Gli scrittori della porta accanto

[People] Una scrittrice nella rete, intervista a Sara Boero, a cura di Giulia Mastrantoni

Giovanissima, piena di voglia di fare, impossibile da dimenticare. Ecco cosa ho pensato quando ho conosciuto inaspettatamente Sara Boero, scrittrice italiana che non solo vive della sua arte, ma che ha trovato il modo di esprimere se stessa a 360 gradi attraverso tutti i tipi di comunicazione.

Partiamo dalla scrittura, tua compagna di vita da quando avevi 16 anni. Cosa si prova a "farcela" così giovane? Siamo circondati da ragazzi che ce la mettono tutta per realizzare i propri sogni, tu ci sei riuscita immediatamente. Quanto ha inciso il tuo successo sulla vita di tutti i giorni della Sara sedicenne?
Da quando ho… materialmente imparato a scrivere, e da quando ho memoria, ho sempre scritto storie. Da bambina e adolescente mi sembrava semplicemente naturale provare a condividere le mie storie con gli altri attraverso i piccoli concorsi di cui arrivavano i bandi a scuola. Non mi sono resa conto che “stava succedendo davvero” nemmeno quando a 14 anni ho firmato il mio primo contratto editoriale: non sembrava neanche vero. Ritrovarmi due anni dopo con le copie del romanzo pubblicato in mano è stata una vera e propria botta in testa, ero felice, incredula, ma per tanto tempo non ho realizzato fino in fondo che la cosa che amavo di più poteva davvero diventare il mio lavoro. Sulla mia vita di tutti i giorni l’impatto è stato minimo: andavo a scuola, vedevo gli amici e il fidanzato, discutevo con papà e mamma per strappare un coprifuoco più vantaggioso - le cose che fanno tutti gli adolescenti. L’unico vero cambiamento sono stati i viaggi: scrivere mi ha permesso di girare l’Italia per festival, incontri con l’autore, presentazioni, e di conoscere persone meravigliose. Credo che avere l’opportunità di viaggiare così tanto da così giovani sia una ricchezza incredibile.

Non potrei essere più d’accordo. Hai scritto romanzi per ragazzi e romanzi adulti: com'è stato il passaggio, ma, soprattutto, a quale genere ti senti più affine oggi? C'è un tuo romanzo di cui sei particolarmente innamorata?
In realtà il passaggio “non c’è stato”. Ho sempre scritto senza pensare alle fasce di lettori potenzialmente interessati a quello che stavo scrivendo. Semplicemente, quando ho iniziato ero molto giovane e parlavo alla mia generazione, come fanno la maggior parte delle persone. Intorno ai venti-venticinque anni le mie storie hanno incominciato a cambiare insieme a me, a diventare più adulte. Il passaggio dalla narrativa per ragazzi è stato molto naturale, anche se non escludo affatto di tornare a scrivere per ragazzi. E nelle distinzioni nette… non ci ho mai creduto!
Continuo a leggere romanzi per bambini, in Italia abbiamo degli autori per l’infanzia straordinari (penso per esempio a Bianca Pitzorno).
Credo di amare in modo speciale tutti i libri che ho scritto, e che facciano tutti parte di me. Istintivamente rispondo sempre l’ultimo, il più vicino al presente. Visto che l’ultimo libro che ho scritto ancora non è stato pubblicato, ti rispondo “La teoria del caos”!

