Gli scrittori della porta accanto

Carmela in libertà, di Elvira Rossi: un estratto

Carmela in libertà, di Elvira Rossi: un estratto

#booktok Un estratto di Carmela in libertà, un romanzo storico di Elvira Rossi (PubMe - Collana Gli Scrittori della Porta Accanto): «Cosa avrebbe potuto dire lei che al referendum del 2 giugno aveva votato per la Repubblica? Non condivideva affatto l’entusiasmo del marito per un partito che evocava un passato defunto. E poi quel re che aveva gettato l’Italia in pasto al fascismo, se lo erano già dimenticato?»

La contessa Marrazzi sarebbe arrivata alle quattro del pomeriggio di domenica 10 maggio. Per quel giorno l’accoglienza era stata preparata nei dettagli.
Don Luigi si era recato apposta in centro per acquistare al bar Medici la miscela più pregiata di caffè. La tostatura effettuata al mattino avrebbe inondato la casa di un aroma delizioso che sarebbe perdurato fino a sera. A Marta, alquanto recalcitrante, fu imposto di indossare una divisa: un camice di raso nero con sopra un grembiule bianco. Fu stabilito che la domestica si sarebbe occupata di macinare i chicchi di caffè, di mettere la polvere fine nella napoletana per sei tazze e di assicurarsi che la bevanda fosse ben calda. Lei avrebbe portato il vassoio nel salone, ma a servirlo sarebbe stata la signora Cecilia. I bambini, sotto la sorveglianza di Carmela, non avrebbero dovuto lasciare la propria stanza per nessuna ragione. Questo l’ordine perentorio del padre a cui Lucia, con aria birichina, replicò: «Neppure se viene il terremoto?»
«Neppure se viene il terremoto.»
Alla risposta che sapeva di minaccia, Guido, Lucia e Pasqualino si scambiarono uno sguardo, capirono che non c’era alcuna possibilità di contrattazione e si arresero. Per fortuna, per loro c’era sempre Carmela.

Nel quartiere l’arrivo della contessa non passò inosservato.

Qualche passante si fermò ad assistere alla scena. Sembrava proprio di essere al cinematografo. Non si erano mai viste una macchina così lussuosa, né una signora tanto raffinata. L’autista della Mercedes consegnò a Marta un numero esorbitante di volantini e un pacco di proporzioni più modeste di fotografie, riservate agli elettori più fedeli come ebbe a precisare più tardi la contessa. Don Luigi aveva invitato due amici affezionati: il barone Consalvo, il quale pur avendo subito, a causa della riforma agraria, un redditizio esproprio nella piana del Sele, restava uno dei maggiori latifondisti della Campania, e il cavaliere Marrocco, insignito di varie onorificenze per le campagne d’Africa.
In salotto, dopo i convenevoli e le presentazioni, la contessa affermò con orgoglio che la giovane amica fotografata al suo fianco era nientemeno che Maria Pia di Savoia. A tale rivelazione, tra i presenti si diffuse un «oh!» di ammirazione.
La signora Cecilia fece gli onori di casa, servì il caffè nelle tazzine di porcellana poste sopra un vassoio di argento, con cucchiaini e zuccheriera anch’essi di argento. Seduta sul divano accanto alla contessa, seguì in silenzio la conversazione. Di intervenire non se ne parlava proprio, che cosa avrebbe potuto dire lei che al referendum del 2 giugno aveva votato per la Repubblica? Non condivideva affatto l’entusiasmo del marito per un partito che evocava un passato defunto. E poi quel re che aveva gettato l’Italia in pasto al fascismo, se lo erano già dimenticato? Elvira Rossi, Carmela in libertà

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Plasticamente

Carmela in libertà

di Elvira Rossi
PubMe - Gli scrittori della porta accanto
Romanzo storico
ISBN 9791254585634
Cartaceo 11,00€
Ebook 2,99€

Quarta

Nel cuore della provincia della Avellino degli anni Cinquanta, il destino di Carmela si intreccia con le vicende di un’Italia che cerca di risollevarsi dalle rovine della guerra e sperimenta un nuovo corso politico con l’affermazione della Repubblica.
Costretta a guidare greggi per sostenere la sua famiglia, Carmela è un’adolescente analfabeta che si trova immersa in una società rurale caratterizzata da arretratezza e rapporti di subalternità. Attorno a lei si muovono numerosi personaggi, ognuno con la propria voce che definisce il tessuto sociale e storico dell’epoca.
La storia si trasferisce a Salerno quando, per una serie di circostanze, Carmela entra a servizio dei De Bonis, una famiglia agiata. In questa nuova realtà il divario sociale, evidenziato da scene di estrema povertà e di umanità dolente, si fa più netto e suscita il malcelato ribrezzo della gente perbene.
È qui che emerge in Carmela – acuta osservatrice di un mondo che impara a poco a poco a conoscere – un forte desiderio di libertà, emancipazione e giustizia sociale, determinata a realizzare un’esistenza al di là dei limiti imposti dalla propria e altrui condizione.

Con la prefazione del professore Alberto Granese, già ordinario di Letteratura Italiana all’Università di Salerno.

«Sì, sono ignorante, non è colpa mia. L’ha voluto mio padre, ma prima ancora l’ha deciso chi non gli ha dato la possibilità di frequentare la scuola. Se la società è ingiusta, non posso fidarmi né delle sue regole né della sua morale. Il passato e il presente non mi convincono. Voglio scegliere da me. Detesto le imposizioni, sarò io a decidere quello che è bene e quello che è male per me. Non so che cosa farò, intanto io non voglio essere né una ragazza seria né una ragazza poco seria. Voglio essere Carmela in libertà. Se qualcuno pensa di impormi qualcosa solo perché sono analfabeta si sbaglia di grosso.»

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