br />
In altre parole, la complessità e la molteplicità della realtà rendono difficile una definitiva catalogazione, poiché essa può assumere forme inaspettate che solo il romanzo è in grado di districare. Al massimo si coglie un momento, un istante nel suo complesso fluire e scorrere, ma non la legge (o un chilometrico algoritmo) che la riassuma una volta per tutte. <br>
<br>
<h3>Eppure il lavoro del romanziere e del saggista è proprio questo: una ricerca ardita nel cuore di tale complessità, nel tentativo di svelare significati nascosti nel tessuto del reale.</h3>
Il romanziere chiaramente va oltre poiché va a caccia di questo significato anche a costo di far aderire in tutto e per tutto la realtà al modello proposto dalla sua finzione. Ma non diversamente rischiano di fare il filosofo, lo storico o in generale il saggista, nell'adattare il mondo alla teoria al fine di sostenerla.<br />
La finzione quindi rincorrerà la realtà nel suo inesauribile fluire. In questo contesto, un'opera di finzione come <i>Il nome della rosa</i>, per esempio, imita la realtà fino al punto in cui le conclusioni – per ciò che rimane di inesplicabile e sfuggente – si sgretolano di fronte alla cocente sconfitta di frate Guglielmo da Baskerville.<blockquote class="tr_bq">
Ciononostante, anche le affermazioni enciclopediche hanno dei limiti. Sono pur sempre soggette a revisione, poiché la scienza, per definizione, è sempre pronta a riconsiderare le proprie scoperte.
<span class="cite">Umberto Eco, <i>Confessioni di un giovane romanziere </i> </span></blockquote>
<br />
<div class="leggi-anche"><span class="h2-post"> Leggi anche </span>Davide Dotto | <a href="https://www.gliscrittoridellaportaaccanto.com/2022/02/recensione-il-nome-della-rosa-di-umberto-eco.html" target="_blank">Recensione: <i>Il nome della rosa</i>, di Umberto Eco</a></div>
<br />
<h3>L’intento di fondo è sistematico, combinatorio, in breve enciclopedico; mira a distinguere per poi ricomporre il tutto in un disegno via via diverso. </h3>
Esso può assumere la forma del discorso di un saggio o costituire la trama di un romanzo, in ogni caso tappa di un percorso che solo in apparenza conduce a “un vicolo cieco”. Ossia alla constatazione che di nulla si potrà mai dire qualcosa di definitivo. Ogni soluzione, fosse anche una legge fisica, è destinata a infinite riformulazioni. E anche la migliore talvolta si mescola al rumore di fondo, passa inosservata, oppure confonde vieppiù le acque poiché spiegando tutto spiega troppo, dissolvendosi tra le mani come polvere.<br />
E così deve essere: la realtà nelle sue sfaccettature, per essere abbracciata nel suo insieme, deve mostrare le sue incoerenze e le sue ambiguità. E la finzione (l'opera narrativa) vi si adegua.<br /><br /><br />
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<h3>
Confessioni di un giovane romanziere</h3>
di <b>Umberto Eco</b><br />
<i>La nave di Teseo</i><br /><br />
<b>ISBN 978-8834615683</b><br />
<a href="https://amzn.to/3HepGnH" rel="nofollow" target="_blank"> Cartaceo 19,00€ </a><br />
Ebook 11,99€<br />
<br />
<h4>
Quarta</h4>
<blockquote class="tr_bq">
Umberto Eco ha pubblicato il suo primo romanzo, Il nome della rosa, nel 1980, quando aveva 48 anni. In queste “confessioni”, nate in occasione delle Richard Ellmann Lectures nel 2008 – un prestigioso ciclo di conferenze tenuto per la Emory University ad Atlanta – ha alle spalle una lunghissima carriera di studioso, ma una carriera di narratore di “soli” ventotto anni: “pertanto mi considero un romanziere molto giovane,” dice in apertura del volume, “e, spero, promettente, che ha sinora pubblicato solo cinque romanzi e molti altri ne pubblicherà nei prossimi cinquant’anni.” In Italia La nave di Teseo pubblica ora per la prima volta questo libro, continuando ad approfondire l’autobiografia intellettuale di Eco, sotto altri aspetti (quelli legati alla filosofia) raccontata nel volume La filosofia di Umberto Eco. Qui l’attenzione è portata sul rapporto tra Eco e la scrittura. Il lettore trova così il racconto di come Eco ha iniziato a scrivere, fin dai quaderni della scuola, con gli inizi di romanzi poi incompiuti; la descrizione di come ha costruito i suoi complessi universi narrativi; il suo sguardo consapevole sul rapporto fra invenzioni romanzesche e teoria narrativa; e poi le sue grandi ossessioni, come la passione per elenchi e liste. A distanza di anni dalla sua pubblicazione originaria negli Stati Uniti, esce tradotto anche in Italia uno dei libri più personali di Eco – l’unico in cui racconta il suo processo creativo di narratore.</blockquote>
<br /><br />
<table class="boxautore"><tbody>
<tr><td><div class="foto-dotto"></div>
<br />
<span class="nomebox">Davide Dotto</span> <br />
<div class="dotto"> <div class="libri"></div> <div class="collana"></div></div>
<div class="vai_alla_scheda"><a href="http://www.gliscrittoridellaportaaccanto.com/2014/11/davide-dotto-autore-di-il-ponte-delle.html" target="_blank" title="Davide Dotto">SCHEDA DELL'AUTORE</a></div></td></tr>
</tbody></table>Davide Dottohttp://www.blogger.com/profile/10930982447612447398noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8374075239772435691.post-41058988295970082192023-12-30T12:58:00.001+01:002023-12-30T13:00:25.537+01:00Recensione: Friends, amanti e la Cosa Terribile, l'autobiografia di Matthew Perry<img alt="Recensione: Friends, amanti e la Cosa Terribile, l'autobiografia di Matthew Perry" border="0" data-original-height="550" data-original-width="850" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgCJoRyJSnbubveHGmuRZiqVBP6HTH0eN2g6oKT0uG19de8ScnHuuhQZm6f9TdaXUkWpoVGRhBDbFMdUIpYgOnWRa_vr_RZLl7ecjO_HnrrMcv9E_i4zBC6sddgL9OXQ-5UZr1eRyGsKPXihZM0bRwULlv1SsSuuIbFEzxlG34QY0CDoGPV3h-J5mOD2O9a/s1600/recensione.webp" width="100%" /><br /><br />
<h2><span class="h2-post"> Libri </span><span class="nome-autore">Recensione di Elena Genero Santoro. </span><i>Friends, amanti e la Cosa Terribile</i> di Matthew Perry (La nave di Teseo). L'autobiografia dell'attore di <i>Friends</i>, scomparso il 28 ottobre, risucchiata nel vortice delle dipendenze, a entrare e uscire dai rehab, a tal punto che il lettore arriva a domandarsi se sia ripetitivo il libro o la sua vita.</h2>
Confesso di aver acquistato questo libro subito dopo la morte dell’autore, spinta dalla curiosità di rispondere a una domanda: cosa pensava Matthew Perry un anno prima di morire? Sentiva vicina la fine oppure credeva di essere fuori pericolo?<br />
<br />
<h3>Matthew Perry, noto ai più per la sua interpretazione di Chandler Bing in <i>Friends</i>, ci racconta tutta la sua vita e lo fa presumibilmente di suo pugno, visto che era egli stesso un autore di sceneggiature e testi teatrali. </h3>
Lui, che non ha mai nascosto quanto Chandler gli assomigliasse, infila battute dall’inizio alla fine e lo fa anche nei momenti più drammatici.<br />
Ma partiamo dall’inizio. <br /><b>
La narrazione si svolge su due livelli: il passato e, diciamo, il presente o quasi.</b><br />
<b>Nel presente</b>, Perry è appena scampato (nel 2019) alla morte per perforazione intestinale. Il colon gli è esploso proprio a causa di tutti gli oppiacei (menziona spesso l’<b>idrocodone</b>, che in Europa è prescritto molto raramente) di cui si è imbottito negli anni. <b>Si sente un sopravvissuto.</b><br />
<br />
<h3>
Nel passato Perry è il figlio di una reginetta di qualche concorso di bellezza e di un ragazzo col sogno di fare l’attore.</h3>
I suoi genitori sono poco più che adolescenti, si lasceranno in pochi mesi, la madre resterà in Canada, il padre andrà a Los Angeles in cerca di fortuna, entrambi sposeranno un nuovo compagno in età adulta e gli regaleranno fratellastri e sorellastre. <br />
E lui viaggerà da un genitore all’altro in aereo, come minore non accompagnato, cosa che lo terrorizzerà per il resto dei suoi giorni. E con l’intima consapevolezza di <b>non essere mai abbastanza per essere amato</b>. Una specie di <b>sindrome dell’impostore</b> che maschererà snocciolando una battuta dietro l’altra per tutta la vita, anche in punto di morte. E lasciando tutte le sue fidanzate prima che lo facciano loro. <br />
<br />
<h3>
Come si sviluppa una dipendenza? <i>Friends, amanti e la Cosa Terribile</i> di Matthew Perry non indaga in dettaglio le cause scientifiche, ma ci fornisce degli spunti.</h3>
<blockquote>E non soltanto ho questa malattia, ce l'ho pure in forma grave. Ce l'ho nella forma più grave possibile, in effetti. Riesce a mettermi sempre con le spalle al muro.
<span class="cite">Matthew Perry, <i>Friends, amanti e la Cosa Terribile</i></span></blockquote>
Quando aveva un mese e soffriva di coliche, correva l’anno 1969, l’illustre pediatra che lo seguiva non trovò di meglio che prescrivere al piccolo Matty il <b>fenobarbital</b>. Per le coliche era efficacissimo, il neonato crollava stecchito e addormentato in pochi minuti. Che questo barbiturico abbia contribuito a renderlo fisicamente reattivo alle sostanze? Non è dato di sapere.<br />
<br />
<h3>
Quello che si sa con certezza invece è che quando a quattordici anni Matthew Perry prese la sua prima sbronza.</h3>
Un pomeriggio in giardino con i suoi amici, i fratelli Murray. Si sentì bene. Gli altri vomitavano e lui invece aveva trovato la sua dimensione. Per la prima volta non soffriva. Qualcosa di esterno stava compensando il suo <b>malessere psico-fisico</b>.<br />
<blockquote>Tempo quindici minuti, e tutto l'alcol era finito.<br />
I Murray presero a vomitarmi intorno, io stavo disteso nell'erba e mi successe qualcosa. Avvenne ciò che mi rende fisicamente e mentalmente diverso dai miei amici. Ero sdraiato nell'erba e nel fango, a guardare la luna, circondato dal vomito fresco dei Murray, e mi resi conto che, per la prima volta nella mia vita, nulla mi infastidiva. Il mondo aveva senso; non era storto e folle. Era completo, in pace.<br />
Non sono mai stato più felice che in quel momento.<br />
Questa è la risposta, pensai; questo è quello che mi mancava. Deve essere così che la gente normale si sente sempre. Non ho problemi. Tutto è sparito. Non ho bisogno di attenzione. Sono accudito, sto bene.<br />
Ero in stato di grazia. Per quelle tre ore non ebbi alcun problema. Non ero abbandonato; non stavo litigando con mia madre; non stavo facendo casino a scuola; non mi stavo chiedendo quale fosse il senso della vita, né il mio posto nel mondo. L'alcol si portò via tutto. […] Il problema principale, avrei capito in seguito, era questo: non avevo delle linee guida spirituali, ed ero incapace di godermi qualsiasi cosa. Eppure allo stesso tempo, ero dipendente da una forma di esal-tazione. Questa è una combinazione talmente tossica che non so nemmeno da dove cominciare.
<span class="cite">Matthew Perry, <i>Friends, amanti e la Cosa Terribile</i></span></blockquote>
<br />
<h3>
Una cosa analoga accadde quando, a seguito di un incidente, si fece male alla schiena e gli diedero una pastiglia di oppiacei.</h3>
Stette talmente bene che nel giro di poco iniziò a ingurgitarne cinquantacinque al giorno.<br />
Negli anni <b>oltre seimila incontri presso gli alcolisti anonimi</b> gli avrebbero spiegato che soffriva di «<b>anedonia</b>: l'incapacità, totale o parziale, di provare soddisfazione, appagamento e piacere per le consuete attività piacevoli, quali il cibo, il sesso e le relazioni interpersonali», in pratica una forma di <b>depressione congenita che lui compensava con alcol e oppiacei</b>.<br />
<br />
<h3>
In pratica, per un qualche motivo congenito (fisico?, psichiatrico? Ma c’è davvero differenza?), l’unico modo che trovava per non soffrire era riempirsi di sostanze che non gli facessero percepire il dolore. </h3>
<blockquote>Dieci anni dopo, lessi le seguenti parole nel Grande libro degli Alcolisti Anonimi: "I bevitori pensano che stanno cercando una via di fuga, ma in realtà stanno cercando di dominare un disordine mentale che non sapevano di avere".<br />
<br />
[...] La gente che ha delle dipendenze non è cattiva.<br />
Siamo solo persone che provano a sentirsi meglio, ma abbiamo questa malattia. Quando mi sento male, penso: "Datemi qualcosa che mi faccia sentire meglio". Semplicissimo. Mi piacerebbe ancora bere e drogarmi, ma, per via delle conseguenze, non lo faccio più, perché sono arrivato così al limite che mi ucciderebbe.
<span class="cite">Matthew Perry, <i>Friends, amanti e la Cosa Terribile</i></span></blockquote>
<br />
<h3>
Non possiamo nemmeno spiegare tutto con i traumi infantili perché di certo i genitori erano separati e il padre inizialmente latente ma Matthew non era un bambino abbandonato o maltrattato. </h3>
Probabilmente ipersensibile e con una percezione amplificata dei problemi. E senza la forza spirituale per affrontare la faccenda.
<blockquote>L'idea di essere famoso, l'idea di essere ricco, l'idea di essere me – non posso godermi nulla di tutto questo se non sono fatto. E non posso pensare all'amore senza volere essere fatto. Mi manca una connessione spirituale che mi protegga da questi sentimenti. È per questa ragione che sono un cercatore.
<span class="cite">Matthew Perry, <i>Friends, amanti e la Cosa Terribile</i></span></blockquote>
Lui per primo si rendeva conto che il suo <b>bisogno di colmare le voragini interiori</b> non era lo stesso bisogno che avevano tutti gli altri bevitori. <br />
Suo padre, per esempio. Si faceva cinque o sei bicchieri di liquore tutte le sere, era stato quello che lo aveva iniziato (inconsapevolmente) all’alcolismo, poi, una sera, folgorato sulla sua personale via di Damasco, decise di smettere e non bevve mai più. <br />
<br />
<h3>
Simile a lui, Bruce Willis, col quale Matthew Perry lavorò in due film. </h3>
Willis era un festaiolo, aveva conciato la suite come una discoteca. Beveva per divertirsi ma, al momento di concentrarsi sul lavoro, smetteva di bere senza alcuna difficoltà.<br />
Invece Perry no. Se iniziava a bere, non riusciva più a contenersi.<br />
<br />
<h3>
Il libro, che viaggia appunto tra un presente e un passato, verso la fine si fa sempre più confuso.</h3>
Perry, risucchiato nel vortice delle dipendenze, trascorre la vita a entrare e uscire dai rehab e a un certo punto il lettore arriva a domandarsi se sia ripetitivo <b>il libro o la vita dell’attore</b>, soprattutto negli ultimi anni.<br />
Matthew Perry ha trascorso lunghi periodi da sobrio, da <b>attivista</b>, speso ad aiutare gli altri, per poi ricadere inesorabilmente nel solito circolo vizioso.<br />
<br />
<h3>
Il decennio di <i>Friends</i> viene raccontato come uno dei momenti migliori, ma vissuto in modo convulso, tra un rehab e una disintossicazione.</h3>
Perry scrive che quando era magro era dipendente da oppiacei e non mangiava. Quando era gonfio, beveva. Vi assicuro che non guarderete più <i>Friends</i> allo stesso modo, alla luce delle sue rivelazioni. Nella nona stagione era sobrio e vinse anche dei premi. Ma non bastò.<br />
Perché, come spiega lui stesso, anche dopo lunghi lassi di sobrietà succede qualcosa per cui si ritorna a bere. O a riempirsi di pasticche. <br />
<blockquote>Gli alcolisti e i tossicodipendenti come me vogliono bere con il solo scopo di sentirsi meglio. Be', almeno questo è quello che vale per me: tutto ciò che ho sempre voluto era sentirmi meglio. Non mi sentivo bene - bevevo un paio di bicchieri e stavo meglio. Ma nell'evolversi della malattia, ci vuole sempre molto, molto, molto, molto, molto, molto, molto per sentirsi meglio. Se apri una falla nella membrana della sobrietà, l'alcolismo ci si infila e progredisce.
<span class="cite">Matthew Perry, <i>Friends, amanti e la Cosa Terribile</i></span></blockquote>
<br />
<h3>
Una nota sugli oppiacei in America.</h3>
Nella vecchia Europa, prima che ti prescrivano un antidolorifico anche solo con un po’ di codeina dentro, bisogna essere ridotti veramente male. Quando quest’anno ho avuto un dolore alla schiena atroce, che imputavo a un intervento recente sotto la clavicola e invece era pleurite, ho dovuto piangere al telefono col medico per un antidolorifico potente (e poi sono finita in ospedale, ma questa è un’altra storia, in quel momento dovevo solo liberarmi del dolore).<br />
Consiglio a tutti la visione della serie <a href="https://www.netflix.com/it/title/81095069?source=35" rel="nofollow" target="_blank"><b><i>PainKiller</i> su Netflix</b></a>, romanzata ma ispirata al caso di <b>Purdue Pharma</b>, azienda farmaceutica che qualche decennio fa mise sul mercato l’<b>OxyContin</b>, un potentissimo oppiaceo, convincendo, con una mirata strategia di marketing, i medici di famiglia a prescriverlo anche per un banale mal di testa. L’OxyContin (<b>ossicodone</b>, cugino dell’idrocodone di Perry) in teoria non doveva causare dipendenza, ma gli studi erano stati condotti su malati di cancro al quarto stadio. Accadde che la diffusione dell’ossicodone nella popolazione americana, su pazienti non terminali, causò un numero elevatissimo di dipendenze e i proprietari della Purdue Pharma, che ora non esiste più, hanno sulla coscienza qualcosa come 500 mila morti tra il 1999 e il 2017. Non hanno mai pagato.<br />
A fronte di questo scandalo sono inorridita quando ho letto che al povero Matthew Perry, reduce da un colon esploso a causa degli oppiacei, abbiano prescritto con nonchalance di nuovo un oppiaceo per tenere a bada i dolori. Eppure è accaduto.<br />
<br />
<h3>
Il libro di Matthew Perry termina in modo positivo, con lui che sembra aver realizzato qualcosa, sembra finalmente accorgersi della bellezza del mare, del cielo, della vita. </h3>
<blockquote>Sono un me più calmo, ora. Un me più vero. Più capace. Di certo, è possibile che se volessi interpretare un bel personaggio in un film, adesso me lo dovrei scrivere da solo. Ma so fare anche questo. Sono abbastanza. Sono più che abbastanza. E non ho più bisogno di mettere su uno show. Ho lasciato il mio segno. Ora è tempo di mettermi seduto e godermi la vita. E di trovare l'amore vero. E una vita reale. Non una condotta dalla paura.<br />
Sono me stesso. E questo dovrebbe essere abbastanza, è sempre stato abbastanza. Ero io quello che non lo capiva. E ora lo capisco. Sono un attore, sono un autore. Sono una persona. E una brava persona.<br />
Voglio cose buone per me stesso, e per gli altri, e posso continuare a lavorare per queste cose.
<span class="cite">Matthew Perry, <i>Friends, amanti e la Cosa Terribile</i></span></blockquote><b>
Ha persino trovato Dio.</b> Quel Dio che aveva esaudito il suo desiderio di fama, senza però che lui sia mai riuscita a godersela.
<blockquote>A un certo punto, quando prendevo cinquantacinque pillole al giorno, mi svegliavo e in qualche modo dovevo procurarmi quelle cinquantacinque pillole. Era come un lavoro a tempo pieno. La mia vita era un'unica operazione matematica.
<span class="cite">Matthew Perry, <i>Friends, amanti e la Cosa Terribile</i></span></blockquote>
<br />
<h3>
Rimane l’amaro in bocca perché nonostante i buoni propositi il messaggio che arriva è che un tossicodipendente della sua gravità non si può salvare. </h3><b>
Matthew Perry è deceduto a causa degli «effetti acuti della ketamina»</b>, com'è stato reso noto, farmaco usato come antidepressivo. Infatti, come indicato nel libro stesso, oltre all’elaborazione, ai sei o sette milioni di dollari spesi in cure e le seimila sedute dagli alcolisti anonimi, ogni volta che si disintossicava dovevano somministrargli altre sostanze sostitutive e compensative che a loro volta avevano effetti collaterali e causavano dipendenza. <br />
E c’è una pagina che sembra un vaticinio.
<blockquote>Stavo facendo anche quotidiane iniezioni di ketamina. La ketamina era una droga di strada molto popolare negli anni ottanta. Ora ne esiste una forma sintetica, e viene utilizzata per due scopi: per alleviare il dolore e curare la depressione. C'è scritto sopra il mio nome - avrebbero benissimo potuto chiamarla "Matty". La ketamina era simile a emettere un lunghissimo respiro. Mi portavano in una stanza, mi facevano sedere, mi mettevano le cuffie così che potessi ascoltare la musica, mi bendavano e mi infilavano un'agocannula. Questa era la parte tosta - sono sempre un po' disidratato perché non bevo abbastanza acqua (che sorpresa), perciò trovare una vena non era uno scherzo. Alla fine ero ridotto a un maledetto puntaspilli. Nell'agocannula mettevano una goccia di Ativan - che riuscivo a percepire benissimo, e poi mi veniva iniettata la ketamina per un'ora. Mentre me ne stavo lì nel buio pesto, ad ascoltare Bon Iver, mi dissociavo, avevo delle visioni - ero in terapia da così tanto tempo che la cosa neanche mi inquietava più. Oh, c'è un cavallo lì? Be', può benissimo darsi... mentre la musica suonava e la K mi scorreva nel corpo, tutto cominciava a riguardare l'ego, e la morte dell'ego.<br />
E spesso durante quell'ora pensavo di morire. Ah, pensavo, è questo quello che succede quando muori.<br />
Eppure mi sarei risottoposto a quella merda all'infinito perché era una cosa diversa, e ogni cosa diversa è un bene. (Guarda caso è una delle battute finali di Ricomincio da capo.) Prendere la K è come essere colpito in testa da un gigantesco, felice badile. Ma i postumi erano atroci e più pesanti del badile. La ketamina non faceva per me.
<span class="cite">Matthew Perry, <i>Friends, amanti e la Cosa Terribile</i></span></blockquote>
<br />
<h3>
Dispiace perché lui ancora sognava una famiglia, dei figli, una carriera. </h3>
La dipendenza gli aveva preso molto, ma <b>la voglia di vivere c’era ancora</b>.
<blockquote>Tra tutti i posti possibili, ho visto Dio nella mia cucina, perciò io so che esiste qualcosa più grande di me. (So, tanto per cominciare, di non essere in grado di dare vita a una pianta.) So che Dio è amore e onnipresente accettazione, il che significa che andrà tutto bene. So che succede qualcosa quando muori. So che vai oltre, verso qualcosa di straordinario.
