Gli scrittori della porta accanto

Camminare, un viaggio lungo e lento alla scoperta del mondo


Chi inizia a camminare, a viaggiare in questo modo, se ne innamora.

Camminare, finalmente una cosa intelligente che diventa di moda, non succede spesso, bisogna segnarlo sul calendario di questi anni un poco bui che almeno qualcosa di positivo sta prendendo piede, anzi entrambi i piedi.
Ormai tutti abbiamo sentito parlare dei grandi Cammini Religiosi, del Cammino di Santiago, della Via Francigena, poi quelli minori per estensione, la via degli Dei da Bologna a Firenze, 130 km immersi negli Appennini, del Cammino dei Briganti, 100 km tra paesi medievali e natura selvaggia tra Abruzzo e Lazio, e altri ce ne sono.
Tutti abbiamo qualche amico o parente che ha fatto una o varie di queste imprese e magari anche ci tormenta con racconti e centinaia di foto. Questo perché è davvero una scelta che ognuno vive in modo importante. Prima ho scritto moda ma è molto riduttivo, chi inizia a camminare, a viaggiare in questo modo, se ne innamora a tal punto da diventare anche un po’ ossessivo, vuole comunicare a tutti la sua scoperta: "possiamo camminare, lasciare la macchina per giorni, settimane, mesi e sopravviviamo lo stesso". 
Che scoperta fantastica, ognuno di noi lo sa fare fin da quando acquistiamo l’equilibrio per stare in piedi. Se uno potesse ricordare quel momento sono sicuro che lo ricorderebbe come la vittoria più importante della sua vita. Dopo il gattonare, finalmente stare in piedi e camminare.
“I pensieri migliori li ho avuti mentre camminavo”. Lo affermo io per esperienza, ma è anche una citazione di altri, perché sicuramente qualcuno di voi dirà di averlo visto scritto da qualche parte o sentito da qualcuno e avete ragione.

Camminare da soli o in gruppo? 
Sono due modi diversi di affrontare quello che io chiamo “l’impresa”. 
In gruppo i compiti si dividono, magari uno è più portato a controllare le mappe, il GPS, un altro ha la capacità di tirarti su con una battuta nei momenti duri del cammino che ci sono sempre, come il caldo, a volte la pioggia, avere acqua da bere non è sempre così scontato. Trovare il posto per dormire è un altro degli impegni quotidiani. Siamo abituati in macchina, se non c’è posto da una parte vai da un’altra. Ma a piedi ogni errore lo paghi con chilometri che alla fine della tappa pesano sul morale
All’arrivo della tappa quotidiana in compagnia, bersi una agognata birra fresca è una festa. 
Ecco, se sei da solo devi pensare a tutto e può diventare un po’ stressante, ma è anche una bella scommessa.
Non sto a tediarvi con la descrizione tecnica delle varie tappe dei vari cammini, chi vuole approfondire guide ne trova quante ne vuole, le mappe si scaricano gratuitamente su internet, le informazioni ci sono tutte. L’unica cosa che nessuno farà per voi, anche se siete belli e simpatici, sono i passi, il cammino, quello dovete farlo voi. 
Ogni tappa è di media 25 chilometri, serve uno zaino che, io che peso 62 chili, non sono mai riuscito a ultimare con meno di 8 chili, che con l’acqua e una merenda (da avere sempre) arrivano intorno ai 10.
Vi consiglio la Via Francigena, l’Italia è bella e la si percorre tutta, è un argomento alla moda, molti ne parlano. Farla è un’altra cosa.
Buon Cammino.

Sigerico, arcivescovo di Canterbury, chiamato dal papa Giovanni XV nel 990 DC, decide di rispondere all'invito, recandosi a Roma a piedi e decide anche di scrivere un diario con tutte le tappe che deve fare durante il lungo percorso.
Si tratta di settantanove tappe. Da Canterbury, attraversando Francia e Svizzera, entra in Italia per giungere a Roma. Circa 2000 km.
Nel tratto Italiano, il percorso attraversa sette regioni, Valle d'Aosta, Piemonte, Lombardia, Emilia Romagna, Liguria, Toscana e Lazio. Attraversa ben 140 comuni per un totale di quarantaquattro tappe Italiane.
Ed è quello che stanno facendo lui e i suoi amici camminatori / pellegrini. Loro sono la prova che non si tratta solo di un tracciato ispirato a devozione e religioso, anche se ci ha spiegato che religioso sicuramente lo nacque, ma con il passare del tempo, divenne un canale di comunicazione a uso di mercanti, ma anche eserciti, uomini di cultura.
Con gli uomini e le merci, la via Francigena portò idee, ideologie, confronto , integrazione, scambi culturali, opportunità anche di valorizzare i territori attraversati. Ecco cosa ci ha aperto Sigerico e loro, come molti altri, hanno deciso di goderselo.
Come nasce la Via Francigena, da “Non sono nato e mi sento molto bene” di Angelo Gavagnin




Angelo Gavagnin


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