Ho comprato “Lupi nella nebbia – Zanne” sull'onda delle emozioni che mi ha lasciato il primo libro che ho letto, scritto da Franco Mieli. Un autore che si può definire emergente solo perché ha al suo attivo due pubblicazioni e il suo nome non è ancora emerso nel panorama letterario, ma che, a mio avviso, meriterebbe di diventare noto. La qualità dei suoi lavori è ottima; le trame sono sempre originali, raccontate con uno stile fluido, ricche di descrizioni sia dei luoghi che delle personalità dei vari protagonisti, tanto da saperti collocare esattamente nei vari contesti ambientali e da renderti più o meno simpatici i personaggi che animano la storia.
“Lupi nella nebbia” è il più lungo dei due racconti e, a mio avviso, poteva benissimo costituire un volume a sé stante. È un noir con tutti i classici crismi: scene di una violenza particolareggiata che provoca il giusto punto di raccapriccio. Ammetto che durante la loro lettura, mi sono apparse in mente alcune immagini del film “Saw, l'enigmista” durante le quali mi sarei volentieri chiusa gli occhi per non assistere all'orrore che proponevano, ma che poi guardavo con curiosità, assecondando quella innata passione per il brivido che mi appartiene. Del colpevole non ne viene fatto mistero sin dall'inizio, ciò nonostante, il continuo succedersi degli eventi e il dinamismo delle varie fasi dell'indagine, rendono la sua lettura sempre avvincente.
Tre sono gli omicidi su cui devono indagare il maresciallo capo dei Carabinieri, Alessandro Sorgi e il Capitano Roberto Giustini. Tre sono i morti rinvenuti, entro un breve lasso di tempo, con i corpi straziati e i volti ridotti a una maschera di sangue. Non sarà facile scoprire un legame tra di essi, ma dopo avere scartato l'attività speculativa nel campo edilizio, che un paio delle vittime praticava, gli abili carabinieri si sono indirizzati al ramo calcistico, scoprendo che tutti avevano avuto un ruolo di rilievo in una squadra locale. Da questo momento, individuare il movente dei delitti e, di conseguenza, il colpevole, risulterà la parte più facile, mentre, quella più complicata, si rivelerà scoprire il luogo in cui si nasconde, per giungere alla sua cattura. Ci riusciranno?
La storia di “Zanne”, il racconto più breve, si svolge sempre nella zona Tarquinia e dintorni. Questa volta, i morti che si trovano nelle campagne, perlopiù in prossimità di scavi archeologici, sono in condizioni tali che sembrano essere stati dilaniati da una bestia feroce. A condurre l'indagine, sono il tenente Gabriele Graziani e il maggiore Massimo Cerci.
E ora, trovo doveroso aprire una parentesi, sì, perché il maggiore Cerci l'ho già conosciuto con il primo libro di Franco Mieli “Ombre pagane” e me ne sono innamorata. Uomo rude, affascinante, votato al lavoro per sopperire a una carenza affettiva dovuta a una tragedia che gli ha distrutto la famiglia. Ritrovarlo anche in questa trama, me l'ha fatta apprezzare ancora di più.
Le attinenze tra i luoghi di ritrovamento dei cadaveri, indirizzano i carabinieri verso l'ambiente dei siti archeologici, supponendo qualche faida tra i tombaroli oppure la necessità di eliminare qualcuno che poteva sapere troppo. Tuttavia, le modalità con cui vengono uccisi i malcapitati, potrebbero dare adito a un'ulteriore teoria, che, per quanto improbabile, non dev'essere scartata.
Massimo Cerci, appassionato di antichità e conoscitore di leggende e pratiche antiche, fa ricondurre tutti i particolari degli omicidi a un rito praticato dagli Etruschi, il Phersu, che consisteva nell'incappucciare una persona e farla combattere con una bestia feroce. Quale sarà la pista giusta?
Lascio ai lettori, che mi auguro possano essere tanti, scoprire il finale di questi due bellissimi racconti, certa che li apprezzeranno.
“Lupi nella nebbia” è il più lungo dei due racconti e, a mio avviso, poteva benissimo costituire un volume a sé stante. È un noir con tutti i classici crismi: scene di una violenza particolareggiata che provoca il giusto punto di raccapriccio. Ammetto che durante la loro lettura, mi sono apparse in mente alcune immagini del film “Saw, l'enigmista” durante le quali mi sarei volentieri chiusa gli occhi per non assistere all'orrore che proponevano, ma che poi guardavo con curiosità, assecondando quella innata passione per il brivido che mi appartiene. Del colpevole non ne viene fatto mistero sin dall'inizio, ciò nonostante, il continuo succedersi degli eventi e il dinamismo delle varie fasi dell'indagine, rendono la sua lettura sempre avvincente.