<span class="cite">Matthew Perry, <i>Friends, amanti e la Cosa Terribile</i></span></blockquote>
<br /><br />
<div class="iframe-amazon"><iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="400" src="https://leggi.amazon.it/kp/card?asin=B0BLCFD5CQ&preview=newtab&linkCode=kpe&ref_=cm_sw_r_kb_dp_.beqDb2GA8Y0P&tag=gliscrittdell-21" style="max-width: 100%;" type="text/html" width="250"></iframe></div>
<h3> Friends, amanti e la Cosa Terribile</h3>
di Matthew Perry<br />
La nave di Teseo<br />
Autobiografia <br />
ISBN 978-8893951432<br />
<a href="https://amzn.to/3v7xEvV" rel="nofollow" target="_blank">Ebook 10,99€</a><br />
Cartaceo 20,90€<br />
<br />
<h4>Quarta</h4>
<blockquote>“Salve, il mio nome è Matthew, anche se potreste conoscermi con un altro nome. I miei amici mi chiamano Matty. E dovrei essere morto.” Inizia così l’avvincente storia dell’acclamato attore Matthew Perry, che ci accompagna in un viaggio che va dalla sua infanzia, segnata dal desiderio di emergere, al raggiungimento della fama e poi alla dipendenza e al recupero, dopo essere stato in fin di vita. Prima delle frequenti visite in ospedale e dei periodi di disintossicazione, c’è stato un Matthew di cinque anni, che viaggiava da Montreal a Los Angeles dividendosi tra i genitori separati; un Matthew di quattordici anni, stella del tennis canadese; un altro Matthew ancora, che a ventiquattro anni ha ottenuto l’ambitissimo ruolo da co-protagonista nel cast della serie più attesa del momento, allora chiamata Friends like us (divenuta poi famosa in tutto il mondo col titolo di Friends)... e molti altri ancora. Nelle pieghe di una storia straordinaria che solo lui poteva scrivere – e con la voce appassionata, esilarante e calorosamente familiare che lo caratterizza –, Matthew Perry racconta senza reticenze la famiglia che lo ha cresciuto (e che lo ha anche lasciato a se stesso), il desiderio di riconoscimento che lo ha spinto verso la fama e il vuoto interiore, che non poteva essere colmato nemmeno dalla realizzazione dei suoi sogni più grandi. Ma racconta anche la pace che ha trovato nella sobrietà, e come ha vissuto l’immenso successo di Friends, condividendo aneddoti sui suoi compagni di cast e sulle altre star che ha incontrato lungo il cammino. Schietto, consapevole e venato dall’umorismo che abbiamo imparato a conoscere, Perry descrive in modo vivido la sua battaglia contro la dipendenza da alcol e droghe e il motivo per cui, nonostante avesse apparentemente tutto,, nulla riusciva a renderlo felice. “Friends, amanti e la Cosa Terribile” è un memoir intimo e illuminante, che offre una mano tesa a chiunque stia lottando per la sobrietà. Brutalmente sincero, divertente e a tratti tragico… Prefazione di Lisa Kudrow.</blockquote>
<br />
<table class="boxautore"><tbody>
<tr><td><div class="foto-santoro"></div>
<br />
<span class="nomebox">Elena Genero Santoro</span><br />
<div class="santoro"><div class="libri"></div><div class="collana"></div></div>
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</td></tr>
</tbody></table>Elena Genero Santorohttp://www.blogger.com/profile/07245655566289048514noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8374075239772435691.post-23790305837216799412023-12-24T14:37:00.002+01:002024-02-18T17:02:44.803+01:00Recensione: In cerca di te, di Emma Fenu<img alt="Recensione: In cerca di te, di Emma Fenu" border="0" data-original-height="550" data-original-width="850" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEirOG3XzcUInhCh4b8t-0sqSn27y1TLLvpaq0KOeAEetA3yBdxkY9twm0oCKQCddLKhkyjDkfaAiH3xBPI9VrrqFGg40lI2059wLqzCRm0JQTemRA7ePuEK1Zwn_YbiTDOPTKM3A3m_FJJhXjOEuOMjkRIByY8Kl8DsRV3ELG8MBxJBLVrD5yW1VlDzoUoX/s1600/recensione.webp" width="100%" /><br /><br />
<h2><span class="h2-post"> Libri </span><span class="nome-autore">Recensione di Loriana Lucciarini. </span><i>In cerca di te</i>, un memoir di Emma Fenu (PubMe – Gli Scrittori della Porta Accanto). Una storia autobiografica densa di umanità e lirismo. La parte più intima della vita dell'autrice raccontata con cristallina sincerità, la ricerca della maternità, di un figlio desiderato, negato e rincorso con fatica, dolore, dedizione e speranza.</h2>
<b><i>In cerca di te</i> </b>è l’ultimo lavoro di <b>Emma Fenu</b>, pubblicato nel 2023 per la collana de Gli Scrittori della Porta Accanto, PubMe.<br />
L'ho letto già da un paio di settimane. Tuttavia avevo bisogno di fare chiarezza sulle emozioni che ha provocato in me e per questo ve ne parlo solo adesso. Lo faccio con difficoltà, perché ogni parola rischia di essere riduttiva o suonare ridondante, perché l’autrice <b>ha raccontato la parte più intima della sua vita</b> e lo ha fatto ad anima nuda e con una capacità narrativa evocativa ma, al tempo stesso, netta e sincera, cristallina. <br />
Vorrei altresì riuscire a trasmettere ciò che penso, a tal fine sono andata alla ricerca delle parole giuste per cesellare emozioni e riflessioni che questa lettura ha sollecitato in me.<br />
<b><i>In cerca di te</i> di Emma Fenu racconta della ricerca della maternità e di un figlio desiderato, negato e rincorso con fatica, dolore, dedizione e speranza. </b>Sulla propria pelle e sul proprio corpo. <b>Una storia autobiografica</b>, priva di retorica ma densa di umanità, vibrante di lirismo.<br />
<br />
<h3>
Quanto si è disposti a fare per trasformare in realtà un desiderio profondo? </h3>
Il desiderio si impasta con la volontà e poi si fa carne, corpo, ventre in attesa pieno di amore e promesse future e, quando il ventre rimane nido vuoto, la mancata gravidanza si porta dietro il dolore di un’aspettativa che non fiorisce, un sogno infranto, una richiesta che la vita nega. <br />
Emma ritenta. E, mese dopo mese, anno dopo anno,<b> il grembo vuoto pesa sull’anima</b> come un macigno. La ricerca di un figlio si forgia allora di volontà ed è rincorso con il fardello pesante di lacrime e sangue, fatica e dolore. Così, <b>quando il sogno si infrange, Emma ne raccoglie i frammenti sparsi e li impasta, di nuovo, con ciò che resta di sé</b>, per trovare la determinazione di provarci ancora. Ancora e poi ancora. Nonostante la vita mostri il volto amaro del rifiuto sulla propria pelle e sul proprio corpo, con segni che ogni volta rimangono.<br />
<br />
<h3>
Quanti tentativi? Quale accettazione? </h3>
In un<b> percorso intimo e personale</b>, l’Autrice svela e rivela – senza sconti – tutta la<b> fragilità</b> e le <b>paure</b>, le delusioni e la frustrazione, ma al contempo fa emergere anche grande <b>forza</b> e capacità di rinnovarsi e rigenerarsi, pur se nel sofferenza. <br />
Ecco, trovo che la chiave di volta sia proprio qui: nel saper<b> rinascere</b> dalle proprie ceneri, come moderna fenice, nonostante il dolore, nonostante i segni che le mancate gravidanze lasciano nel fisico. <br />
Emma è fenice che attraversa i no, vince il buio e genera sempre nuova luce per non perdersi. E, un passo dopo l’altro, diventa <b>madre di sé e dei suoi sogni </b>e di tutto quanto è in grado di abbracciare, dell’amore che riesce a produrre, a dispetto di tutto. Anche del destino. Nonostante i “nonostante”.<br />
<br />
<h3>
<i>In cerca di te</i> è la fragilità che diventa forza.</h3>
Emma porta sulla propria pelle e sul proprio corpo segni che non andranno mai via, cicatrici perenni, eppure lei raccoglie sempre tutti i pezzi sparsi di sé e ne fa nuova creazione. Emma partorisce ogni volta una nuova sé che, a cuore aperto, va verso il mondo e incontro alle infinite possibilità, pur se diverse dal ciò che aveva programmato. Diventa madre di idee, progetti, viaggi, esperienze, spettacoli, libri, storie, indagini, risate, lavori a maglia, feste, testimonianza, presenza, comunità, sorrisi.<br />
<br />
<h3>
Perché leggere <i>In cerca di te</i> di Emma Fenu?</h3>
Perché dimostra la forza di sapersi rinnovare, nonostante i segni della vita, custodendo i propri sogni ma riuscendo ad accettare anche che, a volte, sia il destino a tessere i fili della nostra esistenza.<br /><b>
Emma Fenu</b> in questo racconto autobiografico, applica una narrazione che porta il lettore nel flusso di coscienza di un’anima in cammino. La scrittura è impeccabile e la delicatezza poetica innesca una straordinaria sovrapposizione compartecipativa e, dunque, l’empatia scatta immediatamente. Perché <b>Emma Fenu si racconta con coraggio</b>, si espone e parla di sé. E lo fa con parole sue, facendosi guardare.<br />
Lei, anima fatta di cristallo puro.<br />
<br /><br />
<div class="iframe-amazon"><iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="400" src="https://leggi.amazon.it/kp/card?asin=B0CLKD74XT&preview=newtab&linkCode=kpe&ref_=cm_sw_r_kb_dp_.beqDb2GA8Y0P&tag=gliscrittdell-21" style="max-width: 100%;" type="text/html" width="250"></iframe></div>
<h3>In cerca di te</h3>
di Emma Fenu<br />
<i>PubMe – Collana Gli Scrittori della Porta Accanto</i><br />
Narrativa non-fiction | Memoir<br />
ISBN 979-1254583982<br />
<a href="https://amzn.to/3QUlQ7N" target="_blank">Cartaceo 9,00€ </a> <br />
<a href="https://amzn.to/40wzmTj" rel="nofollow" target="_blank">Ebook 2,99€</a><br />
<div class="cosaleggo"> <a href="https://www.gliscrittoridellaportaaccanto.com/2023/11/in-cerca-di-te-un-romanzo-breve-di-emma-fenu.html" target="_blank" title="Media e info">SCHEDA DEL LIBRO</a></div><br />
<blockquote>
Emma, la protagonista di questa storia, affronta con coraggio e sincerità le sfide di un viaggio fatto di attese, esami medici e trattamenti dolorosi. Non si risparmia le lotte emotive legate alla fertilità e all’endometriosi, la pressione sociale sulle donne per generare nuova vita, né i demoni che si frappongono tra lei e il suo sogno di diventare madre.<br />
Tra queste prove, non mancano le dinamiche familiari fatte di momenti commoventi, teneri e drammatici.<br />
In cerca di te è intima esplorazione di sé, racconto di un percorso nella sua interezza e nelle sue sfaccettature più profonde.<br />
<br />
«Questa non è la storia della mia vita, ma solo di una parte di essa. Ci sono molti aspetti che in tale percorso di aspirante mamma, possono essere messi in luce: alcuni sono commoventi, altri teneri, altri drammatici, altri ancora decisamente ironici. E io li ho attraversati tutti, nel corso di dieci anni. Ora voglio liberare la mia parte in ombra, quella più fragile, quella che cede al dolore, quella che subito viene messa a tacere dalle altre, per far spazio al sorriso e alla determinazione. Non è la parte più vera di me: è solo la più nascosta.»
</blockquote>
<table class="boxautore"><tbody>
<tr><td><div class="foto-lucciarini"></div>
<br />
<span class="nomebox">Loriana Lucciarini</span> <br />
<div class="lucciarini"> <div class="libri"></div> <div class="collana"></div></div>
<div class="social" style="text-align: left;">
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<div class="vai_alla_scheda">
<a href="https://www.gliscrittoridellaportaaccanto.com/2016/08/il-cielo-dinghilterra-di-loriana.html" target="_blank">SCHEDA DELL'AUTORE</a></div>
</td></tr>
</tbody></table>Gli Scrittori della Porta Accantohttp://www.blogger.com/profile/18004134177862668527noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8374075239772435691.post-81244174954989768332023-12-15T09:07:00.004+01:002023-12-15T09:09:10.821+01:00Recensione: One Step Closer, di Jeff Blue<img alt="Recensione: One Step Closer, di Jeff Blue" border="0" data-original-height="550" data-original-width="850" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEj2aaNvyP0eg99doYGHzbmqYw0SitnWWB7BXtlEGtuCGRJxakO69aZjlZLU1qF20vhUHJRAA4e3k8xOza5zmO9qPuvfL3RR4BiTpsa83BwkXidMd0nJ4icFVGLEXW7p11gWyn0-WfGwJJSe2WZVmMThtC1fxq012EKqGCTBV2I7gG7ATbtwFJsuC2kf3od4/s1600/recensione.webp" width="100%" /><br /><br /><h2><span class="h2-post"> Libri </span><span class="nome-autore">Recensione di Rosanna Costantino. </span><i>One Step Closer: Dagli Xero alla vetta: la storia dei Linkin Park</i>, di Jeff Blue (Il Castello Editore), tradotto da Giuseppe Ciotta. Dagli esordi difficili agli attimi cruciali nella scalata al successo della band, raccontati dal manager e produttore che li ha scoperti, con la prefazione di Samantha Bennington.</h2>
I fan dei <b>Linkin Park</b> conoscono bene la storia che li ha portati al successo e attraverso quanti rifiuti siano passati prima di poter ascoltare le loro canzoni in radio. La sanno perché la band ne ha parlato più volte in questi 23 anni, un po’ per dover smentire le voci che li descrivevano come finti e costruiti a tavolino, e un po’ per un moto di orgoglio e soddisfazione per una gavetta che li ha fortificati nella loro personale identità. <br />
<br />
<h3>
Brad Delson, Mike Shinoda, Dave Farrell, Joe Hahn, Chester Bennington e Rob Bourdon sono sei ragazzi normalissimi di Los Angeles che fin dall’inizio vogliono diventare delle rock star.</h3>
Seguendo la loro passione per la musica e la necessità di comunicare qualcosa di importante ai propri coetanei. <br />
Rileggere questa storia dal punto di vista di chi li ha condotti per mano nell’industria musicale emoziona e coinvolge. <br />
<b>Jeff Blue, il manager e produttore che li ha scoperti</b>, ha pubblicato un libro nel 2020, dal titolo <i>One Step Closer. From Xero to #1: Becoming Linkin Park</i> in cui fotografa <b>gli esordi difficili della band</b>; dal primo divertente incontro con il suo stagista/chitarrista <b>Brad Delson</b>, alla famosa prima telefonata con un giovane cantante molto promettente dell’Arizona di nome <b>Chester Bennington</b>, fino all’esplosione di <b>Hybrid Theory</b>. <br />
<br />
<h3>
Per i fan italiani è ora disponibile in libreria, nella traduzione di Giuseppe Ciotta, <i>One Step Closer. Dagli Xero alla vetta: la storia dei Linkin Park</i>, edito da Il Castello Editore per Chinasky Edizioni, con in copertina purtroppo solo i due frontman, Mike Shinoda e Chester Bennington.</h3>
Il libro è stato tradotto e curato brillantemente dall’autore <b>Giuseppe Ciotta</b>, il quale, tra le altre cose, ha scritto <i>In Catene - I Giorni di Layne Staley e gli Alice In Chains</i>. Questa curiosa coincidenza mi riporta alla prima volta in cui ho ascoltato l’intensa e potente voce di <b>Chester Bennington</b> che a tratti mi ricordava proprio quella del compianto cantante di Seattle, Layne Staley. Secondo Ciotta stesso, Chester può essere considerato «<b>l’ultima voce grunge</b>, sebbene i Linkin Park siano altra cosa», e per il suo compagno di band, Mike Shinoda: «Un minuto prima è Dave Gahan dei Depeche Mode e il minuto dopo è Layne Staley», per la sua incredibile versatilità, sa essere, infatti, vellutata ma anche ruvida. Chester Bennington si può considerare un ponte tra le generazioni grunge e quelle del nuovo millennio, il nuovo che strizza l’occhio al passato più recente con riconoscenza e ammirazione. È una fusione tra la disperazione, la sofferenza e l’inquietudine del rock (ma senza la dannazione e gli eccessi) quando la sua voce è rabbiosa, e la speranza e la redenzione quando è più morbida e carezzevole. <br />
<br />
<div class="leggi-anche"><span class="h2-post"> Leggi anche </span><a href="https://www.gliscrittoridellaportaaccanto.com/2023/03/gli-anni-del-grunge-italia-1989-1996-racconti-non-fiction-cura-di-giacomo-graziano.html" target="_blank">GLI ANNI DEL GRUNGE: ITALIA 1989-1996, RACCONTI NON-FICTION A CURA DI GIACOMO GRAZIANO</a></div>
<br>
<h3>
Ritornando ai fatti raccontati da Blue, leggendo <i>One Step Closer</i> si ha la sensazione di seguire una narrazione molto accurata e minuziosa.</h3>
Con tanto di date e nomi, come in <b>un diario</b> o come se stessimo sfogliando un album fotografico in cui sono impressi<b> attimi cruciali nella scalata al successo dei Linkin Park </b>e dello stesso autore. <br />
Tra incontri fortunati, occasioni sfumate, eclatanti fallimenti, coincidenze messe in piedi dal destino, la costante lotta di Blue e degli Xero, diventati poi Hybrid Theory e infine Linkin Park, si svolge proprio sotto ai nostri occhi. Mentre vengono rifiutati più volte dalle etichette discografiche, sviluppano il proprio potenziale artistico dando sempre il meglio di se stessi e affinando uno <b>stile distintivo</b>.<br />
<br />
<h3>
In più punti si sorride e in altri ci si commuove.</h3>
Come quando assistiamo alle <b>crisi personali di Chester</b>, tra un passato doloroso e un presente difficile da gestire: la mancanza di una stabilità economica, una nuova vita proiettata in un futuro incerto tutto da costruire, sempre inseguendo un sogno fatto di riscatto e rinascita. <br />
Contemporaneamente a tutto questo, sboccia come cantante e rock star insieme ai cinque compagni diventati poi la sua nuova famiglia. Presto però le strade con Jeff Blue si dividono e il libro si conclude proprio con <b><i>In the end</i>, brano simbolo del gruppo e del nuovo millennio</b>. <br /><br>
<div class="leggi-anche"><span class="h2-post"> Leggi anche </span><a href="https://www.gliscrittoridellaportaaccanto.com/2021/01/in-end-una-biografia-non-ufficiale-di-chester-bennington-di-rosanna-costantino.html" target="_blank">IN THE END: UNA BIOGRAFIA NON UFFICIALE DI CHESTER BENNINGTON, DI ROSANNA COSTANTINO</a></div>
<br />
<h3>L’autore, però, ci lascia con una profonda riflessione sul successo dei Linkin Park che va ben al di là dei dischi d’oro e dei concerti sold out.</h3>
Lo capisce quando scorge negli occhi dei fan scintille di vita e di gioia. È una band che sa parlare al proprio pubblico, sa toccare le corde giuste e lasciare pezzi di sé nell’anima di chi li ascolta. Una band che «ha aiutato milioni di persone a trovare una ragione per vivere».
<br />
<br /><br />
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<h3>One Step Closer<br />
Dagli Xero alla vetta: la storia dei Linkin Park</h3>
di Jeff Blue<br />
traduzione di Giuseppe Ciotta<br />
Il Castello<br />
Biografia | Non-fiction<br />
ISBN 978-8827603918<br />
<a href="https://amzn.to/3GK7NNo" rel="nofollow" target="_blank">Ebook 10,99€</a><br />
<a href="https://amzn.to/3Nret6I" rel="nofollow" target="_blank">Cartaceo 20,90€</a><br />
<br />
<h4>Quarta</h4>
<blockquote>Dal punto di vista unico della persona che li ha scoperti, “One Step Closer” rivela l’incredibile storia di un gruppo che, sopravvissuto a innumerevoli rifiuti, ha superato le aspettative di tutti ed è diventato la voce di una generazione.<br />
Questa vicenda parte dagli albori dei Linkin Park: la loro prima demo, gli instancabili sforzi per perfezionare quel suono così particolare, la scoperta di un giovane e incasinato cantante di Phoenix (Arizona) di nome Chester Bennington, la lunga corsa verso la vetta delle classifiche.<br />
Il giovane editore musicale Jeff Blue, aspirante discografico, era lì con loro quando nessun altro credeva nel gruppo, e questo è il suo ricordo di quell’incredibile viaggio. Avvincente e stimolante, il libro è una testimonianza di perseveranza, nonché un resoconto dettagliato - da dietro le quinte - della costruzione di un sogno e di ciò che serve per realizzarlo.<br />
Ma l’autore non si ferma al fortunato esordio e, con grande tenerezza, giunge fino al tragico epilogo rappresentato dalla morte di Bennington.<br />
<br />
Con prefazione di Samantha Bennington</blockquote>
<br /><br />
<table class="boxautore"><tbody>
<tr><td><div class="foto-costantino"></div><br />
<span class="nomebox">Rosanna Costantino</span><br />
<div class="costantino"><div class="collana"></div></div>
<div class="vai_alla_scheda">
<a href="https://www.gliscrittoridellaportaaccanto.com/2014/11/rosanna-costantino.html" target="_blank">SCHEDA AUTORE</a></div>
</td></tr>
</tbody></table>Gli Scrittori della Porta Accantohttp://www.blogger.com/profile/18004134177862668527noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8374075239772435691.post-34467356170505800452023-12-05T21:33:00.005+01:002023-12-05T21:35:12.391+01:00Recensione: Nessuno, di Ernesto Masina<img alt="Recensione: Nessuno, di Ernesto Masina" border="0" data-original-height="550" data-original-width="850" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjyw9tTppgmqw5o8DYz_b3oV6ma4kHEnBBIqYTJkwQErOZiPmup3TjKdh64a17vii2ZxNpZufRCTeaG97Mit5Me0r7sY7nU1JrHdg6iBJLKW6tyyq5P-ABqE0CPzFQa6wbj8O1YdT-iuHNbyBZt-9RREF1BzMhZEvqbYjWRiH9uVnvuE1xki1FXuIS269YG/s1600/recensione.webp" width="100%" />
<h2>
<span class="h2-post"> Libri </span><span class="nome-autore">Recensione di Davide Dotto. </span><i>Nessuno</i> di Ernesto Masina (Robin Edizioni). Catturare l'<i>ineffabile </i>in un racconto di paese, tra identità negata e l'ingenua e genuina fede di un anziano uomo di chiesa.</h2>
La storia raccontata in <b><i> Nessuno</i></b>, ultimo romanzo di <b> Ernesto Masina</b>, si svolge a <b>Breno</b>, nella <b>Valcamonica</b>. Ci imbattiamo presto nel giovane <b>Bortolo</b>, vincitore in una manifestazione pittorica organizzata dal comune.
<br /><br />
<h3>Rimasto improvvisamente orfano di chi credeva fossero i suoi genitori, Bortolo diventa un caso: non è iscritto all’anagrafe, non è stato battezzato, le sue origini sono avvolte nel mistero. </h3>
Come il Mattia Pascal di Pirandello, di punto in bianco ha difficoltà nel dichiarare la propria esistenza e nel rivendicare qualsiasi diritto.
<br />A differenza di quest’ultimo tuttavia – che pur possedeva <b>un'identità</b> – non può reinventare un nuovo se stesso, né farsi artefice del proprio destino senza un aiuto provvidenziale.
<br />E la <b>Provvidenza</b> si manifesta ingarbugliando oltre misura la quotidianità di Don Arlocchi, l’anziano coadiutore del parroco, già alle prese con le sue preoccupazioni. Pur preferendo in cuor suo evitare ulteriori grattacapi, contribuirà a sciogliere l'intricata situazione.<blockquote class="tr_bq">“Ho passato” pensò, “una delle giornate che non ho mai passato nella mia vita e mi è toccato passarla adesso che ho un’età in cui non dovrebbe mica capitarmi”.
