Gli scrittori della porta accanto

Le recensioni di Ilaria Biondi: "Emma Wedgwood Darwin. Ritratto di una vita, evoluzione di un'epoca" di Chiara Ceci


Emma Wedgwood Darwin fu una donna eccezionale e la perfetta compagna di vita di Charles, lo scienziato che cambiò radicalmente il modo in cui l’uomo guarda a sé stesso e alla natura.

Questa è in Italia la prima biografia che, indagando la vita di Emma fin dalla sua infanzia, sa rendere ragione di come e perché il loro sodalizio fu tanto stretto e fruttuoso e quanto determinante fu per l’esistenza e gli studi di Darwin.
In un periodo storico cruciale, al termine delle guerre napoleoniche e poi lungo l’era vittoriana, Emma visse in un famiglia fuori dall’ordinario, che comprendeva imprenditori, filantropi, intellettuali e politici, in cui le donne erano istruite come gli uomini e viaggiavano in tutta Europa. Anche per questo, oltre che per l’indole determinata e curiosa, Emma fu molto più che una semplice testimone del suo tempo. La sua educazione, il suo stile di vita, le sue idee, la sua passione per musica e letteratura la rendono vera interprete di un’epoca in evoluzione, delle sue complessità e contraddizioni, ma anche delle sue conquiste e modernità.
L’affascinante personalità di Emma emerge da questo libro a scardinare i luoghi comuni sul suo lungo e felice matrimonio, facendoci comprendere meglio il ruolo che ha avuto nella pubblicazione di L’Origine delle specie, uno dei più importanti libri scientifici mai dato alle stampe.


di Chiara Ceci  | Sironi Editore | Saggio 
ISBN 978-88-518-0154-0 | cartaceo 13,50€  Acquista


Le idee di Charles Darwin sull’evoluzione, che cominciano a germinare nella sua mente già durante la circumnavigazione del globo a bordo del Beagle (tra il 1831 e il 1836), hanno un impatto talmente rivoluzionario da essere accolte e percepite, sulle prime, con una certa ostilità da parte della comunità scientifica. Non possiamo arrivare ad affermare che gli scritti di Darwin non avrebbero visto la luce senza la presenza costante della moglie Emma al suo fianco, tuttavia è innegabile, come ricostruisce puntualmente questo studio appassionato e appassionante di Chiara Ceci, che il lungo e stretto legame della coppia abbia avuto un peso determinante nell’esistenza personale e professionale del grande scienziato, producendo su di essa effetti benefici e fruttuosi.

