Gli scrittori della porta accanto

Anteprima: Francesca Angelinelli racconta "Chariza. Il soffio del vento" nell'intervista di Elena G. Santoro

CHARIZA. IL SOFFIO DEL VENTO 
di Francesca Angelinelli
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Romanzo
ISBN 9788891121783
ebook 3,99€ |  Acquista 
cartaceo 16,92€  |  Acquista 

"Un misterioso nemico trama nell’oscurità mettendo in pericolo il Drago d’Oro, la sua discendenza e la pace nell’intero Si-hai-pai. Chariza è la migliore combattente dei Monti Sacri, ma è anche un’assassina e la traditrice su cui ricade la maledizione della Dea Sole che la porta a desiderare ciò che c’è di più raro e prezioso. A lei, donna affascinante e in lotta con se stessa e il proprio passato, verrà affidato l’incarico di proteggere dalle insidie del nemico il piccolo Suzume, unica speranza per il futuro del regno e dell’Alleanza. 
Preparatevi ad incontrare guerrieri, demoni, cortigiane e sovrani in un viaggio che vi condurrà lungo le strade di un grande e antico impero. I profumi dell’Estremo Oriente inebriano leggendo una storia in cui azione e suspense, introspezione e sentimento sono dosati con sapienza. “Chariza. Il soffio del vento” raccoglie i romanzi precedentemente editi come “Chariza, il soffio del vento” e “Chariza, il Drago Bianco” in una nuova, rivista e affascinante veste."



Raccontaci qualcosa di te: chi è Francesca Angelinelli nella vita di tutti i giorni?
Nella vita di tutti i giorni sono un’appassionata di Giappone e di oriente in generale, una grande lettrice soprattutto di fantasy e un’amante cinofila. Baste venire a casa mia per rendersi conto di quanto queste passioni penetrino ogni momento della mia vita. Io e mio marito pratichiamo Kyudo (il tiro con l’arco giapponese), la nostra casa è piena di oggetti caratteristici del sol levante, pur non essendo (ancora) stati in Giappone, ho talmente tanti libri da aver dovuto mettere due librerie perfino in cantina, prima di convertirmi definitivamente all’ebook, e ho due splendidi pelosi che mi tengono compagnia anche quando scrivo o leggo.


Questo non è il primo romanzo che pubblichi, vero? Vuoi fare un cenno alle tue precedenti pubblicazioni?
In realtà la storia è complessa. “Chariza. Il soffio del vento” non è il primo romanzo che ho scritto, prima di questa storia mi sono dedicata alla stesura di numerosi racconti fantasy di spada e magia e a un romanzo breve, “Valaeria”, una fantasy eroico ispirato all’antica Roma (pubblicato nel 2009 in una prima edizione cartacea e oggi di disponibile in ebook grazie a GDS), oltre che ai racconti dedicati al personaggio di Chariza, oggi raccolti nell’antologia “Le avventure di Chariza” (disponibile in ebook e cartaceo dal giugno 2015). Tuttavia, nel 2007, il mio esordio avvenne proprio con “Chariza. Il soffio del vento”, all’epoca purtroppo diviso nei due volume di una prima edizione scadente.
In seguito a quella prima pubblicazione, però, ho avuto modo di pubblicare con piccoli e medi editori altri romanzi e racconti, tra cui “Werewolf”, un paranormal romance dedicato ai lupi mannari, e “Kizu no Kuma”, un altro fantasy orientale della serie Ryukoku Monogatari, usciti entrambi nel 2010.
Nel 2013 ho deciso di passare al self publishing e ho potuto rendere disponibili anche alcuni inediti, “La congrega bianca”, un altro paranormal romance, e “Haibane – Ali di cenere”, che fa sempre parte della serie orientale Ryukoku Monogari pur essendo un romanzo autoconclusivo. Così ho pensato che fosse venuto il momento anche di ripubblicare “Chariza. Il soffio del vento” in una nuova veste e dedicandogli quell’attenzione che nella sua prima uscita era un po’ mancata. A parte la splendida cover di Sara Forlenza, infatti, la più grande differenza con la prima edizione riguarda l’editing del testo, realizzato da Valentina Camarda, una professionista che mi ha aiutata a migliorare numerosi passaggi e a rendere il romanzo esattamente quello che volevo che fosse per i lettori.

Veniamo al libro “Chariza. Il soffio del vento”. Com’è nata l’idea?
Sono sempre stata appassionata di oriente, ma molti dei testi o dei film o delle serie tv o degli anime e manga che vorrei leggere/vedere in Italia arrivano a fatica o non arrivano proprio. Quindi, nel 2003, presa da sconforto per l’impossibilità di avere le storie che volevo, ho deciso che me le sarei scritta da sola! Così ho iniziato a pensare al mondo fantasy orientale di Chariza e ai personaggi che lo popolano, arrivando a scrivere una serie di racconti e, infine, il romanzo “Chariza. Il soffio del vento”. Romanzo che, tuttavia, fa parte di un progetto più ampio, chiamato Ryukoku Monogatari, sotto il quale raccolgo tutte le storie che ambiento in questo stesso universo e che non sono necessariamente legate le une alle altre.

