
Lifestyle Ricette dai libri. Seadas da Il sogno dell'isola, di Tamara Marcelli: dolce di semola sardo legato alla tradizione pastorale dell’Isola, da accompagnarsi preferibilmente con un vino bianco.
Destinazione prossima. L'Isola, la mia isola. La mia isola blu, il mio mare intenso e cristallino. Trasparenze accecanti. L'immagine e la sensazione di me che nuotavo in quelle acque in cui sembra di volare, di essere leggerissima, mi vagava in testa. Lì, nuotando tra quelle acque indescrivibili mi è sempre sembrato che il mio costante disagio legato al peso sparisse. Di questo avevo bisogno. In quel preciso momento della mia vita mi serviva sentirmi leggera e a mio agio. Indipendente. L'Isola, come dice Lawrence “che non assomiglia a nessun luogo, essa sta fuori, sta fuori dal cerchio della civiltà… un mondo fuori dal tempo… L’Isola”, è un’altra cosa. Incantevole spazio intorno e distanza da viaggiare, nulla di finito, nulla di definitivo. È come la libertà stessa. È stata la mia fortuna. A quel bivio ho scelto la strada meno ovvia, forse più difficile e ora sono qui con tutto quel che è successo dopo. Quest’isola o la ami o la odi, non ci sono mezze misure. Ma se la ami, se la senti viva dentro di te, se ti accende con paesaggi selvaggi e semplicemente naturali, sa trasportarti lontano con la fantasia, con le mille leggende. Sa colpirti al cuore con i discorsi e la semplicità delle persone del posto, sa rubarti un’emozione di fronte ad un mare stupendo e a montagne che non ti aspetti. O la ami o la odi, ma se la ami non puoi starne lontana… un po’ come me. Sì, quest'Isola selvaggia e nervosa sono proprio io. Il sogno dell'isoladi Tamara MarcelliGli Scrittori della Porta Accanto ISBN 9788827519424 >> il libro >> cartaceo 9,99€ >> ebook 2,99€ SEADASDolce di semola sardoTempo totale preparazione + cottura: 3 o più ore Difficoltà: media Porzioni: 4 Dolce originario di alcune zone precise della Sardegna. È chiaramente legato alla tradizione pastorale dell’Isola e rispecchia perfettamente lo spirito di questa terra meravigliosa, ancora selvaggia e naturale. Da accompagnarsi preferibilmente con un vino bianco, non eccessivamente dolce, tipo Vermentino di Gallura DOCG, Moscato di Sardegna, Anghelu Ruju, Perda Pintà o il Sorilis Conca di Olevà. Suggerisco questo piatto per avvicinarsi alla tradizione culinaria sarda che, come dico e scrivo spesso, è un mondo a parte! A fine pasto consigliamo di gustare un buon liquore Mirto. INGREDIENTIPer l’impasto150 gr di farina 00 150 gr di semola di grano duro 30 gr di strutto o burro un pizzico di sale acqua tiepida Ripieno 500 gr di formaggio di pecora fresco (primo sale) o altro tipo dolce buccia di 2 arance o di limone (a piacere) Miele a piacere (o zucchero) Olio per friggere, preferibilmente extravergine d’oliva PREPARAZIONEPrima di iniziare con la preparazione, tenere il formaggio fresco (primo sale) fuori dal frigo per qualche ora lasciandolo a temperatura ambiente. È necessario per renderlo leggermente acido (se riscaldato, fila). Procedi al taglio grossolano del formaggio e uniscilo con la scorza di limone o arancia grattugiata per farlo insaporire adeguatamente. Se preferisci utilizzare un altro tipo di formaggio (dolce), devi tagliarlo a piccole scaglie sottili (a rondelle) e scaldarlo in una piccola padella in cui avrai versato un po’ di latte intero e la scorza di limone o arancia grattugiata. In Gallura si aggiunge una piccola foglia di menta selvatica che contribuisce a dare al dolce un sapore ancora più antico. In Barbagia e Ogliastra si prepara anche utilizzando la ricotta fresca (di qualche giorno) con abbondante arancia grattugiata e si “ricamano” i bordi delle Seadas quasi fossero gioielli. Procedi quindi a preparare la sfoglia con acqua, farina di semola sarda, farina 00 e strutto o burro. Stesa la sfoglia in strisce lunghe e larghe, partendo da uno dei bordi metti una discreta quantità di formaggio a distanza di qualche cm. Ripiega quindi il bordo opposto della sfoglia e, facendo aderire bene tutti i lati, ritaglia con la classica rondella i cerchi ripieni. Fai attenzione al margine esterno del cerchio che ecceda di almeno 3-4 mm il composto interno e che sia ben chiuso: la sfoglia deve aderire al formaggio, eliminando l’aria all’interno. Scalda dell’olio extra vergine d’oliva in un piccolo padellino antiaderente e, quando è pronto, aggiungi il cerchio ripieno (l’olio non deve ricoprirla completamente). Abbi cura a questo punto di versare sopra delicatamente e costantemente olio bollente con un cucchiaio, evitando di girarla sul lato opposto. A quel punto la neonata Seadas si gonfierà leggermente e assumerà il classico colore dorato: segno che la cottura è avvenuta correttamente. In un pentolino a parte scalda del miele dolce o amaro a fuoco lento e immergi la Seadas per qualche secondo, provvedendo sempre con un cucchiaio ad irrorare la parte superiore. Toglila dal fuoco e impiattala. Va servita rigorosamente calda. Alcuni preferiscono sostituire lo zucchero al miele, pertanto andrà fatto caramellare leggermente prima di versarlo sopra alla Seadas. |
Dal nostro ricettario L'appetito vien leggendo. Ricette dai libri. |
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