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Ti voglio bene, mamma!, un libro da colorare e personalizzare

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Ti voglio bene, mamma!, un libro da colorare e personalizzare

Libri Comunicato stampa. Ti voglio bene, mamma! (PubMe – Collana Gocce), un libro da colorare, scrivere e disegnare per bambini in età prescolare e scolare, della serie Colora Disegna Scrivi. Una bella idea regalo per la Festa della mamma, per il suo compleanno o per tutte le volte che si sente il bisogno di dirle “Ti voglio bene”.

Quando una mamma
Abbraccia il suo bambino
Si accende una stella
Nel suo cuoricino
E sul suo visino
Compare un sorriso
Che illumina ogni cosa
Di vero paradiso
Perché quelle braccia
Che lo cullano dolcemente
Sono le ali amorevoli
Del suo angelo che lo difende FraSté


Ti voglio bene, mamma!

PubMe – Collana Gocce
Libro da colorare, scrivere, disegnare
Copertina flessibile | 76 pagine
ISBN 979-8320560304
cartaceo 9,00€

Quarta

💖 Un libro da colorare in cui trovi anche tante pagine per disegnare e scrivere ricordi, pensieri ed emozioni legati alla mamma. Una bella idea regalo per la Festa della mamma o per il suo compleanno o per tutte le volte che senti il bisogno di dirle “Ti voglio bene, mamma!”. 💖
  • 21 immagini inclusive da colorare, anche con i pennarelli, grazie allo spessore della carta e al retro scuro che non rivela il rovescio del disegno;
  • due poesie dedicate alla mamma (di FraSté e Stefania Bergo);
  • pagine vuote per disegnare;
  • pagine a righe su cui scrivere i momenti trascorsi con la mamma/le mamme, le emozioni e tutto quello che a voce non si riesce a dire, con domande e testi guida per stimolare i bambini e le bambine a raccontare;
  • possibilità di inserire fotografie o altri ricordi da incollare alle pagine.
🌟 I libri della serie "Colora Disegna Scrivi" della collana gocce sono adatti a bambini tra i 4 e i 7 anni. 🌟

Un libro della serie Colora Disegna Scrivi, per stimolare la creatività dei bambini.

Si tratta di libri per bambini e bambine in età prescolare e scolare con pagine spesse e illustrazioni in bianco e nero.
Colorare permette di esprimere i propri sentimenti, libera le emozioni e racconta il carattere. Più che un passatempo, colorare è un linguaggio che mette in luce lo stato emotivo dei bambini e delle bambine. Rende unica la loro visione del mondo. Nei libri di questa serie troveranno tante immagini da colorare, con disegni semplici dai contorni netti, da personalizzare a proprio piacimento. Tutte le illustrazioni sono frutto dell'intelligenza artificiale e corrispondono al tema proposto dal titolo (cercando di essere il più inclusive possibile nel caso in cui il tema riguardi le persone). Il retro di ogni immagine è scuro, in modo che non sia visibile il rovescio del disegno nemmeno utilizzando i pennarelli.
Nei libri di questa serie c'è anche spazio per disegnare e scrivere (con l'assistenza di un adulto, se non autonomi), seguendo i suggerimenti legati al tema, per stimolare l'espressione della creatività, aumentare la capacità di comprensione tra le parole e le immagini e agevolare la capacità linguistica.
Per ogni libro sono presenti anche due filastrocche originali a tema, scritte utilizzando un linguaggio appropriato all'età di lettura. Tutti i testi sono in stampatello per agevolare anche la lettura autonoma nel caso dei più piccoli.
In ogni libro si trovano anche delle pagine vuote su cui incollare fotografie, biglietti, foglie, ritagli o piccoli oggetti seguendo il tema del titolo, per personalizzarlo come fosse un diario da conservare o regalare.