La studiosa Chiara Ceci, naturalista che si occupa di comunicazione della scienza, ha interrogato con curiosità e interesse preziosi documenti contenuti in archivi prestigiosi, ha ripercorso i luoghi dove Emma Wegdwood ha lasciato la sua impronta di giovane donna prima e di moglie poi, ha avuto l’onore di incontrare e conoscere alcuni suoi discendenti. Questo lungo viaggio, condotto con perizia da scienziato, passione intellettuale e sensibilità tutta femminile, ci restituisce il ritratto complesso e affascinante non solo di una donna di cui i non addetti ai lavori conoscono a malapena il nome, ma anche dell’epoca piena di fermento che l’ha vista in azione, quell’Età Vittoriana caratterizzata da straordinarie innovazioni scientifiche e tecniche (come la ferrovia), una ricca fioritura letteraria e un importante sviluppo artistico, soprattutto in ambito pittorico e architettonico.
Grazie alla biografia di Chiara Ceci, che ci fa penetrare nel vivo dell’esistenza di questa donna straordinaria e del suo matrimonio, comprendiamo quanto la presenza di Emma, che si prende cura con pazienza e affetto del marito e che rappresenta per lui uno scoglio al quale aggrapparsi e fare costantemente riferimento, abbia smussato gli angoli aguzzi del Darwin scienziato, facendo emergere e germogliare il suo lato tenero di uomo e di padre, ma abbia anche creato quella culla di tranquillità e serenità necessarie alla messa a punto delle sue innovative teorie.
Emma, prima ancora che moglie devota, madre premurosa e affettuosa, padrona di casa sagace, determinata e generosa, è figlia e donna dalle non comuni qualità. Nasce e cresce in una famiglia prestigiosa e fuori dall’ordinario che da generazioni produce le più belle ceramiche d’arte d’Inghilterra (la celebra Wedgwood Bone China) e che annovera fra i suoi membri arguti imprenditori, fini intellettuali e saggi uomini politici.
La famiglia può vantare importanti frequentazioni nel mondo della cultura: Elizabeth Gaskell e Maria Edgeworth, Coleridge e Wordsworth, Mary Shelley.
L’illuminato padre alleva Emma e le sorelle secondo uno spirito liberale e moderno, consentendo loro di coltivare attività sportive e passatempi (equitazione, tiro con l’arco, pattinaggio e lavoro a maglia) e di beneficiare di un’istruzione accurata al pari dei fratelli maschi. Emma si cimenta con impegno nello studio del francese, dell’italiano, del tedesco, della storia, della geografia, della storia dell’arte e in particolare della musica, la sua grande passione, esercitandosi a lungo ogni giorno al pianoforte. L’educazione e acculturazione della giovane è affidata anche al viaggio e a lunghi soggiorni in varie località d’Inghilterra e d’Europa. Ha solo 16 anni Emma quando il padre decide di compiere, insieme a lei, alle sorelle e alla moglie, il viaggio per eccellenza, quel Grand Tour che ha come meta principale l’Italia e che li porta a conoscere la musica, l’arte e la vita mondana di Firenze, Roma e Napoli. Negli anni a venire Emma trascorrerà lunghi periodi anche a Parigi, Londra e in Svizzera, dove vive la cara zia materna, dividendosi fra studio e partecipazione assidua alla vita di società. In compagnia degli zii visiterà anche la Germania, il Belgio e l’Olanda, godendo delle bellezze paesaggistiche, dei pregevoli monumenti e dei tesori dell’arte di quei paesi.
Emma ha un temperamento esuberante e indipendente, uno spirito vivace e acuto, un’intelligenza pronta, una mente curiosa. Si interessa attivamente di politica e vive con intensa devozione la fede unitariana, soprattutto dopo la morte straziante della sorella-amica Fanny, che scava in lei un solco profondo, rendendola più pacata e matura. La fede la conforta e la sostiene nella speranza di poter rivedere in un’altra vita colei che era una parte del suo cuore.

Emma e Charles e le rispettive famiglie si frequentano assiduamente perché legate da uno stretto vincolo di sangue: la madre di Charles è la sorella di Josiah, il padre di Emma. Jos e Robert, il padre di Charles, non sono solo cognati ma anche grandi amici e soci in affari. Al ritorno di Charles dal suo lungo viaggio a bordo del Beagle, i due cugini riallacciano un’amicizia mai interrotta, coltivando un affetto di lunga data, radicato nei vincoli di parentela, che si trasforma con dolce convinzione in amore. Emma ha trent’anni quando Charles, che definisce quel momento nel suo diario « il più bello dei giorni», la chiede in moglie.
Egli comprende e ammira la grandezza della futura moglie: « Credo che tu mi renderai più umano […] e presto mi insegnerai che c’è una gioia più grande, che costruire teorie e accumulare fatti in silenzio e solitudine.»
Il 1839 corona l’inizio della vita professionale di Charles, che ottiene la fellowship presso la Royal Society, e quello della loro lunga, serena e appagante vita matrimoniale, benedetta dall’arrivo di dieci figli (due dei quali, purtroppo, moriranno anzitempo).


