Gli scrittori della porta accanto

Sogni e progetti: attimi di musica, intervista a Emiliano Gambelli

Ciao Emiliano, è un piacere averti nuovamente nostro ospite. La volta scorsa ci siamo soffermati sulla tua passione letteraria, ora vorrei approfondire quella musicale. Per coloro che si sono persi la nostra prima intervista, ci puoi raccontare qualcosa di te?
Il piacere è tutto mio! Vi seguo sempre, trovo facciate un lavoro incredibile e ammirevole. 
Su di me non c’è moltissimo da dire se non che, a 31 anni, sono ancora figlio del precariato, sentimentalmente in apprendistato e spiritualmente un po’ incazzato! Lo so è una parolaccia e non si potrebbe dire, ma qui siamo in un intervista online, quindi, in realtà la state leggendo. Autobippatemi! Scrivo a ridosso di quello che è accaduto a Parigi e non mi va giù, non mi va giù mai, in nessun caso, territorio o religione...

Il tuo sentire è del tutto comune: incredulità e rabbia!
Torniamo ora, a cose più leggere, che, parlando di musica, ci sta alla perfezione. Emiliano artista: poeta, scrittore, cantautore. Mi fa pensare a una persona che abbia tanto bisogno di esprimersi, non solo per parlare di sé, ma per raccontare le sue verità e, magari, nel suo piccolo, per poter cambiare certe cose. È così? E se lo è, cosa vuoi comunicare con la tua arte?
Dici? Molti direbbero che ho bisogno di farmi vedere. Ormai provare a fare qualcosa di simile all’arte è ostentare no? Salire su un trono su canale 5, oppure fare un video su youtube a gareggiare su chi è più stupido dell’altro, è invece l’esprimere se stessi... Il concetto di libertà andrebbe completamente rivisto, anzi, la stessa parola andrebbe rivalutata e reinserita nel contesto mondiale.
Tornando alla domanda: no, non intendo raccontare le mie verità, ma voglio piuttosto regalare attimi. Tutto qui. Una canzone dura tre o quattro minuti di attimi, un libro regala serate di attimi e così via, quindi: sì, credo di voler fare solo questo. Spero che siano attimi piacevoli, ma, se così non fosse, va bene ugualmente; avrò regalato un attimo infernale a qualcuno. Avrò comunque raggiunto, almeno in parte, l’obiettivo! Sul cambiare le cose nel piccolo, beh, al massimo posso far cambiare canzone, se quella precedente non è piaciuta!

Quando hai scoperto la tua passione per il canto? C'è stata un'occasione particolare che ti ha fatto capire di esserci portato e che ti abbia dato l'input per iniziare a intraprendere la strada di cantautore?
È una storia divertente. Avevo 16 anni e io ed il mio amico Pecci (ha un nome ma nessuno lo conosce…sarà per sempre Er Pecci), eravamo dei fan sfegatati degli Offspring, band californiana molto in auge sul finire degli anni ’90. Decidemmo di cantare la loro intera discografia su una musicassetta. In pratica, inserivamo il cd originale, spingevamo la combo di tasti Rec/Play sul registratore e ci davamo dentro con il nostro inglese fantasy! Il risultato fu quello di capire che io ero intonato e lui, che possedeva una chitarra, era forse meglio che imparasse a suonarla. Decidemmo, quella stessa sera, che avremmo messo su una band.
Per due mesi abbiamo suonato solo la prima strofa di Otherside (Red hot chili peppers)…bei tempi!

La tua musica rientra in un determinato genere, oppure la senti soltanto espressione di te stesso e, dunque, difficilmente classificabile?
Scrivo pezzi pop, fondamentalmente, salvo poi, gettare, al loro interno, quelle che sono le mie influenze un pochino più rock. Ti ho scritto due gran belle ovvietà, non trovi? Sarò franco, non amo classificare la mia musica e lascio che siano gli altri a farlo. Scrivo quello che mi passa per la testa senza perdere mai di vista il mio capo saldo, ovvero la metodicità. Mi piace che i ritornelli rimangano in testa, mi piace l’idea che la maggior parte possibile delle persone possa ritrovarsi nel bel mezzo della giornata a canticchiare un mio brano, vuol dire che sono riuscito nel mio intento e questo mi rende felice.