Tutti i libri della serie Colora Disegna Scrivi

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Canzoni come poesie: «Autodistruttivo» e «La rabbia non ti basta» da Sanremo 2024

Canzoni come poesie: «Autodistruttivo» e «La rabbia non ti basta» da Sanremo 2024

Canzoni come poesie: «Autodistruttivo» e «La rabbia non ti basta» da Sanremo 2024

Musica Di Tamara Marcelli. Dai versi alle note, quando le canzoni sono poesie: Autodistruttivo di La Sad e La rabbia non ti basta di BigMama. Due testi che parlano ai giovani del loro disagio, di inadeguatezza, suicidio, autolesionismo ma anche di bullismo, violenza di genere e bodyshaming. Per farli sentire compresi e meno soli.

Dal Festival della Canzone Italiana di Sanremo 2024, vi propongo alcune canzoni coraggiose, con testi che devono farci riflettere. Parole e musica che colpiscono come pugni nello stomaco.


Autodistruttivo di La Sad

Il disagio giovanile, la mancanza di lavoro, la solitudine, le delusioni, le incomprensioni rappresentano purtroppo un pericoloso accelerante per gesti estremi, atti autolesionisti e distruttivi.
La rabbia di non essere come si vorrebbe può portare la mente a credere di non valere abbastanza, di valere niente. Quel senso di vuoto interiore che deve essere riempito, sfamato; quel senso di impotenza, di inadeguatezza, di insensibilità che deve essere tagliato, per provare una sensazione che sembra possa donare quella vitalità che manca. La frustrazione di vedersi sempre peggio, sempre un passo dietro agli altri. E non riuscire a darsi una possibilità. Il vortice dell'abulia che ti getta ancor più nel buio. Ma una luce c'è sempre, pur flebile. Bisogna lasciarle spazio per illuminare la strada davanti a noi e gettare le ombre alle spalle.
La Sad è un gruppo pop punk formato nel 2020 da Theø (Matteo Botticini), Plant (Francesco Emanuele Clemente) e Fiks (Enrico Fonte).
Sostengono Telefono Amico per la prevenzione del suicidio [www.telefonoamico.it].

E sto nella sad!

Questa è la storia di un’altra vita sprecata
Di un figlio triste appena scappato di casa
Lui è cresciuto in fretta dopo un’infanzia bruciata
Con sua madre che urlava, il padre che lo picchiava

Per loro non ha senso credere nei sogni
Ma lui sa che il suo tempo vale molto più dei soldi
E vive sotto effetto per scappare dai ricordi
Di un angelo sui tacchi col diavolo negli occhi

L’amore spacca il cuore a metà
Ti lascia in coma dentro il solito bar
Nessuno resta per sempre tranne i tattoo sulla pelle
Prendo qualcosa se qualcosa non va

E vomito anche l’anima per sentirmi vivo dentro ‘sto casino
Affogo in una lacrima perché il mio destino è autodistruttivo
E prendo a pugni lo specchio io non ci riesco a cambiare chi vedo riflesso
Il tuo cuore è di plastica e starti vicino è autodistruttivo

Questa è la storia di un mare di delusioni
E affoghi fino a quando non provi emozioni
Lui ha imparato come si sopravvive là fuori
Molto più dagli errori che dai suoi professori

L’amore spacca il cuore a metà
Ti lascia in coma dentro il solito bar
Nessuno resta per sempre tranne i tattoo sulla pelle
Prendo qualcosa se qualcosa non va

E vomito anche l’anima per sentirmi vivo dentro ‘sto casino
Affogo in una lacrima perché il mio destino è autodistruttivo
E prendo a pugni lo specchio io non ci riesco a cambiare chi vedo riflesso
Il tuo cuore è di plastica e starti vicino è autodistruttivo

E sono solo uno dei tanti
Col sorriso triste e con gli occhi stanchi
Che non riesce più a fidarsi degli altri
Con una mano mi abbracci e con l’altra mi ammazzi

