Dal Manzoni a Melania Mazzucco, vincitrice del premio Strega 2003, alcuni casi celebri di plagio letterario.
Definizione di plagio, nel diritto d’autore, da Wikipedia.Con il termine plagio, ci si riferisce all’appropriazione, tramite copia, totale o parziale, della paternità di un’opera dell’ingegno altrui.
Dunque, un’unica definizione, per indicare una contraffazione nel campo della letteratura, dell’arte e della scienza; attività tutelate dal diritto d’autore. Naturalmente, in questo blog dedicato ai libri, desidererei soffermarmi sul plagio letterario.
Se nelle legislazioni internazionali è piuttosto frequente l’equiparazione della violazione dei diritti d’autore al reato di furto, nel nostro bel paese è soggetto a regolamentazione dal regio decreto Legge 7 novembre 1925, n. 1950.
Un disciplinamento piuttosto datato per un reato che sembra avere origini ben più antiche, anche se, nell’antichità, per l’appunto, il plagio era, se non proprio consentito, almeno tollerato o considerato di scarsa rilevanza.
Un disciplinamento piuttosto datato per un reato che sembra avere origini ben più antiche, anche se, nell’antichità, per l’appunto, il plagio era, se non proprio consentito, almeno tollerato o considerato di scarsa rilevanza.
Più avanti nel tempo, invece, la scopiazzatura evidente assunse una connotazione più riprovevole ma pare che nemmeno personaggi di grande levatura artistica ne siano rimasti estranei.
Infatti, sembra del tutto credibile che l'Ariosto, per comporre il suo celeberrimo Orlando Furioso, abbia attinto, a piene mani, da un’opera incompiuta del Boiardo.
Lo scrittore Olindo Guerrini denunciò, nientedimeno che, Alessandro Manzoni perché, a suo dire, per far parlare il suo personaggio Don Ferrante nei Promessi Sposi, avrebbe copiato di sana pianta una lettera che lo scrittore Claudio Achillini avrebbe inviato al collega Agostino Marscardi.
Pare che anche il sommo Montale, per certi suoi componimenti, abbia copiato diverse parti dei Frammenti poetici di Clemente Rebora.
Per non parlare di Edmondo De Amicis che nel suo libro Spagna ha riportato, di pari passo, intere pagine del libro Senza cuore di Gautier.
E gli autori contemporanei saranno così fantasiosi, da non avere bisogno di attingere dai componimenti altrui o, se non altro, tanto smaliziati da non farsi trovare in castagna? Pare proprio di no, tant’è vero che esiste un lungo elenco di casi conclamati di plagio.
Per rimanere in casa, ad esempio, Melania Mazzucco, autrice del romanzo Vita vincitore del premio Strega nel 2003, ha pensato bene di riprodurre intere pagine dell’ancora più famoso Guerra e pace di Tolstoj. Ma anche Vittorio Sgarbi, Corrado Augias, Daniele Luttazzi e Umberto Eco, tanto per citarne alcuni, pare abbiano ritenuto di risparmiare tempo e fatica copiando intere pagine di opere già stampate.
“Ma il plagio è davvero un crimine? Il plagio, quando non è puro copia-e-incolla ma rielaborazione creativa di un originale, può sortire effetti artistici sorprendenti”.
L’elenco è talmente lungo che finirebbe col diventare noioso, tuttavia, per chi fosse interessato a conoscere altri nomi, sia del passato che del presente letterario, incappati in contraffazioni più o meno grossolane, segnalo il saggio “Elogio del plagio. Storia, tra scandali e processi, della sottile arte di copiare da Marziale al Web” scritto da Luigi Mascheroni, edito da Aragno.
L'ELOGIO DEL PLAGIO di Luigi Mascheroni Argano ISBN 978-8884197368 cartaceo 17,00 € | Acquista |
Vorrei concludere con un piccolo consiglio agli scrittori emergenti che, bontà loro, sono arrivati a leggere il mio editoriale sino a questo punto: fate il possibile per non copiare; ammesso che qualcuno se ne accorga, correreste il rischio di pregiudicarvi anche quella minuscola possibilità di diventare famosi.
Tuttavia, se proprio volete farlo, citate le fonti da cui avete attinto e usate le dovute virgolette sulle frasi riportate. Infine, se siete intenzionati a copiare sfacciatamente e non intendete usare riferimenti e punteggiature, vi informo che esiste un escamotage per non incorrere in sanzioni, purché siate disposti a farvi riconoscere affetti da un problema mnemonico. Infatti, sappiate che esiste la criptomnesia, un disturbo della memoria in cui i ricordi appaiono come creazioni originali, come recita il vocabolario Treccani. Ciò significa che tutte le nozioni, le frasi, gli stralci di testi che abbiamo immagazzinato nella nostra memoria, a un certo punto ci potrebbero apparire come frutto della nostra fantasia, sentendoci liberi di usarli in totale libertà.
Tuttavia, se proprio volete farlo, citate le fonti da cui avete attinto e usate le dovute virgolette sulle frasi riportate. Infine, se siete intenzionati a copiare sfacciatamente e non intendete usare riferimenti e punteggiature, vi informo che esiste un escamotage per non incorrere in sanzioni, purché siate disposti a farvi riconoscere affetti da un problema mnemonico. Infatti, sappiate che esiste la criptomnesia, un disturbo della memoria in cui i ricordi appaiono come creazioni originali, come recita il vocabolario Treccani. Ciò significa che tutte le nozioni, le frasi, gli stralci di testi che abbiamo immagazzinato nella nostra memoria, a un certo punto ci potrebbero apparire come frutto della nostra fantasia, sentendoci liberi di usarli in totale libertà.
P.S.: giusto per rimanere in tema e per non rischiare di incorrere nell’illecito di plagio, preciso che tutte le informazioni che trovate in questo articolo, sono frutto di una mia ricerca nel Web!
Ornella Nalon I miei hobby sono: il giardinaggio, la buona cucina, il cinema e, naturalmente, la scrittura, che pratico con frequenza quotidiana. Scrivo con passione e trasporto e riesco a emozionarmi mentre lo faccio. La mia speranza è di trasmettere almeno un po’ di quella emozione a coloro che leggeranno le mie storie. “Quattro sentieri variopinti”, Arduino Sacco Editore “Oltre i Confini del Mondo”, 0111 Edizioni “Ad ali spiegate”, Edizioni Montag “Non tutto è come sembra”, da 0111 Edizioni. |
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Grazie per aver segnalato questo saggio, lo andrò sicuramente a leggere. Volevo però fare una precisazione: se si mettono virgolette e si indica la fonte si chiama citazione, ben diversa dal plagio, che invece spaccia per proprio cose scritte da altri. Giuridicamente e moralmente ben diversi!
RispondiEliminaGrazie Kinsy dell'intervento. In effetti è ciò che ho scritto anch'io o che voleva sottintendere quanto ho scritto: "se proprio volete copiare, citate le fonti e usate le dovute virgolette".
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