Gli scrittori della porta accanto

[Libri] L'amore ai tempi del colera, di Gabriel García Márquez, recensione di Ornella Nalon

L'amore ai tempi del colera, di Gabriel García Márquez, Mondadori, 2010. Un romanzo che rispecchia una visione cinica della vita, ma con una costante e sottile ironia. 

Appena terminato di leggere questo libro, considerato un capolavoro della letteratura e osannato da un'infinità di persone come emblema dell'amore puro e vero, mi sono chiesta per quale motivo io non riesca a considerarlo affatto tale e trovi che il messaggio in esso contenuto non esalti ma, al contrario, distrugga la comune concezione dell'amore. 
Credo che la spiegazione si possa trovare nell'aforisma di Marcel Proust che recita: “Ogni lettore, quando legge, legge se stesso”. Probabilmente è proprio così: un cuore romantico riesce a riconoscere il romanticismo in ogni azione, in ogni parola, anche in quelle che il cinico interpreta in maniera più fredda e distaccata. E io romantica lo sono poco, questo è certo.
La storia ha principalmente tre personaggi:
Florentino Ariza, che rimane innamorato per oltre cinquant'anni di una donna che non lo corrisponde.
Fermina Daza, che è l'oggetto della passione di Florentino e che con lui ha una relazione platonica per oltre un paio d'anni, ma poi finisce per sposare un altro uomo.
Juvenal Urbino, l'uomo con cui Fermina si sposa e che solo la morte di lui separa.
Le premesse per l'amore eterno sembrerebbero esserci: Florentino ama talmente Fermina che non riesce a togliersela dal cuore nemmeno quando lei lo rifiuta, quando si sposa, mette al mondo dei figli e rimane vedova, nonostante siano trascorsi cinquant'anni, nove mesi e quattro giorni da quando la vide per la prima volta e scoccò la fantomatica scintilla.

Ma razionalmente può essere considerato amore un sentimento basato su una corrispondenza epistolare e mai messo alla prova da una reale conoscenza? 

O vogliamo meglio definirlo come una sua idealizzazione che si ingigantisce nel tempo sino a diventare mania?
Qualcuno potrebbe obbiettare che il supremo sentimento nulla ha da spartire con la logica e gliene potrei dare merito se almeno qualcosa nella persona di Florentino mi facesse supporre a una sua predisposizione sentimentale, a un suo struggersi in uno stato di morigeratezza, ma al contrario, viene descritto come un impenitente fornicatore, tanto da avere ben 622 donne, tutte scrupolosamente annotate in un taccuino, dimostrando, nei suoi gusti e nelle sue scelte, di avere delle esigenze non del tutto comuni, sino ad arrivare a un abominevole gesto di pedofilia.
I sintomi dell'amore sono simili a quelli del colera.
afferma egli a un certo punto e io gliene do atto: vissuto come lui stesso lo vive mi sembra una gran brutta malattia.
Ma non è solo questa vicenda che di certo non esalta l'amore.
E parlo dell'amore tra due persone:
(Fermina) Una sera tornò dal passeggio quotidiano stordita dalla rivelazione che si poteva essere felici non solo senza amore ma anche contro l'amore...
ma anche quello per i figli, che dovrebbe essere il più scontato e naturale:
(Fermina) Lei lo avevo sentito uscire dal suo corpo col sollievo di liberarsi di qualcosa che non era suo, e aveva sofferto la paura di se stessa quando si era accorta di non sentire il minimo affetto per quel vitello di pancia che l'ostetrica le mostrò nudo, sporco di sevo e di sangue e col cordone ombelicale avvolto intorno al collo.
Come se questo non bastasse, anche per altri aspetti, L'amore ai tempi del colera mi appare come un romanzo dissacrante. Il matrimonio, ad esempio, viene descritto come un sacramento frutto quasi mai dell'amore, e come una pena da sopportare, un male da cui si cerca di trovare qualche cura palliativa nel tradimento e da cui si guarisce solo con la morte di uno dei due coniugi.
Il mondo era pieno di vedove felici.
[...] Le aveva viste impazzire di dolore davanti al cadavere del marito, supplicando di seppellirle vive dentro alla stessa bara... ma più si riconciliavano con la realtà del loro nuovo stato, più si vedevano risorgere dalle ceneri con una vitalità rinverdita.
[...] in quei silenzi di solitudine prendevano poco a poco coscienza di essere di nuovo padrone del loro arbitrio, dopo aver rinunciato non solo al nome di famiglia ma anche alla propria identità...

