Gli scrittori della porta accanto

[Professione lettore] L'editoriale di Ornella Nalon: "In poche parole", la nuova collana di Einaudi Ragazzi


Quanto ci piacerebbe che i nostri ragazzi imparassero ad amare i classici della letteratura
Invece, diciamocelo francamente, sia per il fatto che, solitamente, i testi sono piuttosto complessi, sia perché alcuni di essi vengono imposti nel programma scolastico, diventando automaticamente antipatici e ostici, la loro lettura viene procastinata agli anni a venire se non, addirittura, del tutto abbandonata. 
E allora, come si potrebbe fare? 
Qualche mese fa, ha fatto molto scalpore e sollevato un’infinità di polemiche, l’iniziativa di una casa editrice di pubblicare i “libri distillati”, ossia bestseller in versione ridotta, sebbene applicata alla letteratura classica, potrebbe diventare un incentivo di lettura per i più giovani, per lo meno un approccio non invadente per invogliare a un successivo approfondimento.
Tuttavia, ancora di più, mi convince il nuovo progetto di Einaudi Ragazzi che, a mio avviso, potrebbe ottimizzare l’obiettivo. 
In cosa consiste?
Dal comunicato stampa della casa editrice si legge: "Il 13 maggio approda in libreria un progetto particolarmente innovativo e dagli obiettivi ambiziosi. La collana si intitola In poche parole e si rivolge a ragazzi e adulti che, senza essere forti lettori, abbiano il desiderio di avvicinarsi ai vertici della letteratura mondiale. Noi ci proponiamo di offrire un mezzo che li traghetti con immediatezza e semplicità verso memorabili esperienze di lettura… "
Non si tratta di una raccolta di riduzioni, estratti o riscritture, ma di una raffinata operazione di racconto dei classici. Affidata alla sapiente penna di autori come Pierdomenico Baccalario, Davide Morosinotto, Paola Capriolo, Guido Sgardoli.
In poche parole” rappresenta una modalità inedita di incontrare grandi nomi e grandissima letteratura. Perché i classici diventino davvero alla portata di tutti. La volontà non è quella di sostituire l’esperienza della lettura degli originali, ma di incentivarla e agevolarla. Instaurando un legame indissolubile tra lettore e personaggi e vicende immortali che possa ammorbidire l’impatto con le eventuali asperità del testo originale.
Perché “In poche parole”? È ormai un dato di fatto che si tratti di un reale bisogno dei lettori di oggi. Un bisogno che, nei Paesi anglosassoni, non viene ignorato, tanto è vero che, in occasione dell’anno shakespeariano, riscuotono uno straordinario consenso di pubblico e critica iniziative simili che coinvolgono i capolavori del grande Bardo. 
È perciò con entusiasmo che vi presentiamo i primi sei titoli della collana, che il 13 maggio sarà presentata al Salone di Torino in contemporanea con il suo esordio in libreria. 

Questi i titoli dei primi sei libri della collana In poche parole: 
Il fu Mattia Pascal - Autore: Davide Morosinotto (da Luigi Pirandello
Orgoglio e pregiudizio - Autore: Sabina Colloredo (da Jane Austen
Il ritratto di Dorian Gray - Autore: Guido Sgardoli (da Oscar Wilde
La coscienza di Zeno - Autore: Paola Capriolo (da Italo Svevo
Delitto e castigo - Autore: Sarah Rossi (da Fëdor Michajlovič Dostoevskij
Madame Bovary - Autore: Pierdomenico Baccalario (da Gustave Flaubert

Da ottobre saranno disponibili in libreria altri sei titoli: 
I promessi sposi di Alessandro Manzoni,
Il Maestro e Margherita di Michail Bulgakov
Il grande Gatsby di Francis Scott Fitzgerald
Inferno di Dante Alighieri
I Malavoglia di Giovanni Verga
Cime tempestose di Emily Brontë. 

Questi i dati comuni ai titoli: Pagine: 112 - Età: per tutti - Prezzo: € 8,00 - Marchio: Einaudi Ragazzi. Di seguito, gli incipit dei sei libri in uscita.


