Gli scrittori della porta accanto

[Libri] Sonia Paolini presenta: Beethoven's silence... io sono Irina e sono Elise, nell'intervista di Silvia Pattarini

Sonia Paolini presenta: Beethoven's silence... io sono Irina e sono Elise - Libri, scrittori, intervista

In anteprima Beethoven's silence... io sono Irina e sono Elise, di Sonia Paolini, Lettere Animate, 2017. Niente andrà storto, o forse niente andrà per il verso giusto... 


Beethoven's silence... io sono Irina e sono Elise - libri, scrittori, anteprima

BEETHOVEN'S SILENCE
IO SONO IRINA E SONO ELISE

di Sonia Paolini
Lettere Animate 
Romance | Introspettivo | Noir
ISBN 978-8868827816
cartaceo 24,70 €
ebook 1,99€

Due colleghi psicologi e amici di lunga data ideano un progetto che vede protagonisti due loro pazienti, diversi in tutto ma uniti dalla profonda sofferenza che li ha segnati e inaspettatamente dalla musica classica. Il desiderio della giovane Irina, martire di violenze e abusi, di vivere l'esistenza di una comune adolescente si fonderà con la speranza di Philippe di superare il rimorso di aver permesso che la moglie e il figlio, vittime della sua effimera esistenza, morissero.
Faranno da cornice ai loro desideri e speranze l'energia della dottoressa Jean La Mot, che considera il suo operato una missione, la determinazione e il coraggio di Etienne, deciso a percorrere la lunga strada che dista dal proprio cuore a quello della ragazza che ama e l'ossessione di Pierre Danton, un efferato criminale, di riavere accanto a sé la sua donna.
Ogni parte del progetto è studiata nei minimi dettagli, niente andrà storto o forse niente andrà per il verso giusto...


L'autore racconta



Buongiorno Sonia e benvenuta nel nostro blog. Ci racconti come è nata l’idea di questo romanzo? È nata prima la trama o prima il titolo?
Prima di tutto saluto e ringrazio per la preziosa opportunità.
Beethoven’s silence, come le storie che finora ho scritto, è nata senza titolo.
Avevo l’intera trama in mente, dal principio alla fine, ma il titolo non c’era.
All’inizio di ogni nuovo progetto, considero il titolo qualcosa di accessorio.
Mi concentro sulla trama. Sulla sua potenzialità. Sulla realizzabilità.
Successivamente penso al titolo.
In verità, attendo che venga alla luce da solo.
Un mattino mi sveglio ed eccolo scritto nella mia testa.
In merito all’idea di Beethoven’s silence, ricordo che ero in casa, sul divano, rilassata a leggere un libro di Ken Follett, Il terzo gemello, quando ho avuto l’illuminazione.
Una complicata storia tra un uomo e una giovane donna.
Da principio avevo escluso l’amore.
Beethoven’s silence non doveva essere una storia d’amore.
Doveva essere un confronto generazionale.
Un parallelo tra diverse realtà.
Inevitabilmente lo è diventata.
Per rendere la conflittuale trama ancora più complessa, ho aggiungo crimine e violenza.
Mi piacciono le vicende estreme, dove le persone, loro malgrado, sono inserite in contesti e destini che non gli è permesso gestire.
Avrebbero voluto… ma non hanno potuto…
Avrebbero potuto… ma non hanno voluto…
Tutto è andato storto…
Niente è semplice. Anche ciò che potrebbe apparire tale.
A descriverlo così, Beethoven’s silence sembrerebbe un massacro.
Assolutamente no.
Chi ha letto il libro ha conosciuto pagine di amore e dolcezza, morale e speranza.

Appartiene a un genere ben definito o accorpa più generi?
I generi in cui si articola la storia sono il giallo, il romance, il mistero, lo psicologico, l’introspettivo.
Non è stato intenzionale.
La storia era già tutta nella mia mente.
Solo quando l’ho ultimata, mi sono accorta di quanti generi la definivano.
Anche i personaggi sono diversi tra loro.
Ciascuno rappresenta un pregio e/o un difetto dell’essere umano.
La bontà. La cattiveria. L’egoismo. L’altruismo. La determinazione. Il coraggio.

Si rivolge a un target di pubblico specifico?
Sicuramente il pubblico più appropriato è quello femminile.
La protagonista è una donna e la storia gravita essenzialmente intorno a lei.
Non credo, tuttavia, che un uomo considererebbe spiacevole la lettura di Beethoven’s silence.
Alcuni, che hanno letto il libro, lo hanno trovato interessante.
Il motivo per cui il romanzo si rivolge a un pubblico femminile è perché preferisco scrivere di ciò che conosco. Quindi, essendo una donna, preferisco parlare di donne.

A monte del romanzo ci sta un lavoro di ricerca e documentazione o non si è reso necessario?
La storia è ambientata in Francia.
Tutti i luoghi presenti esistono. Le vie, i negozi, ogni cosa descritta è reale.
I brani musicali riportati nel testo sono reali, come i cantanti cui faccio riferimento.
Sono veri anche i cibi rumeni, francesi e sudanesi che ho descritto.
Come i riferimenti ad alcune conoscenze giuridiche.
Ho fatto diverse ricerche.
Non volevo scrivere informazioni campate in aria, non verificate.
Credo sia importante, specialmente per un esordiente, curare la qualità dei contenuti.