E sono stato sempre quello solo
Perché non sono mai stato come loro
Che hanno lo sguardo pieno d’odio e il cuore vuoto
Il nostro amore maledetto mi mancherà in eterno

E vomito anche l’anima per sentirmi vivo dentro ‘sto casino
Affogo in una lacrima perché il mio destino è autodistruttivo
E prendo a pugni lo specchio io non ci riesco a cambiare chi vedo riflesso
Il tuo cuore è di plastica e starti vicino è autodistruttivo


La rabbia non ti basta di BigMama

Contro il bullismo, la violenza di genere, il bodyshaming anche il messaggio nascosto in una una canzone può fare molto. Può raggiungere qualcuno che si sente solo, incompreso e può aiutarlo a reagire, a prendere consapevolezza di se stesso. Ad accettarsi per quel che è, ad allontanare da sé le parole degli altri, a non dare troppa importanza alla cattiveria e, soprattutto, a chiedere aiuto, smettendo di alimentarsi di rabbia.
Al di là di semplificazioni e riflessioni sterili, l'unico messaggio che si può tentare di dare è: non vergognarsi, accettarsi e rispettarsi. Guardare a se stessi da bambini può far riscoprire un coraggio che non si credeva di avere. E allora per proteggere quel bambino del passato ci si può riscoprire, alla luce di un sogno, e dare una nuova possibilità. Riconoscendo i propri errori e guardandosi negli occhi, allo specchio.
BigMama, nome d'arte di Marianna Mammone, è una rapper italiana.

Se potessi andare indietro ti darei una casa vera in cui dormire
Se anche fossi solo vetro ti coprirei per strada e mi farei colpire

Spalle larghe, la testa sopra ma i sogni ancora più in alto
Parole tante, ma poi strappate da ciò che diceva un altro
Pochi anni ma tanti sbagli che manco facevi tu
Li nascondevi tra lacrime d’odio che riempiva i tuoi occhi blu

Coi pugni stretti e i pensieri fragili, guardati adesso
Crollavi sempre anche con basi stabili, ma ora detesto
Pensare a te come una di quelli lì, che ci hanno perso
Pezzi di loro per darne agli altri
Pezzi di cuore come gli scarti

Guarda me
Adesso sono un’altra
La rabbia non ti basta,
Hai cose da dire
Se ti perdi segui me
Quel vuoto non ti calma
È il buio che ti mangia e non ti fa dormire

Animo buono ma riempito d’odio
Per far testa a quello degli altri
Più di un colpo d’arma da fuoco
E ti restava solo incassarli
È facile distruggere i più fragili
Colpire e poi affondare chi è solo

Copri le lacrime segreti da tenere, non farti scoprire
Lo sai che a casa non devon sapere, cosa dovrai dire
Una figlia che perde chi la vuole avere, quindi apri ferite
Vorresti solo un altro corpo
Ma a quale costo?

Guarda me
Adesso sono un’altra
La rabbia non ti basta,
Hai cose da dire
Se ti perdi segui me
Quel vuoto non ti calma
È il buio che ti mangia e non ti fa dormire

Non ti fa dormire
Non ti fa dormire

Se potessi andare indietro ti darei una casa vera in cui dormire
Se anche fossi solo vetro ti coprirei per strada e mi farei colpire

Guarda me
Adesso sono un’altra
La rabbia non ti basta,
Hai cose da dire
Se ti perdi segui me
Quel vuoto non ti calma
È il buio che ti mangia e non ti fa dormire

Credere nei propri sogni salva
Se vuoi ballare balla
Non puoi sparire
Se ti perdi segui me
Quel vuoto non ti calma
È il buio che ti mangia e non ti fa dormire

Non ti fa dormire,
Non ti fa dormire


Tamara Marcelli

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Recensione: Lezioni sulla guerra e sulla pace, di Norberto Bobbio

Recensione: Lezioni sulla guerra e sulla pace, di Norberto Bobbio

Recensione: Lezioni sulla guerra e sulla pace, di Norberto Bobbio

Libri Recensione di Davide Dotto. Lezioni sulla guerra e sulla pace di Norberto Bobbio (Laterza). Una lucida analisi che, al di là delle questioni ideologiche o di parte, rappresenta il banco di prova del genere umano, “vittima e carnefice” di sé stesso.