<span class="cite">Ernesto Masina, <i>Nessuno</i></span></blockquote>
<br />
<h3>A volerle cercare, non sono poche le lezioni che si possono trarre dal racconto. </h3>
Per esempio, vi è sempre qualcosa che sfugge nelle persone, negli eventi, nei fatti, persino nel talento di un giovane artista come <b>Bortolo</b>, in grado di catturare sulla carta i tratti salienti di un'espressione, di un volto. È qualcosa, insomma, che si rifiuta di essere catalogato, individuato, imprigionato.<br />
Forse è proprio questo "qualcosa che sfugge" a mettere in perenne agitazione <b>don Arlocchi</b>, specialmente se riguarda le cose umane, davanti alle quali si difende con sproloqui che si sa quando iniziano, ma non quando finiscono. E alle quali, invece, il <b>giovane artista senza identità,</b> oppone una enigmatica e ostinata laconicità.<br />
<b>Bortolo</b> non solo omette di parlare «della sua infanzia, della situazione della famiglia e delle sue, eventuali, speranze per il futuro», ma si disinteressa nel dare un nome ai<i> vari stili artistici</i>, come a volerli tenere insieme in una sola categoria, ciò che nel bello si manifesta come ineffabile e indicibile.<br />
<br />
<h3>E ineffabili sembrano, a quanto pare, tanto il talento ritrattistico e l'intuito del ragazzo, quanto la fede ingenua e genuina di don Arlocchi, in costante contatto con ciò che trascende la sua coscienza.</h3>
L'esistenza – che si abbia o no un'identità definita – è un campo minato costellato di difficoltà che si ha la tentazione di sfuggire, magari affidando il compito ad altri.<br />
Fa quindi tenerezza la figura dimessa e fragile del coadiutore di parrocchia, preso "da mille pensieri e perplessità", che non sa mai con precisione "cosa fare, né cosa dire", e che passa quasi inosservato da chi le cose sembra stabilirle e deciderle una volta per tutte. E che è capace, a suo modo, di cambiare tono all'improvviso, acquisendo un'autorevolezza di cui non si accorge, ma che produce il suo effetto.<br />
E il suo effetto lo produce senz'altro il ritmo di questo romanzo, vero e proprio antidoto a un mondo e a narrazioni che corrono troppo in fretta. Il romanzo <b style="font-style: italic;">Nessuno</b>, di Ernesto Masina, invece incoraggia il lettore a rallentare, riflettere e porsi almeno un paio di domande fondamentali.<br />
<br /><br />
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<h3>Nessuno</h3>
di <b>Ernesto Masina</b><br />
<i>Robin Edizioni</i><br />
Narrativa<br />
<b>ISBN 979-1254675557</b><br />
<a href="https://amzn.to/46SqysE" rel="nofollow" target="_blank"> Cartaceo 13,29€ </a><br />
<br />
<h4>
Quarta </h4>
<blockquote class="tr_bq">
Un giovane schivo e di straordinario talento, Bortolo Pelamatti, viene premiato durante una manifestazione pittorica indetta a Breno e prescelto come apprendista dal famoso architetto Brichetti. La morte prematura dei genitori lo designa poi come erede di una cospicua e misteriosa fortuna, ma c’è un ostacolo imprevisto: Bortolo Pelamatti non è mai stato iscritto all’anagrafe né è mai stato battezzato. Per lo Stato e per la Chiesa, non è nessuno. A svelare il mistero celato dietro questa vicenda del tutto paradossale è, suo malgrado, il buon don Arlocchi. Ancora una volta – nonostante gli acciacchi dell'età e qualche rivelazione fin troppo scabrosa – rinuncerà all'amato caffellatte per cercare la verità e dare un'identità al ragazzo.</blockquote>
<br />
<table class="boxautore"><tbody>
<tr><td><div class="foto-dotto"></div>
<br />
<span class="nomebox">Davide Dotto</span> <br />
<div class="dotto"> <div class="libri"></div> <div class="collana"></div></div>
<div class="vai_alla_scheda"><a href="http://www.gliscrittoridellaportaaccanto.com/2014/11/davide-dotto-autore-di-il-ponte-delle.html" target="_blank" title="Davide Dotto">SCHEDA DELL'AUTORE</a></div></td></tr>
</tbody></table>Davide Dottohttp://www.blogger.com/profile/10930982447612447398noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8374075239772435691.post-5017006574437082912023-12-03T18:41:00.003+01:002023-12-03T18:42:18.909+01:00Recensione: No Ordinary Assignment, di Jane Ferguson<img alt="Recensione: No Ordinary Assignment, di Jane Ferguson" border="0" data-original-height="550" data-original-width="850" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhKkoO2rIUlHMrryTIp-A4vOETOnHyqhPo2zDM881Mt8H7uikcRqNMn7X4ICHPz_BPF9MV_5zrG1B3F_uwfckLOYozRHZnadXJTqZaVN4KcJdBM1Tv5KTn_w4peofn85TfARnbIYE-zNwwcBTI7qV_XLeZu1e5Wvr-D7ASJd9_hnDoc4aPa1hqpAnhNqOo4/s1600/recensione.webp" width="100%" /><br /><br />
<h2><span class="h2-post"> Libri </span><span class="nome-autore">Recensione di Davide Dotto. </span><i> No Ordinary Assignment: A Memoir</i> di Jane Ferguson (Mariner Books). Un viaggio nel giornalismo di guerra che esplora gli stereotipi e svela la complessità morale e umana dietro la documentazione di eventi bellici.</h2>
<b><i>No Ordinary Assignment</i> di Jane Ferguson</b> va ben oltre la mera narrativa di guerra a cui siamo abituati, quella che fa meticolosamente il punto sul <b>fatto del giorno</b>, tra miriadi di aspetti e questioni che richiedono una comprensione profonda.
<br />
<br />
<h3>Il <i>memoir</i> di Jane Ferguson è ciò che dovrebbe essere: un viaggio intimo nell’animo di chi ha scelto di narrare i conflitti del nostro tempo.</h3>
Prima ancora di avventurarsi nel suo percorso, solleva una questione cruciale: <b>come si racconta una guerra, e perché? </b>Mette in discussione da subito, e non rinuncerà mai a farlo, il proprio ruolo di <b>giornalista</b> cercando, tra le pieghe degli eventi, di porsi le domande giuste ed essenziali: su etica, politica, la natura dell’essere umano.
<br />Il percorso di Jane Ferguson avviene per gradi, dal richiamo invincibile di diventare una <b>corrispondente di guerra</b>, con il desiderio impellente di ricoprire un ruolo ben definito – «I just needed to act».<br />
Affinché ciò sia possibile, mette da parte ogni legame, persino ogni “senso di appartenenza” per poterne acquisire uno completamente nuovo e diverso. Ciò le consente di <b>partire senza guardarsi indietro</b>, senza avere restrizioni o limiti, potendo quindi trasferirsi ovunque.
<blockquote class="tr_bq">
I had never asked anyone for permission to do anything in my life – not out of selfishness, but because I had never belonged anywhere, to any place of group or family. I had figured out how to use this trait as a strength, I could do whatever I wanted.
<span class="cite">Jane Ferguson, <i>No Ordinary Assignment: A Memoir </i> </span></blockquote>
<br />
<h3>
Questo implica anche l’assenza di una sfera privata da conciliare con il lavoro, il ritrovarsi sola di fronte a sfide imponenti. </h3>
Tra queste, <b>in quanto donna</b>, colloquiare e interagire con generali, <b>figure di potere </b>in nazioni conservatrici al limite con il fondamentalismo religioso.<br />
Tuttavia, questa situazione offre l'opportunità di esplorare la realtà circostante; di entrare nelle case, luoghi inaccessibili ai colleghi maschi, dialogare e raccogliere storie, <b>confidenze</b> dalle donne del posto.
<br />Si confronta con i modelli che hanno influenzato la scelta di una professione particolare. Impara a interrogarsi sulla <b>logica</b> dietro le controversie e le divisioni che generano le guerre.<br />
Fin dall'infanzia vissuta nelle campagne dell'<b>Irlanda del Nord</b> – in un periodo di disordini sociali e violenze, di scontri tra soldati britannici e membri dell'<a href="https://www.treccani.it/enciclopedia/ira/" target="_blank">IRA</a> – ha conosciuto <b>ostilità e confronti armati.</b><br />
<br />
<h3>
Nelle vene già scorre l’esigenza di capire non solo <i>chi</i> possa raccontare gli eventi, ma soprattutto <i>come</i>, e con quale cuore. </h3>
Il “senso di non appartenenza” si veste a poco a poco di una prospettiva nuova, cercando di posizionarsi <b>al di là e al di fuori </b>di chi fa la guerra e la documenta, al di là e al di fuori di uno sguardo parziale e semplificato, e di cosa si recepisce dalle notizie di <b>giornali</b> e <b>reti televisive</b>.
<br />Chi sono, quindi, i corrispondenti – anzi, le corrispondenti – di guerra? Come vengono visti e viste dalle popolazioni locali? Sono testimoni a cui affidare immagini e storie, in modo che emergano e non restino imprigionate ai confini di un territorio devastato dai conflitti interni. Il compito, delicato e prezioso, deve mettere da parte ogni forma di spettacolarizzazione: «Le persone riconoscono la vera <b>empatia</b>, unico comportamento decente nel <b>reportage di guerra</b>».<br />
<br />
<h3>Quale atteggiamento mantenere, quindi? In che modo rapportarsi?</h3>
Jane Ferguson ricorda come, da bambina, sfogliando il <b>National Geographic</b>, si interrogasse sul perché chi fotografava le donne anziane sofferenti in Bosnia non le avesse aiutate. Se lo chiede ora anche lei, quando emergono inevitabili domande su responsabilità e impossibilità di offrire un aiuto tangibile all’altrui dolore: non è una militare, non è una pilota, né un'ingegnera o una medica, ma una narratrice.<br />
Preda di un senso di smarrimento profondo, si rende conto che oltre non può andare: non è solo un momento che puoi mettere da parte, ma una sensazione che rimane cucita addosso: si diventa testimoni di qualcosa cui, come <b>giornalisti</b>, non si può rendere giustizia.
<blockquote class="tr_bq">
What was my role here? Was I helping at all?
<span class="cite">Jane Ferguson, <i>No Ordinary Assignment: A Memoir </i> </span></blockquote>
<br />
<h3>Ci si confronta con una realtà non facile da digerire.</h3>
Il lavoro di cronista si inserisce in un meccanismo paradossale, non sempre legato all’informazione più autentica, bensì alla <b>propaganda</b> di una fazione; indipendentemente dalla qualità del proprio contributo, è necessario apparire, comunicare in un certo modo, al punto in cui la parlata e l'accento – “No foreign accents” – possono costituire un ostacolo. Per poter lavorare ci si deve adattare fino o cambiare qualcosa di sé.<br />
<br />
<iframe allowfullscreen="" class="BLOG_video_class" height="450" src="https://www.youtube.com/embed/LnfzRRDl--8" width="100%" youtube-src-id="LnfzRRDl--8"></iframe><br />
<br />
<h3>
Diventano chiare anche altre cose. Ad esempio la consapevolezza che le regole che governano ciascun conflitto sono le stesse, come le “conseguenze non intenzionali”.</h3>
La carenza di assistenza medica e di farmaci per le popolazioni colpite; ospedali – se presenti e funzionanti – al limite e spesso inaccessibili per alcuni – i “ribelli”. A cambiare è l’attenzione mediatica che relega alcune crisi in secondo piano, tanto che ora si parla molto meno dell’Ucraina, la cui situazione non è certo meno complessa.<br />
Può non apparire scontato capire che non ci si trova davanti a “un set cinematografico”, né che ci si deve concentrare sulla <b>competizione</b> tra le rispettive <b>fazioni</b>, ciascuna diretta a eclissare le istanze di quella avversaria. È altrettanto inappropriato individuare a tutti i costi “il buono”, “il cattivo” al fine di rimanere ancorati a un unico punto di focalizzazione (<b>da quale parte stare</b>), e da lì non spostarsi mai – «Prima ancora di documentare i conflitti come giornalista, ho capito da tempo che spesso non ci sono lati buoni e cattivi, che la realtà è un insieme composito e crudele di verità. La stessa moralità si piega a essa».
<blockquote class="tr_bq">
I have known since long before covering wars as a reporter how there are often no good and bad sides, and that reality is a complex and harsh collection of truths. Morality bends.
<span class="cite">Jane Ferguson, <i>No Ordinary Assignment: A Memoir </i> </span></blockquote>
<br>
<h3>Alla fine, si riscontra la difficoltà di andare oltre la pur importante ed estenuante ricostruzione dei fatti, fino a scoprire cosa provano le popolazioni che vivono tali situazioni.</h3>
Da qui discende il bisogno di comprendere, condividere, avere il coraggio di affacciarsi alla lingua e alla cultura altrui e porsi una domanda ulteriore: in quali modi l’essere umano (indipendentemente da ogni provenienza e appartenenza), ha contaminato se stesso, innescando malanni difficili da debellare, perché radicati nelle sue origini.<br />
<br />
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<div class="iframe-amazon">
<iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="400" src="https://leggi.amazon.it/kp/card?asin=B0BHWPH9P8&preview=inline&linkCode=kpe&ref_=cm_sw_r_kb_dp_.98kFbSN334BF&tag=gliscrittdell-21" style="max-width: 100%;" type="text/html" width="250"></iframe></div>
<h3>
No Ordinary Assignment<br />
A Memoir</h3>
di <b>Jane Ferguson</b><br />
<i>Mariner Books</i><br />
Memoir | Versione inglese<br />
<b>ISBN 978-0063272248</b><br />
<a href="https://amzn.to/3N6m5Lx" rel="nofollow" target="_blank"> Cartaceo 29,81€</a><br />
Ebook 14,49€<br />
<br />
<h4>
Quarta </h4>
<blockquote class="tr_bq">
Jane Ferguson has covered nearly every war front and humanitarian crisis of our time. She reported from Yemen as protests grew into the Arab Spring; she secured rare access to rebel-held Syria, where foreign journalists were banned, to cover its civil war. When the Taliban claimed Kabul in 2021, she was one of the last Western journalists to remain at the airport as thousands of Afghans, including some of her colleagues, struggled to evacuate.<br />
Living with sectarian violence was nothing new to Ferguson. As a child in Northern Ireland in the 1980s and ‘90s, The Troubles meant bomb threats and military checkpoints on the way to school were commonplace. Books by Dervla Murphy and Martha Gellhorn offered solace from her turbulent family, and an opportunity to study Arabic in Yemen came as a relief—and a ticket to the life in journalism she imagined.<br />
Without family wealth or connections, she began as a scrappy one-woman reporting team, a borrowed camera often her only equipment. Networks told her she had the wrong accent, the wrong appearance, not enough “bang-bang shoot-‘em-up.” Still, Ferguson threw herself into harm’s way time and again, determined to give voice to civilian experiences of war. In the face of grave violence and suffering, this seemed a small act of justice, no matter the risks.<br />
Ferguson’s bold debut chronicles her unlikely journey from bright, inquisitive child to intrepid war correspondent. With an open-hearted humanity we rarely see in conflict stories, No Ordinary Assignment shows what it means to build an authentic career against the odds.</blockquote>
<br />
<table class="boxautore"><tbody>
<tr><td><div class="foto-dotto"></div>
<br />
<span class="nomebox">Davide Dotto</span> <br />
<div class="dotto"> <div class="libri"></div> <div class="collana"></div></div>
<div class="vai_alla_scheda"><a href="http://www.gliscrittoridellaportaaccanto.com/2014/11/davide-dotto-autore-di-il-ponte-delle.html" target="_blank" title="Davide Dotto">SCHEDA DELL'AUTORE</a></div></td></tr>
</tbody></table>
Davide Dottohttp://www.blogger.com/profile/10930982447612447398noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8374075239772435691.post-28386560359838997992023-11-18T18:14:00.007+01:002023-11-18T18:55:16.528+01:00Recensione: Sogni di risveglio, di Charlie Morley<img alt="Recensione: Sogni di risveglio, di Charlie Morley" border="0" data-original-height="550" data-original-width="850" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgpSh1BAA71nocIrWTZP5H_21H0h-eT9vvHg9mbRz7kBlWawgfc9SYt-gMQNYAn6Ep3lZWQ-EKEQaKwdd1Cr2RwNUP6gFgAz1xapFzJPQpoC-QUnq3KeRvCg2YVUR59fC5Of_DG46eGjeX8MkArLRCb_DOBpsFK_lZf-sSy8jA1SETg5bPC8H64bGE1vysd/s1600/recensione.webp" width="100%"/><br><br><h2>
<span class="h2-post"> Libri </span><span class="nome-autore">Recensione di Andrea Pistoia. </span><i> Sogni di risveglio</i> di Charlie Morley (Amrita). Un libro indispensabile e illuminante, tutto quello che serve sapere sui sogni lucidi, le tecniche e gli esercizi di <em>mindfulness</em> per indurli.</h2>
Innanzitutto, cos'è <b>un sogno lucido</b>?<br />
Presto detto. Le persone normalmente fanno sogni in cui credono che ciò che stanno vivendo in quel momento sia la realtà. Quindi, ad esempio, anche se stessero combattendo contro alieni nello spazio, per loro quello è il mondo <b>reale</b>. Si tramuta in un sogno lucido quando la persona diventa consapevole di essere al suo interno mantenendo ancora il suo corpo addormentato. A quel punto la persona diventa un <b><em>onironauta</em></b>, ovvero colui che <b>ha coscienza di essere nel sogno</b> e vi si muove in piena libertà, con tutto ciò che ne consegue (ovvero poterlo modificare a proprio piacimento, andare contro le leggi della fisica, parlare direttamente col proprio inconscio e superare i propri limiti affrontandoli in questo “spazio virtuale”).
<br />
Ma di che cosa tratta nello specifico questo libro?<br />
<br /> <h3> Charlie Morley spiega cos'è un sogno lucido, chi può farlo e le immense potenzialità che questo comporta.</h3>
Non solo ne spiega l’utilizzo da “occidentale medio”, ovvero prettamente ludico come volare, fare sesso con una top model o vivere in prima persona le scene di un film, ma soprattutto quello<b> da orientale</b>, sfruttandolo per elevarsi spiritualmente e superare tutte le proprie zone d’ombra. Non solo, ma l’autore si spinge a fornire tecniche per indurlo ed esercizi di <em><b>mindfulness</b></em> da integrare durante la veglia per facilitarlo. Spiega poi gli<b> ostacoli </b>che impediscono di averlo (droghe, alcol, incubi, insonnia e sonnambulismo) e aspetti secondari di questo misterioso mondo, quali: la paralisi del sonno, i falsi risvegli e le esperienze fuori dal corpo. Illustra poi come il <b>sogno lucido</b> venga considerato dalla scienza (in special modo dalla neuroscienza) ma soprattutto dal buddhismo. Infine Charlie Morley riporta alcuni dei suoi sogni lucidi (i più interessanti e meritevoli di essere condivisi) per dimostrare quanto diventare <em>onironauti</em> possa aprire innumerevoli porte sulla propria crescita spirituale, interiore ed emotiva.
