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[Libri] "Astèris: la Prescelta" di Renata Morbidelli, incipit #117

Alta e bellissima splendeva la luna in cielo, con il suo sorriso e il viso tondo sembrava una giovane regina che si godeva lo spettacolo dalla finestra.

incipit-Astèris-Prescelta

Astèris: la Prescelta

di  Renata Morbidelli
Il Mondo dello Scrittore Network
ebook 2,99€

Nella piazza si stava celebrando l’Equinozio di Primavera: una delle più belle e sentite feste in tutto l’Impero. Quando Edelweiss sottobraccio a Kostas, suo sposo, raggiunse la piazza, le si presentò davanti agli occhi un autentico spettacolo: addobbi floreali e festoni colorati facevano sembrare il villaggio un enorme giardino. Il cibo e l’idromele abbondavano sulle tavole e nelle pance. La musica era soave e invitava alla danza. Belle come fate, le fanciulle si muovevano aggraziate: le coroncine di fiori impreziosivano vaporose acconciature, gli abitini leggeri, con le trasparenze che lasciavano intravedere solo il necessario, esaltavano le loro bellezze con gentilezza e delicatezza. I giovani non erano da meno per eleganza e bellezza. Ballava anche lei felice in mezzo a coloro che, sin dal primo giorno, aveva considerato la sua gente e circondata da chi amava: l’abito azzurro, unico ricordo di sua madre, scivolava con morbidezza; i capelli color miele, lunghi e morbidi sulle spalle, tra i quali spiccava un fiore rosso, seguivano con dolcezza i movimenti del capo; il piccolo scialle di seta sfiorava come una carezza le spalle, mentre il suo volto era illuminato da un ampio sorriso e l’oro degli occhi brillava come una stella. Un cembalo danzava tintinnando alla sua destra al ritmo della musica e dei suoi passi. Kostas la teneva per mano, accompagnandola nella danza nel giorno del loro terzo anniversario. Aveva dei riccioli neri e morbidi che cadevano sulle spalle e seguivano, saltellando, i movimenti del capo; il castano scuro dei suoi occhi brillava, colmo di tenerezza, immerso nell'oro di quelli di Edelweiss. Un ampio sorriso illuminava il suo viso ovale; la camicia bianca, che spiccava sulla sua carnagione lievemente dorata, lasciava intravedere il torace scolpito. I suoi pantaloni bordeaux mettevano in evidenza le gambe tornite e slanciate e accompagnavano dolcemente ogni loro movimento. Un altro cembalo vibrava allegro tra le sue dita. Con i flauti e la voce gli abitanti del villaggio accompagnavano i musici mescolando armonicamente le melodie.
Al centro della piazza un enorme e scoppiettante falò bruciava il fantoccio del Vecchio Inverno, mentre una fanciulla con una coroncina di fiori di pesco tra i capelli e avvolta in un abito di seta bianca finemente decorato con roselline d'organza e un cesto di petali tra le braccia, danzava, leggiadra come una fata, spargendo i fiori a terra, sulla gente e fra le fiamme, a simboleggiare la Primavera Nascente. I volti degli amici di Edelweiss splendevano intensamente.


A mezzanotte, nel bel mezzo dei festeggiamenti, un soffio d’aria gelida fece vorticare un mucchio di foglie secche attorno alle caviglie di Edelweiss ma, come se l’atmosfera festosa e la melodia avessero incantato i suoi sensi, non ci fece caso. 

Da un angolo semibuio della piazza due uomini alti e snelli, due gemelli di un Clan rivale, s’avvicinarono di soppiatto. Avevano un pugnale. Nessuno s’accorse del pericolo imminente, nemmeno Edelweiss. Se ne rese conto solo quando udì il grido di Kostas che con una mano tentava di trattenere la lama gelida e affilata di uno dei due aggressori, mentre teneva l’altra premuta sul ventre per fermare il sangue che sgorgava dalla ferita. Un lago scarlatto s’allargava a vista d’occhio sulla sua camicia.
«No! – gridò disperato – lei no, uccidete me piuttosto, ma risparmiate Edelweiss!».
Con un ghigno di scherno, l’altro gemello lo ferì profondamente alla gola: «Eccoti accontentato!».
Un fiume rosso e impietoso trascinò via le ultime forze di Kostas e la sua giovane vita. Riverso a terra, in un bagno di sangue, giaceva lo sposo di Edelweiss. Il castano dei suoi occhi non aveva più luce né espressione. I suoi riccioli gli accarezzavano morbidamente le gote. Edelweiss urlò di rancore, come impazzita. Il suo sguardo, fisso sui suoi aggressori, sembrava lanciare fiamme di fuoco. Parole piene di odio uscirono, con l’impeto di un fiume in piena, dalla bocca della Strega: «Stolto! Dov’è la tua vittoria?! Nei colpi inferti dalla tua lama? Dimmi, Croìdhuin, che cosa ha chiesto, Lord Misteifol, il tuo padrone, in cambio di un pizzico della sua nera magia? Dove ti ha portato la tua brama di prevalere sulla nuova regina del Clan dei Lilies e ottenere il dominio sulla sua gente? Quando ero solo una bambina ammiravo il coraggio e la correttezza con cui ti sei battuto con mio padre. Seppur di un Clan rivale, ti ho sempre considerato un uomo degno di rispetto. E ora? A stento riconosco il tuo aspetto e il tuo sguardo. I miei occhi e il mio cuore non sanno più chi sei e, forse, non lo sai nemmeno tu! Una pedina nelle mani di un Nobile Decaduto: ecco quello che sei! Ora, dimmi, è valsa la pena perdere la tua dignità e te stesso in cambio di un effimero potere? Nessuno ha mai imposto con la violenza e la forza le sue regole e la sua supremazia su di noi. Né tu né tuo fratello potrete mai arrogarvi questo diritto. Siamo gente libera, lo siamo sempre stati».
Un'arrogante risata fu l'unica risposta della Creatura. Sembrava che le parole di Edelweiss non l'avessero toccato minimamente.

Quarta di copertina
"Astèris: la Prescelta" di Renata Morbidelli, Il Mondo dello Scrittore Network, 2016.

Edelweiss, il cui vero nome è Astèris, è la Principessa della città di Awen Alixien. Il potere che le scorre nelle vene è talmente grande da essere considerato una minaccia da Mèlankar, Principe del Regno delle Tenebre che, proprio per questo motivo, ne desidera la morte. Fin da quando aveva solo due anni, allo scopo di proteggerla, viene affidata a una coppia di gitani andalusi che si prendano cura di lei. Dopo aver subito un attacco dal Serpente d'Ombra, fedele servitore di Mèlankar, lnes ed Esteban, i suoi genitori adottivi, decidono di cambiare identità e di nascondersi nel villaggio di Kaleidon il Saggio, ma i seguaci dell'Oscuro Sovrano sono ovunque e riescono a rapirla ed a condurla nel Regni delle Tenebre. Accorre in suo aiuto Mikalendìl, Generale del Bianco Esercito e fratello gemello di Mèlankar, che la aiuterà a scappare dalla sua prigione grazie anche al valido appoggio di Gyldahir, un Nobile Ribelle. Ha inizio, così il viaggio di Astèris alla ricerca delle altre due streghe Dàrgariel e Korìllis, in grado di aiutarla a combattere Mèlankar.

★★★★★

Il buon giorno si vede dal mattino, dicono, e un buon incipit e una copertina accattivante possono essere il perfetto bigliettino da visita di un libro.
Secondo voi, quante stelline si merita il biglietto da visita di questo libro?

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