Gli scrittori della porta accanto

Umani si nasce o si diventa?, di Valentina Gerini

Recente è la notizia della piccola indiana trovata nella giungla, la presunta bimba-Mowgli. In realtà, molti sono i bambini che hanno vissuto la loro prima infanzia senza alcun contatto umano e quasi mai il recupero è possibile.

Le emozioni e il contatto con altri pari sono ciò che ci rende umani. È curioso come questa affermazione circolare contenga una grande verità. Ho letto diversi articoli, partendo dal recente ritrovamento in India di una bambina che pareva aver vissuto da sempre nella giungla con le scimmie, una piccola Mowgli, si diceva. Ma nel cartoon della Disney, ispirato alla raccolta di racconti dello scrittore Premio Nobel per la Letteratura Rudyard Kipling, pubblicati tra il 1893 e il 1894, Mowgli parla, cammina eretto e quando raggiunge il villaggio degli uomini a noi non rimane alcun dubbio: si adatterà.
Nella realtà, invece, questo adattamento risulta molto difficile, quasi impossibile. Perché?
Per capirlo, facciamo un passo indietro. Torniamo alla piccola indiana, ritrovata nella foresta dell'Uttar Pradesh. Alcuni quotidiani riferiscono che non sia stato facile convincerla a seguire i poliziotti, perchè le scimmie la difendevano, le facevano da scudo. Ma alla fine li ha seguiti e adesso si trova in un ospedale. Verrà sottoposta a esami per verificarne lo stato fisico e mentale, probabilmente. In questo caso specifico, non ci è dato di sapere se il problema della bambina sia dovuto alla sua permanenza della giungla (quasi escluso) o ad una malattia mentale presente fin dalla nascita. Dunque non abbiamo ancora la certezza che questa bambina sia realmente cresciuta nella foresta, con le scimmie, o sia stata solo abbandonata da poco tempo dai suoi genitori (Bambina Mowgli? Abbandonata perché disabile la piccola trovata nella foresta). Quello che sappiamo è che non parla, comunica solo con versi, mangia con le mani, cammina aiutandosi con gli arti superiori. Non capisce quello che le viene detto e c'è chi sostiene che non abbia la capacità di associare pensieri a parola, che non sia capace insomma di pensare in maniera astratta. Per lei funziona la regola del necessità-comunicazione e della causa-effetto. Non esistono pensieri, desideri, sensazioni.


Vivere senza un contatto umano in età puerile, pare renda difficile la capacità di pensare e comunicare i propri sentimenti.

Al di là di quest'ultima notizia, i dottori che hanno seguito altrettanti casi come questo, verificati, in passato hanno dati che scoraggiano ogni speranza.
Pare che chi vive certe esperienze in età puerile non riesca mai ad adattarsi alla nostra società. E di casi ce ne sono stati! Su Focus un articolo (Le vere storie dei ragazzi selvaggi) parla di almeno quattro ragazzi ritrovati in India, Africa e sud America, in foreste e giungle, nudi e facenti parte di un branco di lupi o di scimmie. Quando questi bambini vennero portati nel mondo civilizzato, riscontrarono enormi difficoltà nel comunicare. Alcuni di loro riuscirono a imparare qualche parola, associandola all'oggetto che avevano di fronte, a collegare necessità o desideri personali alle azioni (ad esempio: prendere la giacca se si vuole uscire), qualcuno, pare, imparò anche a scrivere ma nessuno riuscì mai a formulare pensieri astratti, a comunicare i propri sentimenti al di là dei bisogni primari. Inoltre, le testimonianze raccontano che la loro esistenza, ahimè, non fu mai longeva. Non possiamo dire se sia a causa del loro forzato inserimento nella società umana o dell'aver vissuto con gli animali per tanto tempo.
La teoria dell’imprinting, che procurò il premio Nobel a Konrad Lorenz, sostiene infatti che un giovane essere vivente impara a riconoscersi in una specie piuttosto che in un’altra a partire dal legame con una figura di riferimento (la chioccia per i pulcini, la lupa per il lupacchiotti, eccetera). In effetti, questi ragazzi selvaggi ai loro salvatori sono sempre apparsi del tutto “animaleschi”.
«I loro problemi, però, dipendono dal fatto che non sono stati esposti a sufficienza all’ambiente umano durante fasi importanti dello sviluppo cognitivo» continua su Focus

mamma-con-bambino

"Umani" non si nasce ma si diventa.

