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Fiammetta Rossi presenta: Il fantasma del cambusiere

Fiammetta Rossi presenta: Il fantasma del cambusiere

Fiammetta Rossi presenta: Il fantasma del cambusiere

Presentazione Libri Intervista a cura di Andrea Pistoia. Da una live radiofonica su DeejayFox Radio Station, Fiammetta Rossi presenta: Il fantasma del cambusiere (Delos Digital): le vicissitudini di un fantasma scozzese scorbutico e misogino morto assassinato nel 1874 si legano a quelle di una bella donna inglese in fuga che prende in affitto il suo cottage abbandonato.

Fiammetta M. Rossi nasce a Roma nel 1972. Dopo aver trascorso l'infanzia in Sud Africa torna in Italia e si laurea in Economia e Commercio. Negli ultimi quindici anni ha frequentato i corsi di scrittura creativa con Franco Forte, direttore editoriale del Giallo Mondadori, e Francesco Trento, scrittore e sceneggiatore. Ha seguito corsi di specializzazione sul giallo e sul ritmo delle storie tenuti presso la Scuola Holden di Torino.
Attualmente vive a Vigevano, ha tenuto per diversi anni una rubrica radiofonica dedicata ai libri per DeejayFoxRadio ed è stata articolista per il MassaCarraraNews. Oggi lavora come editor free lance, insegna Scrittura Creativa nelle scuole primarie e secondarie di primo grado.
Con i bambini dell'Istituto Comprensivo Diaz e De Marchi di Milano ha curato le antologie di racconti Piccoli scrittori crescono e Emozioni e Brividi tra i banchi di quinta elementare, con l’Istituto Comprensivo Don T. Comelli di Vigevano ha curato l'antologia di racconti Le fantastiche storie dei ragazzi della Don Comelli (edizione 2022, 2023 e 2024), e con l’Istituto Comprensivo di Mede A. Massazza l’antologia Antogno lo gnomo e altre storie, tutte pubblicati con LAReditore di Torino.
Come autrice, ha pubblicato diversi racconti d'appendice con il Giallo Mondadori e per la collana Delitti di Lago con l'editore Morellini, oltre a una raccolta di favole dal titolo Ancora nonna! (Kimerik 2014), e i romanzi per ragazzi: La strana bottega del signor Balaji (Leucotea 2018), Breinen e il segreto della Fonte (Il seme bianco, 2019). Con Delos Digital Editore ha già pubblicato 200 ORE (vincitore del concorso Milano International 2023) e Il fantasma del cambusiere (menzione d’onore al festival Garfagnana in Giallo, 2023).


Ciao Fiammetta. Innanzitutto, di che cosa parla Il fantasma del cambusiere?

Caro Andrea, intanto grazie per l’intervista. Dunque, il romanzo è un mystery thriller ambientato nel 1874. In un villaggio scozzese viene assassinato un cambusiere, Julian Moore, apparentemente senza motivo. Il poveretto, invece di passare a miglior vita, rimane incastrato nel suo cottage e, se da vivo aveva un carattere scorbutico e misogino, da morto è anche peggiorato. Finchè un giorno, casa sua viene affittata da una giovane e attraente fanciulla inglese con fratellino al seguito. Lì per lì, il fantasma pensa di sbarazzarsene spaventando la povera Margareth e quasi ci riesce, ma (c’è sempre un ma!) lei è testarda e non vuol saperne di andarsene soprattutto perché è in pericolo. Qualcuno minaccia di ucciderla. Non solo: qualcosa la lega fantasma visto che lei è l'unica che può sentirlo senza che lui lo voglia. Di sicuro c'è un segreto nella vita di Lady Margareth e un mistero attorno alla morte violenta di Julian Moore. Entrambi dovranno imparare a far conto uno sull'altra per riuscire a convivere e, soprattutto, a far luce sui troppi enigmi che li circondano.
Un giallo, un mistero da risolvere, un po' di humor che di questi tempi ci vuole!

