"Affinché tutto abbia fine" di Anna Maria Sdraffa, Zerounoundici Edizioni, 2016, giallo.
“Affinché tutto abbia fine” è un giallo. Sì, lo so, la cosa è evidente ed è riportata, addirittura, sulla copertina ma la mia affermazione serve a puntualizzare che questo romanzo è un vero giallo!
Non siamo di fronte né un a noir né a un giallo psicologico, ma a un romanzo simile a quelli scritti da Agatha Christie. No, non è un’esagerazione perché la location e il susseguirsi delle situazione sono tipiche di alcuni gialli della scrittrice inglese: ambiente chiuso, pochi personaggi e tutti misteriosi e, dulcis in fundo, il detective che, nel nostro caso, è un commissario in pensione.
Dall'ambientazione e, soprattutto dai dialoghi, traspare l’amore dell’autrice per il teatro, infatti “Affinché tutto abbia fine” è sicuramente adattabile a commedia teatrale.
E’ una storia scritta molto bene e con una trama avvincente, tanto che le pagine scorrono senza sentire alcuna necessità d’interruzioni. Il finale non è né scontato né banale perché l’intreccio dei personaggi costringe il lettore a sospettare ora dell’uno ora dell’altro.
La storia è questa: in un piccolo albergo di montagna, un gruppo di persone rimane bloccato da una nevicata natalizia eccezionale. Il gruppo scorge un’auto semisepolta sotto la neve, all'interno della quale c’è una donna semi assiderata e completamente smemorata. Il giorno dopo esser stata ricoverata nell'albergo, viene trovata sgozzata e per il nostro detective, il commissario in pensione, inizia un’indagine che porterà alla luce storie…
Ora è meglio che smetta, non voglio rovinarvi il gusto della lettura del romanzo. Lo consiglio a tutti ma soprattutto agli amanti dei gialli classici.
Non siamo di fronte né un a noir né a un giallo psicologico, ma a un romanzo simile a quelli scritti da Agatha Christie. No, non è un’esagerazione perché la location e il susseguirsi delle situazione sono tipiche di alcuni gialli della scrittrice inglese: ambiente chiuso, pochi personaggi e tutti misteriosi e, dulcis in fundo, il detective che, nel nostro caso, è un commissario in pensione.
Dall'ambientazione e, soprattutto dai dialoghi, traspare l’amore dell’autrice per il teatro, infatti “Affinché tutto abbia fine” è sicuramente adattabile a commedia teatrale.
E’ una storia scritta molto bene e con una trama avvincente, tanto che le pagine scorrono senza sentire alcuna necessità d’interruzioni. Il finale non è né scontato né banale perché l’intreccio dei personaggi costringe il lettore a sospettare ora dell’uno ora dell’altro.
La storia è questa: in un piccolo albergo di montagna, un gruppo di persone rimane bloccato da una nevicata natalizia eccezionale. Il gruppo scorge un’auto semisepolta sotto la neve, all'interno della quale c’è una donna semi assiderata e completamente smemorata. Il giorno dopo esser stata ricoverata nell'albergo, viene trovata sgozzata e per il nostro detective, il commissario in pensione, inizia un’indagine che porterà alla luce storie…
Ora è meglio che smetta, non voglio rovinarvi il gusto della lettura del romanzo. Lo consiglio a tutti ma soprattutto agli amanti dei gialli classici.
È l’inverno del ‘53 e ci si appresta a trascorrere il Natale in un piccolo albergo di montagna, al confine con la Svizzera francese.
Ma la mattina della vigilia, quando una bufera di neve ha isolato completamente la struttura e interrotto la linea telefonica, una donna viene ritrovata poco distante in un’auto, bloccata dalle difficili condizioni atmosferiche, semi assiderata e senza memoria.
Tutti affermano di non riconoscerla, ma qualcuno mente. La mattina di Natale la sconosciuta viene trovata morta, con la gola tagliata da parte a parte.
Le indagini, condotte da un poliziotto in pensione ospite dell'albergo, scaveranno nella vita dei presenti e nei loro più intimi segreti, facendo emergere una dolorosa verità.
Ma la mattina della vigilia, quando una bufera di neve ha isolato completamente la struttura e interrotto la linea telefonica, una donna viene ritrovata poco distante in un’auto, bloccata dalle difficili condizioni atmosferiche, semi assiderata e senza memoria.
Tutti affermano di non riconoscerla, ma qualcuno mente. La mattina di Natale la sconosciuta viene trovata morta, con la gola tagliata da parte a parte.
Le indagini, condotte da un poliziotto in pensione ospite dell'albergo, scaveranno nella vita dei presenti e nei loro più intimi segreti, facendo emergere una dolorosa verità.
di Anna Maria Sdraffa | 0111 Edizioni | Giallo
Nicolò Maniscalco L'infinita quantità dei suoi hobbies li rende assolutamente non tutti elencabili, tra questi: l'Agility Dog, che pratica con i suoi amati Border Collie, e la lettura di libri e fumetti. Dopo anni d’indecisione, inizia a scrivere un po' per gioco un po’ per mettersi alla prova. Il Labirinto della Memoria, Zerounoundici Edizioni. Nucleo operativo A5, Selfpublished. |
Ti siamo davvero riconoscenti per il tempo che ci hai dedicato. Se sei stat* bene in nostra compagnia, che ne dici di iscriverti alla NEWSLETTER SETTIMANALE per restare sempre aggiornat* sui nostri argomenti? Oppure potresti offrirci UN CAFFÈ o sostenerci acquistando i GADGET ispirati ai nostri libri. Te ne saremmo davvero grati!
Oppure potresti lasciarci un commento per farci sapere che ne pensi di questo articolo, il tuo feedback è davvero importante per noi.
NB: Gli autori non sono responsabili per quanto pubblicato dai lettori nei commenti ad ogni post. Tuttavia, verranno cancellati i commenti ritenuti offensivi o lesivi della immagine o della onorabilità di terzi, razzisti, sessisti, spam o che contengano dati personali non conformi al rispetto delle norme sulla Privacy e, in ogni caso, ritenuti inadatti a insindacabile giudizio degli autori stessi.
Posta un commento