E la vecchiaia è descritta come una cosa deprimente, decadente, immonda. 

Tant'è che il romanzo inizia proprio con un suicidio, quello di Jeremiah De Saint Amour che non voleva invecchiare e si era fatto la promessa, poi mantenuta, che al compimento dei sessant'anni si sarebbe procurato la morte.
La vecchiaia era uno stato indecente che doveva essere impedito per tempo.
[...] Florentino Ariza sentiva che il tempo della vecchiaia non era un torrente orizzontale, ma una cisterna sfondata da cui si prosciugava la memoria. 
Terribili e impietose sono anche le descrizioni della fisicità della vecchiaia. Senza tanti giri di parole, Gabriel García Márquez, scrive che i vecchi hanno l'odore dei fermenti umani, che puzzano di avvoltoio, che hanno la pelle avvizzita e flaccida, le bave che escono dalla bocca, gli occhi spenti e lacrimevoli.
Tutto mi fa supporre una visione cinica della vita, anche se pervade una costante ironia che la vuole sdrammatizzare.
Certo, molto di quello che racconta corrisponde al vero, ma ci sono vari modi di presentare le brutture e le tristezze della vita e il suo è decisamente crudo e schietto, senza filtri. Così come, a volte, lo è il suo linguaggio. Seppure generalmente usi un lessico ricercato, non si fa scrupolo ad intercalare qualche scurrilità.
È un romanzo questo, che mi ha lasciato dell'amaro in bocca e che non mi ha invogliato ad approfondire la conoscenza dell'autore, nonostante gli riconosca la capacità di non lasciare indifferenti.


L'amore ai tempi del colera - Copertina, libri, scrittori, recensione

L'amore ai tempi del colera

Un amore romantico e infinito, capace di pazientare, con fede incrollabile, per "cinquantatré anni, sette mesi e undici giorni, notti comprese". 
Tanto deve infatti aspettare Florentino Aziza, poeta e proprietario della Compagnia Fluviale del Caribe, prima di poter finalmente vedere realizzato il suo sogno con Fermina Daza, la più bella ragazza della Colombia. La cronaca di una lunga e fiduciosa attesa, di un desiderio che non si sopisce ma viene accresciuto dagli anni, superando tutti gli ostacoli. 
Una storia d'amore e di speranza con la quale, per una volta, Márquez abbandona la sua abituale inquietudine e il suo impegno di denuncia sociale, per raccontare un'affascinante epopea di passione e di ottimismo. Un romanzo atipico e splendido da cui emergono il gusto intenso per una narrazione corposa e fiabesca, le colorate descrizioni dell'assolato Caribe e della sua gente.


 di Gabriel García Márquez | Mondadori | Narrativa 
ISBN 978-8856777178 | ebook 7,99€ | cartaceo 11,90€

Ornella Nalon - Gli scrittori della porta accanto

Ornella Nalon
I miei hobby sono: il giardinaggio, la buona cucina, il cinema e, naturalmente, la scrittura, che pratico con frequenza quotidiana. Scrivo con passione e trasporto e riesco a emozionarmi mentre lo faccio. La mia speranza è di trasmettere almeno un po’ di quella emozione a coloro che leggeranno le mie storie.
Quattro sentieri variopinti”, Arduino Sacco Editore
Oltre i Confini del Mondo”, 0111 Edizioni
Ad ali spiegate”, Edizioni Montag
Non tutto è come sembra”, 0111 Edizioni.
Una luce sul futuro, StreetLib collana Gli scrittori della porta accanto.


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