<br />
<br /> <h3>Che dire del manuale di Charlie Morley?</h3>
Ho già letto molto sull'argomento ma spesso i libri ripetono a grandi linee le stesse cose, seppur in salsa diversa. Invece questo mi ha piacevolmente stupito perché, al di là delle necessarie spiegazioni su cosa siano i <b>sogni lucidi</b>, come farli e i principi su cui si basano certe tecniche per ottenerli, fornisce anche informazioni curiose e inusuali, sia provenienti dalla cultura orientale che occidentale, con tanto di dati scientifici. Non solo, ma amalgama anche tecniche insolite (quali la <em>mindfulness</em>) per ottenere più<b> consapevolezza</b> durante i sogni. In definitiva, <b>un libro indispensabile e illuminante</b> che arricchisce sia il neofita che chi è già navigato (ma vuole ampliare ulteriormente le sue conoscenze).<br /><br />
<br />
<div class="iframe-amazon">
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<h3>
Sogni di risveglio</h3>
di <b>Charlie Morley</b><br />
<i>Amrita</i><br />
Saggio<br />
<b>ISBN 978-8896865514</b><br />
<a href="https://amzn.to/47ifyFW" rel="nofollow" target="_blank"> Cartaceo 16,99€</a><br />
Ebook 9,99€<br />
<br />
<h4>
Quarta </h4>
<blockquote class="tr_bq">
Passiamo mediamente 30 anni della nostra vita a dormire. L'addestramento al sogno lucido, nulla togliendo al riposo, fa sì che questi 30 anni diventino parte della nostra esperienza consapevole, e che si possano mettere a frutto per sviluppare appieno il nostro potenziale. Un'esplorazione della teoria e della pratica del sogno lucido nel doppio contesto della scienza occidentale e del buddhismo tibetano, basata su più di 13 anni di pratica personale dell'autore e sulla sua conduzione di centinaia di ritiri e seminari per sviluppare il sogno lucido.</blockquote>
<table class="boxautore"><tbody> <tr><td><div class="foto-pistoia"></div>
<br />
<span class="nomebox">Andrea Pistoia</span> <br />
<div class="pistoia"> <div class="libri"></div> <div class="collana"></div></div>
<div class="social" style="text-align: left;"> <a href="http://www.andreapistoia.it/" title="Sito web"><i aria-hidden="true" class="fa fa-desktop"></i></a> <a href="https://www.facebook.com/andrea.pistoia76" title="Profilo FB"><i class="fa fa-facebook-square"></i></a></div> <div class="vai_alla_scheda"> <a href="http://www.gliscrittoridellaportaaccanto.com/2014/11/andrea-pistoia-autore-di-ancora-e-mai.html" target="_blank" title="Andrea Pistoia">SCHEDA DELL'AUTORE</a></div> </td></tr> </tbody></table> Davide Dottohttp://www.blogger.com/profile/10930982447612447398noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8374075239772435691.post-30962221845310727772023-11-03T00:24:00.006+01:002023-11-03T09:21:42.727+01:00Recensione: Nato di domenica, di Maurizio Spano<img alt="Recensione: Nato di domenica, di Maurizio Spano" border="0" data-original-height="550" data-original-width="850" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh6xlkVwKw9_4TqhCpJCOfEnAAk9BWt5O9e3lI-6qpsAd9pDBwmqVwj_76u4995mk2jgqcV1tIhyphenhyphen7pMUu3-YVqWDx6P9-KJOJXgso6X13_8bVgTO7whMM_yFt9G8YntFNo-f2m1m1_wXa5spoJnFtNcYtclKm_05vJPgUIDAoLmjc1FXOaOBPPBl7TGX0r_/s1600/recensione.webp" width="100%" /><br /><br />
<h2><span class="h2-post"> Libri </span><span class="nome-autore">Recensione di Aurora Cassetta. </span><i>Nato di domenica </i> (PubMe – Collana Gli Scrittori della Porta Accanto), di Maurizio Spano. Un romanzo delicato, intimo, con il quale ci fermiamo ad analizzare noi stessi e i limiti, a volte banali, che ci siamo posti.</h2><b>
Maurizio Spano con </b><i><b>Nato di domenica</b> </i>ci catapulta negli anni ’70, nei campi, sulle strade polverose e nella nebbia che contraddistingue il Polesine e ci fa entrare in perfetta sintonia con Dario, il protagonista.<br />
Cresciuto in un ambiente difficile, abbandonato dal padre, ma con la grande forza d’animo della madre, Dario non si accontenta di giocare a calcio come gli altri suoi coetanei e si appassiona, all’inizio per gioco, alla corsa.<br />
<br />
<h3>
Da quel momento cresce con lui una grande ambizione: quella di partecipare alle Olimpiadi e vincere. </h3>
Iniziano così i suoi allenamenti, le sue corse, che da una parte fortificano il suo essere atleta e dall’altra lo allontanano dal suo primo amore, <b>Linda</b>, la prima ragazza che gli fa sentire le farfalle nello stomaco e gli fa provare un amore che sembra fermarsi, non voler salire a un altro livello e diventare un amore fisico.<br />
Questo tipo di amore, Dario lo proverà con <b>Gianna</b>, ragazza donna che conosce a Padova, dove il protagonista si trasferisce per incrementare gli allenamenti e raggiungere il suo sogno.<br />
Gianna non è solo una donna matura, in grado di vivere nella grande città con indipendenza, è anche un’atleta e, grazie a lei, Dario conoscerà una vita movimentata a fatta di <b>eccessi</b>, affiancata alla vita dura dell’atleta, fatta di tempi, minuti, tabelle di marcia.<br />
<br />
<h3>
Ad un certo punto, però, come spesso accade, la vita ci pone davanti ostacoli che possono sembrare insuperabili ed è proprio questo che succede a Dario.</h3><b>
Un avvenimento imprevedibile</b>, incontrollabile e incancellabile gli farà crollare il mondo addosso, lo farà restare immobile sulla griglia di partenza, dalla quale Dario non vede più alcun obiettivo, alcuno scopo.<br />
Solo affrontando le sue paure e i suoi dolori potrà ricominciare a correre per il suo vero obiettivo: <b>vivere</b>.<br />
Essere nato di domenica non è l’unico aspetto comune al protagonista e allo scrittore e solo leggendo questo romanzo riusciamo a percorrere ogni chilometro di vita che loro stessi hanno vissuto.<br />
Un romanzo delicato, intimo, con il quale ci fermiamo ad analizzare noi stessi e i limiti, a volte banali, che ci siamo posti.<br />
<br />
<br />
<div class="iframe-amazon"><iframe allowfullscreen="" frameborder="0" height="400" src="https://leggi.amazon.it/kp/card?asin=B09MRD4FW6&preview=inline&linkCode=kpe&ref_=cm_sw_r_kb_dp_5WFG05K2KH6XZTXKNZSH&tag=gliscrittdell-21" style="max-width: 100%;" type="text/html" width="250"></iframe>
</div>
<br />
<h3>Nato di domenica</h3>
di <b>Maurizio Spano</b><br />
<i>PubMe - Gli scrittori della porta accanto</i><br />
Narrativa<br />
<b>ISBN 979-1254580424</b><br />
<a href="https://amzn.to/3ol2vPJ" rel="nofollow" target="_blank">Cartaceo 18,00€</a><br />
<a href="https://amzn.to/3Dn9oV8" rel="nofollow" target="_blank">Ebook 2,99€</a><br />
<div class="cosaleggo"> <a href="https://www.gliscrittoridellaportaaccanto.com/2021/12/nato-di-domenica-una-nuova-edizione-del-romanzo-di-maurizio-spano.html" target="_blank" title="Media e info">SCHEDA DEL LIBRO</a></div><br />
<blockquote>
Anni ’70. Comincia tutto in un pomeriggio di nuvole e polvere: Dario indossa le scarpe nuove e inizia a correre. Una sfida lungo uno stradone di campagna, le braccia alzate al cielo, l’ebbrezza d'essere un grande atleta e conquistare un mondo che ancora non conosce. E il sogno di diventare un vero corridore, forse un campione, gli appare realizzabile.<br />
Linda è il primo palpito, un amore che non arriva mai a essere consumato ma a consumare lei, non abbastanza matura per il sesso, ma già per il tormento. Mentre in Dario cresce la consapevolezza di essere un corridore, di poter andare alle olimpiadi. <br />
Correre diventa una filosofia di vita e inseguendo il suo sogno, sulla terra battuta della pista conosce Gianna, atleta come lui. Tutto gira intorno allo sport, anche l’amore. Si parla di tempi di percorrenza, limiti da superare, strategie di corsa. Perché per correre non basta indossare un paio di scarpe adatte. Correre nasce dal cuore, dalla testa, inizia da lì, è una filosofia di vita. Le gambe sono solo un'estensione che permette al corpo di macinare chilometri, di rincorrere i sogni.<br />
Poi, qualcosa si incrina. Dario si perde. Correre non ha più senso. Ma il destino è come l'ombra che rimane attaccata alle scarpe. E Dario si ritrova a gareggiare contro "il corridore", in una maratona commovente, intensa, intrisa di simbolismi e significato, una corsa contro i fantasmi del passato, contro l'immagine riflessa di ciò che avrebbe potuto essere.<br />
È allora che Dario si rende conto che lui non corre per le olimpiadi, lui corre per vivere. Del resto, è nato di domenica, il giorno prima della creazione del mondo, quando tutto è ancora in potenza, nulla in atto, e possiamo decidere di essere ciò che vogliamo. <br />
</blockquote>
<br />
<table class="boxautore"><tbody>
<tr><td><img border="0" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEjPuZ9kvz4bYM_Q5cUhiKtT5G-dFP44S0bIqyuHwhnC2fSOAS4r3hb8XjiuChhCcaVtK70ANm0BN8k04DeOXa3bjZnuscc4N_MY5y4bnNMPXr4y6NDPE2BDI5p2OA9XyNzyy_De7rrccooG/s0/aurora-cassetta.webp" title="Aurora Cassetta" width="100" /><br /><br />
<span class="nomebox">Aurora Cassetta</span><br />
<div class="cassetta"></div>
<div class="social"><a href="https://www.facebook.com/aurora.cassetta" target="_blank" title="Profilo Facebook"><i class="fa fa-facebook-square"></i></a> </div><div class="vai_alla_scheda"><a href="https://www.gliscrittoridellaportaaccanto.com/search/label/Post%20di%20Aurora%20Cassetta" target="_blank">TUTTI I POST DELL'AUTRICE</a></div></td></tr>
</tbody></table>Gli Scrittori della Porta Accantohttp://www.blogger.com/profile/18004134177862668527noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8374075239772435691.post-52853684286681289672023-10-23T18:48:00.015+02:002023-10-23T21:32:31.883+02:00Recensione: Bianca Utopia, di FraSté<img alt="Recensione: Bianca Utopia, di FraSté" border="0" data-original-height="550" data-original-width="850" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgXNgk8upyj_0CLY-oKfcM5f5R4MwftFakaIpNzxb7v7fIu0uzSs3OzPIE1Y2htLIxQ_LSiRbkrHCf-aDvVJWdUuqB8OUxgYbGZIK3qy1kHQSNJQwEpPZdzL73DCJ1WI81ewTFQQSvxkPeVMWRlp93L0hJOnLlBFMD53bN4fxpDGIszxT14f5LM8GSk5I2K/s1600/recensione.webp" width="100%" /><br /><br />
<h2><span class="h2-post"> Libri </span><span class="nome-autore">Recensione di Stefania Bergo. </span><i>Bianca utopia, la mia più bella cosa mai successa</i>, di FraSté (Infuga Edizioni). Un tema carico di elementi dolorosi, la maternità negata, trattato con leggerezza, senza ombra di commiserazione. Una favola per adulti il cui lieto fine è l'esortazione a guardare alle proprie delusioni per trasformale in bellezza.</h2>
<b><i>Bianca utopia, la mia più bella cosa mai successa</i> è il romanzo d'esordio di FraSté</b>, il suo secondo libro, dopo la raccolta di poesie illustrate <a href="https://www.gliscrittoridellaportaaccanto.com/2020/10/dai-graffi-del-cuore-nascono-parole-poesie-illustrazioni-di-fraste.html" target="_blank"><i>Dai graffi del cuore nascono parole</i></a>. Una raccolta di versi umettanti che sono serviti all'autrice per asciugare le sue ferite, quei graffi di cui parla, riempiendole di parole così come si fa con l'oro nella tecnica giapponese del <a href="https://it.wikipedia.org/wiki/Kintsugi" target="_blank">Kintsugi</a>. Quei graffi di cui va fiera, perché le hanno permesso di essere chi è oggi. E <i><b>Bianca Utopia</b></i> lo definisce <b>il suo graffio più grande</b>. Il rimpianto per non essere riuscita a diventare madre. <br />
<br />
<h3>
La protagonista di <i>Bianca Utopia</i> è Nives, alter ego dell'autrice, che pure invita i lettori a indovinare quali parti del romanzo siano pura opera di fantasia e quali siano invece la sua storia. </h3>
Nives ha 45 anni, è una professionista affermata che puntualmente catalizza "casi umani" con cui intreccia relazioni destinate a non durare mai a lungo. Mentre lei spera sempre di trovare <b>l'uomo perfetto</b>, non tanto per lei, quanto per suo figlio o figlia. E più passa il tempo, più il suo bisogno perde la connotazione di <b>aspettativa</b> per il futuro e assume i contorni sfocati del <b>sogno</b>.<br />
Fino a quando la nascita della<b> nipotina Bianca</b> – secondo figlio di sua sorella – non salda i lembi della frattura. <br />
<br />
<h3>
L'arrivo di Bianca ricongiunge Nives al suo desiderio di maternità, che diventa rimpianto per quella figlia mai nata cui dà pure un nome: Utopia.</h3>
<blockquote>Prima di allora mai lo aveva sentito così vicino, nemmeno quando ancora lo aspettava. Tantomeno mai aveva avvertito il bisogno di dargli un nome tutto suo, o forse, inconsciamente, aveva semplicemente scelto di evitarlo.
<span class="cite">FraSté, <i>Bianca Utopia</i></span></blockquote>
Riesce addirittura a scorgere il suo sguardo negli occhi della nipote, complice il suo essere in qualche modo madre di Bianca, sempre in bilico tra la realtà del ruolo di zia e il bisogno di realizzare il suo sogno più grande. Diventa più indulgente con se stessa, si affievolisce il senso di colpa e pur restando vivo il <b>rimpianto</b>, come un graffio che ancora brucia, decide di far pace col passato, quando ancora pensava che prima o poi suo figlio sarebbe arrivato. <br />
È allora che FraSté introduce l'<b>elemento fantastico </b>nel romanzo, <b>l'espediente che farà incontrare Nives e la sua Utopia</b>. <br />
<br />
<h3>
Accade tutto quando Nives decide di ripescare dalla soffitta un vecchio orsacchiotto di peluche. </h3>
Ovviamente di grossa taglia, vistoso, ingombrante, con un fiocco al collo cui, il giorno che le è stato regalato, lei ha appeso<b> un post-it con un promemoria: "A mio figlio che verrà"</b>. Un messaggio dal passato che diventa un ponte comunicativo tra lei e Utopia. Perché <b>il testo del post-it comincia a cambiare, a "parlare" con lei</b>. E chi le parla non è Uto, l'orso, ma la figlia. <br />
Finalmente, anche se solo nella dimensione onirica, le due si incontrano dopo essersi attese a lungo. Utopia le racconta come funzionano le cose in quella dimensione in bilico<b> tra realtà paranormale e sogno</b> – a tal punto che viene da chiedersi: sarà tutto vero o sarà solo uno scherzo della mente? Le due potranno continuare a incontrarsi solo finché Nives si addormenterà con Uto. E in quello spazio carico di interrogativi Utopia avrà l'età di cui la madre ha bisogno, quella più adatta a conoscersi caratterialmente, a perdonarsi reciprocamente per non essere riuscite ad aiutarsi a vicenda per realizzare il loro comune sogno: <b>Utopia vuole nascere e Nives vuole darla alla luce</b>. Ma questo può accadere solo se Nives incontrerà la persona giusta...<br />
<br />
<h3>
Il romanzo di FraSté, al secolo Francesca Stefania Rizzo, tratta un tema carico di elementi dolorosi: la maternità negata.</h3>
L'autrice riesce a farlo con <b>delicatezza</b>, perché proprio questo è il suo intento. Scopre il suo graffio più grande, senza ombra di commiserazione. Ma forse il suo <b>bisogno di leggerezza</b> – sia personale sia rivolto al lettore come cortesia – rende meno emozionale di quanto avrebbe potuto essere il racconto, sebbene ci siano momenti in cui <b>la lettura si fa intensa e commuove fino alle lacrime</b>. A mio avviso <b>manca un po' di introspezione</b>, complici anche i dialoghi frequenti e serrati che lasciano poco spazio al non detto e all'approfondimento psicologico dei personaggi. Si ha l'impressione che il dolore dell'autrice non sia ancora sedimentato abbastanza da poterlo rigurgitare senza timore, che non sia ancora maturo. Ma anche che sia solo questione di tempo...<br />
<br />
<h3>
C'è anche molta ironia, in <i>Bianca Utopia</i>. Anzi, di autoironia, caratteristica intrinseca del carattere spumeggiante dell'autrice.</h3>
Ho adorato il<b> taglio femminista</b> del romanzo, niente affatto contrapposto a quello romantico. Nives insegue il suo sogno più grande, insegue l'amore, ma non per cercare salvezza – «[...] ognuno di noi dovrebbe scoprire che siamo proprio noi il vero e unico principe azzurro capace di salvarci».<br /><b>
<i>Bianca Utopia</i> inizia con una toccante poesia e ogni capitolo si apre con un haiku</b> che ne racchiude in pochi versi il senso e l'emozione, a testimoniare che per l'autrice la poesia sa essere più catartica della narrativa e le poche parole acquistano il potere deflagrante di una granata nell'anima.
<blockquote>Tu che con te hai portato via<br>
Quando ho dovuto lasciarti andare<br>
Sfumature di cielo e profumi di mare<br>
Ogni piccolo sentore di dolce e di sale<br>
Mio unico rimpianto<br>
Miaimmensa rinuncia<br>
Mia piccola dolcissima Utopia.
<span class="cite">FraSté, <i>Bianca Utopia</i></span></blockquote>
Tra le pagine, non solo come mero riempimento, troviamo anche dei post-it in bianco per il lettore: FraSté ci invita a pensare alla nostra <b>più grande delusione</b>, come punto di partenza <b>per trasformarla nella «più bella cosa mai successa»</b>. E in questa empatia sta il vero lieto fine del romanzo.<br />
<br /><br />
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<h3>
Bianca utopia<br />
La mia più bella cosa mai successa</h3>
di <b>FraSté</b><br />
<i>Infuga Edizioni</i><br />
Narrativa<br />
<b>ISBN 979-1280624833</b><br />
<a href="https://amzn.to/3WdX5W9" rel="nofollow" target="_blank"> Cartaceo 17,10 € </a><br />
<br />
<h4>Quarta</h4>
<blockquote class="tr_bq">
Nives, architetto milanese alle soglie dei cinquanta, si ritrova davanti all’ennesimo fallimento amoroso. Per lei è giunta l’ora di fare i conti con le sue scelte che l’hanno portata negli anni a dover rinunciare al suo desiderio più grande: quello di diventare mamma. Per fortuna che a rallegrarla ci pensa la nipotina Bianca, un autentico uragano di emozioni. Con il suo arrivo in famiglia, infatti, Nives non vi scorge il riflesso dei propri rimpianti, ma l’opportunità, per la prima volta, di essere mamma a suo modo. Per questo un giorno decide di rispolverare un vecchio peluche conservato in cantina per oltre vent’anni in attesa di regalarlo al suo futuro bimbo: un orsacchiotto mai dimenticato con un post-it attaccato sul fiocco. Il quale, sorprendentemente, da quel momento in poi, si rivela per Nives il lasciapassare per qualcosa di davvero speciale: un contatto tra lei e… la sua bimba mai nata. Tra messaggi che compaiono e scompaiono sul post-it e notti in cui i sogni sembrano diventare realtà, ecco la storia di una mamma “speciale” e della sua Utopia, in un rapporto che ha il sapore della magia e che porterà Nives a scoprirsi e riscoprire il gusto bello della vita…</blockquote>
<br /><br />
<table class="boxautore"><tbody>
<tr><td><div class="foto-bergo"></div><br /><br />
<span class="nomebox">Stefania Bergo</span><br />
<div class="bergo"><div class="libri"></div><div class="collana"></div></div>
<div class="social"><a href="https://www.facebook.com/stefania.m.bergo" target="_blank" title="Profilo Facebook"><i class="fa fa-facebook-square"></i></a> <a href="https://twitter.com/Gli_Scrittori" target="_blank" title="Twitter"><i class="fa fa-twitter-square"></i></a> <a href="http://www.flickr.com/photos/mwende/" target="_blank" title="Flickr"><i class="fa fa-flickr"></i></a> <a href="https://www.instagram.com/mwendesb/" target="_blank" title="Instagram"><i class="fa fa-instagram"></i></a></div><div class="vai_alla_scheda"><a href="https://www.gliscrittoridellaportaaccanto.com/p/stefania-bergo.html" target="_blank">SCHEDA AUTRICE</a></div></td></tr>
</tbody></table>
Gli Scrittori della Porta Accantohttp://www.blogger.com/profile/18004134177862668527noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8374075239772435691.post-25029405656751455272023-09-20T17:34:00.003+02:002023-09-20T17:34:59.522+02:00Recensione: Il monaco che vendette la sua Ferrari, di Robin S. Sharma <img alt="Recensione: Il monaco che vendette la sua Ferrari, di Robin S. Sharma" border="0" data-original-height="550" data-original-width="850" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgsP0lcA92FwirQODFLuqSoqxeBBWSr3DgBoE_08PLjTCNyleIJiqYETlx6W0fre2Zfgn36y_970tpAUjTww4NQtu2BAqYj4ebDMFMAKAcyYixUtKg-d9IzOomNUv8oSUFvu1NDipY78OtrnZ35UAegGWzPwPtVU_1c90LAx-SIB-MPXNIvi6eAI6r7sY2u/s1600/recensione.webp" width="100%" /><br /><br />
<h2><span class="h2-post"> Libri </span><span class="nome-autore">Recensione di Andrea Pistoia. </span><i>Il monaco che vendette la sua Ferrari</i> di Robin S. Sharma (TEA). Un libro di self-help ricco di esercizi pratici in chiave romanzata per gestire al meglio la propria vita.</h2>
Partiamo dall’oggettiva considerazione che la trama sia praticamente inesistente e <b>riassumibile in poche righe</b>: Julian, un avvocato di successo, ha un infarto. Quando si riprende, decide di mollare tutto e di scalare l’Himalaya alla ricerca di un fantomatico monastero dove si trovano dei saggi che conoscono <b>il segreto per essere sempre felici e vigorosi</b>. Riesce a trovarli e a passare con loro tre anni, in modo da assimilare tutto il loro sapere in fatto di crescita personale e interiore. Tornato in America, raggiunge il suo amico avvocato John per svelargli tutto ciò che ha imparato, cosicché anche quest’ultimo possa diventare una persona migliore e più equilibrata. Ed è proprio durante un’intera notte (che abbraccia gran parte del romanzo) che Julian introduce, e successivamente spiega con esempi pratici e concetti spirituali, <b>le Sette Virtù che ogni uomo dovrebbe possedere per raggiungere la pace interiore</b>.<br />
Che dire di quest’opera?<br />
<br />
<h3>
In breve, <i>Il monaco che vendette la sua Ferrari</i> di Robin S. Sharma può essere visto come un libro di self-help ricco di esercizi pratici in chiave romanzata e di continui botta e risposta tra mentore e allievo atti ad alleggerire i concetti e al tempo stesso renderli più assimilabili.</h3>
Ecco perché, come spiegato poc’anzi, non presenta una trama degna di nota. Infatti non ci sono colpi di scena, un’evoluzione dei protagonisti o un cambio incessante di ambientazioni. Eccetto per le prime venti pagine, il resto del romanzo è <b>una lunga conversazione tra Julian e John</b> (anche se, preciso, per lo più è il primo che monopolizza il dialogo narrando ciò che ha imparato in quegli anni di lontananza).<br />
Se però da questa mia introduzione deducete che sia un libro da scartare, vi sbagliate di grosso, in quanto in realtà <b>il suo punto di forza</b> (più di centomila copie vendute solo in Italia e di tre milioni nel mondo) sta proprio nel dialogo serrato tra i due.<br />
<br />
<h3>
Le Sette Virtù offrono le chiavi per gestire al meglio la propria vita, sia essa in termini di salute fisica che interiore e mentale, fornendo sì delle spiegazioni approfondite sui vari concetti chiave ma soprattutto degli esercizi pratici e un piano d’azione a 360°.</h3>
Spesso <b>Robin S. Sharma</b> lo fa condividendo dei concetti che in un modo o nell’altro sono già di dominio pubblico (ad esempio, guardare il bicchiere sempre “mezzo pieno” per affrontare la vita più positivamente, meditare quotidianamente, mangiare sano, liberare la mente dai pensieri autodistruttivi e leggere libri illuminanti e profondi) ma in un modo chiaro e comprensibile a tutti.<br />
Ogni parte incentrata sulle virtù viene poi compressa in uno schema riassuntivo dove si condensano i concetti chiavi e soprattutto <b>le tecniche da adottare per provocare un cambiamento in noi stessi</b> e nel nostro modo di rapportarci al mondo.<br />
<br />
<h3>
Per quanto mi riguarda, volendo proprio trovare dei difetti in questo libro, faccio sempre fatica a digerire le frasi troppo ad effetto – per citarne una: «I dieci rituali della Vita Radiosa» – che mi ricordano inevitabilmente gli slogan pubblicitari e quelle tipiche “americanate” eccentriche ed eccessive che lasciano il tempo che trovano.</h3>