Perché hai scelto questo titolo? Ne avevi altri il lista? Perché li hai scartati?

Il titolo è venuto da solo, non ne ho nemmeno pensati altri, questo mi ha catturato subito, anche perché così il lettore capisce bene di cosa si tratta e non è tratto in inganno: è un giallo, un po' ironico sul tipo di Oscar Wilde.

Dato il contesto in cui è ambientato Il fantasma del cambusiere, certamente hai fatto una ricerca certosina per non commettere errori storici. Dove hai recuperato tutto il materiale? È stato un lavoro che ti ha occupato molto tempo?

Assolutamente sì! Ho letto diversi libri e fatto ricerche geografiche per descrivere al meglio la zona e ricerche storiche per evitare strafalcioni; ad esempioall’inizio volevo usare il treno, ma prima di una certa data la ferrovia non esisteva da quelle parti, quindi ho dovuto “posticipare” il racconto.

Cos’è che ti piace di più del tuo romanzo? Un personaggio, una scena, uno scambio di battute… E perché?

A me piace l’umorismo, la leggerezza, un po' di ironia che non sono affatto sinonimi di superficialità, a patto di non abusarne. Se porto avanti una storia, un messaggio, mi piace anche far sorridere il lettore. A dar retta ai critici che hanno letto il romanzo, il pezzo forte sono i dialoghi; una serie di “botta e risposta” pepati e con ritmo. Ad esempio quando Margareth dichiara guerra al fantasma chiaro e tondo. E non è da lei; la mia eroina è sempre stata un po' succube di orribili parenti. E invece qui trova la forza di ribellarsi. E con un fantasma, per giunta!

Sempre restando sui tuoi gusti, ti riconosci nel protagonista o in qualche altro personaggio? E quello che ti appartiene meno o che proprio non sopporti?

Forse un pochino in Julian Moore, che ha sempre la battuta pronta. Il personaggio che mi è più distante, invece, è la perfida zia Ortensia, acida al punto giusto.

Il fantasma del cambusiere si fa portavoce di qualche messaggio particolare? Lo si scopre facilmente leggendo il romanzo o bisogna "leggere tra le righe" per scoprirlo?

Tra le righe si legge di un’amicizia particolare, della necessità di curare di più e meglio gli affetti. Cosa che Julian impara sulla sua pelle (si fa per dire).

Qual è stato l’episodio più bello che hai avuto legato a questo romanzo o il complimento più gradito?

Oh, questo romanzo mi ha dato tantissima soddisfazione, non solo per i premi vinti, ma anche per le recensioni. Una signora di Ancona mi ha scritto: "Ce ne fossero altri di libri così, capaci di distrarti e regalarti un momento di allegria!" e che vuoi di più?

Ricordiamo che, oltre a Il fantasma del cambusiere, hai pubblicato sia romanzi che racconti, sia thriller che libri per ragazzi. Come mai la scelta di portare avanti due generi così diversi?

Caro Andrea, avevo qualcosa da dire… E l’ho scritto. Probabilmente ero ancora in cerca della mia voce di scrittrice; oggi la mia passione sono i gialli, e i romanzi storici.

Avendo scritto tanti racconti e romanzi, quando ne inizi uno cosa nasce prima? La trama a grandi linee, il finale o un episodio su cui poi costruisci intorno tutta la storia? Ed è un modus operandi che adotti sempre o cambia di volta in volta, a seconda dell’ispirazione del momento?

Il modus è più o meno sempre lo stesso: ho in mente il cuore della trama. Nemmeno la trama… Ma quello che voglio raccontare. Ad esempio: una storia d’avventura durante il periodo coloniale, magari traendo spunto da un fatto realmente accaduto. È come vedere un terreno e immaginarsi la casa che vuoi costruire. Chiaro che poi non viene come te l’eri immaginata, magari anche meglio! L’importante è che appena ho un’idea, la scrivo sul "taccuino delle idee", poi ci rimugino un poco, e quando sono sicura, scrivo un super riassunto di quello che sarà il romanzo, lo divido in capitoli (questa operazione richiede un sacco di tempo) e poi comincia il divertimento!