Allora se ne conclude che ciò che ci fa diventare "umani" sia la vicinanza alla specie umana stessa. Essere sottoposti e stimolati nei primi mesi e anni di vita è ciò che ci forma e permette al nostro cervello di svilupparsi e saper pensare. I bambini imparano non solo perché sono intelligenti a prescindere ma perché vengono stimolati dal mondo che li circonda, costantemente.
Sembra qualcosa di sensato. Ma anche molto triste. Davvero si crede che questi bambini abbandonati e vissuti allo stato brado siano "casi persi", esseri incapaci di pensare e comunicare razionalmente?
Sarebbe interessante conoscere l'opinione di un antropologo, di una persona esperta che possa darci maggiori informazioni, testimonianze, illustrarci studi e confermare o smentire questa teoria, perché la comunicazione e il pensiero astratto sono ciò che ci contraddistingue dal mondo animale ed è malinconico pensare che questi bambini non riusciranno mai a collegare il desiderio di fare il bagno con le parole che esprimono tale desiderio, oppure la simpatia che provano per un amico con le parole "ti voglio bene".
Anche se poi, oggigiorno, non c'è da meravigliarsi... Alcuni, seppur vissuti in mezzo all'umanità e alla società odierna, non mettono in pratica queste fantastiche capacità che la società e i genitori hanno loro donato: il pensiero e la cognizione di causa. Esistono tanti Mowgli anche in città oggi. Ma questa è un'altra storia...

Valentina-Gerini

Valentina Gerini
Ho due grandi passioni: i viaggi e la scrittura. Dei viaggi ne ho fatto la mia professione, diventando accompagnatrice turistica. La scrittura è il mio hobby. Mi piace avere una vita piena di cose da fare: sono una mamma, lavoro, collaboro con un mensile toscano, mi impegno a portare avanti il progetto Gli scrittori della porta accanto e scrivo libri.
Volevo un marito nero, StreetLib - Collana Gli scrittori della porta accanto (seconda edizione)
La notte delle stelle cadenti, StreetLib - Collana Gli scrittori della porta accanto (seconda edizione).


Ti siamo davvero riconoscenti per il tempo che ci hai dedicato. Se sei stat* bene in nostra compagnia, che ne dici di iscriverti alla NEWSLETTER SETTIMANALE per restare sempre aggiornat* sui nostri argomenti? Oppure potresti offrirci UN CAFFÈ o sostenerci acquistando i GADGET ispirati ai nostri libri. Te ne saremmo davvero grati!
Oppure potresti lasciarci un commento per farci sapere che ne pensi di questo articolo, il tuo feedback è davvero importante per noi.
NB: Gli autori non sono responsabili per quanto pubblicato dai lettori nei commenti ad ogni post. Tuttavia, verranno cancellati i commenti ritenuti offensivi o lesivi della immagine o della onorabilità di terzi, razzisti, sessisti, spam o che contengano dati personali non conformi al rispetto delle norme sulla Privacy e, in ogni caso, ritenuti inadatti a insindacabile giudizio degli autori stessi.

About Anonimo

Il webmagazine degli scrittori indipendenti.
0 commenti

Posta un commento

<< ARTICOLO SUCCESSIVO
Post più recente
ARTICOLO PRECEDENTE >>
Post più vecchio
Home page

Parole chiave


Pubblicità
Abbonamento Audible Amazon




Libri in evidenza