Senza contare che i discorsi di Julian vengono intervallati spesso e volentieri dai commenti-lampo di John, i quali sono per lo più domande ininfluenti, riflessioni scontate, ripetizioni di concetti già approfonditi e battute fuori luogo. Peccato che sia palese come siano semplici escamotage atti unicamente a spezzare o alleggerire i discorsi di Julian. Chiariamo: non è che ciò pregiudica o infastidisca più di tanto la lettura. Semplicemente salta all’occhio la cosa.<br />
Infine, per chi è cresciuto a pane e libri di self-help come me, tanti concetti ed esercizi li ha già letti altrove, quindi non forniscono nulla di nuovo al bagaglio culturale del lettore. Ciò nonostante, è indubbio come il condensare tanti elementi in un unico libro e il modo con cui vengono esposti fanno la differenza tra un testo banale e uno che merita una lettura. Senza contare che fa comunque piacere ogni tanto “ripassare le basi”, specialmente se scritte in modo comprensibile.<br />
<br />
<h3>
Certamente per coloro che cercano una lettura impegnata ma al tempo stesso piacevole e alla portata persino dei neofiti dell’self-help, <i>Il monaco che vendette la sua Ferrari</i> di Robin S. Sharma è un ottimo libro. </h3>
Ma lo apprezzeranno anche coloro che hanno fatto della propria <b>crescita interiore </b>un obiettivo primario e al tempo stesso cercano modi nuovi e intriganti di apprendere un concetto, un esercizio e, più in generale, uno stile di vita.<br />
Concludo con una considerazione.<br />
Io di Robin S. Sharma avevo già letto (e <a href="https://www.gliscrittoridellaportaaccanto.com/2022/05/recensione-il-club-delle-5-del-mattino-di-robin-sharma.html" target="_blank">recensito su questo sito</a>) il suo secondo libro: <a href="https://amzn.to/3rjX0Fm" rel="nofollow" target="_blank"><i><b>Il club delle 5 del mattino</b></i></a>.<br />
Inevitabile quindi per me fare, nel bene e nel male, dei paragoni tra le due opere.<br />
<i>Il monaco che vendette la sua Ferrari</i> è un lungo dialogo mentre il secondo, pur trattando sempre concetti inerenti alla crescita personale, è un romanzo con tanto di inseguimenti, misteri da svelare, location accattivanti e personaggi atipici.<br />
Di contro, <i>Il club delle 5 del mattino</i> abbonda di “americanate” fin troppo esagerate, sia per quanto riguarda le frasi a effetto sia per le azioni un po’ troppo plateali o surreali.<br />
Curioso infine come certi concetti de <i>Il monaco che vendette la sua Ferrari </i>(in primis quello di alzarsi presto alla mattina per avere più tempo da dedicare a se stessi e ai propri progetti) siano qui solo un assaggio di ciò che viene ampiamente e approfonditamente descritto nel secondo.<br />
Fatte queste premesse, <b>mi è difficile consigliare un libro piuttosto che l’altro</b>. Certamente ne <i>Il monaco che vendette la sua Ferrari</i> c’è meno azione ma per certi versi è più profondo. Di contro <i>Il Club delle 5 del mattino</i> è più alla portata di chi vuole un romanzo di narrativa imbastito di azione e di colpi di scena ma con abbondanti consigli utili per la propria crescita interiore.<br />
Di conseguenza, non posso che consigliarvi la lettura di entrambi!<br />
<br /><br />
<div class="iframe-amazon">
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<h3>
Il monaco che vendette la sua Ferrari</h3>
di Robin S. Sharma <br />
<i>TEA</i><br />
Self-help | Spirituale<br />
<b>ISBN 978-8850250745</b><br />
<a href="https://amzn.to/3LuChpc" rel="nofollow" target="_blank"> Cartaceo 9,50€ </a><br />
Ebook 5,99€<br />
<br />
<h4>Quarta </h4>
<blockquote class="tr_bq">
Julian Mantle è un avvocato di grido, potente, ammirato, ma anche incalzato dallo stress, dal bisogno di nuove esperienze e da uno strisciante sentimento di insoddisfazione. Quando un attacco cardiaco lo costringe a fermarsi, la sua vita subisce una svolta: Julian lascia tutto – compresa la sua amata Ferrari, simbolo del suo successo – e parte per l'Himalaya. Quando torna è un altro uomo: vitale, saggio, libero, felice. È un uomo nuovo, che ha scoperto un segreto e che vuole condividerlo col mondo… Il monaco che vendette la sua Ferrari è un'affascinante parabola sulla scelta cui si trovano di fronte gli uomini e le donne che ogni giorno si sentono soffocati dalla fretta, dagli impegni, dal bisogno di senso. Un libro che illustra quella sintesi di saggezza orientale e di regole occidentali per la riuscita personale che sono alla base della ricetta di Robin Sharma per una nuova vita consapevole e felice.</blockquote>
<br /><br />
<table class="boxautore"><tbody> <tr><td><div class="foto-pistoia"></div>
<br />
<span class="nomebox">Andrea Pistoia</span> <br />
<div class="pistoia"> <div class="libri"></div> <div class="collana"></div></div>
<div class="social" style="text-align: left;"> <a href="http://www.andreapistoia.it/" title="Sito web"><i aria-hidden="true" class="fa fa-desktop"></i></a> <a href="https://www.facebook.com/andrea.pistoia76" title="Profilo FB"><i class="fa fa-facebook-square"></i></a></div> <div class="vai_alla_scheda"> <a href="http://www.gliscrittoridellaportaaccanto.com/2014/11/andrea-pistoia-autore-di-ancora-e-mai.html" target="_blank" title="Andrea Pistoia">SCHEDA DELL'AUTORE</a></div> </td></tr> </tbody></table> Gli Scrittori della Porta Accantohttp://www.blogger.com/profile/18004134177862668527noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8374075239772435691.post-43662473252447515152023-09-17T10:38:00.006+02:002023-09-17T10:38:49.147+02:00Recensione: Francesca, di Maurizio Spano<img alt="Recensione: Francesca, di Maurizio Spano" border="0" data-original-height="550" data-original-width="850" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhWI8NIW02qmKn-Fv4JNPLnLe4BaDBsDI2F-AHxqdeqqYddup7sf-dOe_2NcOqv4jdWxqbw77dc2nWU1I6pgPwJRZovn_a3-YDTDGLqWLbaLl7e8nllCdoW5dB8reWtQTuwgllkGzaZgP4zapwLnxXew4dRYvrPgBOH4mPvC68QImqY91urPqdnE6nDVpWA/s1600/recensione.webp" width="100%"/><br><br>
<h2><span class="h2-post"> Libri </span><span class="nome-autore">Recensione di Stefania Bergo. </span><i>Francesca</i>, di Maurizio Spano (PubMe). Una protagonista indimenticabile, una storia d'amore giovanile, a tratti ingenuamente romantica, a tratti travagliata, in una cornice splendida, Venezia, in un tempo in cui si pensava solo alle molteplici possibilità, gli anni '80.</h2>
Non si giudica un libro dalla copertina. Ma in questo caso è un ottimo punto di partenza per definire l'ultimo romanzo di <b>Maurizio Spano</b> pubblicato con PubMe nella Collana Gli Scrittori della Porta Accanto. È rappresentata una ragazza nuda su un letto, le mani che coprono il volto, in modo che non si riesca a darle un'età precisa. Non guarda l'obiettivo, l'interlocutore, ma la luce che entra dalla finestra. <b>Guarda oltre</b> – verso un ipotetico futuro? C'è un alone che permea il tutto, lo sfoca, come accade <b>nei sogni o nei ricordi</b>. E in alto, in un colore sfacciato come il rosso, il suo nome: Francesca, protagonista indiscusso. Esattamente come lei, che si prende la scena e catalizza l'osservatore – così come accadrà al lettore.<br />
L'essenza del romanzo è tutta qui. <br />
<br />
<h3>
Chi ha scattato la foto? Maurizio, l'altro protagonista di questa storia d'amore giovanile. </h3>
Dà l'idea di una foto rubata, un attimo prezioso fissato su pellicola, un ricordo indelebile in una miriade di altri ricordi.<br />
È proprio così che inizia <b><i>Francesca</i> di Maurizio Spano</b>. Ripescando <b>un ricordo</b> grazie a un profumo a una sensazione che lo riporta a galla. È lui a narrare in prima persona il suo incontro fortuito con Francesca, una mattia di maggio.<br />
Maurizio fa parte della polizia ferroviaria, appena arrivato al presidio di Mestre, lei è una studentessa di Treviso che deve prendere il treno per andare a Venezia, dove studia architettura. Lui rimane <b>folgorato dalla sua bellezza </b>ma non si crea alcuna aspettativa, se non quella di sperare di rivederla nei giorni seguenti e magari scambiarci qualche parola.<br />
<br />
<h3>
Il destino pare metterci lo zampino e i due si incontrano di nuovo. Cominciano a frequentarsi. </h3>
<b>Francesca è uno spirito libero</b>, una folata di vento caldo che entra improvvisa in una stanza e manda all'aria una pila di fogli ordinati sulla scrivania. <b>Maurizio è il classico bravo ragazzo</b>, provinciale, onesto e vero, che con lei vorrebbe restarci tutta la vita. E allora, tra dialoghi e non detti, Francesca mette in chiaro che lei vuole solo <b>vivere il presente</b>, senza preoccuparsi del futuro – sebbene i suoi studi e le sue aspettative la stiano in qualche modo proiettando in una certa direzione...<br />
Maurizio, sebbene continui a coltivare la speranza di invecchiare insieme a lei, decide di vivere l'attimo e cogliere solo il meglio.<br />
<br />
<h3>
Ne esce una storia d'amore giovanile, a tratti ingenuamente romantica, a tratti travagliata, in una cornice splendida, Venezia, in un tempo in cui si pensava solo alle molteplici possibilità, gli anni '80. </h3>
Oltre alle differenti aspettative, c'è un<b> divario sociale</b> a separarli e incrinare a volte il rapporto. <b>Maurizio è un ragazzo semplice di provincia</b>, nato e cresciuto in una cittadina nel cuore del basso Polesine, <b>Francesca è ricca di famiglia</b>, cresciuta in un ambiente gravido di possibilità. La differenza si percepisce, non solo per la cerchia di amici e i luoghi frequentati, ma inevitabilmente anche per il modo in cui i differenti substrati hanno condizionato la loro apertura mentale. Maurizio più pratico e ancorato alla terra, Francesca eterea e proiettata in avanti.<br />
Ma l'amore riesce, sebbene per poco tempo, a livellare ogni differenza e a farli incontrare sempre, anche dopo essersi allontanati per questo o quel contrasto. Un amore perfetto, idealizzato, come lo sono quelli mai davvero vissuti. <br />
<br />
<h3>Un tratto caratteristico dei romanzi di Maurizio Spano è la memoria, spesso la sua è una narrazione che si svolge su due piani temporali ma malgrado si percepisca l'alone ovattato del ricordo che idealizza eventi e persone, i suoi personaggi sono sempre concreti e perfettamente delineati. </h3><b>
Francesca </b>è una protagonista indimenticabile, caratterizzata nell'aspetto fisico – percepito perfetto dall'occhio innamorato del narratore – e nelle sue fragilità, perennemente in bilico tra l'ostentare sicurezza e l'essere bisognosa di empatico conforto. Spano riesce a farla emergere dalle pagine, senza timore di farla apparire a volte insopportabile al lettore, <b>capricciosa come una bambina viziata e fragile come una donna combattuta tra la voglia di restare e il bisogno di andare</b>.<br /><b>
Maurizio</b> è più defilato, appare timido e riservato, anche raccontando lascia la scena e lei e spesso si pone come mero spettatore. È pacato, fermo nella sua posizione sebbene in balia degli sbalzi d'umore di Francesca, <b>in bilico tra la rassegnazione, l'orgoglio e il desiderio</b>.<br>
<br>
<h3>Il racconto è emozionale, si sofferma sui dettagli, sulle zone in ombra, come farebbero un pittore o un fotografo – del resto, anche l'autore lo è – per catturare l'essenza di un attimo senza didascalie. </h3>
Uno <i>show don't tell</i> che a Maurizio Spano riesce sempre molto bene.<br>
Il finale si riallaccia al presente della storia, chiudendo il cerchio. E come sempre, l'autore lascia entrare la luce nei suoi fermoimmagine conclusivi, come se, inevitabilmente, non riuscisse a celare la sua romantica visione della vita.<br />
<br /><br />
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<h3>Francesca</h3>
di <b>Maurizio Spano</b><br />
<i>PubMe - collana Gli scrittori della porta accanto</i><br />
Romance<br />
<b>ISBN 979-1254583395</b><br />
<a href="https://amzn.to/45xTYwz" rel="nofollow" target="_blank">ebook 2,99€</a><br />
<a href="https://amzn.to/43woSUd" rel="nofollow" target="_blank">cartaceo 16,00€</a><br />
<br />
<h4>Quarta</h4>
<blockquote>
«Mi tratti come una ricca, stupida borghese. Adesso sei tu che costruisci barriere. Pensi forse che io me ne freghi di tutto e tutti? Sono nata in un mondo diverso dal tuo, e allora? Se fosse successo a te, cosa avresti fatto? Come puoi giudicare chi ha qualcosa che tu non hai, ma che vorresti avere? Hai forse il coraggio di affermare che a te questo mondo non piace?»<br />
<br />
Anni ‘80. Maurizio è un poliziotto, un bravo ragazzo dall’animo romantico, con una vita ordinaria. Francesca una studentessa universitaria, ricca, bellissima e misteriosa. Provengono da mondi completamente diversi, ma ciò non impedirà loro di vivere l’avventura più bella della loro vita. Un’attrazione magnetica, un amore intenso, passionale, a volte contrastato ma sempre emozionante, che sconvolgerà le loro anime e i loro corpi.<br />
Causalità o destino? Cosa serve per far incontrare due anime complici?<br />
Nella romantica Venezia, Maurizio e Francesca si cercano e si respingono, tra la gioia dei sensi e la paura del domani che un grande amore porta con sé, con la tipica leggerezza dell’animo giovanile, travolti da emozioni che non finiscono mai di stupire e commuovere i protagonisti e chi leggerà la loro storia.
</blockquote>
<table class="boxautore"><tbody>
<tr><td><div class="foto-bergo"></div><br /><br />
<span class="nomebox">Stefania Bergo</span><br />
<div class="bergo"><div class="libri"></div><div class="collana"></div></div>
<div class="social"><a href="https://www.facebook.com/stefania.m.bergo" target="_blank" title="Profilo Facebook"><i class="fa fa-facebook-square"></i></a> <a href="https://twitter.com/Gli_Scrittori" target="_blank" title="Twitter"><i class="fa fa-twitter-square"></i></a> <a href="http://www.flickr.com/photos/mwende/" target="_blank" title="Flickr"><i class="fa fa-flickr"></i></a> <a href="https://www.instagram.com/mwendesb/" target="_blank" title="Instagram"><i class="fa fa-instagram"></i></a></div><div class="vai_alla_scheda"><a href="https://www.gliscrittoridellaportaaccanto.com/p/stefania-bergo.html" target="_blank">SCHEDA DELL'AUTRICE</a></div></td></tr>
</tbody></table>Gli Scrittori della Porta Accantohttp://www.blogger.com/profile/18004134177862668527noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8374075239772435691.post-46759992861049735142023-09-14T09:18:00.002+02:002023-09-14T09:19:35.200+02:00Recensione: La nostra storia. Tutto il mondo di Happy Days, di Giuseppe Ganelli e Emilio Targia<img alt="Recensione: La nostra storia. Tutto il mondo di Happy Days, di Giuseppe Ganelli e Emilio Targia" border="0" data-original-height="550" data-original-width="850" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgcPf612uzQya_EyjPudhsEXp14p00viP3HuUT2vgL7Krw8npgc1j3xO-gIrL_hM-iR8eQP3V4tu_LqV4kx7146U3CUUt6VbDrjDNDYS4Aboeym5FopcJddqx9ZRzPEw2BQynDHHLu-yM-hidEE8A3YwsvIOd8_RPATFnqNrirsri_oyrpMP5cA4WtN1OVP/s1600/recensione.webp" width="100%" /><br /><br />
<h2><span class="h2-post"> Libri </span><span class="nome-autore">Recensione di Rosanna Costantino. </span><i>La nostra storia. Tutto il mondo di Happy Days</i>, di Giuseppe Ganelli e Emilio Targia (Edizioni Minerva). In prossimità del 50° anniversario della messa in onda negli Stati Uniti della prima puntata, il formidabile viaggio di <i>Happy Days</i> nelle case di tutto il mondo. </h2>
Chi non ha mai avuto malinconia di tempi passati, quando si era giovani e spensierati e la vita sembrava più semplice? <br />
Con il passare degli anni tutti i ricordi legati a questi momenti preziosi si cristallizzano e diventano un vero tesoro da custodire nel cuore e nella mente. Succede che basta una canzone o un luogo per riportarci a quelle atmosfere che il tempo ha reso piacevolmente ovattate.<br />
Può succedere anche ripensando a un film o a una serie TV che abbiamo tanto amato. Ed ecco che è come se vivessimo con i nostri personaggi preferiti a fianco, con le loro battute iconiche e le loro avventure. <br />
<br />
<h3>Nessuno prima d’ora aveva pensato di raccontare in un libro cosa abbia significato per milioni di telespettatori una delle serie TV più amate di sempre: l’americana <i>Happy Days</i>. </h3>
Ci hanno pensato <b>Giuseppe Ganelli</b>, medico radiologo, ed <b>Emilio Targia</b>, giornalista e scrittore. I due autori hanno unito le proprie competenze per dare vita a <i>La nostra storia. Tutto il mondo di Happy Days</i>, pubblicato da Edizioni Minerva e dal 17 maggio 2023 in tutte le librerie. Il corposo volume vanta la <b>prefazione di uno dei protagonisti principali del telefilm, Henry Winkler, alias Arthur "Fonzie" Fonzarelli</b>, e la <b>postfazione di Max Pezzali</b>, famoso cantante e appassionato delle gesta di casa Cunningham. <br />
Ganelli ha conseguito il titolo di Guinness World Records come maggiore collezionista al mondo di oggetti di scena, pubblicazioni e memorabilia a tema Happy Days, mentre Targia da anni si occupa di media e nuove tecnologie. <br />
<br />
<h3>
Quest’anno ricorre il 50° anniversario di <i>Happy Days</i>, la sit-com ambientata nella Milwakee degli anni 50 e quale migliore occasione per rispolverarne ricordi, aneddoti conosciuti e meno noti, raccontare dietro le quinte e curiosità, spesso anche dalla viva voce degli stessi protagonisti. </h3>
Si possono leggere storie da uno dei protagonisti principali, l’attore <b>Ron Howard</b>, che oggi tutti conoscono come famoso regista, che all’epoca interpretava il ruolo di Richie Cunningham. <br />
Ma anche testimonianze di altre persone che facevano parte del cast, che dopo ben <b>255 episodi nell’arco di 11 stagioni</b>, dal 1974-1984, ormai si consideravano una vera e propria famiglia. Non poteva mancare <b>un capitolo dedicato al compianto Robin Williams</b>, che fece il suo esordio proprio sul set di questa fortunata sit-com.<br />
<br />
<h3>
Il titolo del libro già lascia intuire quanto possa essere interessante andare a rivedere le gesta di Fonzie, Richie & Co, perché effettivamente la <i>loro</i> storia è anche la <i>nostra</i> storia. </h3>
Come scrive Max Pezzali alla fine del volume, <b><i>Happy Days</i> accompagnava per mano generazioni di giovani verso un mondo adulto</b>. Rappresentava effettivamente i “giorni felici” (nomen omen) di quei ragazzi della periferia che cercavano momenti di svago e condivisione con il sogno americano nel cassetto. Era l’intrattenitore garbato, simpatico e scanzonato di bambini e ragazzi che dopo scuola aspettavano i genitori rincasare dal lavoro. Come scrive Fabio Fazio nel libro, <i>Happy Days</i> era: «<b>Assomigliare a Richie volendo essere Fonzie</b>; indossare un maglioncino a rombi e sognare un giubbotto di pelle; essere adolescenti volendo essere grandi». Tutto questo è la magia che è in grado di ricreare un telefilm come non se ne vedono più. <br />
<b><i>La nostra storia. Tutto il mondo di Happy Days</i></b> è completo di foto, episodi, date di messa in onda, doppiatori italiani, eventi a tema, insomma, tutto quello che un appassionato (e non) deve sapere condensato in circa 450 pagine a portata di mano, da consultare, sfogliare e conservare come il più caro dei ricordi. <br />
<br /><br />
<img alt="La nostra storia. Tutto il mondo di Happy Days" border="0" class="immagine_sx_ombra" data-original-height="400" data-original-width="267" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEinumZ0YigwFkDTJCsYGl0eWzAvWsp1SAbZ12JXefaC_Qseffw_C0uyTxhFgPz5dz6exLLY6kHHI2312IowQz2oaP5usLoLjFumTo8S7g8Mi-edYGvR0YZlYfAGMEqR46ey-NKL65s8DXlEA8zk7WpwSuqqxRDQdJPG_9OAAERiTyOBkwScZvYgs5ZHyKca/s1600/happy-days.webp" /><br />
<h3>La nostra storia<br />
Tutto il mondo di Happy Days</h3>
di Giuseppe Ganelli e Emilio Targia<br />
Edizioni Minerva<br />
Saggio<br />
ISBN 978-8833245294<br />
<a href="https://amzn.to/3RoNHP5" rel="nofollow" target="_blank">Cartaceo 21,85€</a><br />
<br />
<h4>Quarta</h4>
<blockquote>Sembra incredibile ma finora nessuno, in nessuna parte del mondo, aveva mai pubblicato un libro che raccontasse nel dettaglio la storia della celebre serie tv Happy Days, i suoi creatori e i protagonisti delle puntate. Per celebrare il cinquantesimo anniversario della messa in onda negli Stati Uniti della prima puntata (15 gennaio 1974), si è deciso di porre rimedio a questa mancanza raccontando finalmente l'incredibile viaggio di Happy Days nelle case di milioni di persone in tutto il mondo. Si racconta la serie fin dalla sua gestazione, approfondendone il cammino attraverso gli anni. Si riscoprono poi le fasi della scrittura e delle registrazioni delle puntate, le scelte della produzione, il gradimento del pubblico, le esigenze delle reti televisive nel corso degli anni. La storia, le storie, gli attori, gli autori, i set, il dietro le quinte, il pubblico, le curiosità e le interviste esclusive ai protagonisti della serie. Il tutto arricchito da numerose fotografiche degli attori sul set, ritratti in diversi eventi o in momenti privati, ma anche dalle immagini dei copioni, dei dischi e dei tanti memorabilia tratti dalla collezione più grande al mondo. Prefazione di Henry Winkler. <br />
Postfazione di Max Pezzali.</blockquote>
<br /><br />
<table class="boxautore"><tbody>
<tr><td><div class="foto-costantino"></div><br />
<span class="nomebox">Rosanna Costantino</span><br />
<div class="costantino"><div class="collana"></div></div>
<div class="vai_alla_scheda">
<a href="https://www.gliscrittoridellaportaaccanto.com/2014/11/rosanna-costantino.html" target="_blank">SCHEDA AUTORE</a></div>
</td></tr>
</tbody></table>Gli Scrittori della Porta Accantohttp://www.blogger.com/profile/18004134177862668527noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8374075239772435691.post-79192917611531654152023-09-04T17:48:00.007+02:002023-09-13T18:41:49.935+02:00Recensione: Rubare la notte, di Romana Petri<img alt="Recensione: Rubare la notte, di Romana Petri" border="0" data-original-height="550" data-original-width="850" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEi5IIumAIEkDxxbC3jQ-0E-VHMa_3UYRT9TS_mB8uGyjE6uNx1_A_H77foSXmUocUJCrOeDXg02YdFvkbGGzC0Kae_BRlTXpKGTbbOSdm6Jr3JKWdH_Q-LF1oZozQH4IfCPsfFK2EVVccQh4HhM919D4kG130nODr37qVEXu1USjMh0G3meWxn_qoEIRrId/s1600/recensione.webp" width="100%"/><br><br>
<h2><span class="h2-post"> Libri </span><span class="nome-autore">Recensione di Davide Dotto. </span><i>Rubare la notte</i> di Romana Petri (Mondadori). Finalista al Premio Strega, la vita di Antoine de Saint-Exupéry, pensieri, sensazioni, aspirazioni, «a mille miglia da ogni terra abitata».</h2>
<b><i>Rubare la notte</i> di Romana Petri</b>, finalista al Premio Strega 2023, è molto più di una biografia. È un'immersione nella vita di <b>Antoine de Saint-Exupéry</b>, uno scrittore la cui fama è legata a <a href="https://amzn.to/47XShtz" rel="nofollow" target="_blank"><i>Il Piccolo Principe</i></a>, e di cui tendiamo a dimenticare altre opere, tra le quali <a href="https://amzn.to/3OVui5m" rel="nofollow" target="_blank"><i>Volo di notte</i></a>.
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<br />
<h3>Attraverso le pagine di questa rievocazione attenta e scrupolosa, è difficile per noi pensare a Saint-Exupéry se non a bordo di qualche velivolo, magari impegnato nel servizio di linea postale, a trasportare lettere (più che fatture commerciali o merci).</h3>
A poco più di venticinque anni, diventa pilota per una compagnia aerea francese (l'<a href="https://it.wikipedia.org/wiki/A%C3%A9ropostale" target="_blank"><b>Aéropostale</b></a>) e scopre – grazie al deserto e alle sue interminabili dune – il silenzio. A suo modo, insegue la <b>vocazione alla solitudine</b>, e la strenua volontà di librarsi al di sopra delle preoccupazioni umane.