Nelle Lezioni sulla guerra e sulla pace di Norberto Bobbio, il confronto con il pensiero greco o con i classici è mediato e trasversale. L’approccio è giustificato dal tema strettamente legato, nelle sue implicazioni, alla modernità, in particolare alla nascita degli Stati Nazionali e alla teoria della Sovranità. Si collega direttamente, infatti, al pensiero e alle opere di Thomas Hobbes, Grozio, John Locke, al giusnaturalismo e al positivismo giuridico.

Al di là e al di fuori di ogni questione ideologica, l'interesse principale è rivolto ai conflitti tra gli Stati, alle strategie per evitarli, e al ruolo del “diritto” rispetto a un certo utilizzo della “forza”. L'importanza del tema è evidente.

Nel corso dei secoli è cambiata la concezione della guerra, e ci si è messo il progresso, l’evoluzione tecnologica, la preoccupazione di chi ha cominciato a domandarsi: “Come si è giunti fino a questo punto?” Fino a quando la guerra è stata «un passaggio necessario dello sviluppo umano»?
Nel dibattito che ne consegue, le "lezioni" esaminano da un punto di vista razionale (e formale) le diverse prospettive. 
Da un lato quella di chi abbia o non abbia la titolarità del potere politico: ci si concentra quindi sulla struttura e sulle regole che governano la società, ritenendo dato un certo contenuto normativo senza possibilità di contestazione.
In un simile scenario, Antigone che disobbedisce al decreto di Creonte avrebbe torto e il suo atteggiamento risulterebbe «difficile da comprendere», votata com’è a «una disperata follia di annientamento e distruzione» (così la recente analisi di Eva Cantarella, Contro Antigone, Einaudi).


Dall’altro però un discorso “razionale” significa anche “rinsavire", riflettere sui pro e i contro, tornare sui propri passi.

In quest’ottica, l’incapacità di Creonte di prendere posizione davanti al buon senso di Antigone emerge in modo emblematico.
Si tratta delle condizioni, delle regole (se ci sono, chi le stabilisce?) e dei limiti dell'uso della forza. 
Per esempio: cosa non ha impedito che la Seconda Guerra Mondiale si concludesse con lo sgancio delle bombe su Hiroshima e Nagasaki? A una domanda del genere non si riuscirà mai a rispondere, forse perché si parte da definizioni come se non bastasse vederla, la guerra, per riconoscerla.
Tuttavia una definizione formale («che escluda qualsiasi considerazione teleologica della guerra, cioè una definizione che contenga un riferimento anche allo scopo perseguito dai combattimenti») qualcosa di significativo lo dice.
La guerra è un conflitto violento tra gruppi sociali mediante forze organizzate. Max Weber

Se ciò è vero, non solo la razionalità arretra: il diritto, di cui la guerra rappresenta l'antitesi, fa un passo indietro.

Il diritto stesso si trasforma in forza quando, in determinate circostanze, ha la necessità di imporsi e farsi valere. Insomma: il problema presenta una sua circolarità, perché da qualunque parte lo si guardi, non c'è modo di mettere un punto fermo. Si arriva anzi al paradosso che il diritto e la guerra abbiano lo stesso scopo: mantenere – il primo – o ristabilire – la seconda – la pace (nel senso di ordine).
Ciò che è giusto o sbagliato, etico o non etico, secondo questo ragionamento ipotetico deduttivo o logico formale si basa alla fine su quello che di volta in volta è proibito o comandato e il “buon suddito” vi si conforma. Nell’Antigone di Sofocle, Ismene segue scrupolosamente il decreto di Creonte (il divieto di seppellire il fratello Polinice). Non pensa nemmeno di violarlo, per timore della sanzione. E anzi consiglia ad Antigone di comportarsi allo stesso modo.
Tuttavia, Antigone – ed è questo il punto – si pone su un livello diverso: non tutto ciò che la legge vieta o comanda è necessariamente giusto.