La ragazza in gamba che studiava e girava per l’Europa è diventata una donna forte, tenace e accogliente, che governa con saggezza sulla casa e sulla famiglia, prendendosi cura della prole e accudendo con pazienza e affetto il marito, la cui salute è piuttosto cagionevole, anche in virtù della tensione e della mole di lavoro che la sua professione implica. L’idea della selezione naturale lo angustia profondamente sia in fase di elaborazione che in prospettiva futura, poiché è consapevole del fatto che l’enunciazione della sua idea non verrà accolta con entusiasmo dalla comunità scientifica. Anche i ritmi della metropoli contribuiscono ad aggravare il suo stato di tensione. La necessità di frequentare colleghi e società scientifiche tiene legato Charles a Londra, Emma tuttavia insiste affinché acquistino una residenza in campagna, non troppo lontana dalla città, dove il marito possa lavorare in tranquillità e alleviare il suo perenne stato d’ansia.
Quella residenza è Down House, nel Kent. La loro esistenza si stabilizza in quella residenza dal giardino alberato, dove Charles compie le sue ricerche e i bambini scorrazzano liberi, e dal grande salone dove Emma suona ogni giorno il suo pianoforte a coda, mentre Charles si adagia rilassato sul sofà ascoltandola estasiato.
Il loro idillio è però rotto da una serie di lutti strazianti. Tra il 1843 e il 1846 Emma perde entrambi gli amati genitori, nel 1848 è poi la volta di Robert Darwin, padre di Charles. Ma la vera perdita inaccettabile e inconsolabile è quella della piccola Annie, nel 1851, la figlia di dieci anni, per la quale Charles prova una speciale tenerezza, perché nei modi di fare e nel temperamento gli ricorda la moglie Emma: « La nostra povera e cara, cara bimba ha avuto una vita molto breve, ma confido che sia stata felice, e solo Dio sa quali miserie avrebbero potuto attenderla », scrive Charles alla moglie in una lettera del 23 aprile 1851, chiedendole quel conforto e quel sostegno che solo lei può offrirgli, con la solita devozione e la forza che albergano in lei.
Darwin, che da tempo si occupa dello studio dei cirripedi (l’abitazione di Down ne è praticamente invasa), continua comunque a lavorare alle sue ipotesi sull’origine della specie, rileggendo e rielaborando un’idea concepita anni addietro (e definita inizialmente trasmutazione) ma non ancora sistematizzata. Temendo che, a causa della propria prematura scomparsa, la teoria possa andare perduta prima di essere pubblicata, Charles scrive una lettera a Emma, una sorta di testamento intellettuale, mettendola a parte del suo segreto, eleggendola a custode dello stesso e affidandole il compito di trovare un curatore adatto e di adoperarsi per la sua diffusione. Emma comprende la portata rivoluzionaria di quella teoria, che ha preso corpo col tempo grazie agli esperimenti e alle ricerche condotte nelle serre nel giardino di Down, è consapevole delle conseguenze drastiche che essa avrà e sa che Charles lavorerà con onestà intellettuale per cercare la verità e provarla scientificamente. La donna non fa mai mancare il proprio sostegno al marito, benché alcuni punti della teoria non la convincano appieno, ed è felice di ospitare a Down House i colleghi di Charles, spesso con mogli e figli al seguito. Emma, da compagna premurosa, comprensiva e lungimirante qual è, da tempo ha imparato a convivere con le carcasse degli animali che il marito porta in casa e sollecita amorevolmente i figli ad aiutare il padre nelle sue ricerche e nei suoi esperimenti. Con spirito indefesso e generoso è presenza costante anche nella piccola comunità di Down e non fa mai mancare assistenza e conforto a chi richiede il suo aiuto.
Il 1858 è un anno cruciale, perché viene data pubblica lettura del lavoro di Darwin presso la Linnean Society, traguardo che premia l’impegno di una vita, evento al quale Charles non può presenziare perché la famiglia è colpita dall’ennesima tragedia, la morte del piccolo Charles per scarlattina.