<br /><b>Affezionatissimo alla madre, è altrettanto legato alla sua infanzia, da cui non si distaccherà mai, e alla quale tornerà con ostinazione e malinconia.</b><br />
<br />
<h3>
La sua inclinazione a fantasticare (la “testa tra le nuvole”) lo avvicina ai segreti del volo e all’aviazione.</h3>
Scrivere – ma anche disegnare – significa riappropriarsi della propria infanzia e perseguire <b>il sogno di Icaro</b>. Finché può, scende a patti col destino (<i>Cur non</i>?), non importa quanto il rischio sia serio. È una boccata di libertà di cui ha bisogno per esistere.<br />
Saint-Exupéry sembra distante da noi, e persino <i>Il Piccolo Principe</i>, anche a causa della sua popolarità, viene snobbato o dato per scontato. Ciò è particolarmente vero se, in quanto lettori, siamo meno inclini a coltivare la nostra immaginazione e meno propensi a rubare qualcosa alla nostra infanzia, ad attingere qualcosa da un patrimonio non più alla nostra portata.
<br />Le motivazioni di Saint-Exupéry sono diverse e non sempre consapevoli. In parte cerca di liberarsi dai sensi di colpa, dalle responsabilità e<b> dalle sfide della maturità</b>. Se ci sono ostacoli, li affronta (o li evita?) sotto le spoglie di un aviatore solitario: quindi in silenzio, fino a sognare di dirigere un aeroporto, abitare un pianeta tutto suo, o di navigare tra le stelle finché il carburante glielo permette.<br />
<br />
<div class="leggi-anche"><span class="h2-post"> Leggi anche </span>Davide Dotto | <a href="https://www.gliscrittoridellaportaaccanto.com/2020/03/recensione-figlio-del-lupo-di-romana-petri.html" target=" blank">Recensione: Figlio del lupo, di Romana Petri</a></div>
<br />
<h3>In una parola, sfugge ai progetti degli uomini, non soccombe alla forza di gravità. </h3>
Nello stesso momento si pone nelle condizioni migliori per osservare il mondo dall'alto, superandone i condizionamenti a favore di una visione più ampia. Sotto un certo punto di vista, <b>il Piccolo Principe diventa il fratello maggiore del Barone Rampante</b>, ma anche il portatore di un'idea che ogni tanto finisce nell'oblio: che il bambino (ma anche il poeta, il filosofo, il letterato) non vive secondo regole comuni. E se lo fa, le sublima e le riscrive, al di là e al di fuori di ogni retorica.<br />
In fondo, persino Jean-Paul Sartre desiderava «vivere in pieno etere in mezzo agli aerei simulacri delle Cose».<br />
<br />
<div class="leggi-anche"><span class="h2-post"> Leggi anche </span>Davide Dotto | <a href="https://www.gliscrittoridellaportaaccanto.com/2022/01/recensione-parole-di-jean-paul-sartre.html" target=" blank">Recensione: Le parole, di Jean-Paul Sartre</a></div>
<br />
<h3>L'esperienza nei cieli di Saint-Exupéry è un’avventura epica e rocambolesca, fatta di guasti ai motori, atterraggi di fortuna. </h3>
Se si risparmia le angustie del quotidiano, si logora altrimenti, «<b>a mille miglia da ogni terra abitata</b>».<br />
La passione per il volo non aspetta tempi migliori: quelli delle tecniche di costruzione più sicure e affidabili; delle modalità di addestramento più complete e meno improvvisate; degli ausili meno empirici per difendersi dalle condizioni meteorologiche avverse.
<br />La Prima e la Seconda Guerra Mondiale sono il momento dei bombardieri nei cieli, quando tutti i “volteggiatori dell’aria” sono eroi, al di là di ogni implicazione morale, storica o ideologica. Non importa se vengono abbattuti, o cadono come mosche quando volavano – appunto – di notte.<br />
<br />
<h3>Romana Petri ricostruisce dopo averne letta e assorbita tutta l'opera, l'intera esistenza di Antoine de Saint Exupéry.</h3>
E lo fa tassello per tassello, immedesimandosi nei pensieri, sensazioni, aspirazioni. Tanto che nella nostalgia dell'infanzia, nell'affetto profondo verso sua madre, leggiamo il senso di sospetto non solo verso l'età più matura, ma nei confronti del mondo che sarebbe stato di lì a poco.<br />
Certo, nella sua storia c'è alla fine qualcosa di incompiuto e di irrisolto, ma anche il desiderio di non arrivare mai a un certo appuntamento (con la storia, con la vita) senza essersi prima giocato tutto e subito, in esperienze, sogni ed emozioni. <br />
<br /><br />
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<h3>
Rubare la notte</h3>
di <b>Romana Petri</b><br />
<i>Mondadori</i><br />
Narrativa<br />
<b>ISBN 978-8804764526</b><br />
<a href="https://amzn.to/3r2Lyhh" rel="nofollow" target="_blank"> Cartaceo € 18,05€ </a><br />
Ebook 9,99€<br />
<br />
<h4>
Quarta </h4>
<blockquote class="tr_bq">
Tutti lo sanno: Antoine de Saint-Exupéry ha scritto "Il piccolo principe", uno dei romanzi più popolari del mondo. Quello che tutti non sanno è che Antoine, famigliarmente Tonio, è un personaggio che vale da solo una grande storia. Ed è la storia che Romana Petri ha scritto con la febbre e la furia di chi si lascia catturare da un carattere e lo fa suo, anzi lo ruba, tanto che il documento prende più che spesso la forma dell'immaginazione. Orfano di padre, Tonio vive un'infanzia felice nel castello di Saint-Maurice-de-Rémens, amato, celebrato, avviluppato al mostruoso quasi ossessivo amore per la madre; un'infanzia che gli resta incollata all'anima per tutta la vita, fin da quando, straziato, vede morire il fratello più giovane. L'infanzia lo tallona come un destino quando, esaltato, comincia a volare, pilota civile e pilota militare, quando si innamora tanto e tante volte, quando si trasferisce in America, quando scrive, persino quando si schiera e sceglie di combattere per un'idea di Francia che forse è sua e solo sua. Dove sia andato Tonio, non sappiamo, nei cieli in fiamme del 1944. Sappiamo che ci ha lasciato le stelle della notte, il sogno di una meraviglia che non si è mai consumata, il bambino che lui ci invita a riconoscere eterno dentro di noi. Romana Petri costruisce e decostruisce, sgretola le regole della biografia, evoca e racconta amori, amicizie e sgomenti come dettagli di un appetito d'avventura mai sazio, si muove fra le date e dentro la Storia alla sola ricerca del principe che ha sconfitto la notte ed è entrato volando nell'infinito.</blockquote>
<table class="boxautore"><tbody>
<tr><td><div class="foto-dotto"></div>
<br />
<span class="nomebox">Davide Dotto</span> <br />
<div class="dotto"> <div class="libri"></div> <div class="collana"></div></div>
<div class="vai_alla_scheda"><a href="http://www.gliscrittoridellaportaaccanto.com/2014/11/davide-dotto-autore-di-il-ponte-delle.html" target="_blank" title="Davide Dotto">SCHEDA DELL'AUTORE</a></div></td></tr>
</tbody></table>
Davide Dottohttp://www.blogger.com/profile/10930982447612447398noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8374075239772435691.post-80577531514878305532023-08-24T23:09:00.004+02:002023-09-20T17:03:40.248+02:00Recensione: Liberi in questa vita, a cura di Genevienne e Tea Pecunia<img alt="Recensione: Liberi in questa vita, a cura di Genevienne Pecunia e Tea Pecunia" border="0" data-original-height="550" data-original-width="850" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhaItHAZrdu0V1AtKJTy-ZiQIPOYQMTTHncXpoMVew7kGj9GxzjA4DRbmOjBEb6MirK1eDloVXfb7SkujV3p-PPgWzL8NIFyRWQ1m6s1swcSf-if1tXToF7nEJHtC92ib4kuFIYYFXz75KkHJWDx1l1IKeFJKDyyUWSLwtPs1_8XvfsjMcneus6atZDq-j_/s1600/recensione.webp" width="100%"/><br /><br />
<h2><span class="h2-post"> Libri </span><span class="nome-autore">Recensione di Andrea Pistoia. </span><i>Liberi in questa vita</i> a cura di Genevienne Pecunia e Tea Pecunia (De Vecchi). Circa duecento pagine di saggezza intramontabile adattabile alle nostre situazioni personali, una nuova chiave di lettura sulla vita.</h2>
Leggere un libro sulle <b>frasi più belle del Buddha</b> è come sparare sulla croce rossa: inevitabile che mi sarebbe piaciuto, a prescindere.<br />
Ma, al di là della mia opinione di parte, andiamo a vedere nello specifico le peculiarità di questo libro, a partire da come le due curatrici ci abbiano messo come sempre del loro per arricchirlo e distinguerlo dagli altri.<br />
<br />
<h3>
Si parte con l’introduzione, dove si spiega brevemente la vita dell’illuminato, dalla sua nascita al percorso iniziatico che l’ha condotto, attraverso la meditazione, a trovare la soluzione a tutte le sofferenze umane.</h3>
Viene poi spiegato che cos'è <b>il Karma, il Samsara, il Nirvana</b> e il concetto di vacuità, d’interconnessione con tutte le cose e d'impermanenza. Questo perché l’obiettivo delle sorelle Pecunia è di fornire informazioni chiare ed essenziali atte a permettere al lettore (sia navigato che occasionale e acerbo di questa filosofia) di comprendere meglio le perle di saggezza pronunciate dal Buddha.<br />
Dopodiché le curatrici riportano al lettore le frasi più belle pronunciate dall’illuminato, <b>suddivise in diverse categorie</b>: saggezza, pace, vacuità e illuminazione. Ognuna di queste ha una prefazione dove si approfondisce il tema trattato in quel capitolo. Ecco perché, ad esempio, in “Saggezza” si parla delle Quattro Nobili Verità e del Nobile Ottuplice Sentiero.<br />
<br /><h3>
Dopo ogni introduzione, il lettore viene catapultato negli aforismi e nelle frasi del Buddha, verità assolute che trascendono tempo e luogo. </h3>
Ergo, possono essere adattate, ieri come oggi, alla vita di ognuno, in modo da permettergli se non di raggiungere l’illuminazione almeno di conseguire equilibrio e pace interiore. Questo perché ispirano e stimolano, confortano e spronano, acquietano e conquistano in quanto ricche di significato (di cui alcuni palese e altri da scoprire meditandoci sopra).<br />
Ma, se siete dei neofiti di questa Via, non pensate che vi troverete frasi criptiche e incomprensibili. Anzi, grazie alla traduzione e alla cernita che hanno fatto le curatrici, verrete a contatto non solo con aforismi chiari e accessibili ma anche a metafore usate dal Buddha per far comprendere meglio certi concetti astratti, profondi e spirituali.<br />
<br />
<h3>
Fino a giungere all'ultimo capitolo, quello dell’illuminazione, e soprattutto alle ultime parole pronunciate dall’illuminato prima di abbandonare questa vita terrena.</h3>
Infine il libro si chiude con<b> un glossario </b>dove sono riportati i termini più importanti del buddhismo, grazie ai quali il lettore riceverà un’ulteriore infarinatura.<br />
Che dire, per concludere?<br />
Che è un libro di circa duecento pagine ben organizzato, scorrevole e strutturato. È ricco di saggezza intramontabile e, come detto in precedenza, adattabile ai nostri giorni e alle nostre situazioni personali. Quindi, se letti col giusto spirito e attenzione, sono fonte di riflessioni e d’introspezione. Senza contare che è arricchito dalle introduzioni delle due curatrici, fornite con l’obiettivo di approfondire certi capisaldi di questa filosofia.<br />
<br />
<h3>Lo consiglio per tutti gli appassionati di buddhismo, per chi approccia per la prima volta questa affascinante filosofia e cerca una lettura essenziale prima d’immergersi in altre più complesse e ostiche.</h3>
Ma anche per chi vuole semplicemente lasciarsi conquistare dalla purezza e dalla delicatezza di certi concetti ma anche per chi cerca in ogni frase <b>una nuova chiave di lettura sulla vita </b>e su ciò che ruota intorno ad essa, al di là del proprio credo religioso.<br />
Quindi è un regalo azzeccato per se stessi e per le persone a cui teniamo, da leggere con attenzione ma anche da aprire a caso per trovare risposte alle proprie domande esistenziali.<br />
Inevitabile quindi che io ne consigli l’acquisto.<br />
<br /><br />
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<h3>
Liberi in questa vita<br />
Le più belle frasi del Buddha</h3>
a cura di Genevienne Pecunia e Tea Pecunia<br />
<i>De Vecchi</i><br />
Spiritualità<br />
<b>ISBN 979-1221414615</b><br />
<a href="https://amzn.to/3QSRkfO" rel="nofollow" target="_blank"> Cartaceo 9,50€ </a><br />
Ebook 6,99€<br />
<br />
<h4>Quarta </h4>
<blockquote class="tr_bq">
Le parole più toccanti del Buddha come aiuto per affrontare le sfide del nostro tempo, per vivere di più nel momento presente, dissolvere il dolore e la paura, dimorare nella calma, sorridere, respirare, vedere il mondo da altre prospettive e lasciare andare con grazia le cose quando non sono destinate a noi.</blockquote>
<br /><br />
<table class="boxautore"><tbody> <tr><td><div class="foto-pistoia"></div>
<br />
<span class="nomebox">Andrea Pistoia</span> <br />
<div class="pistoia"> <div class="libri"></div> <div class="collana"></div></div>
<div class="social" style="text-align: left;"> <a href="http://www.andreapistoia.it/" title="Sito web"><i aria-hidden="true" class="fa fa-desktop"></i></a> <a href="https://www.facebook.com/andrea.pistoia76" title="Profilo FB"><i class="fa fa-facebook-square"></i></a></div> <div class="vai_alla_scheda"> <a href="http://www.gliscrittoridellaportaaccanto.com/2014/11/andrea-pistoia-autore-di-ancora-e-mai.html" target="_blank" title="Andrea Pistoia">SCHEDA DELL'AUTORE</a></div> </td></tr> </tbody></table>
Gli Scrittori della Porta Accantohttp://www.blogger.com/profile/18004134177862668527noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8374075239772435691.post-67883321795203531782023-08-19T10:55:00.005+02:002023-08-19T10:55:54.969+02:00Recensione: Iside e lo Sciamano di Phoenix, di Giovanni Gnecchi<img alt="Recensione: Iside e lo Sciamano di Phoenix, di Giovanni Gnecchi" border="0" data-original-height="550" data-original-width="850" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgjev3VKNv86vrvLF2V4IOrGy6yb-yW8M3ZLhd2ADR0k7CW5wbhPEPS6kCP1BDe2xNqQxAweH1od0UJf-gg1eQkoKrpeDoWeZQF04lSNf6NiJq8hyAMoF0wqITBDZlFfEtMJ7gTpMtwDnwa3AeJaocz9VBv5Xu3NrzvQ4ZtpcQhjgQdskmpQZjTdxQAs6C5/s1600/recensione.webp" width="100%"/><br><br>
<h2><span class="h2-post"> Libri </span><span class="nome-autore">Recensione di Andrea Pistoia. </span><i>Iside e lo Sciamano di Phoenix</i> di Giovanni Gnecchi (Youcanprint). Un condensato di nozioni, dalla medicina alternativa all’esoterismo alla religione egizia, ma anche un libro di autoaiuto per gli insegnamenti tra le righe.</h2>
<b> Fin dalle prime pagine s’intuisce quanto <i>Iside e lo sciamano</i> di Giovanni Gnecchi sia originale e spiazzante al tempo stesso. </b> Innanzitutto, la protagonista è Iside (sì, proprio lei: la dea egizia), intenzionata a suicidarsi pur cercando ancora una via di salvezza. Decide così di interpellare il miglior psicologo sulla piazza: il defunto Erickson, soprannominato “Lo sciamano di Phoenix”.
<br />Lo contatta più volte in sogno per chiedergli aiuto e da queste conversazioni la dea resta ogni volta stupita e destabilizzata. Ericsson infatti le pone domande esistenziali che la spingono a mettersi in discussione, a ridimensionare se stessa e la sua visione della vita. E ad aiutarla a superare i suoi blocchi e paure con i loro modi singolari accorrono anche due donne sagge e profonde: Miriam, Shakti.<br />
<br />
<h3>La narrazione non si limita alla storia di Iside, ma si intreccia anche con la vita e le vicende di Caterina, una donna sottomessa e con un passato doloroso.</h3>
<b><i>Iside e lo sciamano</i> di Giovanni Gnecchi segue le vicissitudini della dea e della donna, le quali cercano di affrontare le proprie zone d’ombra evitando al tempo stesso di esserne fagocitate.
</b><br />Ma veniamo a questo punto al mio giudizio dopo la lettura.<br />
Ho trovato azzeccato il fatto che il libro sia stato scritto su più livelli, in modo da lasciare qualcosa al lettore indipendentemente dalla sua sensibilità e cultura. Un primo livello è quello di un romanzo di fantasia che tratta argomenti drammatici e tristemente attuali: di donne che lottano ogni giorno contro i propri demoni causati da un passato che pesa sulle loro menti e i loro cuori.<br />
<br />
<h3>
<i>Iside e lo sciamano</i> è anche un libro di helpself.</h3>
Certi consigli dei comprimari forniti alle protagoniste possono tranquillamente adattarsi alla nostra vita. È anche un condensato d’informazioni e nozioni insolite che spaziano dalla medicina alternativa all’esoterismo alla religione egizia. Ciò dimostra quanto l'autore abbia una cultura che abbraccia campi e letture “di nicchia” (esempio lampante la citazione di Castaneda e dal suo romanzo <a href="https://www.gliscrittoridellaportaaccanto.com/2022/04/recensione-larte-di-sognare-di-carlos-castaneda.html" target="_blank"><i>L'arte di sognare</i></a> nonché ovviamente alcuni concetti di Erickson tratti da <a href="https://amzn.to/3E0MiGA" target="_blank" rel="nofollow"><i>La mia voce ti accompagnerà</i></a>).<br />
Ecco perché il fatto che sia a più livelli può essere apprezzato da chiunque, indistintamente, poiché ognuno presenta delle chicche che rendono il libro ricco di sfaccettature inaspettate e coinvolgenti. Quindi, che noi cogliamo l'aspetto drammatico, onirico, spirituale o esoterico dell'opera, ciò non toglie che il libro ci lascerà qualcosa dentro.<br />
<br /><h3>Un libro veramente curioso sia per la storia che per il modo in cui viene narrata. </h3>
L'opera oscilla tra momenti drammatici e poetici, da profondi a illuminanti, spaziando da episodi commoventi e tragici che gelano il cuore.
<br />In più, la presenza di Caterina e della sua amica Nicole resta un’incognita per gran parte del romanzo, al punto che ci si domanda più volte: “Ma cosa c'entrano con Iside ed Erickson?”<br />
Ciò mantiene alta la curiosità e l’interesse del lettore e lo spinge a proseguire la lettura per capire il legame tra le due donne, la dea e gli altri comprimari.
<br />Non solo, durante la lettura compaiono anche altri personaggi (uno in particolare che non ci si aspetterebbe di trovare in un romanzo), i quali all’inizio sembrerebbero fuori posto o inseriti per ottenere il classico colpo di scena, ma che alla fine trovano la loro giustificazione e utilità, dimostrando come “nulla accade per caso”.
<br />Questo è il motivo per cui consiglio la lettura di questo romanzo, sia per la storia in sé sia per ciò che si cela tra le righe, nonché per le conoscenze fuori dall’ordinario che si possono acquisire.<br />
<br /><br />
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<h3>
Iside e lo sciamano di Phoenix<br />
Il risveglio della dea</h3>
di <b>Giovanni Gnecchi</b><br />
<i>Youcanprint</i><br />
Spiritualità<br />
<b>ISBN 979-1221414615</b><br />
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Ebook 5,49€<br />
<br />
<h4>Quarta </h4>
<blockquote class="tr_bq">
Iside, la Dea della Maternità, della Fertilità e della Magia, dopo aver viaggiato per millenni attraverso lo spaziotempo, precipita ai giorni nostri, durante l'Oscura Era dell'Incoscienza – il Kali Yuga – e perde memoria di Sé e del suo Potere. È depressa, svuotata e pensa di farla finita. In suo aiuto accorre il Dio dei Sogni, Morfeo, che proprio nei sogni la mette in contatto con Milton Erickson, uno degli psiche-terapeuti più innovativi del secolo scorso, tanto da essere soprannominato "Lo Sciamano di Phoenix" per via degli straordinari risultati che ottenevano i suoi pazienti durante e dopo le sue sedute. Inizia così un'avventura dentro e fuori di sé, che la porterà a riscoprire conoscenze ancestrali e a ritrovare la Via del Cuore.</blockquote>
<table class="boxautore"><tbody> <tr><td><div class="foto-pistoia"></div>
<br />
<span class="nomebox">Andrea Pistoia</span> <br />
<div class="pistoia"> <div class="libri"></div> <div class="collana"></div></div>
<div class="social" style="text-align: left;"> <a href="http://www.andreapistoia.it/" title="Sito web"><i aria-hidden="true" class="fa fa-desktop"></i></a> <a href="https://www.facebook.com/andrea.pistoia76" title="Profilo FB"><i class="fa fa-facebook-square"></i></a></div> <div class="vai_alla_scheda"> <a href="http://www.gliscrittoridellaportaaccanto.com/2014/11/andrea-pistoia-autore-di-ancora-e-mai.html" target="_blank" title="Andrea Pistoia">SCHEDA DELL'AUTORE</a></div> </td></tr> </tbody></table>
Davide Dottohttp://www.blogger.com/profile/10930982447612447398noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8374075239772435691.post-10959052606049076732023-08-12T18:52:00.003+02:002023-12-03T18:08:39.110+01:00Recensione: Sur la dalle, di Fred Vargas<img alt="Recensione: Sur la dalle, di Fred Vargas" border="0" data-original-height="550" data-original-width="850" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEh_Y3gZzGEzym-Mt2NnV6NhiX03ETWBfV2vQcEKQJADR2Tymo2zSI1H3U4vep_1-qRQpk7iByXquHGyVlSp3-ecixPo-UjutyYOULZ6iEdpe6sASoPnPQJ_PI_HxWsvyBYIxp-DyeenHhPSEVTYwBm8V45BKY1kqOeJt_HcwUbgO84hrMpkaWUdFNo2Tnee/s1600/recensione.webp" width="100%" /><br /><br />
<h2><span class="h2-post"> Libri </span><span class="nome-autore">Recensione di Davide Dotto. </span><i>Sur la dalle</i> un noir in lingua originale di Fred Vargas (Flammarion). Una nuova indagine del commissario Adamsberg, lo <i>spalatore di nuvole.</i></h2>
Come è noto, il commissario Jean-Baptiste Adamsberg, nato dalla penna di Fred Vargas, si distingue per la particolare tecnica investigativa.
<br />Contrariamente a un approccio convenzionale, Adamsberg si affida in modo sorprendente all'istinto e all'intuizione più spinti, tanto che chi non lo conosce può sentirsi sopraffatto.
<br />Questo stile “non lineare” è in fondo famigliare: abbiamo spesso visto il tenente Colombo cogliere un dettaglio insignificante e seguire un disegno già chiaro in testa, fino alla chiusura dell’indagine.
<br />Nel caso di Adamsberg, però, tale disegno non c’è, o ve ne è uno intricatissimo. Non è nemmeno un disegno, ma una serie indefinita di cause prime, seconde e terze, date dalle “causali convergenti”, dallo “gnommero” che toglie il sonno al dottor Ingravallo, il commissario di Polizia di <a href="https://amzn.to/47uYdtJ" rel="nofollow" target="_blank"><i>Quer Pasticciaccio Brutto de Via Merulana</i></a>.<br />
<br />
<h3>
La mente visionaria del commissario Jean-Baptiste Adamsberg (lo <i>spalatore di nuvole</i>), la capacità di avvertire qualcosa oltre l’evidenza immediata della ragione, sono un “unicum” nel suo genere.</h3>
I suoi percorsi tortuosi si inoltrano negli strati profondi e inaccessibili della psiche, e in nessun caso – contrariamente a Sherlock Holmes – gli consentono di appoggiarsi alla ragione o al metodo deduttivo.