Ultima domanda, quella di rito: adesso cosa bolle in pentola? Nel senso, stai già lavorandoa qualcosa, ad esempio un futuro racconto o romanzo? Lo stai già scrivendo o è ancora in stato embrionale? Ci puoi già dare un'anticipazione?

La pentola è grossa! Ci sono due romanzi al vaglio, ovviamente storici. Stanno per iniziare i miei corsi di scrittura creativa che tengo per i bambini di quinta elementare e seconda e terza media; che altro? Ah, la partecipazione a diverse antologie gialle: dai Delitti di Lago (Morellini editore) all’ultima uscita: 365 gialli thriller e noir di casa Delos e poi… Un’altra cosa, ma è troppo presto e io sono un filo scaramantica 😊

Grazie mille della disponibilità e in bocca al lupo!

Grazie a te!


Il fantasma del cambusiere

di Fiammetta Rossi
Delos Digital
Mistery thriller
ISBN 978-8825422788
Cartaceo 14,25€
Ebook 3,99€

Quarta


Il fantasma del cambusiere narra le vicissitudini di un fantasma scozzese scorbutico e misogino – Julian Moore – morto assassinato in casa, che vede all’improvviso il proprio cottage abbandonato preso in affitto da una bella donna inglese e dal fratello di dieci anni.
Lui, che in vita era un accreditato cambusiere sulle baleniere e con un carattere tutt'altro che socievole, dovrà fare i conti con inquilini rumorosi che, per colmo di sventura, sono persino incapaci di cucinare.
Il fantasma farà di tutto per mandarli via, però Lady Margareth è testarda e non vuole saperne di andarsene, soprattutto perché è in fuga. Qualcuno minaccia di ucciderla. Non solo: qualcosa tuttavia lega il fantasma alla donna visto che lei è l'unica che può sentirlo senza che lui lo voglia. Di sicuro c'è un segreto nella vita di Lady Margareth e un mistero attorno alla morte violenta di Julian Moore. Entrambi dovranno imparare a far conto uno sull'altra per riuscire a convivere e, soprattutto, a far luce sui troppi enigmi che li circondano.



Andrea Pistoia

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Squid Game: la  potente allegoria della società contemporanea

Squid Game: la potente allegoria della società contemporanea

Squid Game: la  potente allegoria della società contemporanea

Serie TV Di Angelo Gavagnin. Squid Game: disponibile su Netflix la terza e ultima stagione, ancora più violenta, irrazionale e disumana, potente allegoria dei meccanismi spietati che regolano la società contemporanea.

La terza e ultima stagione di Squid Game è uscita su Netflix il 27 giugno 2025in abbonamento sono disponibili tutte e tre le stagioni. Io le ho viste tutte e tre. La prima, una novità assoluta.
Tutti ormai sappiamo di cosa stiamo parlando: persone indebitate senza nessuna possibilità di pagare, che decidono (sono spinte), a mettere in gioco loro stesse, ciò che sono. La speranza e promessa è di un guadagno enorme e veloce, risolutore di tutti i problemi. Quello che non sanno fino all’inizio dei giochi, è che uno solo può vincere e tutti gli altri moriranno.
Naturale che questo scateni l’istinto di sopravvivenza e provochi inaudita violenza anche in chi non sospettava nemmeno di esserne capace.

Si vede subito che ci sono personaggi inclini al sotterfugio, abituati a mentire e a raggirare gli altri.

