La serata non è molto fredda, lo testimoniano i fiocchi di neve che, occultati dal nero infinito del cielo, si manifestano a pochi metri dal suolo all’altezza delle luci dei lampioni e, dopo una lenta caduta, svaniscono toccando terra. La temperatura parrebbe aggirarsi appena sopra lo zero, pertanto non si può dire che la serata sia particolarmente fredda, per i primi di gennaio. Stando alle previsioni meteorologiche la nevicata potrebbe diventare abbondante, così come lo è stata oggi in alcune aree occidentali. La perturbazione si sta spostando verso est ed era previsto che raggiungesse la città in serata, quindi per ora la previsione è azzeccata. Poche sagome, ripiegate su se stesse, si affrettano verso le loro destinazioni, nell’intento di raggiungerle prima che mantenere l’equilibrio sui marciapiedi diventi difficile e, per chi debba percorrere un tragitto in auto, il traffico sia bloccato. Gran parte della popolazione è già al riparo delle pareti casalinghe al termine di un’altra giornata di lavoro. Lunghe file interrotte di finestre illuminate lasciano presagire famiglie intente alle ordinarie occupazioni crepuscolari. Laggiù, nel grande edificio, non si sa dietro quale finestra, risuona un primo vagito; poco più in là un cuore rallenta fino all’ultimo battito: la ruota del ricambio generazionale continua a girare.
Qui, lungo il corso semideserto, le insegne e le vetrine dei locali si ostinano a proporre la loro fulgida accoglienza, nel vano tentativo di sedurre una clientela più auspicata che reale. Dalla fugace apertura della porta di un bar fuoriesce il suono triste e intelligente di una melodia argentina, un tango verrebbe da dire, se non rischiassimo di incappare così in una imprecisa generalizzazione che potrebbe urtare gli appassionati del genere. Si tratta di Vuelvo al Sur , un brano di Astor Piazzolla. Per quale motivo in un locale del centro venga diffusa una musica così poco modaiola non è dato sapere, ma conveniamo volentieri con chiunque voglia ritenere che si tratti, se non di una stranezza, certamente di un fatto curioso.
Qui, lungo il corso semideserto, le insegne e le vetrine dei locali si ostinano a proporre la loro fulgida accoglienza, nel vano tentativo di sedurre una clientela più auspicata che reale. Dalla fugace apertura della porta di un bar fuoriesce il suono triste e intelligente di una melodia argentina, un tango verrebbe da dire, se non rischiassimo di incappare così in una imprecisa generalizzazione che potrebbe urtare gli appassionati del genere. Si tratta di Vuelvo al Sur , un brano di Astor Piazzolla. Per quale motivo in un locale del centro venga diffusa una musica così poco modaiola non è dato sapere, ma conveniamo volentieri con chiunque voglia ritenere che si tratti, se non di una stranezza, certamente di un fatto curioso.
★★★★★
Il buon giorno di vede dal mattino, dicono, e un buon incipit e una copertina accattivante possono essere il perfetto bigliettino da visita di un libro.
L'incipit di "L'anno della grande nevicata", di Gianni Lorenzi, ed. David and Matthaus, inquadra perfettamente il periodo dell'anno e il mood che generalmente precede una nevicata invernale.
La copertina è in accordo col titolo. Belli il soggetto e i colori. Pare quasi di sentire i suoni ovattati tipici dei luoghi ricoperti di neve fresca.
L'incipit di "L'anno della grande nevicata", di Gianni Lorenzi, ed. David and Matthaus, inquadra perfettamente il periodo dell'anno e il mood che generalmente precede una nevicata invernale.
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Secondo voi, quante stelline si merita il biglietto da visita di questo libro?
Chi ben comincia Ogni lunedì, le prime righe di un libro + la sua copertina = bigliettino da visita dell'opera. Se il libro vi incuriosisce, click sulla copertina per maggiori info. |
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