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Giacomo Matteotti: 100 anni fa il discorso alla Camera e la morte per mano fascista

Giacomo Matteotti: 100 anni fa il discorso alla Camera e la morte per mano fascista

Storia Di Lara Zavatteri. 100 anni fa Giacomo Matteotti accusò il fascismo nel suo celebre coraggioso discorso alla Camera. Il 10 giugno del 1924 fu rapito e assassinato da una squadra fascista.

Mentre è disponibile in streaming su RaiPlay la fiction La lunga notte – La caduta del Duce, riguardante gli eventi che portarono alla caduta di Benito Mussolini dopo la riunione del Gran Consiglio del Fascismo nel luglio del 1943, e dopo aver scritto un articolo a proposito delle scritte anti-Matteotti a Bolzano lo scorso anno, oggi voglio ricordare un importante anniversario che si celebrerà tra qualche giorno.

Il prossimo 10 giugno ricorreranno i 100 anni dalla morte di Giacomo Matteotti, antifascista e deputato socialista, barbaramente assassinato dai fascisti.

Matteotti è nato, il 22 maggio 1885, e ha vissuto a Fratta Polesine, ma la sua famiglia era originaria del Trentino, precisamente del paesino di Comasine in valle di Pejo. Qui si trova ancora oggi la casa avita e un Circolo che porta il suo nome e che ogni anno ne ricorda la figura.
Laureato all’Università di Bologna in Giurisprudenza, qui entrò in contatto con il socialismo e iniziò a interessarsi di politica. Fu eletto in Parlamento nel 1919, poi nel 1921 e nel 1924. Figura di spicco del Partito Socialista, fu da subito un antifascista convinto. È del 1921 una sua inchiesta sulle squadre fasciste durante la campagna elettorale del ‘21, mentre l’anno successivo venne espulso dal Partito Socialista Italiano insieme a tutta la corrente riformista legata a Filippo Turati. Ne nacque così il Partito Socialista Unitario con segretario proprio Matteotti.
Nel 1924, a Londra, venne pubblicata la traduzione del suo libro Un anno di dominazione fascista, in cui denunciava le violenze e gli abusi del partito fascista.

Matteotti pagò con la vita la sua opposizione al fascismo.

Era il 30 maggio 1924 – 100 anni fa – quando tenne un discorso alla Camera dei deputati denunciando brogli nelle elezioni. Sapeva che dopo quel discorso la sua vita sarebbe stata in pericolo, non a caso, disse ai suoi colleghi di partito di prepararsi a partecipare al suo funerale, chiedendo loro di preparare il discorso funebre – «Io, il mio discorso l'ho fatto. Ora voi preparate il discorso funebre per me.»
Pochi giorni dopo, il 10 giugno, la sua profezia si avverò. Giacomo Matteotti fu catturato per strada a Roma, costretto a salire su un’auto e ucciso. Il suo cadavere venne poi portato nelle campagne e seppellito frettolosamente.
Furono i fascisti a compiere l'atto, come Matteotti temeva. I fascisti di quel Mussolini osannato in piazza Venezia da migliaia di italiani – siamo nel 1924 e il fascismo avrebbe dominato l'Italia per vent'anni, persistendo anche dopo il 1943 con la creazione della Repubblica Sociale Italiana a Salò.

Già ai suoi esordi – Mussolini aveva preso il potere due anni prima con la Marcia su Roma – Matteotti aveva compreso la brutalità e il pericolo del fascismo.

Nonostante ciò, decise di non tacere, consapevole dei rischi per la sua vita.
Parliamo di quel fascismo che non era solo «Giovinezza, giovinezza primavera di bellezza» o la ginnastica del sabato fascista, ma anche e soprattutto quello delle squadracce che torturavano e uccidevano i dissidenti, l’olio di ricino per chi alzava la testa per dire no, l’amicizia del Duce con Hitler, le leggi razziali del 1938, l’entrata in guerra che vide morire gli italiani in Russia, Grecia, Albania, su tutti i fronti in cui ragazzi, anche giovanissimi, venivano mandati. Fascismo era anche totale mancanza di libertà di parola, di stampa, di opinione, la donna relegata solamente nel ruolo di madre e moglie, obbligata a dare figli alla Patria.

Tutto questo Giacomo Matteotti l’aveva capito, e denunciando i fascisti per i brogli alle elezioni parlava consapevolmente, sapendo bene con chi aveva a che fare.

Ecco allora che ora più che mai, oggi che tornano a farsi vedere simboli come il saluto romano, ora che coloro che hanno sempre creduto nel fascismo sembrano uscire quasi fieramente allo scoperto, come si è visto in TV, il sacrificio di Giacomo Matteotti non deve essere dimenticato. Anzi, di più, non deve essere stato vano.
Nell’anno del centenario dalla sua morte, consapevoli di tutto ciò che è accaduto, dobbiamo avere il coraggio di dire no al fascismo.
No, come disse Giacomo.


Per approfondire
Celebrazionimatteottiane.com
Massimo L. Salvadori, L’antifascista – Giacomo Matteotti, l’uomo del coraggio cent’anni dopo (1924-2024) (Donzelli, 2023)
G. Matteotti, a cura di P. Politi, Questo è il fascismo. I discorsi del 31 gennaio 1921 e del 30 maggio 1924. Con uno scritto di Piero Gobetti (E/O, 2022) G. Matteotti, a cura di S. Caretti e J. Makuc, Matteotti si racconta. La famiglia, gli studi, la politica (Pisa University Press, 2022)



Lara Zavatteri



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