Nel novembre del 1859 Darwin riesce finalmente a dare alle stampe L’origine della Specie, l’opera sua più importante, l’opera della sua vita. In attesa di ricevere il volume da parte dell’editore, Emma insiste affinché il marito si distragga dal lavoro e si riposi, sollecitandolo a fare le cure idroterapiche e lunghe passeggiate e a dedicarsi alla sua grande passione, il gioco del biliardo. L’uscita in volume dell’Origine della specie consegna il nome di Charles alla celebrità e, per quanto la famiglia Darwin cerchi di continuare a condurre una tranquilla esistenza nella placida natura del Kent, la quotidianità viene inevitabilmente stravolta. Charles, di temperamento timido e schivo, non si concede volentieri alla ribalta, però accoglie volentieri a Down colleghi illustri mostrando loro le serre e il giardino dove ha preso forma la teoria dell’evoluzione. Emma, con il solito spirito di abnegazione, veglia su di lui e sulla sua salute, intrattiene le consorti e i bambini dei suoi ospiti, si occupa della casa e dei figli e, grazie alla sua buona conoscenza del francese e del tedesco, spesso fa da interprete con i visitatori stranieri. Ospite abituale è Thomas Huxley, la cui moglie Henrietta spenderà per l’amica defunta parole molto affettuose: « Ho sempre avvertito in lei il sentimento “del nido”. Più di qualunque donna che abbia mai conosciuto, lei era capace di dare conforto. Pochi, o nessuno, avrebbero ospitato per due settimane i sette figli di un’amica e due bambinaie, per consentire all’amica (cioè a me), di accompagnare il marito a Liverpool nel periodo in cui era presidente della British Association.»
La pubblicazione dell’Origine della specie non serve però a placare le inquietudini di Charles, che lavora alacremente a nuovi progetti, sostenuto e coadiuvato da Emma e dalla figlia Henrietta, che gli danno preziosi suggerimenti soprattutto in fase di revisione e rilettura dei testi, contribuendo a fare dell’opera un successo editoriale.
Altri lutti gravosi colpiscono la famiglia negli anni a venire: nel 1876 la nuora Amy e nel 1881 Erasmus, il fratello di Charles. Dopo pochi mesi dall’amato fratello, il 19 aprile 1882, anche il grande scienziato, già anziano e provato, subisce un attacco fatale.
Come riportato da Chiara Ceci, che si rifà alle testimonianze dei figli, Emma «affrontò la sua desolazione da sola e non volle che nessuno si desse pensiero per lei; e anzi si impegnò a vivere meglio che poteva, ritornando sempre con il pensiero al suo prezioso passato.»
Il mondo scientifico reclama che Darwin venga tumulato a Westminster, con tutti gli onori di un funerale di stato. Emma comprende e accetta quel doveroso tributo al marito, anche se avrebbe preferito una cerimonia più sobria e riservata. Decide di rimanere a Down il giorno dei funerali, per onorare la memoria del suo compagno di vita in forma privata e in assoluta tranquillità.
Dopo la morte del marito Emma, ormai anziana, decide di andare a vivere a Cambridge, vicino ai figli, occupandosi a tempo pieno dei nipoti.
Nel 1887 viene pubblicata l’Autobiografia di Charles Darwin: tutta la famiglia partecipa attivamente alla lettura e rielaborazione del racconto di vita che Charles scrive negli ultimi anni. 
Emma si spegne a 88 anni e viene tumulata nel piccolo cimitero di Down, dove avrebbero dovuto riposare anche le spoglie del marito.
Come ben illustra l’autrice Chiara Ceci, in questo saggio prezioso che travalica i confini della mera biografia per diventare anche studio appassionato di un periodo storico e che ha il pregio di essere godibile e avvincente come un buon romanzo, con Emma non muore soltanto una madre e una nonna affettuosa e amorevole, ma si chiude anche un’era, alla quale lei, come Wedgwood Darwin, ha partecipato sia come spettatrice che come attrice.



Ilaria Biondi
Laurea in Lingue e Letterature Straniere presso l’Università di Bologna. Durante il Dottorato di Ricerca in Letterature Comparate vive per lunghi periodi in Francia. Si occupa di traduzione letteraria e critica della traduzione, di letteratura francese e belga (in lingua francese) e letteratura tedesca dell’Ottocento. È appassionata di letteratura fantastica , science-fiction, letteratura al femminile, di viaggio, per l’infanzia e poesia.
Raymond Radiguet. Giovinezza perduta, eterna giovinezza, Delta Editrice.


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