Gli scrittori della porta accanto

Recensione: Sulla strada giusta, di Francesco Grandis

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Libri Recensione di Stefania Bergo. Sulla strada giusta, di Francesco Grandis (Rizzoli - seconda edizione). Uno scrittore nomade alla ricerca della felicità. Un caso editoriale da 10.000 mila copie vendute nella prima edizione. 

Vi capita mai di leggere un libro e identificarvi totalmente con il protagonista? Di leggere le sue emozioni come fossero le vostre stesse, come un déjà vu? Di vedervi percorrere la stessa strada e commuovervi per questo? Di sapere esattamente di cosa stia parlando l'autore?
A me è successo leggendo Sulla strada giusta di Francesco Grandis. Un romanzo. Una biografia. Il racconto di un lungo viaggio. Un saggio sulla felicità a partire da ciò che ci circonda, a patto di riuscire a cogliere i messaggi di cui il mondo è intriso.
Tutto ha inizio il 9 agosto del 2009, quando Francesco avverte chiaramente dentro di sé di aver superato un limite. Il limite di tolleranza di una vita ordinaria, che segue le regole non scritte del buon senso, le istruzioni ragionevoli della società.
Studia, trova un buon lavoro, creati una posizione, fatti una famiglia, metti via dei soldi e poi vai in pensione.
Ma spesso, in tutto questo, il vero benessere, la felicità, che nulla ha a che vedere con lo status sociale e la ricchezza effimera, non sono contemplati. Che regole sono, dunque?
Francesco è un ingegnere elettronico, laureatosi alla prestigiosa Università di Padova e, seguendo le proprie inclinazioni ma anche il collaudato copione dell'uomo di successo, inizia a lavorare nel campo della robotica.
Tutto procede senza scossoni fino a quando gli automatismi del suo lavoro non si ripercuotono sulla sua vita, instaurando altre forme di automatismo impersonale. Francesco si ritrova ad avere un ottimo lavoro, buoni guadagni, ma nessun tempo libero per essere, al di là del fare. Perché il pensiero comune suggerisce che in gioventù non ci sia tempo per godersi la vita, lo si farà una volta andati in pensione...

Francesco Grandis descrive molto bene la crisi in cui sprofonda, una crisi preziosa, necessaria. Ci conduce per mano, empaticamente, nella sua vita che pare la nostra stessa vita.

O per lo meno quella di chiunque abbia avuto la sensazione, almeno una volta, di seguire le istruzioni sbagliate e si sia chiesto: ma io, sono davvero felice? Come è accaduto a me...
Francesco Grandis molla il suo lavoro e inizia a viaggiare. Prima come un evaso, con l'ansia di trovare subito delle risposte e l'incapacità di gestire la neonata libertà, poi con la coscienza attenta di chi cerca la verità e di chi si gode il viaggio ancor prima di arrivare alla meta.
Inizia prendendosi un anno sabbatico attorno al mondo, senza sapere bene cosa succederà. Fino a quando, in ritiro spirituale a Bangkok, non gli viene fatta una domanda apparentemente semplice: «secondo te qual è il senso della vita?»
Un palloncino gonfio gli esplode in faccia, viene travolto da un fiume in piena. E comprende solo allora di essere in viaggio, al di là dei chilometri fatti dai piedi, alla ricerca della felicità.
Tenerife, Sud America, Budapest, India, la Monaco-Venezia a piedi, Scandinavia, Canada, Francesco diventa un nomad worker che impara a gestire il suo tempo, lavorando solo quattro ore al giorno, lungi dal voler accumulare ricchezza se non quella di potersi godere la propria libertà, conoscendo il mondo e cercando indizi di felicità, come una caccia al tesoro in cui si vince il senso della vita.

Sperimenta la condivisione, la gioia della semplicità e la gentilezza. Ci accompagna alla scoperta delle piccole cose dei paesi che attraversa, come se anche noi fossimo in viaggio con lui.

Interrogandosi e interrogandoci sulla lezione del momento, su quegli insegnamenti di vita che possono giungere da eventi non sospetti, come disegnare sulla pelle con un pennarello colorato...
Un libro che è un urlo nel silenzio, perfettamente reso da una narrazione incalzante nel raccontare un percorso interiore, emozionante nel raccontare il mondo. Un'esortazione a evadere, non per essere sterili ribelli contro un sistema politico, ma per sgretolare uno status sociale impersonale che vuole omologarci e spuntare le ali di chi è più esuberante e ha l'illuminazione di rendersi conto che la felicità non sta nelle ferie ai tropici un paio di settimane l'anno, ma in un percorso continuo, nel silenzio di un lago canadese o in una passeggiata tra ruderi e sorrisi sotto il cielo indiano.
Francesco Grandis è ancora in viaggio. Sta crescendo un figlio e dedicandosi alla scrittura. Ha aperto un blog www.wanderingwil.com in cui racconta la sua esperienza, ciò che ha vissuto dentro e fuori di sé negli ultimi sette anni. Questo libro è il suo esordio, la condivisione di una ricchezza inestimabile che forse sarà di stimolo a tanti altri, quel quanto di coraggio mancante per prendere la decisione di mollare tutto e iniziare a percorrere una nuova strada. Quella giusta.
Non abbiamo bisogno di maestri o di guru. La verità è già dentro di noi, dobbiamo solo ascoltarla. [...] È un tempo limitato il nostro su questa terra, ma le potenzialità che ci appartengono sono infinite, dobbiamo solo imparare a coglierle. [...] Ci incontreremo lungo le strade del mondo e ci sorrideremo, perchè sapremo cosa abbiamo passato per arrivare fin lì. In salita, controvento, sotto la pioggia che confondeva le lacrime.

Sulla strada giusta

di Francesco Grandis
Rizzoli
Narrativa | Non-fiction
ISBN 978-8817093583
Ebook 7,99€

Sinossi 

Da una scogliera a picco sul Mar Glaciale Artico, un uomo respira finalmente la libertà. Intorno ha solo il silenzio e davanti l'orizzonte infinito e limpido. Appena qualche mese prima non l'avrebbe mai creduto possibile. Aveva trentun anni e un lavoro stabile: il sogno di molti, ma non il suo. Così un giorno ha detto basta e si è messo in cammino su sentieri sconosciuti, per cercare una risposta ai confini del mondo, senza ancora sapere se quello alla vita di prima sarebbe stato un arrivederci o un addio. Dal Sudamerica a Budapest, dall'India alla Scandinavia, tra paesaggi mozzafiato e momenti di intima condivisione, Francesco vive esperienze inattese che gli mostrano chi è davvero, un giorno dopo l'altro. Lontano da casa o tra la propria gente, l'importante è mettersi in gioco. Un "urlo nel silenzio" per svegliarci dal torpore della routine e ricordarci che se non inseguì la felicità non avrai chance di trovarla.


Stefania Bergo
Non ho mai avuto i piedi per terra e non sono mai stata cauta. Sono istintiva, impulsiva, passionale, testarda, sensibile. Scrivo libri, insegno, progetto ospedali e creo siti web. Mia figlia è tutto il mio mondo. Adoro viaggiare, ne ho bisogno. Potrei definirmi una zingara felice. Il mio secondo amore è l'Africa, quella che ho avuto la fortuna di conoscere e di cui racconto nel mio libro.
Con la mia valigia gialla, 0111Edizioni.


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