"Le Ultime diciotto ore di Gesù" di Corrado Augias, Einaudi, 2015, il processo più famoso della Storia come, forse, non l’avete mai letto.
Corrado Augias in questo libro ci racconta le ultime ore di Gesù, la sua Passione, da un punto di vista giornalistico, attraverso l'interpretazione di tantissime fonti e lo fa con il giusto "distacco" religioso, catapultandoci 2000 anni indietro nel tempo, riuscendo a farci respirare l’atmosfera dei luoghi e dei momenti che ci descrive.
Sono tanti gli spunti di riflessione che emergono dalla lettura di questo libro, primo fra tutti: siamo così sicuri di conoscere davvero come siano andate le cose?
La risposta è no, troppe contraddizioni nelle fonti arrivate ai giorni nostri, a partire dai quattro vangeli canonici. Augias è un maestro nel descrivere, in modo romanzato e quasi onirico, gli avvenimenti di quelle ultime diciotto ore prima della crocifissione, dando vita e parole ai personaggi che conosciamo: Ponzio Pilato, Claudia Procula (moglie di Pilato), Barabba, Pietro, Erode Antipa etc..
Anche Gesù viene descritto con le sue paure, le sue ansie, nell’ultima fase della sua esistenza quando sa che “tutto è compiuto” e non può essere cambiato perché cosi deve essere per volere di Dio.
Il discorso in cella tra Gesù e Barabba prima della scelta che il popolo della Giudea dovrà compiere su chi liberare dei due, chiarisce molto bene il messaggio che il profeta ha voluto trasmettere nella sua vita:
“Ho attraversato la terra d’Israele con le mani vuote, ma le mie parole annunciavano una speranza inaudita di libertà, più pericolosa di un colpo di pugnale; molti l’hanno trovata intollerabile tale è la paura di essere davvero liberi. Volevo insegnare che non basta vivere, che bisogna anche sapere e capire perché si vive [...]. La salda fede antica, i riti che si ripetono uguali anno dopo anno sono molto più rassicuranti. Ho offerto ogni giorno della mia vita come esempio, evidentemente non è bastato.”
Chi ha condannato veramente Gesù alla croce? Sono stati i Romani o i sacerdoti del Tempio di Gerusalemme? Oppure il popolo Ebraico (ritenuto più spesso il colpevole) che ha voluto liberare un assassino al posto di un profeta? L’autore permette al lettore di districarsi nella Legge in vigore a quel tempo, in una remota provincia del medio oriente, dove gli interessi politici si accavallano e si scontrano con quelli religiosi.
Una popolazione dominatrice (i Romani) con il culto del paganesimo, i loro Dei dell’Olimpo e un Imperatore a Roma considerato alla stregua delle Divinità stesse, e un popolo dominato (gli Ebrei), con il loro unico Dio senza nome e senza volto, ammaliati dalle parole di un profeta che promette un Nuovo Mondo, libero da soprusi e dominazioni straniere.
Ma il Nuovo Mondo che Gesù prometteva a quel popolo non era sulla Terra, non si sarebbe impugnata la spada per conquistarlo, né incrociato le lame per riavere la libertà: ciò che Gesù comunica è una nuova visione della società, del vivere comune, dove l’amore e il rispetto per il prossimo diventano il fulcro delle nostre vite.
Ponzio Pilato alla fine di una giornata convulsa, decisamente difficile per un procuratore Romano a cui viene affidata una decisione così importante, la quale potrebbe anche distruggere la sua carriera in un attimo, commenta in questo modo con il suo consigliere militare Kyrillos che gli suggerisce di perseguitare e condannare anche i seguaci di Gesù, spariti al momento dell’arresto del profeta: “Con la morte del maestro se ne torneranno ai loro mestieri, spariranno dalla circolazione. La loro avventura con oggi è finita, di questa brutta storia nessuno sentirà più parlare”.
Quanto si sbagliava…
Sono tanti gli spunti di riflessione che emergono dalla lettura di questo libro, primo fra tutti: siamo così sicuri di conoscere davvero come siano andate le cose?
La risposta è no, troppe contraddizioni nelle fonti arrivate ai giorni nostri, a partire dai quattro vangeli canonici. Augias è un maestro nel descrivere, in modo romanzato e quasi onirico, gli avvenimenti di quelle ultime diciotto ore prima della crocifissione, dando vita e parole ai personaggi che conosciamo: Ponzio Pilato, Claudia Procula (moglie di Pilato), Barabba, Pietro, Erode Antipa etc..
Anche Gesù viene descritto con le sue paure, le sue ansie, nell’ultima fase della sua esistenza quando sa che “tutto è compiuto” e non può essere cambiato perché cosi deve essere per volere di Dio.
Il discorso in cella tra Gesù e Barabba prima della scelta che il popolo della Giudea dovrà compiere su chi liberare dei due, chiarisce molto bene il messaggio che il profeta ha voluto trasmettere nella sua vita:
“Ho attraversato la terra d’Israele con le mani vuote, ma le mie parole annunciavano una speranza inaudita di libertà, più pericolosa di un colpo di pugnale; molti l’hanno trovata intollerabile tale è la paura di essere davvero liberi. Volevo insegnare che non basta vivere, che bisogna anche sapere e capire perché si vive [...]. La salda fede antica, i riti che si ripetono uguali anno dopo anno sono molto più rassicuranti. Ho offerto ogni giorno della mia vita come esempio, evidentemente non è bastato.”