Vi è quindi una “frattura” di per sé insanabile tra una divergenza di vedute e i soggetti interessati.

Perché, alla fine, uno Stato (e chi lo rappresenta) non decide e non può decidere allo stesso modo di un individuo singolo. E il singolo individuo non può mettere in discussione qualunque decisione normativa: si deve presumere che le decisioni di alto livello (politiche e normative) siano state prese a ragion veduta soppesando pro e contro, con la garanzia che esse vengano opportunamente riformate e riformulate con il mutare delle circostanze.

Non viene meno cioè la responsabilità di determinate scelte o nell’aver dato a una norma un certo contenuto.

Non viene meno quella di Creonte nell’aver stabilito un certo decreto, come non viene meno la responsabilità dello Stato che, sul piano internazionale, ponga in essere dati comportamenti perseguendo determinati fini.
Ci sono quindi dei limiti da osservare, sia sul campo normativo sia - soprattutto - nell'impegnarsi in un conflitto. Norberto Bobbio, nel riepilogare nelle sue lezioni le varie posizioni, teorie e scuole di pensiero, ricorda che da parte dei positivisti vi sono almeno quattro limiti della guerra da prendere in considerazione:
limiti rispetto alle persone: la guerra è rivolta contro i militari, non contro le persone;
limiti rispetto alle cose: non tutto ciò che è proprietà del nemico può essere oggetto di violenza bellica, ma soltanto gli obiettivi militari;
limiti rispetto ai mezzi: esiste tutta una serie di norme che disciplinano l'uso di certi mezzi, che sono andate formandosi attraverso i secoli. Norberto Bobbio, Lezioni sulla guerra e sulla pace

Qualcosa ci suggerisce che un po' tutti siano stati violati piuttosto spudoratamente. Le guerre mondiali hanno contato un numero spropositato di vittime civili.

Per i limiti del secondo tipo si comincia (o si deve tornare) a parlare di domicidio. Per quanto riguarda i mezzi impiegati o disponibili (gli ordigni termonucleari) diventa problematico discutere di uno jus belli.
Possiamo allora giungere alla conclusione che la guerra oggi non conosce più assolutamente limiti giuridici, né rispetto alla legittimità, né rispetto alla legalità: questi termini non hanno più alcun valore. Norberto Bobbio, Lezioni sulla guerra e sulla pace
Viene persino il dubbio che terminata una guerra vi possa essere ancora un dopo, quello che l'Oppenheimer di Christopher Nolan non riesce a vedere o ciò che esso possa rappresentare nel proseguo della storia umana.


La "pace" rischia di rappresentare un argomento che non va oltre i termini in cui si trova confinata. Dipende da ciò che presuppone il suo concetto: interruzione (definitiva, temporanea, per quanto tempo?) delle ostilità, o tregua.

Quest'ultima potrebbe protrarsi per decenni, senza che venga del tutto meno lo spettro di una ripresa del conflitto.
Solo per fare un paio di esempi: la pace tra le due guerre mondiali è stata una pausa, tanto che qualcuno ha parlato di una nuova guerra dei trent'anni (1914-1945). Si veda Arno J. Meyr, Il potere dell'Ancien Régime fino alla Prima Guerra Mondiale.
Il periodo di pace in cui si è sviluppata la cultura e il pensiero della Grecia antica – culla di quella europea – lo spiega bene Luciano Canfora nel suo Il mondo di Atene – non è stato altro che un susseguirsi di tregue di questo genere.
La pace è, insomma, un puro fatto contingente e mai una condizione permanente di armonia.
Il pacifismo appartiene alle correnti che vedono al di là della storia come è stata finora. Norberto Bobbio, Lezioni sulla guerra e sulla pace

La storia è fatta di guerre, c'è poco da fare: date, protagonisti, strategie da ricordare. Quelle combattute in Europa nell'evo moderno non sono certo poche.