Infatti, all’inizio sono proprio i più buoni e umani che soccombono. Non avere la minima empatia nei riguardi di nessuno è una qualità che salva i peggiori durante i giochi.
Leggere i rapporti sociali con questo genere di lenti è davvero deprimente, ma forse, con meno violenza fisica e qualche regola che non possiamo certo superare, la tendenza nelle moderne società dei guadagni e dei consumi a ogni costo, è proprio questa. Non sono certo i più buoni a farcela, non c’è un’etica per cui se sei empatico, aiuti gli altri, ti comporti bene e sei incline a volere che il tuo prossimo sia felice quanto te, allora la tua vita sarà un successo e avrai tutto ciò che ti serve perché sei onesto. Purtroppo non è così. Raggiungere il successo è più facile per i cinici, quelli che possono anche truffare (nel senso più ampio del termine) senza sensi di colpa o semplicemente sfruttano l’umanità che hanno intorno.

Mors tua vita mea: in Squid Game ogni morte aumenta il montepremi ai sopravissuti.

È sconvolgente perché è così chiaro come non lo è mai stato, è la fine di ogni fiducia negli altri, anche i più buoni per sopravvivere devono adeguarsi alla cattiveria imposta come regola sociale di sopravivenza. Ogni partecipante si rende conto chiaramente che quelli che riescono a sopravvivere ai giochi sono i peggiori esseri che abbiano mai incontrato, loro hanno le qualità per vincere.

Come in tutte le fiabe, c’è sempre “uno sciocco” che ha la crisi di coscienza.

È il protagonista numero 456 Gi-Hun, che dopo aver vinto il premio in denaro alla prima stagione, decide di usarlo per rientrare nel gioco con l’intento di distruggerlo.
Non aggiungo altro perché si entra nella terza stagione che molti probabilmente ancora non hanno visto. Posso solo dire che, la terza e ultima stagione, è ancora più violenta delle due precedenti e che i protagonisti si trovano ad affrontare situazioni sempre più irrazionali e disumane.
L’orrore è nei giochi ma ancora di più in una società che li rende plausibili.

Squid Game è una potente allegoria dei meccanismi spietati che regolano la società contemporanea.

Dietro tutto ciò, ci sono solo dei ricchi annoiati e in cerca di emozioni forti che si possono comprare, che godono a vedere dei poveracci che calpestano i loro stessi principi per guadagnare tanti, tanti soldi: è ciò che hanno fatto da sempre, ma senza rischiare la loro vita.



Mi è capitato di fare la comparsa al trailer girato a Venezia in occasione dell'uscita della seconda stagione.

Comparse al trailer girato a Venezia in occasione dell'uscita della seconda stagione



Angelo Gavagnin
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Recensione: Terminale, di Claudio Secci

Recensione: Terminale, di Claudio Secci

Recensione: Terminale, di Claudio Secci

Libri Recensione di Elena Genero Santoro. Terminale di Claudio Secci (Delos Digital – Collana Odissea. Narrativa). Un thriller ambientato all'aeroporto di Monaco dal ritmo incalzante, pieno di colpi di scena, senza un solo calo di tensione.

Chi pratica scrittura creativa sa che a volte bastano un dettaglio, un’inquadratura, una persona vestita in modo originale incontrata per strada, qualunque minuzia che possa attirare l’attenzione di una mente fantasiosa per accendere la scintilla dell’ispirazione e dare origine a una storia anche complessa.
A Claudio Secci questa scintilla si è accesa osservando un inserviente, una di quelle persone intente a fare il loro lavoro, che nella maggior parte delle occasioni passano inosservate.

Cosa si cela dietro al grembiule di un uomo che pulisce un pavimento? È nato così Terminale, un thriller dal ritmo incalzante, pieno di colpi di scena, senza un solo calo di tensione.

Il terminale che dà il titolo al libro è quello dell’aeroporto di Monaco in Germania. Lì lavora Chad, un uomo immigrato dal Camerun che, nella speranza di dare una vita migliore alla moglie Randa, alla figlia Shema e al figlio Kofi si è indebitato con la criminalità locale per trasferirsi in Europa.
Chad trascorre una vita nella routine, pulendo i gabinetti dell’aeroporto senza riuscire a vedere il giorno in cui salderà il suo debito. A un certo punto però, la sua esistenza si complica su due piani diversi.