Chi ha condannato veramente Gesù alla croce? Sono stati i Romani o i sacerdoti del Tempio di Gerusalemme? Oppure il popolo Ebraico (ritenuto più spesso il colpevole) che ha voluto liberare un assassino al posto di un profeta? L’autore permette al lettore di districarsi nella Legge in vigore a quel tempo, in una remota provincia del medio oriente, dove gli interessi politici si accavallano e si scontrano con quelli religiosi.
Una popolazione dominatrice (i Romani) con il culto del paganesimo, i loro Dei dell’Olimpo e un Imperatore a Roma considerato alla stregua delle Divinità stesse, e un popolo dominato (gli Ebrei), con il loro unico Dio senza nome e senza volto, ammaliati dalle parole di un profeta che promette un Nuovo Mondo, libero da soprusi e dominazioni straniere.
Ma il Nuovo Mondo che Gesù prometteva a quel popolo non era sulla Terra, non si sarebbe impugnata la spada per conquistarlo, né incrociato le lame per riavere la libertà: ciò che Gesù comunica è una nuova visione della società, del vivere comune, dove l’amore e il rispetto per il prossimo diventano il fulcro delle nostre vite.
Ponzio Pilato alla fine di una giornata convulsa, decisamente difficile per un procuratore Romano a cui viene affidata una decisione così importante, la quale potrebbe anche distruggere la sua carriera in un attimo, commenta in questo modo con il suo consigliere militare Kyrillos che gli suggerisce di perseguitare e condannare anche i seguaci di Gesù, spariti al momento dell’arresto del profeta: “Con la morte del maestro se ne torneranno ai loro mestieri, spariranno dalla circolazione. La loro avventura con oggi è finita, di questa brutta storia nessuno sentirà più parlare”.
Quanto si sbagliava…
Tutto si è svolto in un pugno d'ore, diciotto o venti al massimo. Dall'imbrunire di un giorno, al primo pomeriggio del successivo. In modo convulso. Per lo piú nottetempo o alle prime luci dell'alba. Il processo che ha cambiato il destino dell'uomo è stato celebrato sicuramente in fretta, ma in base a quali accuse? Secondo quale rito? Chi aveva ordinato l'arresto e perché? E soprattutto, chi aveva il potere di convalidare il provvedimento emettendo la sentenza finale? Ad essere indagate sono le ultime febbrili ore di Gesú di Nazareth, il giovane profeta giustiziato su un patibolo romano a Gerusalemme in un anno convenzionalmente datato 33 della nostra èra. Vicende viste, forse per la prima volta, anche dalla prospettiva degli occupanti romani. È questo un libro dove si entra e si esce dalla storia, dove si raccolgono e indagano i documenti, dove si commentano le fonti e le si fa parlare, e dove anche uomini e cose prendono vita. Fra queste pagine si ode il rumore della pialla del falegname, lo stridio delle ruote dei carri, il belato degli agnelli; si vedono il bianco della farina e il grigio del fumo dei camini e si percepiscono le presenze misteriose di maghi, indovini, assassini. Saggismo e gesto narrativo s'incontrano: c'è la precisione storica e c'è la vita, la passione per il mondo e il talento di raccontarlo. Molti sono i protagonisti della storia e appaiono piú tormentati, sfaccettati, umani, di quanto siamo soliti considerarli: un Ponzio Pilato politicamente debole, collerico e incerto. Claudia Procula, la misteriosa e tormentata moglie dal passato burrascoso. Caio Quinto Lucilio, intellettuale deluso, acuto testimone degli eventi. Il fariseo Nicodemo, discepolo di Gesú e membro del Sinedrio. Giuda, forse ingiustamente colpevolizzato. Maddalena, la piú famosa tra le discepole. Erode Antipa, un re fantoccio nelle mani dei Romani. L'adultera senza nome che Gesú salva dalla lapidazione. Giuseppe e Maria che assistono disperati alla morte del figlio amato. La mutevole folla di Gerusalemme. Pagina dopo pagina, Corrado Augias tiene il lettore col fiato sospeso ricostruendo una vicenda che crediamo, non sempre a ragione, di conoscere. E sintetizza in modo affascinante decenni di discussioni storiche e teologiche, lasciando aperte delle domande ma fornendo insieme nuovi e inaspettati punti fermi da cui, ancora e ancora una volta, ripartire.
di Corrado Augias | Einaudi | Romanzo storico
Roberto Orsi Nasce a Genova nel 1982. È un lettore onnivoro, ma con un'accentuata propensione per romanzi e thriller con risvolti storici. Per condividere questa sua passione con altri amanti del genere, circa un anno fa, decide di aprire il gruppo Thriller Storici e Dintorni - il gruppo, che gli sta regalando delle ottime gratificazioni. |
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