<br />C’è piuttosto una forma di estraniazione, qualcosa di simile a uno stato di “trance”, perché lasciarsi prendere da una di queste intuizioni significa quasi essere assente a se stesso.
<blockquote class="tr_bq">«Torni tra noi commissario. Ma in quali nebbie ha perso la vista, porca miseria?»<br />
«Nella nebbia ci vedo benissimo.»
<span class="cite">Fred Vargas, <a href="https://amzn.to/47tVkcv" rel="nofollow" target="_blank"><i>Il morso della reclusa</i> (Einaudi)</a> </span></blockquote>
I momenti migliori sono le lunghe camminate dedicate alla meditazione e a mettere insieme i pensieri; il tempo trascorso a scarabocchiare e disegnare, in attesa di qualche illuminazione; infine le pause di riflessione davanti al menhir nei dintorni di Combourg, in Bretagna, scenario di <i><b>Sur la dalle</b></i>.
<br /><br />
<h3>Un po’ tutti i suoi collaboratori hanno peculiarità che rendono la squadra del commissario fuori dal comune.</h3>
Tra costoro c’è il capitano Adrien Danglard, che «ama la carta fino alla nevrosi, e lo scritto in ogni sua forma, e i suoi rapporti sono curatissimi». Figura speculare rispetto al commissario (che evita quanto gli è possibile le scartoffie burocratiche, le relazioni, gli inventari e gli elenchi) è noto per l'ostinata razionalità catalogatrice, che si accompagna a una memoria formidabile, tanto che ci si domanda se abbia tre cervelli in più nascosti con cura («si son adjont n'était pas doté de trois cerveaux supplémentaires soigneusement dissimulés»).
<br /><br />
<h3>Non tutti i lettori affezionati sembrano entusiasti dell’ultima avventura di Adamsberg, forse perché supera le cinquecento pagine, oppure perché, a metà di una storia intricata e ricca di deviazioni, è difficile pensare a cosa possa venire dopo senza che la trama diventi ancora più ingarbugliata.</h3>
Ecco alcuni degli elementi presenti in <i><b>Sur la Dalle</b></i>:
<ul>
<li>Un probabile diretto discendente del visconte François-René de Chateaubriand</li>
<li>Una serie di delitti che richiamano leggende locali</li>
<li>Un assassino che è mancino, o forse no (un faux gaucher)</li>
<li>Un branco di adolescenti scapestrati</li>
<li>Una pericolosa organizzazione criminale</li>
<li>Un rapimento</li>
</ul>
<br /><h3>L’edificio creato a qualcuno è parso farraginoso per via di piste che sulle prime sembrano non condurre a niente, elementi di un gioco a scatole cinesi di cui si tirano le somme solo da un certo momento in poi. </h3>
Con il numero impegnativo di pagine, ciò contribuisce a una certa lentezza del romanzo, almeno nella prima metà.
<br />Insomma: <i><b>Sur la Dalle</b></i> è di fatto un movimentato intreccio di diversi casi polizieschi che si collegano a quello principale, ciascuno con la sua vittima, il suo colpevole, e soprattutto il suo movente. Per comprendere a fondo un tale groviglio, il lettore ha bisogno di assimilare il tutto e prepararsi a ulteriori sorprese e colpi di scena. Ci vuole un po’ per capire che l'intrico deriva dalla sovrapposizione di interi universi esistenziali.<br />
Il difficile è comprendere – tra i tanti elementi raccolti – quale sia rilevante, quale no. In tali universi, per via di qualche congettura di troppo, uno Sherlock Holmes non brillerebbe affatto. La ragione infatti non arriva dappertutto, ma uno come Adamsberg diventa piuttosto pericoloso. E infatti a un certo punto arrivano i riscontri, le prove incontrovertibili davanti alle quali non si può più scappare.<br />
<br />
<h3>Il romanzo decolla davvero, superata la metà. Tutto si incastra alla perfezione in un mosaico dettagliato e composito.</h3>
<b><i>Sur la dalle</i> di Fred Vargas </b>richiede alla fine una soglia di attenzione superiore, maggiore pazienza e una lettura accorta.<br />
La particolarità del romanzo – cui non siamo troppo abituati – è una sorta di azzardo: smantella dall'interno la struttura tipica del giallo per poi ricomporlo, non prima di aver concluso un bel po' di storie secondarie e smontato false piste. Tutto con l'aiuto di un filo d'Arianna sui generis: quello che orienta in un labirinto intricato le cui stanze sono i misteri che si intersecano tra loro, i collegamenti nascosti, e dove, da qualche parte, attende la soluzione, qualcosa di simile al Minotauro.<br />
<br /><br />
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<h3>
Sur la dalle</h3>
di <b>Fred Vargas</b><br />
<i>Flammarion</i><br />
Giallo | Noir <br />
<b>ISBN 978-2080420503</b> [ed. francese]<br />
<a href="https://amzn.to/3DReYSa" rel="nofollow" target="_blank"> Cartaceo 23,00€ </a><br />
Ebook 14,99€<br />
<br />
<h4>
Quarta </h4>
<blockquote class="tr_bq">
- Le dolmen dont tu m'as parlé, Johan, il est bien sur la route du petit pont ? <br />- A deux kilomètres après le petit pont, ne te trompe pas. Sur ta gauche, tu ne peux pas le manquer. Il est splendide, toutes ses pierres sont encore debout.
<br />- Ca date de quand, un dolmen ?<br /> - Environ quatre mille ans.
<br /> - Donc des pierres pénétrées par les siècles.
<br /> C'est parfait pour moi.
<br /> - Mais parfait pour quoi ? <br />- Et cela servait à quoi, ces dolmens ? demanda Adamsberg sans répondre.
<br /> - Ce sont des monuments funéraires. Des tombes, si tu préfères, faites de pierres dressées recouvertes par de grandes dalles. J'espère que cela ne te gêne pas.
<br /> - En rien.C'est là que je vais aller m'allonger, en hauteur sur la dalle, sous le soleil.
<br /> - Et qu'est-ce que tu vas foutre là-dessus ? <br />- Je ne sais pas, Johan.</blockquote>
<br />
<table class="boxautore"><tbody>
<tr><td><div class="foto-dotto"></div>
<br />
<span class="nomebox">Davide Dotto</span> <br />
<div class="dotto"> <div class="libri"></div> <div class="collana"></div></div>
<div class="vai_alla_scheda"><a href="http://www.gliscrittoridellaportaaccanto.com/2014/11/davide-dotto-autore-di-il-ponte-delle.html" target="_blank" title="Davide Dotto">SCHEDA DELL'AUTORE</a></div></td></tr>
</tbody></table>Davide Dottohttp://www.blogger.com/profile/10930982447612447398noreply@blogger.com9tag:blogger.com,1999:blog-8374075239772435691.post-17766262541049847062023-08-04T11:12:00.003+02:002023-08-04T11:12:40.875+02:00Recensione: Oro puro, di Fabio Genovesi<img alt="Recensione: Oro puro, di Fabio Genovesi" border="0" data-original-height="550" data-original-width="850" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhVFKyTjyZlhmem_O1MzvrVRHm7rQd8__UosALgyQDo0RzIdkL8oHa7sNuhTB5KunHD35LBb0dvYe6aIyBNXqfuHHZxMakjXpJHDZb2e-vigkyriyBL7Hm7Lwhh-zK9fnEyf8HvcEoIqcItwQRr61ZvDtxHWz9bRVUtPtvRf6TysjbNSb0Wst47F5XvZtRZ/s1600/recensione.webp" width="100%" /><br /><br /><h2><span class="h2-post"> Libri </span><span class="nome-autore">Recensione di Argyros Singh. </span><i>Oro puro</i> di Fabio Genovesi (Mondadori). Imprese, amori, violenze e malintesi dietro la scoperta dell'America, una narrazione emozionale a metà tra romanzo storico e diario di bordo.</h2>
<blockquote>Cantava De André:
Ma voi che siete uomini, <br />
sotto il vento e le vele, <br />
non regalate terre promesse <br />
a chi non le mantiene»
<span class="cite">Fabrizio De André, <i>Rimini</i> (1978)</span></blockquote>
<br />
<h3>
3 agosto 1492: si parte. La storia la conosciamo tutti; possiamo così concentrarci su altre vicende, quasi insignificanti, ma ben più universali di un qualsiasi atto notarile.</h3>
Quindici anni fa, <b>Fabio Genovesi</b> leggeva, nei diari di Cristoforo Colombo, un passaggio che attribuiva a un giovane mozzo inesperto l’incagliamento e la distruzione della Santa Maria. Con i resti della nave, venne costruita la fortezza nota come<b> La Navidad, primo insediamento europeo nell’odierna Haiti</b>.<br />
Ufficiali, re ed esploratori costituiscono però lo sfondo del romanzo, incentrato sul <b> sedicenne Nuno, abitante di Palos e figlio di una prostituta ebrea</b>, chiamata la Vedova, o la Gallega. La donna è una figura indipendente e, insieme al signor Nuno, dal quale il giovane prende il nome, insegna al figlio i fondamenti della lettura e della scrittura.
<br /><br />
<h3>Nuno, il ragazzo, cresce nella Spagna da poco riunificata, dopo secoli di Reconquista, e subisce gli effetti del Decreto dell’Alhambra, con cui il re Ferdinando il Cattolico sanciva l’espulsione dai territori del regno di tutti gli ebrei che rifiutavano di convertirsi al cristianesimo.</h3>
Un evento storico che, per molti spagnoli di origini ebraiche, fu molto più rilevante dell’imminente scoperta delle Americhe.
<br />Nuno però è fortunato. Per una serie di coincidenze, viene imbarcato su una nave che lo porta prima alle Canarie e poi in mare aperto, da dove nessuno – così si diceva – era mai tornato. Fortunato, sì, ma fino a un certo punto.
<br /><b>Lo scalo alle Canarie è un momento significativo.</b> È quel passaggio intermedio, prima del grande salto, dove molti tendono a fare un passo indietro. L’arcipelago è il primo ostacolo, nelle vesti seducenti di un’isola paradisiaca, in cui abitano nativi che guardano soltanto il mare, «e sono contenti così».
<br />E Nuno è tentato di fermarsi tra quelle genti, magari per assistere il frate eremita che ha conosciuto, ma – ancora una volta – un vento invisibile lo sospinge contro la sua volontà, un po’ come Giona in fuga, riportato alla sua dimensione.<br />
<br />
<h3>«La nave è una persona» è la frase che apre il quarto capitolo.</h3>
Lo è per analogia, perché le sue componenti ricordano alcune parti del corpo umano, ma lo è soprattutto per ciò che rappresenta. <b>Un’isola in mezzo al mare, che si lancia da una costa all’altra in cerca di connessioni e di significato. </b>E al suo interno si svolge la vita, l’agire quotidiano espresso da Alonso, dal balbuziente Domenico, dallo Scimmione e dal Biondo. Ciascuno di loro ha qualcosa da raccontare, una missione da compiere, un significato da esprimere in forma individuale e come equipaggio della nave.
<br />E poi ci sono gli ufficiali. <br />
<br />
<h3> A Nuno viene insegnato che a scoprire nuove terre non sono i religiosi, ma i mercanti. </h3>
<b>Marco Polo</b>, sulla cui scia giunsero i predicatori, quasi inviati contro la loro volontà. Il giovane resta affascinato dalla prospettiva di poter vedere i tesori d’Oriente, ma non può non domandarsi perché uomini adulti si diano tanto da fare per il pepe e le altre spezie. A <b>Nuno, chiamato il Granchio</b>, ultimo degli ultimi ancora prima di imbarcarsi, quelle merci che definiscono lo status symbol restano estranee.
<br />Il protagonista è più ammaliato dal sapere. <b> Come anime affini che si cercano in segreto, il capitano, Cristoforo Colombo, chiama quel giovane nella sua cabina. </b> Nuno l’aveva idealizzato, fin troppo, e, dopo un dialogo superficiale, sta per andarsene con una certa delusione. Il capitano lo ferma, perché ha scoperto che il ragazzo sa scrivere e da quel momento lo impiega come <b>scrivano</b>.
<br /><br />
<h3>Colombo continuerà fino alla fine ad affascinarlo: «Perché anche se non volevo, quando il Capitano parlava di anime nobili e sensibili, meno grette e più aperte alla meraviglia del mondo, mi sentivo tra quelle».</h3>
Allo stesso tempo, però, quel granduomo viene descritto come una persona incapace di provare empatia, di porsi a livello umano, e Nuno otterrà soltanto di essere chiamato per nome, ma quello di un altro: Diego.
<br /><b><i>Oro puro</i> di Fabio Genovesi</b> racconta tanto la parte positiva della civiltà occidentale, quella sete di conoscenza che ha spinto l’umanità verso nuovi orizzonti, quanto la parte oscura, caratterizzata dalla tracotanza e dal senso di superiorità per le conquiste raggiunte.
<br />In tal senso, Colombo accoglie in sé questi due aspetti: è un visionario, che basa le sue convinzioni nella fede e – diremmo oggi – nell’analisi dei dati, ma al contempo è incapace di cogliere la piena umanità dei popoli che incontra, parlando subito di loro in termini di <b>sottomissione</b>.
<br /><br /><h3>Nuno è abbastanza sveglio da capire le due dimensioni e ne trae un doppio insegnamento. </h3>
Per esempio, si ispira alle parole del capitano, che affida la spedizione a Dio, e le rielabora a modo proprio.
<blockquote>Aver paura non serve a nulla nella vita, perché non sappiamo nemmeno di cosa dovremmo aver paura veramente. E lo stesso con la speranza: non abbiamo idea di cosa temere né di cosa sperare. Eppure tremiamo e speriamo, tremiamo e speriamo, senza mira, senza scelta, senza senso. Non sappiamo da cosa fuggiamo né dove correre, ma sempre e per sempre fuggiamo e corriamo. A testa bassa e senza capire nulla.
<span class="cite">Fabio Genovesi, <i>Oro puro</i></span></blockquote>
<br />
<h3>Colombo nutre una cieca fede in Dio, ma Nuno prende consapevolezza che la natura non operi in funzione dell’essere umano e che il sole e le stelle brillino nei nostri occhi, ma non per noi.</h3>
Il protagonista ascolta il capitano, che lo ammonisce contro coloro che credono di sapere tutto, pur non ascoltando mai gli altri, o lasciando spazio al silenzio. Forse intuisce che quel discorso costituisca una sorta di autoconfessione non voluta. Il capitano si è riempito di teorie, è euforico per il recente successo della fedelissima corona spagnola sugli arabi, e non vede altro che quel <b>trionfo</b>.
<br /><b>Appena sbarcati dall’altra parte dell’oceano, il suo primo pensiero è di reclamare quella terra in nome di Dio e della corona</b>: un atto notarile scritto ignorando il paradiso intorno, come si fa notare con ironia al termine del diciannovesimo capitolo.
<br />
<br />
<h3>Dopo la conquista, c’è la razzia, di uomini e di merci. </h3>
Gli equipaggi delle tre navi cercano soprattutto <b>l’oro</b>, ed è la prima parola che imparano nella lingua dei <b>nativi</b>. Nei suoi diari, Colombo li descrive come non-umani e parla di loro in termini aberranti.
<br /><b>Nuno trascrive quelle parole, ma non è costretto a condividerle. </b> In cuor suo le respinge, non comprende come una persona tanto grande non riesca a provare quell’empatia e quell’amore che lui ha provato. Perché Nuno conosce un’abitante dell’isola e si innamora, perdutamente. Alle Canarie, la ciurma era andata in cerca di prostitute, mentre Nuno aiutava Alonso a cercare legna da ardere. Oltreoceano, mentre tutti cercano oro, pappagalli e nativi da rapire, il ragazzo trova l’oro puro, «senza lo sporco delle mani che lo afferrano, lo rubano, lo vendono.»: <b>l’amore immateriale</b>.
<br />
<br />
<h3>Il viaggio di ritorno è doloroso, perché la donna è stata presa dall’equipaggio, ma è su un’altra nave. </h3>
Inoltre, <b> Nuno è responsabile dell’affondamento della Santa Maria, momento storico che Genovesi aveva letto in un fugace passaggio dei diari di Colombo</b>, ispirandogli il romanzo.
<br />A ogni modo, gli equipaggi tornano a casa. Inizia un nuovo capitolo della vita di Nuno. Per alcuni mesi, aveva vissuto nel solco della grande storia guidata da Colombo, cercando comunque di ritagliarsi una propria autonomia. Ora, mentre monarchie e mercanti disputano come suddividersi quell’enorme ricchezza, <b>l’esistenza di Nuno ritorna nell’oblio</b>.
<br /><br /><h3>Nuno, o si potrebbe dire Niuno, Nessuno.</h3>
Continua però a scrivere, perché – come gli aveva insegnato il suo vecchio maestro – la scrittura «è un lavoro del cuore», ma anche «del respiro» e, se possiedi quell’ispirazione, non puoi tirarti indietro.<br />
Dopo sessant’anni, un ragazzo innamorato gli porta <b>una lettera che aveva trovato in una botte</b>. Il vecchio riconosce la sua grafia: l’aveva scritta durante il viaggio, quando c’era il rischio di non fare ritorno. Era un ammonimento rivolto alle future spedizioni: «Che nessuno provi mai a ripetere la nostra impresa sventurata, o incontrerà solo acqua salata e tenebre, un mare di tenebre come un enorme specchio scuro in cui trovarci riflessi, e riconoscerci».<br />
<br /><h3><i>Oro puro</i> non è una cronaca o un romanzo storico, né un diario di bordo: quello esiste già e l’ha scritto Colombo.</h3>
La geografia proposta da Genovesi è di tipo <b>emozionale</b>. Si basa sul lasciarsi andare alle correnti e al cambiamento, non in maniera passiva, ma riflessiva.
<br />È vero che l’appello finale è a non cercare nuove terre, ma a tentare «di fare cose nuove» in quelle solite, eppure è proprio Nuno a insegnarci che, con la giusta disposizione d’animo, sia possibile superare i propri limiti, caratteriali e culturali, tornando a casa più umani di prima.<br />
<br /><br />
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<h3>
Oro puro</h3>
di <b>Fabio Genovesi</b><br />
<i>Mondadori</i><br />
Narrativa<br />
<b>ISBN 978-8804773566</b><br />
<a href="https://amzn.to/3qho47C" rel="nofollow" target="_blank"> Cartaceo 19,00€ </a><br />
Ebook 10,99€<br />
<br />
<h4>
Quarta</h4>
<blockquote class="tr_bq">
Palos, Spagna, agosto 1492. Nuno ha sedici anni, ed è un granchio. O almeno questo è il soprannome che gli ha dato sua madre, morta pochi mesi prima, di cui Nuno conserva un ricordo che è dolore e luce insieme. Pur vivendo sul mare, Nuno non ha mai desiderato solcarlo, e preferisce guardarlo restando aggrappato alla terra, proprio come fanno i granchi. Finché, per una serie di circostanze tanto sfortunate quanto casuali, deve imbarcarsi su una nave di cui ignora la destinazione. Si tratta della Santa María, a bordo della quale Cristoforo Colombo scoprirà – per caso e per sbaglio – il Nuovo Mondo. Mentre Nuno si renderà conto, lui che di navigazione non sa nulla, di condividere lo smarrimento coi suoi compagni molto più esperti: tutti spaventati da quell'impresa folle e mai tentata prima. Avendo imparato dalla madre a leggere e scrivere, Nuno diventa lo scrivano di Colombo, e trascorrendo ore ad ascoltarlo sente crescere l'entusiasmo per i grandi sogni di questo imprevedibile esploratore visionario. Attraverso lo sguardo di Nuno, percorriamo il viaggio più importante della storia dell'umanità: i giorni infiniti prima di avvistare terra, fino alla scoperta di un mondo nuovo, una nuova umanità, una nuova, diversa possibilità di intendere la vita. In questo Paradiso Terrestre, Nuno imparerà quanta ferocia, quanta avidità possa motivare le scelte degli uomini, ma anche la forza irresistibile dell'amore, che lo travolgerà fino a sconvolgere i suoi giorni e le sue notti. In questo romanzo, Fabio Genovesi non solo ci racconta la navigazione di Colombo come mai è stato fatto prima, ma ci cala dentro una grande avventura umana, esistenziale e sentimentale, che si snoda attraverso imprese, amori, crudeltà spaventose e improvvise tenerezze, svelandoci come dietro la scoperta occidentale delle Americhe si nascondano violenze, soprusi e malintesi, ma soprattutto l'insopprimibile, eterno istinto degli uomini a prendere, consumare e distruggere tutto, persino se stessi.</blockquote>
<table class="boxautore"><tbody>
<tr><td><div class="foto-singh"></div><br />
<span class="nomebox">Argyros Singh</span><br />
<div class="singh"><div class="libri"></div><div class="collana"></div></div>
<div class="vai_alla_scheda">
<a href="https://www.gliscrittoridellaportaaccanto.com/2014/11/argyros-singh.html" target="_blank">SCHEDA AUTORE</a></div>
</td></tr>
</tbody></table>Davide Dottohttp://www.blogger.com/profile/10930982447612447398noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8374075239772435691.post-3528917411712528022023-07-28T16:05:00.002+02:002023-07-28T16:05:25.901+02:00Recensione: Il lato attivo dell'infinito, di Carlos Castaneda<img alt="Recensione: Il lato attivo dell'infinito, di Carlos Castaneda" border="0" data-original-height="550" data-original-width="850" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEhH6Eu_O2LQrvSrMZ-r3DF0WYQCBzhcGmDKEDCQW0CorrXiMKFJcb47aivRsDRDOqARrBpWhlD_HcoNQIluBZGrgzpY4P1Wvy2ChqR1HWPy5z5eFeclRaxub_0W9hnOWy8vuv7Y80utAEL-87MG5cWoLE5WFxfeA1iJ6IVrO1BudFVy95vedOjQ63iCbTxQ/s1600/recensione.webp" width="100%"/><br><br>
<h2><span class="h2-post"> Libri </span><span class="nome-autore">Recensione di Andrea Pistoia. </span><i>Il lato attivo dell'infinito</i> di Carlos Castaneda (BUR). La naturale conclusione di un percorso narrativo, l'interessante racconto della vita meno spirituale dell'autore dall'adolescenza all'età adulta, con episodi a volte surreali, morbosi e fuori contesto. </h2>
<b> Rispetto a tutti i precedenti romanzi di Carlos Castaneda, <i>Il lato attivo dell’infinito</i> presenta delle peculiarità uniche nel suo genere che possono conquistare o lasciare perplesso il lettore</b>.