Non mi piacciono i libri. Non sopporto quelli moderni ma neanche i manoscritti antichi, il che se ci pensate è strano dato che faccio il bibliotecario, o meglio il cacciatore di topi, in una piccola biblioteca subito fuori dal paese. La biblioteca si trova nella chiesetta di Santa Maria Liberale, ed è un posto insolito per riempirlo di libri, siamo d’accordo. Ma intanto la chiesa è sconsacrata, e poi va considerato che questi volumi una volta appartenevano a un monsignore, che morendo li ha lasciati al nostro Comune. Forse il poveretto sperava che una biblioteca avrebbe acceso nei miei concittadini l’amore per la cultura, invece (posso testimoniarlo io) non è andata per niente così. I libri sono finiti accatastati fra la muffa e il vecchiume, dimenticati da tutti, e a me tocca farci la guardia in cambio di due lire. Di solito, oltre a me, in biblioteca c’è solo un’altra persona: si tratta di un prete che è anche un mio caro amico. Don Eligio. Da un po’ di tempo don Eligio si è messo in testa di fare ordine nella babilonia di libri ammucchiati ovunque, e passa le giornate cercando di catalogarli come si deve. E’ un incarico eroico, ma io temo che non riuscirà mai a portarlo a termine. Infatti dovete sapere che nella biblioteca regna una confusione indescrivibile, e come se non bastasse nel corso degli anni i libri hanno stretto fra loro certe amicizie scandalose...


E’ una verità universalmente riconosciuta, che uno scapolo con un buon patrimonio debba essere alla ricerca di una moglie. Ne era convinta anche la signora Bennet, che aveva cinque figlie femmine e il pensiero costante di riuscire a combinare per tutte un buon matrimonio. Quando seppe che la ricca tenuta di Netherfield era stata affittata da un giovane che veniva dal Nord dell’Inghilterra, ritenne doveroso iniziare le manovre di accerchiamento. Per prima cosa ne informò il marito.
“Il nuovo ospite di Netherfield arriverà la prossima settimana, caro”, disse al signor Bennet, “Si chiama Bingley. Charles Bingley. Pare che sia scapolo e con un patrimonio di cinquemila sterline all’anno. Le nostre ragazze sono davvero fortunate!”
Il signor Bennet depose sulle ginocchia il libro che stava leggendo. Dopo vent’anni di matrimonio conosceva bene sua moglie e sopportava con pazienza le sue interruzioni.
“E perché mai dovrebbero essere fortunate?”chiese, con un sorriso ironico.
“Oh, lo immagini benissimo! Sappi che è mia intenzione fare di tutto perché il signor Bingley sposi una delle nostre figlie!”
“Una sola? Pensavo tutte e cinque!”...


Lo studio era immobile. La calura dell’estate londinese portava con sé il profumo intenso delle rose e dei lillà e il ronzio sommesso delle api che indugiavano sui campi d’erba non falciati. Una brezza lieve sospingeva a intervalli regolari le tende delle finestre, aperte sul rigoglioso giardino alberato. Sul divano di cuoio orientale sedeva Lord Henry Wotton, intento ad osservare l’amico Basil Hallward, in piedi davanti ad un ritratto posizionato sopra un cavalletto al centro della stanza.
“È una delle tue opere migliori, Basil”, disse Lord Wotton rompendo un silenzio che durava già da un po’. “Forse la migliore”.
Basil Hallward era un pittore di una certa fama, ma dal carattere particolare: potendo, rifuggiva il pubblico e le mostre; la sua arte lo appagava senza bisogno di esibirla. Eccezion fatta, naturalmente, per il suo vecchio amico d’università Henry Wotton.
“Sì, ne sono soddisfatto”, replicò Hallward cambiando punto di vista per osservare da ogni angolazione il suo lavoro.
“Ma proprio per questo non voglio vederlo esposto”...