Tre sono gli omicidi su cui devono indagare il maresciallo capo dei Carabinieri, Alessandro Sorgi e il Capitano Roberto Giustini. Tre sono i morti rinvenuti, entro un breve lasso di tempo, con i corpi straziati e i volti ridotti a una maschera di sangue. Non sarà facile scoprire un legame tra di essi, ma dopo avere scartato l'attività speculativa nel campo edilizio, che un paio delle vittime praticava, gli abili carabinieri si sono indirizzati al ramo calcistico, scoprendo che tutti avevano avuto un ruolo di rilievo in una squadra locale. Da questo momento, individuare il movente dei delitti e, di conseguenza, il colpevole, risulterà la parte più facile, mentre, quella più complicata, si rivelerà scoprire il luogo in cui si nasconde, per giungere alla sua cattura. Ci riusciranno?
La storia di “Zanne”, il racconto più breve, si svolge sempre nella zona Tarquinia e dintorni. Questa volta, i morti che si trovano nelle campagne, perlopiù in prossimità di scavi archeologici, sono in condizioni tali che sembrano essere stati dilaniati da una bestia feroce. A condurre l'indagine, sono il tenente Gabriele Graziani e il maggiore Massimo Cerci.
E ora, trovo doveroso aprire una parentesi, sì, perché il maggiore Cerci l'ho già conosciuto con il primo libro di Franco Mieli “Ombre pagane” e me ne sono innamorata. Uomo rude, affascinante, votato al lavoro per sopperire a una carenza affettiva dovuta a una tragedia che gli ha distrutto la famiglia. Ritrovarlo anche in questa trama, me l'ha fatta apprezzare ancora di più.
Le attinenze tra i luoghi di ritrovamento dei cadaveri, indirizzano i carabinieri verso l'ambiente dei siti archeologici, supponendo qualche faida tra i tombaroli oppure la necessità di eliminare qualcuno che poteva sapere troppo. Tuttavia, le modalità con cui vengono uccisi i malcapitati, potrebbero dare adito a un'ulteriore teoria, che, per quanto improbabile, non dev'essere scartata.
Massimo Cerci, appassionato di antichità e conoscitore di leggende e pratiche antiche, fa ricondurre tutti i particolari degli omicidi a un rito praticato dagli Etruschi, il Phersu, che consisteva nell'incappucciare una persona e farla combattere con una bestia feroce. Quale sarà la pista giusta?
Lascio ai lettori, che mi auguro possano essere tanti, scoprire il finale di questi due bellissimi racconti, certa che li apprezzeranno.
Una tranquilla cittadina balneare è scossa da due orribili delitti nel giro di pochi mesi. I cadaveri di un noto avvocato e di un imprenditore della zona sono rinvenuti nei cassonetti dell’immondizia, con segni di torture e i volti orribilmente devastati. Il maresciallo dei Carabinieri Alessandro Sorgi e la sua squadra indagano, mettendo in luce squallide storie di corruzione legate alla speculazione edilizia che ha devastato la cittadina negli ultimi anni. La soluzione sembra a portata di mano, ma lo spietato assassino continua a colpire inafferrabile, portando il maresciallo Sorgi a indagare a Roma e Piancastagnaio dove vengono scoperti altri delitti collegati ai primi dallo stesso modus operandi. La crudele vendetta del killer non concede respiro a coloro che in passato furono coinvolti in un odioso sopruso, ma proprio il panico dell’ultimo dei sopravvissuti alla mattanza e le meticolose indagini del maresciallo aiutato dall’intuito della fidanzata Chiara, sorella del suo capitano, condurranno alla scoperta di una terribile verità legata a un lontano passato e a una tragica vicenda familiare. ZANNE Nella Tuscia viterbese vengono rinvenuti dei cadaveri orrendamente sbranati da una misteriosa ed enorme belva. Il maggiore dei Carabinieri Massimo Cerci, in vacanza nella zona non può fare a meno di aiutare il suo fraterno amico e collega, il tenente Gabriele Graziani nella caccia alla bestia. Ben presto scoprono che dietro la belva ci sono degli esseri umani, forse scavatori clandestini di tombe o bracconieri che non esitano a uccidere servendosi di un antico e crudele rito chi casualmente viene a conoscenza delle loro attività. Mentre le vittime del feroce animale si susseguono in una spaventosa sequenza, le indagini dei due militari segnano il passo. Ma l’ostinazione e il puntiglio del maggiore Cerci lo porteranno così vicino alla soluzione che la bestia verrà sguinzagliata sulle sue tracce…
di Franco Mieli | Montecovello | Noir
ISBN 978-88-6733-447-6 | cartaceo 10,20 € Acquista
Ornella Nalon I miei hobby sono: il giardinaggio, la buona cucina, il cinema e, naturalmente, la scrittura, che pratico con frequenza quotidiana. Scrivo con passione e trasporto e riesco a emozionarmi mentre lo faccio. La mia speranza è di trasmettere almeno un po’ di quella emozione a coloro che leggeranno le mie storie. “Quattro sentieri variopinti”, Arduino Sacco Editore “Oltre i Confini del Mondo”, 0111 Edizioni “Ad ali spiegate”, Edizioni Montag “Non tutto è come sembra”, da 0111 Edizioni. |
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