L'idea kantiana di una pace perpetua è non solo al di fuori di ogni realtà, ma nasconde al suo interno una possibile prospettiva distopica.
La lucida analisi delle Lezioni sulla pace e sulla guerra di Norberto Bobbio ci conduce, alla fine, al cuore di un problema cruciale della storia umana. E lo fa attraverso un intricato labirinto di pensieri, teorie e prospettive che ne richiamano altri. Sono teorie nate prendendo di petto problemi moderni senza confrontarsi direttamente con il pensiero greco anche se lo presuppongono.
Sul piatto vengono messe molte questioni da cui emerge un quadro assai complesso che non contempla mai soluzioni semplici. Le stesse iterazioni umane ne sfuggono spingendo a una continua esplorazione e comprensione di un mondo in movimento.

Ed è proprio questo ciò cui esortano queste lezioni: al di là delle questioni ideologiche o di parte, guerra e pace rappresentano il banco di prova del genere umano, “vittima e carnefice” di sé stesso.

Se ogni tanto qualche voce si leva tra le altre, esprimendo il proprio dissenso, significa che qualcuno prende posizione e rifiuta di adeguarsi “a certi terribili meccanismi” restituendoci un “volto umano” e quindi meno estraneo, meno aggressivo e soprattutto meno anonimo (così si esprime David Grossman nella raccolta dei suoi interventi Sparare a una colomba).
Questo è il ruolo di Antigone, punto di partenza e conclusione di un simile viaggio. E questo è anche il ruolo di un certo modo di affrontare il problema, in grado di mostrarci quando e perché certe costruzioni al lato pratico non funzionano e non ci si debba mai stancare di cercare, domandare, tornare sui propri passi.


Lezioni sulla guerra e sulla pace

di Norberto Bobbio
Laterza
ISBN 978-8858153543
Cartaceo 19,00€
Ebook 12,99€


Quarta

Subito dopo la crisi di Cuba, che aveva portato il pianeta sull'orlo dell'olocausto nucleare, Norberto Bobbio elaborò le sue lezioni sulla guerra e sulla pace. In questo scritto inedito, il grande filosofo torinese discute le teorie con cui nella storia si è giustificata la guerra o si è cercato di superarla. Un lavoro di grandissima chiarezza e linearità, tornato oggi, purtroppo, di estrema attualità. Nel 1964 Norberto Bobbio decide di dedicare le sue lezioni di filosofia del diritto al tema della guerra e della pace. Un tema – non nuovo nella riflessione dei giuristi e dei politologi ma poco frequentato nei corsi universitari – che a Bobbio pare meritevole di essere trattato, non solo perché adatto a una ricostruzione storica e teorica di ampio respiro ma soprattutto perché reso urgente dal pericolo della guerra atomica, nel pieno della crisi dei missili di Cuba. Il libro espone e discute le varie teorie con cui nella storia si è tentato di giustificare la guerra e le diverse correnti pacifiste che hanno cercato di superarla, di ciascuna mettendo in luce gli argomenti, le incongruenze, i punti di forza e gli elementi di debolezza. Qui Bobbio avanza la sua celebre tesi circa l'impossibilità di giustificare la guerra in un'epoca in cui l'uso di armi così potenti rischia di mettere in questione la stessa sopravvivenza del genere umano. Un testo destinato a diventare imprescindibile rispetto a un dibattito contemporaneo spesso non all'altezza della drammaticità dei tempi che viviamo.


Davide Dotto

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