Gli scrittori della porta accanto

Roberto Frazzetta presenta: La strada non aspetta

Roberto Frazzetta presenta: La strada non aspetta

Presentazione Libri Intervista a cura di Silvia Pattarini. Roberto Frazzetta presenta La strada non aspetta (Bertoni Edizioni): «Cosa saresti disposto a fare per cambiare per sempre la tua vita?»

Roberto Frazzetta classe '76, vive a Cerveteri. Ama la musica, suona il basso e il pianoforte.
Pratica arti marziali, bookblogger, legge tantissimo e tiene corsi di scrittura creativa.
Questo è il suo primo romanzo noir.

La strada non aspetta

La strada non aspetta

di Roberto Frazzetta
Bertoni Editore
Noir | Crime | Thriller
ISBN 978-8855355629
cartaceo 18,00€

Quarta

Riccardo Masi è un capitano del ROS con un passato da infiltrato nella Ndrangheta. Ora è a capo di una squadra fantasma dei servizi nascosto a Cerveteri. Ha perso gli ideali. Solo Tania gli fa credere possibile una vita diversa altrove ma alla vigilia della fuga, lei sparisce. La copertura di Riccardo salta, nella squadra c’è una talpa e il Clan che ha tradito non si è dimenticato di lui. Quando troverà Tania assassinata, il senso di colpa metterà in moto la vera natura criminale. Nella vendetta scoprirà che bisogna perdere ogni scrupolo perché niente si dimentica.


L'autore racconta



Benvenuto sul web magazine culturale Gli scrittori della porta accanto. Entriamo subito  nel vivo di questa intervista: presentati ai nostri lettori, chi è Roberto Frazzetta?

Buongiorno e grazie a voi dell’opportunità. È sempre una fregatura identificarsi, specialmente quando si hanno tante passioni e si cerca di coltivarle. La passione che poi è diventata il mio lavoro è quella dello Shiatsu e del benessere olistico, poi ci sono le arti marziali di stampo orientale iniziate in tenera età, la spada giapponese, c’è la musica che non mi lascia mai, sia da fruitore audiofilo che da musicista ma la prima vera passione è stata la scrittura e la lettura di storie. Una cosa che echeggia dal periodo della scuola elementare. Io sono un cocktail di queste cose chiuse e shakerate in un’anima “altolunga” e curiosa.

Quando hai maturato l’idea di scrivere La strada non aspetta?

Ho avuto il piacere di intervistare un carabiniere del Ros con un passato da infiltrato e lì in quel momento è nata la scintilla di scrivere La Strada Non Aspetta. Mi sono immaginato in chiave romantica e fantasiosa la vita della persona che avevo davanti e non c’è stato modo di fermare quell’impeto.

La strada non aspetta è un thriller che racconta tematiche complesse e purtroppo attuali, ce ne vuoi parlare?

Da anni chi si misura con le cosiddette forze della malavita rinuncia a tutto pur di comprenderne i funzionamenti, la logica e come sventarle. Ci sono tante testimonianze di persone dello Stato che non sono riuscite in questo compito ma che come dire, hanno fatto il salto, riconoscendosi negli ideali delle persone che avevano giurato di combattere. Anche se cruento, il male ha una sua logica, un suo fascino seducente. La maggior parte dei romanzi noir si basa su questa caratteristica. Al di là delle storie narrate, mi interessa l’essere umano quando si trova in bilico, quando cambia, a volte anche in peggio. Cito Antony Burgess: «È necessario che l’essere umano possa scegliere tra il bene e il male e che vi sia il caso in cui egli scelga anche il male. Privarlo di questa possibilità di scelta significa renderlo qualcosa di inumano, un’arancia meccanica appunto!»
Insomma mi piace l’essere umano quando ascolta coraggiosamente la sua parte profonda.
E la segue.

Riccardo Masi, il protagonista, è un uomo tormentato, cosa ami di più in lui?

Riccardo è un guerriero spezzato, la categoria che preferisco, un uomo che dopo mille vicissitudini e tentativi di fare del bene onorando gli ideali di giustizia, si ritrova ad essere simile ai suoi nemici, scopre che quel demone che perseguita gli uomini malvagi è anche dentro di lui e allo stesso tempo tenta di combatterlo in tutti i modi, senza successo. Solo l’amore ci riesce e lo convince che la vita può essere vissuta anche in pace, lontano da lotte idealistiche e in maniera semplice. Amo di lui l’intraprendenza e la determinazione a cambiare il suo destino, il bisogno viscerale di scappare e darsi un’altra possibilità, in moto, faccia al vento e sentendosi strette le braccia della sua donna.

Qual è l’aspetto del tuo libro che ti piace di più e vorresti che il pubblico apprezzasse?

Il concetto di “strada”. Sia sotto l’aspetto crudo di quello che avviene ogni giorno tra le persone in società, sia sul discorso della “strada” che ognuno sceglie di imboccare. Un volto zen se vuoi, la “strada” dentro il cuore delle persone, vedere se coincide con quella fuori, quella che dà il ritmo ai nostri giorni. E c’è anche la “strada” vista come fuga, percorso di liberazione e cambiamento, un aspetto caro ad ogni motociclista.

Cosa saresti disposto a fare per cambiare per sempre la tua vita? Avresti la forza di lasciarti tutto alle spalle? Riusciresti a salire in sella alla tua moto e metterti in strada senza mai voltarti?

La strada non aspetta...

Per finire, perché si dovrebbe leggere La strada non aspetta?

Il noir è anche intrattenimento, La Strada Non Aspetta ha degli aspetti catalizzanti, come la voglia di fuggire, l’amore complicato, l’amicizia, il complotto, l’infamia, la vendetta. Sicuramente una lettura per gli amanti delle storie intense. E poi perché bisogna dare opportunità alle novità e agli esordienti.

Ringraziamo tantissimo Roberto Frazzetta per averci presentato La strada non aspetta. Anche a nome dei nostri lettori, gli auguriamo in bocca al lupo per suoi progetti futuri.



Silvia Pattarini






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