Alla conquista dell'Etiopia del 1935-36, di Franco Mieli, Monetti Editore, 2017. Il diario del soldato Umberto Guidarelli, la guerra tra Italia e Abissinia.
Quello che ci presenta Franco Mieli è un diario, le memorie del nonno Umberto Guidarelli, soldato partito volontario per l’Etiopia nel periodo 1935-'36, quando l'Italia entrò in guerra con l'Abissinia.
Prima di avventurarci tra le pagine di questo manoscritto, è necessario fare una premessa. Mia mamma mi raccontava che sua madre, ovvero mia nonna, nata nei primi anni venti e cresciuta all’epoca del fascismo, ogni tanto se ne usciva con queste dimesse parole: “noi madri abbiamo il dovere di sacrificare almeno un figlio alla patria”. È pure vero che le famiglie in quel periodo erano numerose, ma se questa era la mentalità ampiamente diffusa anche tra le donne che sopportavano la causa con mesta rassegnazione, viene facile immaginare che, a monte, ci stesse una forte propaganda politica cui era difficile sottrarsi, che esaltava gli ideali di amor di patria, coraggio, lealtà, fedeltà, come un atto necessario, quasi dovuto.
Prima di avventurarci tra le pagine di questo manoscritto, è necessario fare una premessa. Mia mamma mi raccontava che sua madre, ovvero mia nonna, nata nei primi anni venti e cresciuta all’epoca del fascismo, ogni tanto se ne usciva con queste dimesse parole: “noi madri abbiamo il dovere di sacrificare almeno un figlio alla patria”. È pure vero che le famiglie in quel periodo erano numerose, ma se questa era la mentalità ampiamente diffusa anche tra le donne che sopportavano la causa con mesta rassegnazione, viene facile immaginare che, a monte, ci stesse una forte propaganda politica cui era difficile sottrarsi, che esaltava gli ideali di amor di patria, coraggio, lealtà, fedeltà, come un atto necessario, quasi dovuto.
In questo clima era relativamente facile incontrare giovani idealisti, disposti ad abbandonare gli affetti più cari, la famiglia, la moglie e il figlio come nel caso del protagonista, la madre, e partire per la lontana Africa, a offrire il proprio contributo, il proprio coraggio, per la causa del Re e del Duce. Poco importava se il tributo da pagare poteva valere la vita stessa, l’importante era mostrare lealtà, orgoglio, coraggio. Le madri e le vedove dei caduti, in cambio, avrebbero ricevuto una medaglia al valore o una bella pergamena firmata dalle alte sfere dello stato da incorniciare e mostrare orgogliose… decisamente altri tempi, altra mentalità.
Amo la patria più di me stesso. La mia famiglia non sa frenare l'orgoglio che mi spinge a dare il mio braccio per la difesa della nazione.
Le pagine scorrono via veloci come istantanee fotografiche, le vicende narrate appaiono così vere e crude da sconvolgere il lettore.
Frasi che ti corrodono, ti lasciano il segno, perché sai che non stai leggendo un romanzo d’avventura, ma cronache di vita vera, quella storia fatta dai piccoli uomini, quella realmente vissuta sulla pelle della gente comune.
È dura la vita del legionario, a marciare per ore sotto il sole rovente di giorno e dormire in ricoveri di fortuna di notte, col rischio di cadere nelle imboscate del nemico. Trascorre così diversi mesi il nostro valoroso soldato, ora sotto il sole rovente, ora tra le piogge torrenziali, tra turni di sentinella, le febbri tropicali e malariche, le cruente battaglie, i morti sterminati dalle armi chimiche, i ruggiti degli animali selvaggi a pochi passi da loro nella boscaglia, a nutrirsi col rancio: carne in scatola e due gallette.
Assuefatto di barbarie e di morte, la notte si perde nei ricordi e trova il tempo per ammirare le stelle, bellissime sotto quel cielo lontano dalla sua terra, dalla sua casa, dai suoi affetti. Nonostante arrivi più volte a vedere la morte in faccia a causa di ripetute febbri, riesce a trovare il tempo per la poesia, perché la poesia riempie la sua vita e la rende migliore, mentre la nostalgia incalza.
Le descrizioni dei luoghi non sono particolarmente dettagliate, ma rendono l’idea di territori impervi, aridi e desolati; le città costruite con capanne di paglia, le poche case tirate su dagli europei. Solo ad un certo punto si troverà in una pianura fertile, dove crescono ortaggi e cereali in abbondanza. La popolazione però, ancora primitiva non sa sfruttare quelle risorse e vive prevalentemente di caccia, facile preda dei Rais e dei conquistatori europei, tra cui anche gli italiani.
Un documento storico importante, corredato dalle foto personali del nonno dell’autore, gentilmente messe a disposizione del lettore.
Ringrazio Franco Mieli per avermi dato l’occasione di conoscere più da vicino uno spaccato di storia terribilmente vera, abilmente fotografata attraverso le parole scritte dal suo antenato, vicende che ritengo giusto tramandare alla memoria delle generazioni future.
Un giovane romano, sposo da appena due anni con Eleonora e padre di un figlio piccolissimo, Aldo, parte volontario per il fronte, seguendo i suoi ideali di fedeltà alla patria, nella guerra di conquista coloniale che l'Italia intraprese contro l'Etiopia nel 1935/36.
Già nei primi giorni in Africa si trova ad affrontare terribili fatiche, la fame, la sete, il caldo atroce, le spaventose piogge tropicali, le malattie e prima tra tutte, l'angosciosa e strisciante paura della morte e del nemico, affrontando tutto con abnegazione e coraggio.
Assegnato al plotone destinato a usare armi chimiche, partecipa a una delle fasi più terribili e atroci di quella lontana guerra, uscendone segnato nei ricordi e nello spirito. Il fatto di trovarsi dalla parte degli invasori non gli impedisce tuttavia di provare compassione e misericordia per quella povera gente, prima sfruttata dai Rais, i signori della guerra e poi dagli italiani "conquistatori".
Già nei primi giorni in Africa si trova ad affrontare terribili fatiche, la fame, la sete, il caldo atroce, le spaventose piogge tropicali, le malattie e prima tra tutte, l'angosciosa e strisciante paura della morte e del nemico, affrontando tutto con abnegazione e coraggio.
Assegnato al plotone destinato a usare armi chimiche, partecipa a una delle fasi più terribili e atroci di quella lontana guerra, uscendone segnato nei ricordi e nello spirito. Il fatto di trovarsi dalla parte degli invasori non gli impedisce tuttavia di provare compassione e misericordia per quella povera gente, prima sfruttata dai Rais, i signori della guerra e poi dagli italiani "conquistatori".
di Franco Mieli | Monetti Editore | Romanzo storico
ISBN 978-8899881214 | cartaceo 12,00€
Silvia Pattarini
Diplomata in ragioneria, ama scrivere racconti e componimenti poetici, alcuni dei quali compaiono in diverse antologie. Partecipa a concorsi letterari di poesia, prosa e premi letterari per narrativa edita.
Biglietto di terza classe, 0111Edizioni.
La mitica 500 blu, Lettere Animate.
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