Stefano è il classico uomo medio: ha dovuto deporre in un cassetto la sua laurea in lettere per fare il primo lavoro che gli si è prospettato. Un impiego che non ama particolarmente ma che esegue per dovere e con una punta di rassegnazione. L’unico lato positivo è la presenza di un’avvenente collega, Patrizia, con la quale intrattiene poco più di un convenzionale rapporto da collega, anche se la sua fantasia lo porta a fantasticare intrattenimenti di altro genere.
Già, Stefano è dotato, non di particolare fascino, di eccezionale dialettica o di una forte personalità ma di un’immaginazione fervida e galoppante, che gli consente di ottenere dei brillanti risultati in ogni settore, se non altro, a livello ideale.
A volte il suo ottimismo lo porta a prospettare situazioni rosee anche là, dove apparentemente non ci siano i presupposti. Ad esempio, quando il suo logorroico capo, il dottor Galbusera, lo chiama a rapporto, la sua mente prevede già un discorso d’encomio e una imminente promozione, salvo poi rimanere fortemente deluso per la banalità della convocazione.
A volte, invece, il pessimismo più cupo gli fa prospettare degli sviluppi negativi sulla base di semplici supposizioni personali. Ciò accade, di solito, quando si crede in competizione con altri maschi per la conquista di una donna; un campo, questo, in cui non si sente particolarmente dotato.
L’arrivo di Simona, nella sua azienda, si rivelerà un avvenimento non di poco conto, che sarà destinato a sconvolgerlo a livello emotivo. La reazione iniziale è di sorpresa, poiché Simona, è una sua ex compagna di classe che, tra l’altro, al tempo, riteneva abbastanza sgraziata. Altro motivo di stupore è il ruolo imprecisato che, la stessa, deve ricoprire in azienda: sembra che nessuno lo conosca esattamente, alimentando un alone di mistero e diffidenza attorno alla sua figura.
In seguito, sarà che la donna gli dimostra qualche particolare attenzione, alimentando la sua vanità maschile, sarà che la sopraggiunta maturità le ha conferito una nota di fascino in più, Stefano inizia a rivalutare la sua avvenenza. Ciò che prima trovava esserle di difetto, ora gli sembra un carattere distintivo, un’aggiunta alla sua grazia. Si ritrova a pensarla spesso, a desiderare di rivederla, sino a ritenersene innamorato.
A questo punto, si potrebbe pensare che il seguito del romanzo verta sul sommo sentimento del protagonista o ne descriva un eventuale sviluppo in termini di storia, ma così non è. Il racconto prende una direzione del tutto diversa, confluendo verso tutt’altro genere rispetto a quello iniziale.
Che dire, l’autore, come il protagonista da lui creato, dimostra di possedere una buona dose di fantasia, tanto da regalarci un romanzo ben congegnato ma un tantino “anomalo”, che tende a inserire il lettore in una situazione per dirigerlo, subito dopo, dentro a un'altra, del tutto dissimile. Particolare è anche la scelta di consentire, al narratore, di divagare e riportare aneddoti e considerazioni proprie, che poco hanno a che fare con la storia raccontata, oppure che la arricchiscono di dettagli superflui, tanto da strappare più di qualche sorriso. Il tutto “confezionato” con una proprietà di linguaggio di tutto rispetto e una buona dose d’ironia.
Consiglio “L’anno della grande nevicata” a tutti quelli che non siano troppo legati al romanzo tradizionale, facilmente incanalabile in un genere determinato, ma che amino sperimentare un po’ di trasgressione letteraria.
L’accuratezza con cui è scritto, la sua capacità di coinvolgimento e il suo lato umoristico, lo rendono una lettura meritevole.
Stefano Papini, responsabile marketing presso una grande azienda: una vita “normale”, a tratti noiosa, la solita sera dopo-lavoro al solito bar.
Sembra una normale serata come le altre, quando la sua attenzione viene attirata da una suoneria di cellulare uguale alla sua.
A rispondere a quel telefono è una donna, nella quale Stefano riconosce Simona, ex compagna delle superiori. Il tempo di alzarsi per ridurre la distanza che li separa, e la donna si dilegua verso l’uscita, facendo perdere in un istante le proprie tracce.
Il giorno seguente, in ufficio, lo attende una sorpresa: il direttore generale lo convoca, presentandogli la nuova responsabile delle relazioni esterne, di nuovo “lei”, la donna del bar, la sua ex compagna di scuola, la quale finge di non riconoscerlo.
Da qui in poi si intreccia una trama sentimentale che assume, in un secondo tempo, le sembianze di un giallo. Ma proseguendo nella lettura ci si accorge che il protagonista della vicenda è quasi una comparsa, mentre il narratore diventa personaggio principale, intento a elucubrare congetture e teorie, postillando mordacemente impressioni e pensieri.
di Gianni Lorenzi | David and Matthaus | Romanzo
Ornella Nalon I miei hobby sono: il giardinaggio, la buona cucina, il cinema e, naturalmente, la scrittura, che pratico con frequenza quotidiana. Scrivo con passione e trasporto e riesco a emozionarmi mentre lo faccio. La mia speranza è di trasmettere almeno un po’ di quella emozione a coloro che leggeranno le mie storie. “Quattro sentieri variopinti”, Arduino Sacco Editore “Oltre i Confini del Mondo”, 0111 Edizioni “Ad ali spiegate”, Edizioni Montag “Non tutto è come sembra”, da 0111 Edizioni. |
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