Quando sarà pubblicato, una copia sarà mia! (Recensione di Giulia Mastrantoni: "La teoria del caos" di Sara Boero)
YouTube è una parte importantissima della tua vita. Dal vlog sull'uso della punteggiatura, a quello su come promuovere il proprio libro, fino a chiacchiere varie e a opinioni sui fatti di cronaca. Come ti sei sentita la prima volta che ti sei trovata davanti alla videocamera?
YouTube è davvero una bella avventura e un’esperienza che consiglio. È iniziata per gioco: tanti anni fa ho aperto un canale per usare la piattaforma con i miei amici. Giravamo video buffi, parodie (soprattutto dopo gli esami monografici di storia del cinema particolarmente pesanti!). Non avevo una regolarità nel postare i contenuti e non avevo mai proposto né recensioni né riflessioni sull’editoria, come faccio oggi. Un paio d’anni fa mi sono trovata a fare un lavoro in televisione che mi piaceva moltissimo, tenevo una rubrica settimanale sul cinema e una sui libri in un programma pomeridiano. Quando la produzione è stata trasferita da Genova a Roma, con ovviamente un nuovo cast di ospiti, mi sono detta “era così bello chiacchierare di questi argomenti che quasi quasi continuo”. E ho aperto davvero il canale, ormai lo seguo da un anno e mezzo ed è una soddisfazione enorme. Trovarmi davanti alla videocamera a parlare da sola è piuttosto buffo, ma non mi fa effetto. Sei o sette anni fa, quando mi sono trovata per la prima volta in una diretta televisiva al TG2 (in collegamento da Genova, quindi in una stanza vuota davanti alla videocamera…) ho subito un vero e proprio “trauma”. Mi tremava la voce, avevo paura di impappinarmi, mi faceva un effetto stranissimo l’idea di parlare davanti a un pubblico così vasto e invisibile. Superato quel momento di autentico terrore, le videocamere non mi fanno più paura!

Chiedere i famosi "consigli per i giovani" è una grande utopia: ci sono tanti fattori che concorrono a determinare il successo di una persona. Ma cosa diresti al mondo oggi? Diciamo... agli adolescenti, agli adulti che hanno perso la voglia di rivoluzionare le cose, alle persone che conosci di vista ma a cui non hai parlato?
Che hanno una possibilità enorme, inesistente e inimmaginabile fino a 20 anni fa: la rete. Quando ho cominciato a scrivere la rete stava appena arrivando nelle case italiane e non permeava affatto la vita delle persone come al giorno d’oggi. Internet è un mondo a cui mi sono affezionata subito, l’ho visto crescere e sviluppare un potenziale praticamente infinito. Credo che il web sia una ricchezza inestimabile e un modo straordinario per mettere in contatto le persone. Per aprirsi al mondo. Il consiglio più onesto che mi sento di dare è l’incontro con l’altro: l’imparare a guardare il prossimo senza pregiudizi, con mente e cuore aperti, con rispetto. Internet è uno strumento in più, un teletrasporto virtuale per conoscere realtà lontane dalla nostra che altrimenti non avremmo potuto incontrare, e crescere come persone imparando ad apprezzarle.

Hai un mega sogno assolutamente irrealizzabile e completamente assurdo?
L’ho già realizzato! Ma ecco, una cosa impossibile che mi piacerebbe moltissimo è la “vita da festival”. È una favola della buonanotte che ci raccontiamo con le amiche al Festival di Venezia ogni anno (soprattutto verso la fine, e dopo un brindisi di troppo): ci piacerebbe essere una carovana nomade che si sposta tutto l’anno da un festival all’altro. Da spettatrici, senza impegni e senza stress. Da Berlino a Cannes a Venezia, un bel volo intercontinentale per Toronto e poi si torna a Roma… passando per Telluride. E non mancando, ovviamente, nemmeno ai festival letterari.

Un gran bel sogno! Grazie mille. Per il tuo tempo, per la tua dolcezza e per l'energia che trasmetti ai tuoi fans.



Giulia Mastrantoni
Da quattro anni collaboro all’inserto Scuola del Messaggero Veneto, scrivo per il mash up online SugarPulp e per la rivista dell’Università di Trieste Sconfinare.
Dopo aver trascorso un periodo in Inghilterra, ho iniziato un periodo di studi in Canada, ma, dovunque sia, scrivo.
Misteri di una notte d’estate, edito da Edizioni Montag, è la mia prima antologia di racconti.
One Little Girl – From Italy to Canada, eBook selfpublished.



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