Più pesante dell'aria, di Simone Porceddu, 0111 Edizioni, 2016. Un romanzo distopico, un inno all'amore: tra un uomo e una donna, tra esseri umani soli e disperati, per trarre la forza di andare avanti.
Davvero notevole questo libro! Si tratta di una di quelle letture il cui eco è destinato a rimanere dentro e a risuonare per diverso tempo. Di certo, riesce a catturare l'interesse sin dall'incipit e, in seguito, a smuovere una serie tumultuosa di sentimenti.
È una storia distopica, quella raccontata da Simone Porceddu, tuttavia insolitamente ambientata nel passato. Una storia che si concentra tutta in uno spazio temporale piuttosto ristretto: un'estate del 1928.
La racconta Lariano Campanelli attraverso continui flashback tratti da un importante avvenimento di otto anni addietro che gli ha indubbiamente segnato la vita. A incoraggiarlo nel proseguo del doloroso percorso, una sempre più attenta e curiosa Luisa, la cui identità rimane segreta sino alla fine.
In effetti, sono davvero tante le cose che si scoprono solo a lettura inoltrata, tant'è che, inizialmente, ho avuto qualche difficoltà a unire i fili della trama. Si parlava di Eleonora che accudiva sei bambini, tra i quali c'era anche Martino, il figlio che non sapeva di esserlo. Si parlava di una passata guerra, tra il Giudicato e le Ali Nere, che aveva lasciato uno strascico pesante: una terribile malattia che molte donne trasmettevano ai figli al momento della nascita, e che li poteva trasformare in persone violente e pericolose. Veniva nominata la Scolca, una sorta di corpo di polizia in pattugliamento per rastrellare e sopprimere i bimbi ammalati. Ma qual era il nesso tra tutto questo? E, soprattutto, cosa poteva legare Lariano, un ex aviatore del Giudicato, a Eleonora, quella triste donna senza più speranza e futuro, ma molto forte e risoluta a regalarne almeno un poco a dei piccoli esseri perseguitati?
È una storia distopica, quella raccontata da Simone Porceddu, tuttavia insolitamente ambientata nel passato. Una storia che si concentra tutta in uno spazio temporale piuttosto ristretto: un'estate del 1928.
La racconta Lariano Campanelli attraverso continui flashback tratti da un importante avvenimento di otto anni addietro che gli ha indubbiamente segnato la vita. A incoraggiarlo nel proseguo del doloroso percorso, una sempre più attenta e curiosa Luisa, la cui identità rimane segreta sino alla fine.
In effetti, sono davvero tante le cose che si scoprono solo a lettura inoltrata, tant'è che, inizialmente, ho avuto qualche difficoltà a unire i fili della trama. Si parlava di Eleonora che accudiva sei bambini, tra i quali c'era anche Martino, il figlio che non sapeva di esserlo. Si parlava di una passata guerra, tra il Giudicato e le Ali Nere, che aveva lasciato uno strascico pesante: una terribile malattia che molte donne trasmettevano ai figli al momento della nascita, e che li poteva trasformare in persone violente e pericolose. Veniva nominata la Scolca, una sorta di corpo di polizia in pattugliamento per rastrellare e sopprimere i bimbi ammalati. Ma qual era il nesso tra tutto questo? E, soprattutto, cosa poteva legare Lariano, un ex aviatore del Giudicato, a Eleonora, quella triste donna senza più speranza e futuro, ma molto forte e risoluta a regalarne almeno un poco a dei piccoli esseri perseguitati?
Simone Porceddu è stato molto abile a disseminare il suo racconto di piccoli dettagli che conducono il lettore alla comprensione della trama un po' alla volta, non inducendolo allo scoraggiamento, ma riuscendo ad incrementare la sua curiosità.
Altra sua innegabile qualità è quella di usare le parole come fossero un cesello in mano a un abile scultore. Le sue descrizioni diventano opere poetiche, delicate e forti allo stesso tempo.
Altra sua innegabile qualità è quella di usare le parole come fossero un cesello in mano a un abile scultore. Le sue descrizioni diventano opere poetiche, delicate e forti allo stesso tempo.
La luna sembra un faro che traccia grandi insenature d'ombra. Cerco di scaldarmi con il suo bagliore osseo, ma è troppo distante per sentirlo sulla pelle. In alto osservo splendere la costellazione dell'Auriga, sorge tra le foglie del susino, sotto al quale cerco riparo dai miei pensieri.
Credo di essere in un periodo di grazia per quanto riguarda le mie scelte letterarie: ultimamente cadono su opere prime di autori emergenti che potrebbero far sfigurare altre di scrittori famosi. Mi rammarica il fatto che molte di loro non potranno mai raggiungere i livelli di diffusione che si meriterebbero. Mi auguro che quella di Simone Porceddu la raggiunga.
Più pesante dell'aria
Una terribile malattia chiamata “Tocco di Strega” affligge i bambini al termine della guerra tra il Giudicato e le Ali Nere. È un male sconosciuto che si manifesta con una macchia sul corpo e che nel tempo rende pericoloso e uccide chi ne è affetto.Eleonora, una donna del Giudicato, si rifugia con suo figlio Martino e altri cinque bambini in un vecchio stabile in riva al mare. Cerca così di proteggere i piccoli dai soldati che rastrellano le campagne e che hanno ordine di uccidere qualsiasi bambino malato.
I giorni passano con difficoltà, Eleonora cerca di fare i conti con un passato che la tormenta e che fino a quel momento le ha impedito di rivelare a Martino di essere sua madre. Un giorno arriva allo stabile Lariano, un ex aviatore: da quel momento le vite di tutti sono destinate a cambiare.
di Simone Porceddu | 0111 Edizioni | Distopico, Romance
EAN 9788863079494 | ebook 2,99€ | Cartaceo 11,90€
EAN 9788863079494 | ebook 2,99€ | Cartaceo 11,90€
Ornella Nalon I miei hobby sono: il giardinaggio, la buona cucina, il cinema e, naturalmente, la scrittura, che pratico con frequenza quotidiana. Scrivo con passione e trasporto e riesco a emozionarmi mentre lo faccio. La mia speranza è di trasmettere almeno un po’ di quella emozione a coloro che leggeranno le mie storie. “Quattro sentieri variopinti”, Arduino Sacco Editore “Oltre i Confini del Mondo”, 0111 Edizioni “Ad ali spiegate”, Edizioni Montag “Non tutto è come sembra”, da 0111 Edizioni. |
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