Il tuo libro è un fantasy. Ci racconti di che cosa parla?
Siamo nell’Impero Si-hai-pai e Chariza è una ladra, mercenaria e assassina. Non la persona a cui affidereste la vita dell’erede al trono. Eppure, Yoshio Ryokin, l’imperatore, il Drago d’Oro, decide di rivolgersi proprio alla Combattente quando si rende conto che la sua vita e il suo casato sono in pericolo.
Chariza, suo malgrado, accetta l’incarico. È, infatti, afflitta da una maledizione di avidità che le fa desiderare tutto ciò che è raro e prezioso e l’imperatore sa toccare le giuste corde per convincerla.
Comincia così un viaggio attraverso l’impero, che porterà Chariza, il principe Suzume e il soldato Yukai ad affrontare colui che trama nell’ombra per impadronirsi del regno e spodestare la dinastia Ryokin.

Qual è il target a cui ti rivolgi? Che tipo di lettori ambisci a conquistare?
Chariza. Il soffio del vento” non è un libro per ragazzi, pur essendo un fantasy, lo consiglierei a un pubblico che va dai giovani adulti in su. Questo perché lettori molto giovani potrebbero non essere pronti per affrontare alcune tematiche o la complessità psicologica di certi personaggi. 
Non lo dico per chissà quale motivo, semplicemente ho sempre pensato che scrivere per ragazzi, per giovanissimi, sia un’arte molto difficile a cui io non sono ancora arrivata, per cui non mi illudo che questo romanzo possa essere trasversale dal punto di vista anagrafico e mi rendo conto che per alcuni lettori certe “scene” non sono adatte.

Quanto ti ha coinvolto intimamente la stesura di questo romanzo? C’è qualcosa di autobiografico?
Beh, Chariza come personaggio ha condiviso con me alcuni anni importanti della mia vita, quelli tra la fine dell’università e l’inizio di un periodo fatto di lavori precari. Per questo, forse, la maledizione di avidità, perché all’epoca ero sempre in boletta e avevo bisogno di soldi.
Oltre a questo, devo dire che la creazione dello Si-hai-pai ha richiesto quasi un anno di lavoro, occupando gran parte del mio tempo, per cui tutto quello che riguarda questo progetto per me ha un valore diverso, speciale, è qualcosa che farà sempre parte della mia vita e i cui personaggi saranno sempre come vecchi amici da cui tornare.

Hai ambientato questo romanzo nell’Estremo Oriente. Per scriverlo hai dovuto svolgere delle ricerche?
La scelta è stata dettata dalle mie passioni, per cui più che ricerche ho semplicemente dovuto assecondare i miei interessi. Leggere saggi e romanzi, studiare usi e costumi, vedere film e documentari per avere, anche visivamente, un bagaglio di immagini cui fare appello. Però erano tutte cose che avrei fatto comunque, proprio perché facevano parte di ciò che amavo.
Il passaggio più difficile è stato il successivo, ovvero passare dalla raccolta di informazioni all’elaborazione di un mondo altro che fosse ispirato a quelle culture, cinese, giapponese e coreana soprattutto, ma che fosse coerente per se stesso.

C’è qualche messaggio particolare che speri di comunicare attraverso questo romanzo?
Oddio, no. Non mi sono mai messa di fronte alla pagina bianca pensando “adesso scrivo questo perché voglio dire quest’altro”. Niente morali. Chi sono poi io per fare la morale? 
Ho semplicemente provato a scrivere una bella storia, avventurosa, emozionante, divertente (forse), a tratti commovente (spero). Tutto qui. Non ho la pretesa di insegnare niente a nessuno, ma solo la voglia di coinvolgere il lettore nel mio mondo, di domandargli un po’ del suo tempo e di vedere se, alla fine, può dire di avere passato delle ore piacevoli leggendo.

Il finale chi l’ha deciso? Tu o i tuoi personaggi?
Il finale lo ha deciso la storia, il mondo, l’universo in cui tutto si svolge. Molti, leggendo la prima edizione, mi hanno chiesto il motivo per cui la storia finisce proprio in quel modo e io ho sempre risposto “perché non poteva essere altrimenti”. Anche i lettori se ne rendono conto, nonostante tutto. Non c’era altro modo, per essere coerenti.

Grazie per essere stata con noi, Francesca. In bocca al lupo per i tuoi progetti futuri.
Grazie a voi.



di Elena Genero Santoro Ama viaggiare e conoscere persone che vivono in altri Paesi. Lettrice feroce e onnivora, scrive da quando aveva quattordici anni.
Perché ne sono innamorata, Montag
L’occasione di una vita, ebook Lettere Animate
Un errore di gioventù, 0111 Edizioni
Gli Angeli del Bar di Fronte, 0111 Edizioni.



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