Eccomi qui in poltrona, con una matita e un pezzo di carta in mano, che mi accingo a seguire il consiglio del il dottor S.: annotare, così come mi vengono in mente, le fantasie, i sogni, i piccoli e grandi episodi del mio passato, con la speranza di poter risalire in tal modo a quegli anni remoti dell’infanzia nei quali a suo dire (parola di psicoanalista) dovrebbe risiedere la causa prima della mia nevrosi. Già: come se fosse facile scrivere di se stessi; come se proprio io, Zeno Cosini, tranquillo commerciante di Trieste giunto a un’età più che matura, potessi a un tratto trasformarmi in un eroe da romanzo e cavare dal grigiore della mia vita una trama avvincente. La mia vita… Tutte le volte che cerco di farmene un’idea generale, mi compare davanti agli occhi l’immagine di una locomotiva che sbuffa su una salita trascinandosi dietro innumerevoli vetture. Ripensandoci non mi sembra una cattiva immagine, forse ogni uomo, arrivato a una certa età, potrebbe paragonare se stesso a una simile locomotiva, ognuno ha avuto la sua salita e i suoi vagoni da trascinare; e quando uno dei vagoni è troppo pesante o quando nei complicati ingranaggi della macchina c’è qualcosa che non funziona a dovere, ecco che nasce la malattia e si finisce dritti dritti sul divano del dottor S...


Raskolnikov ansimò come un cane in corsa. Era avvenuto tutto troppo in fretta, troppo presto. E tuttavia, pensò gloriosamente, era avvenuto. Accasciata di fronte a lui, in uno stagno di sangue che sapeva di ruggine e vino marcio, giaceva la vecchia. La succhiasangue, la pidocchia, coda di topo. Morta. I piedi spaiati, le guance crollate, le pupille che galleggiavano come bottoni persi. Era tutto finito, dunque? Era libero, finalmente?
Capitolo 1. Fame
San Pietroburgo, luglio 18** – Tre giorni prima
La sera era così calda che bruciava le ombre. Luglio cuoceva San Pietroburgo in un forno lento e stanco, quando un giovane di bell’aspetto lasciò il miserabile abbaino in cui abitava, scese le scale (attento a non incontrare la padrona di casa), e uscì in strada. Il suo nome era Rodion Romanovič Raskolnikov, ex studente di legge. Camminava incerto, lo sguardo piantato a terra, le mani in tasca. Ma sapeva dove andare: la sua destinazione si trovava esattamente a settecentotrenta passi dall’abbaino. Li aveva contati. Il quartiere sapeva di polvere, cane bagnato e calce, e l’afa strusciava addosso come bava di lumaca. Il giovane era talmente malvestito che i suoi abiti sembravano pescati dagli stracci per i senzatetto...


Capitolo 1. Un alunno ridicolo
Gli alunni del collegio di Rouen stavano studiando, quando entrò il preside, seguito da un nuovo alunno e dal bidello con un grosso banco. I dormiglioni si svegliarono e si alzarono di soprassalto. – Comodi, comodi, – disse il preside, e poi si rivolse all’insegnante: – Professor Roger, vi raccomando questo allievo, – disse. – È ammesso alla quinta ma, se lo meriterà, passerà tra i pari età.
Era un robusto campagnolo, più alto degli altri studenti: doveva avere quindici anni o più! Tuttavia, malgrado la sua mole, non incuteva certo timore. Aveva i capelli tagliati diritti sulla fronte, come un chierichetto, e un’espressione intimidita. E… com’era vestito! La giacchetta di panno verde lo stringeva sotto le ascelle, e gli lasciava i polsi scoperti. Portava dei pantaloni giallastri, tirati allo spasimo dalle bretelle, improbabili calze blu e scarpe chiodate e mal lucidate. Stava tutto orecchi ad ascoltare le lezioni di latino, attento e rigido, come se fosse in chiesa, e quando suonò la campanella, il professore dovette chiamarlo perché si mettesse in fila. In quella classe, per avere le mani libere, si usava buttare il cappello sotto il banco appena entrati. Ma il “nuovo” non poteva saperlo, e lo teneva ancora sulle ginocchia... 



Ornella Nalon
I miei hobby sono: il giardinaggio, la buona cucina, il cinema e, naturalmente, la scrittura, che pratico con frequenza quotidiana. Scrivo con passione e trasporto e riesco a emozionarmi mentre lo faccio. La mia speranza è di trasmettere almeno un po’ di quella emozione a coloro che leggeranno le mie storie.
Quattro sentieri variopinti”, Arduino Sacco Editore
Oltre i Confini del Mondo”, 0111 Edizioni
Ad ali spiegate”, Edizioni Montag
Non tutto è come sembra”, da 0111 Edizioni.



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