Ma quale effetto ha avuto su di me? Come sempre, procediamo con ordine e dall’inizio.<br />
<br />
<h3>
In primo luogo, ne <i>Il lato attivo dell’infinito</i> appare per lo più l’autore e non Don Juan, il suo sciamano mentore.</h3>
Infatti, <b>il romanzo è interamente incentrato su episodi salienti del passato di Castaneda</b>, rievocati per far comprendere quanto abbiano influenzato la sua vita non solo come essere umano, ma anche come apprendista sciamano. Lo stesso Don Juan li analizza saltuariamente per dimostrare al suo pupillo come ogni avvenimento possa essere letto attraverso una<b> chiave spirituale</b>, al di là dell'ordinario.<br />
<br />
<h3>
Così, l'autore si tuffa nei ricordi, i quali coprono il periodo che va dall’infanzia alla maturità, riscoprendo situazioni mai narrate nei libri precedenti, se non appena accennate.</h3>
Ad esempio, vengono menzionati l'ammissione all'università e l'abbandono subito dopo (senza rivelarne il contesto per evitare spoiler). Vengono inoltre ripescate alcune situazioni apparentemente non correlate alla sua crescita interiore, quali per esempio la vicissitudine dello psicologo con la sua segretaria o l'amico alle prese con continui guasti alla propria automobile.<br />
Ciò che potrebbe affascinare di più il lettore affezionato a Castaneda è la rivelazione di episodi legati a Don Juan, soprattutto il suo arrivo da lui e il loro primo vero incontro.<br />
<br />
<h3>
Per interpretare certi episodi, l'autore richiama molti concetti già trattati nei libri precedenti, anche solo per accennarli o sintetizzarli.</h3>
Si torna quindi a parlare del “vedere” di uno sciamano, delle differenze tra un vero Nagual (ovvero Don Juan) e un semplice sciamano, del silenzio interiore, del punto di rottura, del punto di unione, dell’accettazione della morte per uno sciamano, del fermare il tempo, del Sognare e degli inorganici.<br />
Al contempo, vengono forniti nuovi spunti di riflessione come ciò che accade dopo la morte e tutto ciò che ruota intorno ai “predatori” (entità energetiche tutt’altro che benevole verso gli umani).<br />
Come in ogni suo libro, non mancano momenti in cui Carlos Castaneda rischia di morire non solo durante la sua pratica di sciamano ma persino da adolescente e adulto. <br />
Tutto ciò ci conduce al gran finale, tipico dei libri di Castaneda, che rappresenta anche la naturale <b>conclusione di questa collana</b>.<br />
Ed eccoci giunti alla mia personale opinione.<br />
<br />
<h3><i>Il lato attivo dell’Infinito</i>, ha i suoi punti di forza e le sue debolezze.</h3>
Da una parte, è decisamente più comprensibile dei precedenti in quanto incentrato sul passato da “comune mortale” di Castaneda, seppur gli episodi non siano affatto leggeri o spensierati. Al contrario, alcuni di essi sono morbosi, raccapriccianti, disgustosi, grotteschi, drammatici e quasi surreali.<br />
D'altro canto, ci sono anche episodi commoventi e sofferti, profondi e coinvolgenti, al punto che sorprendono il lettore per le molte e insolite esperienze vissute da un ragazzo (e poi uomo). Tutto ciò suscita curiosità e mantiene vivo l’interesse.<br />
Personalmente, però, <b>alcuni episodi mi hanno lasciato perplesso per la loro incoerenza e mancanza di logica</b>, come ad esempio l'esperienza di Castaneda con il "malavitoso".<br />
<br />
<h3> È senza dubbio piacevole e interessante scoprire Castaneda da una prospettiva più umana e terra-terra rispetto a quella a noi più familiare dei libri precedenti, incentrati sul suo apprendistato sciamanico. </h3>
Al tempo stesso, <b>le nozioni sciamaniche restano l’aspetto più interessante del romanzo</b>; ho trovato altresì affascinante il concetto di “infinito”, “cosa succeda dopo la morte” e, perché no, anche i predatori e la loro “fame”.<br />
Mi ha colpito anche il fatto che abbia riassunto in questo romanzo<b> i concetti chiave</b> che già conosciamo Peccato che vengano spiegati in modo talmente rapido e superficiale da risultare incomprensibili (a meno che uno non abbia già letto in precedenza il libro in cui l'autore ne parla in modo approfondito).<br />
D’altra parte, gli episodi vissuti da Castaneda colmano con nuovi tasselli il quadro che ci siamo fatti, arricchendolo di particolari che colpiscono e inteneriscono.<br />
<br />
<h3>
Di contro, alcuni episodi li ho trovati un po’ troppo surreali, morbosi e fuori contesto. </h3>
Certo, a ben guardare ciascuno di essi aveva una sua ragione d’essere e nella crescita interiore dell’autore, eppure alcuni mi hanno fatto, per varie ragioni, storcere il naso.<br />
In definitiva, <b><i>Il lato attivo dell’infinito </i>di Carlos Castaneda non può essere letto come libro a sé stante, ma rappresenta la naturale conclusione di un percorso narrativo</b> che abbraccia l’intera collana dell’autore (che consta, compreso questo, di <b>dieci libri</b>). Ecco perché, per chi ha letto tutti gli altri, immergersi in quest’ultimo non può che essere piacevole quanto “ritornare in un luogo familiare”.
Un libro quindi che non può mancare nella libreria di ogni “fan di Castaneda” e che arricchisce il lettore di nuovi concetti affascinanti e misteriosi. Ma al tempo stesso gli fa scoprire un aspetto inconsueto dell'autore, ovvero quello fuori dalla sua vita di sciamano e immerso nella quotidianità del suo passato di ragazzo e di uomo, come potrebbe essere quello di ognuno di noi.<br />
<br /><br />
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<h3>
Il lato attivo dell'infinito</h3><div><i>Autobiografico</i></div>
di <b>Carlos Castaneda</b><br />
<i>BUR</i><br />
Non-fiction | Saggio narrativo<br />
<b>ISBN 978-8817258890</b><br />
<a href="https://amzn.to/44KpFSm" rel="nofollow" target="_blank"> Cartaceo 10,00€</a><br />
Ebook 7,99€<br />
<br />
<h4>
Quarta </h4>
<blockquote class="tr_bq">
Il lato attivo dell'infinito è la regione a cui accedono gli sciamani dopo la morte. Per prepararsi all'ultimo viaggio nell'ignoto, gli sciamani ripensano e rivivono gli atti e i momenti fondamentali della loro vita: il metodo più efficace per raccogliere la somma totale delle loro emozioni e conoscenze, della propria energia vitale. Per questo don Juan Matus, lo sciamano Yaqui che ha scelto Castaneda, lo esorta a mettere insieme l'"album" delle proprie esperienze. Questo libro è appunto l'album di un guerriero dello spirito.</blockquote>
<br />
<h3>Libri di Carlos Castaneda</h3>
<div class="mappa_mesi">
<script src="https://www.gliscrittoridellaportaaccanto.com/feeds/posts/default/-/CarlosCastaneda?max-results=9999&alt=json-in-script&callback=loadtoc"></script><br />
</div><br />
<table class="boxautore"><tbody> <tr><td><div class="foto-pistoia"></div>
<br />
<span class="nomebox">Andrea Pistoia</span> <br />
<div class="pistoia"> <div class="libri"></div> <div class="collana"></div></div>
<div class="social" style="text-align: left;"> <a href="http://www.andreapistoia.it/" title="Sito web"><i aria-hidden="true" class="fa fa-desktop"></i></a> <a href="https://www.facebook.com/andrea.pistoia76" title="Profilo FB"><i class="fa fa-facebook-square"></i></a></div> <div class="vai_alla_scheda"> <a href="http://www.gliscrittoridellaportaaccanto.com/2014/11/andrea-pistoia-autore-di-ancora-e-mai.html" target="_blank" title="Andrea Pistoia">SCHEDA DELL'AUTORE</a></div> </td></tr> </tbody></table>Davide Dottohttp://www.blogger.com/profile/10930982447612447398noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8374075239772435691.post-20463196305514039692023-07-22T14:26:00.002+02:002023-08-24T19:33:18.047+02:00Recensione: Tre ciotole, di Michela Murgia <img alt="Recensione: Tre ciotole, di Michela Murgia" border="0" data-original-height="550" data-original-width="850" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgHvig7F6rcAcuaH3_Oon2HyouDOT4u7-SJlYlkTzy1QUKRpoBFwqFUUEOwV8xvaJsQxfllkk0T4-iHr34VsDn9jKN_8jFEvgJmqRNLg2DwWaMFCcBSjZSPzkonrFDJ-HRXGg76mKErhiIS6Mbw_iOQY_IhvvSWfrvThNBuD5IbQrRX7PXlVzlxCaDqCo20/s1600/recensione.webp" width="100%" /><br /><br />
<h2><span class="h2-post"> Libri </span><span class="nome-autore">Recensione di Elena Genero Santoro. </span><i>Tre ciotole. Rituali per un anno di crisi</i> di Michela Murgia (Mondadori). Inusuale, sperimentale, una raccolta di tasselli, emozioni e situazioni che perde mordente dopo i primi racconti e non lascia il tempo di empatizzare coi personaggi.</h2>
Inusuale, sperimentale; il primo racconto, ricalca le ultime interviste rilasciate dall’autrice e suona come <b>autobiografico</b>. Alla protagonista viene spiegata la situazione del suo tumore e delle sue metastasi e lei, a quel tumore, dà <b>un nome in coreano</b>. <br />
Il resto no, con Michela Murgia non c’entra nulla, o per lo meno, non in modo immediato ed evidente in base a ciò che il lettore medio conosce di lei.<br />
<br />
<h3>
Alcuni personaggi sono connessi tra loro, altri invece sembrano piovere dal cielo. </h3>
Nessuno ha un nome né una conclusione e al lettore rimangono gli interrogativi. <br />
Mi aspettavo che tra i vari capitoli ci fosse una concatenazione, che comparisse almeno un elemento di un altro racconto, ma il legame, talvolta molto blando, tra i diversi episodi, è meno sistematico di quanto ci si sarebbe attesi. <br />
Il leitmotiv dello smottamento emotivo è evidente, anche il cancro accompagna molti momenti della narrazione. <br />
<b>Una spruzzata di erotismo </b>in qualche scena, che l’editor le avrà detto che serviva per vendere. <br />
Non impazzisco per le raccolte di racconti perché dopo un po’, nel tentativo di abbracciare un filo conduttore, le parti diventano ripetitive e smettono di sorprendere. <br />
<br />
<h3>
Anche <i>Tre ciotole</i>, tolti i primi capitoli, perde mordente e i personaggi si appiattiscono. </h3>
Ciò avviene pure a livello lessicale, con più frasi a effetto all’inizio, e poi sempre meno scoppiettante man mano che si prosegue. <br />
Qualcuno si scandalizzerà per <b>la donna che odia i bambini</b> e intraprende una gestazione per altri, per fare un favore a un amico. Costei si scaglia senza pietà contro i minori di dodici anni, che urlano, che piangono, che corrono, che respirano, <b>che esistono</b>. <br />
A me tutto sommato non ha fatto né caldo né freddo: in qualche passaggio l’ho trovata <b>grottesca</b>. Del resto la scrittura è un lavoro di immedesimazione, quasi teatrale. Murgia interpreta in quel capitolo un punto di vista molto comune e nemmeno del tutto sbagliato: condivido in pieno quando critica l’educazione di facciata, ipocrita, che si basa sulla <b>paura delle punizioni</b> anziché sul <b>rispetto</b>. <br />
<br />
<h3>
Tuttavia, i racconti scorrono così veloci che c’è troppa poca storia per empatizzare con i singoli protagonisti. </h3>
Anche i malati di cancro, che sono tanti, scivolano via senza coinvolgere il lettore. L’atmosfera generale è rarefatta. <br />
Ma il topo innocente, morto ammazzato (male) da tre ragazzini annoiati, mi ha lasciato uno struggimento e un senso di rabbia che non riesco a contenere. Sono rimasta a lungo sottosopra dopo che ho letto. <br />
La stessa Murgia che presta voce esplicita e furiosa al personaggio child-free e lo usa per dare una feroce stoccata ai genitori, con l’episodio del topo e dell’orrore gratuito su una creatura casuale e indifesa, predilige i non detti e i sottointesi. Il topo massacrato per evidenziare la ferocia innata di tre viziati a cui i genitori non hanno mai alzato le mani. Nonostante un’educazione pacifica, loro sono crudeli e violenti ugualmente. E nemmeno se ne rendono conto.<b> La banalità e l’ordinarietà del male.</b>
<br />Sarà che io coi piccoli roditori simpatizzo dai tempi di Tom e Jerry. Quindi non ho apprezzato. <br />
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<h3>
Può un singolo episodio rovinare il gusto di un libro intero? Può. È come mettere aceto al posto dell’olio sulla pasta.</h3>
<b>Michela Murgia è una donna di intelligenza rara.</b> Anche se non condivido tutte le sue posizioni, è una persona da stare a sentire. Ma non consiglierò caldamente la lettura di questo libro. Questa raccolta di tasselli, di emozioni, di situazioni, a mio parere, non è l’opera omnia che la sua mente acuta poteva partorire. Si legge in fretta, ma vedete voi.<br />
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<h3>Tre ciotole<br />
Rituali per un anno di crisi</h3>
di Michela Murgia <br />
Mondadori<br />
Racconti<br />
ISBN 978-8804774891<br />
Ebook 10,99€<br />
<a href="https://amzn.to/44B0lhO" target="_blank" rel="nofollow">Cartaceo 18,00€</a><br />
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<h4>Quarta</h4>
<blockquote>S'innamorano di una sagoma di cartone o di un pretoriano in miniatura, odiano i bambini pur portandoseli in grembo, lasciano una donna ma ne restano imprigionati, vomitano amore e rabbia, si tagliano, tradiscono, si ammalano. Sono alcuni dei personaggi del nuovo libro di Michela Murgia, un romanzo fatto di storie che si incastrano e in cui i protagonisti stanno attraversando un cambiamento radicale che costringe ciascuno di loro a forme inedite di sopravvivenza emotiva. "Una sera ti metti a tavola e la vita che conoscevi è finita." A volte a stravolgerla è un lutto, una ferita, un licenziamento, una malattia, la perdita di una certezza o di un amore, ma è sempre un mutamento d'orizzonte delle tue speranze che non lascia scampo. Attraversare quella linea di crisi mostra che spesso la migliore risposta a un disastro che non controlli è un disastro che controlli, perché sei stato tu a generarlo. In stato di grazia, Murgia scrive per tutti noi un libro estremamente originale che rimanda a una costellazione di altri grandi libri: Il crollo di Fitzgerald, Lo zen e il tiro con l'arco di Herrigel e L'anno del pensiero magico di Didion.</blockquote>
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<table class="boxautore"><tbody>
<tr><td><div class="foto-santoro"></div>
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<span class="nomebox">Elena Genero Santoro</span><br />
<div class="santoro"><div class="libri"></div><div class="collana"></div></div>
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</td></tr>
</tbody></table>Elena Genero Santorohttp://www.blogger.com/profile/07245655566289048514noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-8374075239772435691.post-90931651994839943972023-07-18T22:27:00.000+02:002023-07-18T22:27:20.024+02:00Recensione: Io, Emanuela, di Annalisa Strada<img alt="Recensione: Io, Emanuela, di Annalisa Strada" border="0" data-original-height="550" data-original-width="850" src="https://blogger.googleusercontent.com/img/b/R29vZ2xl/AVvXsEgmvX_d88FwtnQg6EQygj_v94JiVkwEaZWCyl7EWeETFMHRKTTiFVW2MUJ7UsB2ot1d3COOb9xufS5EUwGswW6YTDjUrTFRe8E-auCCX65pP4iOGkfwXPEAaGqVAbndvaDLU6qA_E0JpH8mC70B7PFyrXh_flIsWElD__iDI_xHZbooGYYAoh-fkt4WGAby/s1600/recensione.webp" width="100%"/>
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<h2>
<span class="h2-post"> Libri </span><span class="nome-autore">Recensione di Tamara Marcelli. </span><i>Io, Emanuela, agente della scorta di Paolo Borsellino</i>, di Annalisa Strada (Einaudi Ragazzi). Anche di fronte alla paura, legittima, ci si deve comportare da Uomini. Anzi, da Donne.</h2>
<b><i>Io, Emanuela</i>, di Annalisa Strada</b>, racconta la storia di <b>due sorelle, unite da un sogno, divise dal destino</b>. Una nella sfortuna si è salvata, l'altra nella fortuna è perita. Una storia raccontata con estrema delicatezza, anche nei suoi aspetti più crudi e dolorosi, con un tatto e un pudore che rendono questo libro adatto ai bambini. Che dovremmo far leggere anche nelle scuole.<br />
Due sorelle, una vita normale, una famiglia come tante altre in un piccolo centro di provincia. Su un'isola meravigliosa: la Sardegna. Un sogno, un bivio, il destino.<br />
Un'altra isola all'orizzonte, tra le onde di un mare cavalcato da un traghetto stanco e arroventato dal sole. L'inquietudine, inspiegabile, la paura che poco a poco si fa strada, compagna scomoda di quella voglia di <b>fare il proprio dovere</b>.<br />
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<h3>
Il bisogno di credere in quello che si fa, nella strada che si è scelta, anche se spesso, dolorosamente, la malinconia pervade lo spirito e la voglia di tornare indietro, a casa, si fa invadente. </h3>
La forza di un carattere che non si lascia sopraffare, che spinge a guardare sempre oltre, a non dimenticare che anche di fronte alla<b> paura, legittima</b>, ci si deve comportare da Uomini. Perché la paura fa parte della vita, del gioco della vita, e rispettandola se ne può trarre una forza che non si credeva di avere. E che ogni sacrificio non è vano.<br />
La <b>vita </b>a volte è strana, ma nella sua stranezza manda <b>chiari messaggi</b>, illumina il cammino, apre alcune porte. Non sempre finisce bene. Non sempre siamo noi a scegliere.<br />
È così che la vita sembra una favola da leggere, che anche se sai come finisce la storia speri sempre fino all'ultimo che qualcosa cambi. Allora rallenti la lettura, assapori le parole, una dopo l'altra, ma l'angoscia aumenta. È la consapevolezza di quel che ci aspetta. La speranza non basta. <b>La storia è già scritta. Anche se vorremmo cambiarla.</b> Dare un'altra possibilità, un nuovo finale. <br />
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<div class="leggi-anche">
<span class="h2-post"> Leggi anche </span><a href="https://www.gliscrittoridellaportaaccanto.com/2016/12/la-presunta-trattativa-stato-mafia.html" target="_blank">La presunta trattativa Stato mafia: dagli anni '70 alle indagini delle tre procure</a></div>
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<h3>
Perché specchiarsi nel baratro ci fa cadere dentro. E in fondo c'è solo la paura. </h3>
Quel senso di <b>impotenza</b> che ci aspetta al varco e che, spesso, sembra toglierci il respiro. Che rischia di confonderci. Ma alla paura non puoi opporti. O impari a conviverci, oppure ti risucchia in un vortice senza ritorno. E non possiamo permettercelo, altrimenti spegneresti anche l'ultima fiammella di possibilità di salvezza.<br />
Alcune storie purtroppo sembrano già segnate fin dall'inizio, anche se remiamo in un'altra direzione, la corrente ci porta altrove. Dove non vorremmo andare.<br />
Uno strappo, come quando da un libro tiriamo via una pagina, violentemente, con forza, lasciando piccoli lembi attaccati a ricordarci cosa abbiamo perso. Così è <b>la vita di questa donna</b>, strappata agli affetti, ai suoi sogni, alla sua vita. Estirpata in un attimo, come erba giovane e vigorosa. <br />
<b>Un attimo, uno sguardo, il buio.</b><br />
Rumore assordante, nubi di veleno e sangue, <b>corpi come petali</b>. Strappati. Lanciati lontano, <b>irriconoscibili</b>.<br />
Una vita cos'è? <b>Quanto vale? </b><br />
Un senso, trovare <b>un senso, che non c'è</b>. <br />
Il Male ci inghiotte come spuma di mare, ci rigurgita e ci disperde.<br />
Cosa rimane di noi, delle nostre vite? <b>Il ricordo. </b>Il ricordo di chi ci ha amati, di chi ha letto in noi un senso, un insegnamento, una speranza, un esempio. <br />
<br />
<h3>
La vita può darci possibilità infinite per imparare il valore dell'esistenza umana, dei principi della Giustizia, del rispetto reciproco, dei sogni. </h3>
Sta a noi comprendere e agire secondo questi valori, senza <b>svendere le nostre anime al Male</b>. <br />
Ed è proprio questo che emerge dalle pagine di <b><i>Io, Emanuela</i> di Annalisa Strada</b>, questo piccolo libro per ragazzi, ma che anche gli adulti dovrebbero leggere: <b>il valore di una vita</b>. Non una vita qualunque, una vita come tante altre sì, ma spesa per la giustizia, per quei valori fondanti della nostra civiltà. Una giovane vita con dei sogni, affetti, un forte senso della famiglia e amore per la propria terra, con quel <b>senso del dovere</b> che unisce persone tanto diverse. Che le rende in un attimo parte di una<b> squadra</b>.<br />
<b>Quando indossi una divisa non sai mai se tornerai a casa</b>, lo speri ma non ne hai certezza. Ma la indossi lo stesso, con onore e convinzione. Diventa un rito, un modo per anestetizzare la paura e allontanarla da sé. Per allontanare la morte.<br />
<blockquote class="tr_bq">
19 luglio 1992, domenica. Palermo, Via D'Amelio, ore 16:58.<br />
Io, Emanuela, una donna della scorta del giudice Borsellino, io ci ho creduto fino alla fine, fino a che i miei occhi non hanno incrociato quella Fiat 126, parcheggiata troppo vicino all'ingresso, troppo a ridosso del marciapiede. Ci ho creduto fino alla fine, fino a che non mi hanno strappata e lanciata lontano, lontano da me. Fino a che il buio non ha fatto scendere il sipario sulla mia vita. Ci ho creduto. E' questo che gli altri ricorderanno di me.<br />
<span class="cite">Annalisa Strada, <i>Io, Emanuela</i></span></blockquote>
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</div>
<h3>
Io, Emanuela</h3>
di <b>Annalisa Strada</b><br />
<i>Einaudi Ragazzi</i><br />
Young adult 12 + | Non-fiction <br />
<b>ISBN 978-8866563105</b><br />
Ebook 4,99€<br>
<a href="https://amzn.to/30lHS90" rel="nofollow" target="_blank">Cartaceo 10,45€</a><br />
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<h4>
Sinossi</h4>
<blockquote>
Emanuela Loi, assegnata alla squadra di scorta del giudice Paolo Borsellino, si aggiudicò il triste primato di “prima donna agente di polizia morta in servizio”.<br />
Aveva 24 anni, un fidanzato, una famiglia unitissima e una volontà di ferro. Una carica di esplosivo ha fermato il suo sogno.<br />
Questa è la storia degli ultimi mesi della sua vita.<br />
Un romanzo appassionato, nato da una dettagliata ricerca di fonti per raccontare ai più giovani una pagina intensa e drammatica della nostra storia.</blockquote>
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Per approfondire<br />
<a href="http://temi.repubblica.it/micromega-online/donne-da-scorta-1992-2012/" target="_blank">"Novantadue", ed. Castelvecchi, antologia di saggi sull'anno che ha cambiato l'Italia.</a><br />
<a href="http://video.espresso.repubblica.it/tutti-i-video/rai-storia-le-donne-nelle-scorte/5303/5324" target="_blank">Rai Storia, le donne nelle scorte</a>.<br />
<a href="https://www.youtube.com/watch?v=-q6SDoqUt-M" target="_blank">Blu notte: Paolo Borsellino</a>.<br />
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<table class="boxautore"><tbody>
<tr><td><div class="foto-marcelli"></div><br />
<span class="nomebox">Tamara Marcelli</span><br />
<div class="marcelli"><div class="libri"></div><div class="collana"></div></div>
<div class="vai_alla_scheda"><a href="http://www.gliscrittoridellaportaaccanto.com/p/tamara-marcelli.html" target="_blank" title="Tamara Marcelli">SCHEDA DELL'AUTORE</a></div></td></tr>
</tbody></table>
Gli Scrittori della Porta Accantohttp://www.blogger.com/profile/18004134177862668527noreply@blogger.com0