Gli scrittori della porta accanto

Recensione: Eva e Barbablù, di Emma Fenu e Pier Bruno Cosso

Recensione: Eva e Barbablù, di Emma Fenu e Pier Bruno Cosso

Libri Recensione di Loriana Lucciarini. Eva e Barbablù di Emma Fenu e Pier Bruno Cosso, con le illustrazioni di Camilla Lilliu (PubMe – Collana Gli scrittori della porta accanto). Una storia intensa che esplora le dinamiche dell’abuso e l’urgenza del cambiamento.

Conosco Emma Fenu e ho letto molto della sua produzione letteraria. Siamo diventate amiche per via della comune passione per i libri, per l’universo di Cultura al Femminile e per aver partecipato a eventi organizzati contro la violenza di genere. La violenza sulle donne è un tema a cui entrambe siamo sensibili e per il quale ci impegniamo da tempo.

Emma Fenu e Pier Bruno Cosso: l’incontro di due voci autoriali.

Lasciatemelo dire: Emma Fenu usa parole intrise di poesia, evocative e dure. Sa andare al punto e, quando lo fa, è spietata. È capace di guardarsi dentro e raccontarsi sempre la verità, anche quando fa male. Nei suoi testi narrativi imprime la forza del vento che purifica e ci offre emozioni cristalline, autentiche.
Pier Bruno Cosso è stato invece una piacevole scoperta: scrive con uno stile interessante, anch’esso intriso di liricità. Sa andare a fondo per incontrare i demoni e riesce a trovare le immagini letterarie esatte per mostrarceli. Forse, sull’orlo dell’abisso, ha temuto di non riuscire a tradurre in parole una parte tanto mostruosa? L’impresa era ardua, certo, ma lui ha tenuto il registro giusto per svelare e rivelare le pulsioni e le ossessioni dietro a un uomo abusante e maltrattante. E ha colpito nel segno.

La trama e il simbolismo di Eva e Barbablù.

Il testo drammaturgico di Eva e Barbablù presenta personaggi vivi, delineati attraverso le loro aspirazioni, ingenuità, ossessioni e fragilità. La pièce teatrale ha forza e potenza, ha ritmo e sollecita giuste riflessioni, ha evocazioni e una dolorosa attinenza con la realtà. Il messaggio arriva chiaro: le sottili strategie psicologiche sono messe alla ribalta. Il crescendo degli abusi è la fotografia reale di quanto accade nella vita. I due personaggi, a voci alterne, ci mostrano come il Principe delle favole possa trasformarsi in Barbablù, se dietro la maschera affascinante e perfetta si cela un uomo non risolto e pieno di paure.
La storia ci evidenzia i segnali, ovvero le red flag, di cui tenere conto e che ogni donna deve poter individuare per evitare di finire in una relazione soffocante, che si trasforma in un incubo fatto di violenza e prevaricazione. Eva, purtroppo, accecata dall’amore, scivola ogni giorno un po’ più a fondo. Lei, donna romantica, artista empatica e generosa, scopre solo troppo tardi l’animo oscuro d’orco del proprio partner. Sotto questo aspetto, Pier Bruno Cosso riesce a descrivere con sapienza la psiche di un uomo segnato da un abbandono del passato, che si trasforma in adulto fragile e pieno di demoni, a cui soccombe, precipitando in un’oscurità senza redenzione.

Il mantra della consapevolezza.

Eva guarda la mela che il suo Lui ha lasciato in bella mostra sul tavolo. “Non toccarla” le ha ordinato e lei se ne tiene alla larga, tuttavia il suo sguardo torna sempre lì, a osservare la succosa rotondità del frutto e a desiderarlo.
«Non tentarmi, mela.» Emma Fenu e Pier Bruno Cosso, Eva e Barbablù

Eva, come la Eva del Paradiso, e la stessa irrefrenabile voglia di disobbedire.

Al solo scopo di affermare i propri desideri, le pulsioni, la vera se stessa, di affondare i denti nel dolce nettare della mela. Per riconoscersi e ritrovarsi. Tuttavia, non lo fa: rinchiusa in casa come una moderna e sfortunata Raperonzolo, guarda la porta chiusa e immagina un giorno di darsi alla fuga. Ma è solo velleità di un sogno.
«Non tentarmi, porta.» Emma Fenu e Pier Bruno Cosso, Eva e Barbablù

Solo quando diventerà straziante il suo bisogno di libertà e troppo grande la necessità di riappropriarsi finalmente di se stessa, la fuga diventerà l’unica via. Eva aprirà quella porta chiusa, anche se forse sarà troppo tardi. «Non tentarmi, mela. Non tentarmi, porta.»

Un teatro necessario: il mantra, che si ritrova lungo l’arco narrativo della pièce, è potente e carico di emotività.

Perfetto per mostrare la crescita della consapevolezza della protagonista femminile.
Complimenti agli autori per aver realizzato un testo drammaturgico di pregio, che rappresenta un’importante opera di sensibilizzazione sul tema della violenza di genere, di cui c’è sempre disperatamente bisogno.



Eva e Barbablù

di Emma Fenu, Pier Bruno Cosso
illustrazioni di Camilla Lilliu
PubMe (collana Gli scrittori della porta accanto)
Pièce Teatrale
ISBN: 979-1254589045
Cartaceo 9,00€

Quarta

Eva e Barbablù esplora il tema dell’abuso familiare e della violenza maschile sulle donne. E lo fa attraverso il sapiente utilizzo di due archetipi particolarmente evocativi.
Da una parte Eva, prototipo della donna piena di talenti che, come in un progressivo vortice, rimane invischiata in una relazione che le sottrarrà libertà e autostima. Dall’altra Barbablù, il compagno orco, incarnazione di quella cultura patriarcale e possessiva che, oggettivizzando il corpo e la vita della propria moglie, finisce per macchiarsi del più atroce dei delitti.
I dialoghi serrati tra i due protagonisti ripercorrono in maniera molto precisa le tappe della relazione abusante della quale la donna rimane vittima.
Eppure, malgrado l’epilogo, ciò che gli autori riescono a veicolare è un messaggio di speranza. Nonostante tutto.
Questa coinvolgente pièce teatrale ha il pregio di mostrare le dinamiche che si sviluppano tra le due parti di una storia tossica, ponendo l’accento, senza alcuna edulcorazione, sull’enorme contrasto tra le parole apparentemente d’amore usate dall’abusante e il vero peso delle sue azioni.

Il teatro, con la sua forza evocativa, è uno strumento efficace per accendere le coscienze e stimolare il cambiamento.
Eva e Barbablù non si limita a denunciare, ma spinge a riflettere, riconoscere i segnali della violenza e immaginare una via d’uscita.
La consapevolezza è il primo passo verso il cambiamento.


Loriana Lucciarini


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