Da un canto c’è la sua famiglia in Africa, che può contattare solo attraverso cellulari malfunzionanti e batterie scariche.

La figlia soffre la fame, il figlio è entrato in un giro di criminalità. Chad chiede l’aiuto di suo fratello Paki, con cui non è in buoni rapporti, per sottrarre la moglie e la figlia a quella condizione disagevole e portarle al sicuro.
Trascorrerà molte pagine del romanzo a crogiolarsi nell’angoscia, spettatore impotente di una situazione di fuga in cui dovrà, volente o nolente, dare fiducia a un fratello di cui non si fida del tutto. Chi sono gli amici? Chi sono i nemici?

E poi c’è la vicenda di Monaco, che Chad vivrà in prima persona.

Tanti anni, fa durante la mia infanzia, leggevo un settimanale per ragazzi dal titolo Il Giornalino. Vi era, tra le altre cose, una riduzione a fumetti di I delitti di Padre Brown, i racconti gialli scritti da Gilbert Keith Chesterton tra il 1911 e il 1935 che hanno come protagonista un prete investigatore, Padre Brown. Mi rimase impresso un episodio in cui padre Brown durante le sue indagini chiedeva: “Chi c’era in casa?” E gli veniva risposto più volte: “Nessuno”.
In realtà, in casa c’era la servitù. Padre Brown faceva notare che figure umili come il maggiordomo o il cuoco vengono percepite più come arredamento che come persone vere e proprie con occhi e orecchie. Il romanzo di Claudio Secci mi ha riportato a quel fumetto, a quella considerazione. Chad è uno di quegli invisibili, di quegli ultimi, un addetto alle pulizie, uno che nessuno nota in quanto persona, che appunto fa parte dell’arredamento di un aeroporto. Eppure di cose ne vede ne sente a iosa al punto che Chad si accorge che nei bagni che pulisce sono in atto dei traffici strani. Intuisce che c’è qualcosa di losco e verrà risucchiato in un affare molto più grosso di lui. Chi sono gli amici? Chi sono i nemici?

Claudio Secci è un ottimo scrittore di thriller.

Tra le sue pagine l’ansia non cala mai ma, come ho già affermato in altre occasioni raccontando i suoi libri, il suo talento imprescindibile è la sua estrema capacità di immedesimarsi in personaggi improbabili e molto lontani da lui. Lo faceva già ai tempi di A piedi nudi, in cui diventava l’adolescente problematica Gisèle. Ora, con enorme sensibilità, Claudio Secci diventa Chad, un immigrato nero, e attraverso i suoi occhi ci farà vivere non solo un’avventura mozzafiato, ma anche la quotidianità di un eroe che nessuno si aspetterebbe. Gli aeroporti sono senz’altro luoghi affascinanti, che pullulano di vita, ma un addetto delle pulizie deve vederne davvero di tutti i colori. Tra quei lavandini e dietro le porte dei bagni passa un’umanità variegata, talvolta stramba, talvolta sopra le righe, che Chad racconta dal suo inusuale punto di vista. Un libro che gli amanti del genere devono assolutamente leggere. Finale shock.


Terminale

di Claudio Secci
Delos Digital | Odissea. Narrativa
Thriller
ISBN 978-8825431865
Cartaceo 16,15€
Ebook 4,99€

Quarta

Attenti a farvi coinvolgere in affari sporchi, soprattutto quando sono più grandi di voi... Chad è costretto a lasciare il suo paese, il Camerun, per cercare di offrire una vita più dignitosa alla sua famiglia. Quando trova un impiego a Monaco di Baviera, le cose sembrano finalmente girare per il verso giusto. Ma, a un tratto, la situazione precipita. Nell'aeroporto in cui è addetto alle pulizie, una guardia giurata corrotta e un mercenario usano le toilette per affari loschi. Chad è coinvolto suo malgrado in un intrigo che sembra senza via d'uscita. Riuscirà a tornare dalla sua famiglia?



Elena Genero Santoro
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