Gli scrittori della porta accanto

[Libri] "L'esatto contrario" di Giulio Perrone, recensione di Stefania Bergo

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L'esatto contrario, di Giulio Perrone, Rizzoli, 2015. Un romanzo originale, che rovescia alcuni aspetti fondamentali del giallo classico: il protagonista non è un professionista dell’investigazione, tanto meno un eroe, e il finale non è certo quello che ci si aspetta.

Riccardo è un aspirante giornalista che lavora per “TuttoGiallo” scrivendo recensioni, con una caporedattrice che ricorda tanto il famoso “diavolo” in abiti firmati.
La sua vita è ordinaria. Vive a Roma ed è un accanito tifoso giallorosso. Divide l’appartamento di via dei Sanniti con due coinquilini: Sandro, che vive in simbiosi coi libri di Proust in cui si immerge isolandosi dal mondo, e Rachele, che lavora come mistress, ma che sa essere una buona confidente, forse l’unica presenza femminile costante della sua vita negli ultimi dieci anni.
Riccardo ha solo tre certezze nella vita: diventare un giorno un grande giornalista, vedere la Roma aggiudicarsi lo scudetto e restare per sempre con la sua fidanzata Gaia. Ma, nell’arco temporale della narrazione, una dopo l’altra le sue certezze si sgretolano e lo fanno sentire l’esatto contrario di ciò che avrebbe voluto diventare.
Un giorno, una sua vecchia conoscenza universitaria, il professor Morelli, si toglie la vita. La cronaca riporta alla ribalta un fatto accaduto molti anni prima, in cui Morelli era stato coinvolto: l’omicidio di una giovane studentessa, Giulia, entrata con un bacio anche nella vita di Riccardo. Questo suo legame, seppur flebile, sarà sufficiente a catapultarlo in una realtà che non conosce, quella del cronista d’assalto, dell’investigatore privato sulle orme della verità. La sua caporedattrice, infatti, avida di visibilità per il suo infimo giornale di cronaca nera, lo obbliga a scoprire di più sul suicidio, rimestando il passato, alla ricerca dello scoop.
Riccardo, goffoimpacciato, inesperto, comincia a indagare, senza nemmeno sapere come fare, nella vita di Giulia e della sua famiglia, sentendosi spesso inadeguato, soprattutto quando si mette in competizione con il procuratore De Biase, il suo esatto contrario: un uomo sicuro, professionalmente irreprensibile, che ha sempre tutto sotto controllo e la freddezza necessaria per non farsi coinvolgere emotivamente nella vicenda. Eppure, quell’uomo non lo convince del tutto…

Giulio Perrone caratterizza bene i personaggi, dando colore non solo al lessico, alcuni hanno un accento tipicamente romanesco, ma anche alle personalità dei protagonisti, ai loro pensieri, ognuno con particolari interessi e fragilità.
Sullo sfondo, una Roma molto amata, anch’essa protagonista del giallo sia come città, sia come squadra di calcio. L’ambientazione, del resto, non è casuale e oltre a trasferire al romanzo la personalità dell’autore, gli conferisce giovialità, immediatezzaverosimiglianza.
La narrazione ha dei flashback che frammentano il flusso temporale, irrompendo sulla scena con cammei dal passato o con cambi di inquadratura tipici di alcune serie noir televisive, quando si riesce solo a sbirciare la realtà degli eventi e il volto dei protagonisti è spesso celato.
L’evolversi della storia è realistica, non ci sono colpi di scena altisonanti con supereroi che risolvono il caso rendendo onore alla giustizia come se non potesse finire che così. Ma non c’è nulla di scontato. E forse è questo il vero colpo di scena.
È un romanzo alla portata del lettore, che riesce a immedesimarsi perfettamente con Riccardo, consueto inquilino della porta accanto, chiamato a fare un passo più lungo del suo arto.
Ma a cosa si riferisce il titolo? Cosa risulta essere "l'esatto contrario"?
Riccardo, l'antitesi dell'investigatore noir. La sua vita, frana di tutte le sue certezze. I personaggi che ruotano attorno a lui, smaliziati e sempre un passo avanti. Il finale, che non è certo quello che ci si aspetta. La verità svelata, che forse si intuisce ma che non si riesce davvero a cogliere se non con l'ultimo, illuminante feedback.

L'ESATTO CONTRARIO 
di Giulio Perrone 
Rizzoli  |  Acquista  
Giallo, Noir, Thriller 
ISBN  978-8817082266 
cartaceo 18,50€ 
ebook 9,99€ | Acquista 

Quel bacio rubato ai tempi dell’università, Riccardo non se l’è mai dimenticato. Se si concentra, riesce a sentire ancora il profumo di Giulia, così dolce… Ma il suo sogno d’amore aveva avuto un brusco risveglio, perché lei era morta, uccisa nei bagni della Sapienza: un omicidio che aveva scioccato tutti e di cui era stato subito riconosciuto colpevole l’insospettabile professor Morelli. Caso archiviato. Dieci anni, un cambio di facoltà e un fidanzamento mandato all’aria dopo, l’unica certezza per Riccardo è rimasta la fede nella Roma. Non è diventato un grande giornalista, scrive recensioni di libri su “TuttoGiallo” – un infimo settimanale di nera – e di una relazione seria nemmeno l’ombra, se si esclude quella con i coinquilini Sandro, fanatico di Proust, e Rachele, mistress per passione. Fino a quando la sua vita tranquilla, senza scossoni, viene sconvolta dall’urto con il passato, che torna prepotente a pronunciare quel nome: Giulia Rusconi. La notizia è che Morelli, l’assassino uscito da poco dal carcere, è stato ritrovato morto. Tanto basta per riaccendere in Riccardo quella fiamma che non si era mai spenta. E, complice il diario di Giulia ritrovato dopo anni, per trasformare uno svogliato cronista senza ambizioni in un investigatore privato goffo ma deciso a scoprire la verità. Perché, forse, chi ha davvero le mani sporche del sangue di Giulia non ha ancora pagato il prezzo della sua colpa…



Stefania Bergo
Non ho mai avuto i piedi per terra e non sono mai stata cauta. Sono istintiva, impulsiva, passionale, testarda, sensibile. Scrivo libri, insegno, progetto ospedali e creo siti web. Mia figlia è tutto il mio mondo. Adoro viaggiare, ne ho bisogno. Potrei definirmi una zingara felice. Il mio secondo amore è l'Africa, quella che ho avuto la fortuna di conoscere e di cui racconto nel mio libro.
Con la mia valigia gialla, 0111Edizioni.


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