Raccontaci qualche curiosità sui personaggi principali e comprimari: come si chiamano, il loro carattere o qualche particolare che li contraddistingue.
I personaggi che preferisco in Beethoven’s silence sono i tre protagonisti maschili.
Essendo donna e non potendo arrivare a conoscere fino in fondo l’interiorità maschile, finisco sempre per creare uomini a immagine e somiglianza di come vorrei o non vorrei che fossero.
Philippe Le Gros è un ex direttore di orchestra.
Ha perduto la moglie e il figlio in un incidente stradale.
Soffre e abbandona la professione perché si sente responsabile di quanto è accaduto.
È una persona gentile, generosa.
Spera che la vita gli conceda una chance per superare il proprio rimorso.
Si prenderà cura della protagonista convinto che sia lei la sua salvezza.
Pierre Danton è un efferato criminale.
Affascinante e spietato.
È innamorato della protagonista e non accetta che le venga portata via, che col tempo lei stessa si dimentichi di lui. È disposto a tutto pur di riprenderla con sé.
Etienne Le Bonnet è un giovane bello, impulsivo, geloso, possessivo, coraggioso.
Si innamora della protagonista e, tra conflitti e sconfitte, lotterà per lei senza tregua, contro tutto e contro tutti.

Nei tuoi personaggi, anche in quelli secondari, c’è qualche esperienza autobiografica, o hai preso spunto da persone di tua conoscenza, oppure sono esclusivamente frutto di fantasia?
I protagonisti, anche secondari, sono frutto della mia fantasia.
Creo personaggi che difficilmente esisterebbero.
Sono persone disposte a sacrificare tutto per un ideale, giusto o sbagliato.
Sono persone che sbagliano sebbene non ci si aspetti da loro che lo facciano.
La scrittura è fantasia. Come tutto ciò che ne deriva.
Ciò che reputo importante è che la vicenda sia possibile.

I luoghi del romanzo: dov’è ambientato? Hai scelto queste location per necessità, per moda o per altri motivi?
Per amore…
Il romanzo è ambientato in Francia.
Sono stata diverso tempo in Francia e ne adoro ogni via, ogni angolo, ogni elemento.
Da nord a sud, da est a ovest.
La storia, infatti, si articola in diversi contesti francesi.
Da Parigi a Neuilly-sur-seine, da Agen a Marsiglia a Lille…

Invoglia il lettore a leggere il tuo libro, definiscilo in tre aggettivi.
Introspettivo, emozionante, profondo.

Stralci d’autore: lasciaci uno spaccato accattivante tratto dal tuo romanzo Beethoven’s silence.
Chi avrebbe potuto salvarla? Non Philippe, non Etienne, non Jean. Prima o poi Pierre sarebbe tornato, non solo in quella stanza, anche dentro di lei. Avrebbe dovuto fare qualcosa. Alzarsi, tentare di uscire, di scappare. Era inutile. Sapeva dentro di sé che era tutto inutile. La casa di Pierre era sicuramente blindata, come quella in cui era stata prigioniera vicino ad Agen. Solo lui conosceva il modo di entrarne e di uscirne. Non le restava che subire i suoi abusi. La amava e forse sarebbe stato gentile. La felicità, la speranza di una vita diversa, di una vita migliore erano finite. Finite così, a neanche diciassette anni. Le venne in mente Françoise, la sua amica Françoise. In quell’anno tra loro era nata una bell’amicizia, un’amicizia sincera. Françoise ammirava la sua bellezza, le diceva che era la più bella della scuola, e non era strano che Etienne si fosse perdutamente innamorato di lei. Quanto invece era lei a invidiare l’amica con la sua banale vita di studentessa, di adolescente alle prese con le prime delusioni amorose, con le sconfitte quotidiane. Avrebbe dato qualunque cosa per vivere come lei, per avere il suo anonimo mondo popolato di parenti, di amici, di conoscenti. Avrebbe dato qualunque cosa per desiderare anche lei un futuro non lontano senza troppe ambizioni da realizzare. (cap. XXX, pag. 341)

Il tuo romanzo si fa portavoce di qualche messaggio particolare, o si propone esclusivamente di intrattenere il lettore?
L’intrattenimento fine a se stesso non mi interessa.
Quando leggo e scrivo una storia è importante che insegni o lasci qualcosa.
Beethoven’s silence vuole insegnare che mai la speranza deve morire, che l’amore e l’affetto di chi ci è vicino sono eterni, che la vita, prima o poi, anche se tutto sembra andare verso un’unica e ineluttabile direzione, propone inattese chances.

Grazie per essere stata con noi, in bocca al lupo per i tuoi progetti futuri.

Silvia Pattarini

Silvia Pattarini
Diplomata in ragioneria, ama scrivere racconti e componimenti poetici, alcuni dei quali compaiono in diverse antologie. Partecipa a concorsi letterari di poesia, prosa e premi letterari per narrativa edita.
Biglietto di terza classe,  0111Edizioni.
La mitica 500 blu,  Lettere Animate.


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