Mi puoi spiegare come funziona una canzone? Si scrive prima il testo e poi vi si adatta la musica oppure succede il contrario?
Dipende, credo che ognuno abbia il suo modus operandi. Personalmente, trovo prima la linea melodica e ci canticchio sopra parole senza senso (per esempio cantando in inglese, mi riesce davvero bene in quel caso :-) ). Poi prendo in mano la chitarra e provo a suonarci sopra qualcosina. Sono un chitarrista da spiaggia, quindi non mi cimento in virtuosismi, penso, più che altro, a tirare giù la musica a grandi linee e quindi gli accordi. Per l’arrangiamento vero e proprio, per esempio nel disco “Domande Aperte”, ho collaborato con Valerio Allegrini che ha “vestito” tutti i miei brani. Mi piace il termine “vestire” associato a una canzone perché è proprio quello che accade, un po’, quando ti alzi la mattina e ti vesti. Sai che metterai degli indumenti, poi scegli quali saranno, abbini i colori, alterni le soluzioni e, alla fine, passi agli accessori. Ecco, la canzone è come fosse il corpo umano che si deve vestire al meglio possibile e l’arrangiamento serve a renderla elegante, sportiva o alla moda, a seconda di ciò che si vuole ottenere.

Nel tuo caso, quanto c'è di preparazione e quanto di predisposizione naturale?
Direi che c’è molto di predisposizione naturale, sia nello scrivere i testi, sia nel provare ad abbozzare i vestiti per le mie canzoni. Ascoltare musica, ma anche quello che hanno da dire le persone, mi aiuta nel periodo di gestazione delle idee. Poi, tutto quello che assorbo, cerco di adattarlo e trasformarlo in composizione. Molte volte, sono le mie stesse esperienze a darmi l’ispirazione.

Il tuo album d'esordio è stato “Tea time”, che hai registrato cinque anni fa. Anche se non ha scalato le vette delle classifiche, obiettivo che, ritengo, non ti sarai nemmeno prefissato, ti ha dato, comunque, delle belle soddisfazioni. Ce le racconti?
Con “Tea Time”, si è trattato, semplicemente, di voler mettere su cd le mie prime canzoni. L’album fu cantato interamente in inglese, anche se, con il senno di poi, credo che questo mi abbia limitato parecchio nell’esprimere i miei concetti. Ci sono affezionato perché mi ricorda i due anni vissuti a Brescia e, di conseguenza, quelle esperienze che hanno fatto di me, almeno in parte, quello che sono ora. L’album tocca varie tematiche e, ancora oggi, se mi capita di fare dei live, mi piace riproporre “My Darling” in versione pianoforte e voce. Con Tea Time, ho partecipato al “lungotevere rock fest” arrivando in finale e dividendo il palco con un gruppo romano che oggi ha fatto molta strada e si sta guadagnando un discreto successo…beati loro! 

Nel 2012, altra registrazione: “Dietro un chicco di caffè” che ha ottenuto un altissimo numero di visualizzazioni su youtube e, a ottobre di quest'anno, è uscito il tuo ultimo lavoro: “Domande aperte”. Ce lo puoi descrivere un po'?
Dietro un chicco di caffè” è stato il mio primo brano in italiano, quindi uno spartiacque fra Emiliano di prima e quello che è ora. Le visualizzazione furono numerose all’inizio, poi, col tempo, non avendo spinte o supporti di alcun tipo, ovviamente sono calate, superando, comunque, le 1200. Farsi conoscere è dura; questo sarebbe un argomento su cui parlare molto e da affrontare in separata sede. Sono certo che sia una realtà con il quale il vostro blog si scontri tutti i giorni. Giovani autori e scrittori che, immersi in un enorme mare pieno di pesci, devono scontrarsi non solo con l’elevata e agguerrita concorrenza, ma anche con la reticenza e la svogliatezza delle persone che non hanno alcuna voglia di scoprire la novità, bensì di seguire la scia del successo.

Hai già in mente qualche altro progetto a venire? E, a proposito di futuro, cosa ti auguri di ottenere?
Assolutamente si!
Per quanto riguarda la mia parte letteraria, il mio primo libro continua ad essere in vendita e ad aprile avrò il primo responso in termini numerici. Ha ricevuto moltissime buone recensioni che, in tutta sincerità, non mi sarei nemmeno aspettato. Attualmente è in lizza per il “Concorso lettrario Zeno 2015” e mi auguro che possa raggiugere un buon traguardo. Spero pure che, con il Natale alle porte, qualche anima pia abbia voglia di acquistarlo e che rimanga piacevolmente impressionata. Inoltre, proprio in questi giorni, firmerò il contratto per il secondo libro il cui titolo provvisorio è “L’ultima danza”. Se mi consentite, approfitterei dell’occasione per informare che sto pubblicando senza alcun tipo di contributo, giusto per togliermi una piccola soddisfazione verso coloro i quali pensano che se pubblichi con una Casa editrice a pagamento, sei uno scrittore fallito. Teoria che non condivido assolutamente, ma tenevo, comunque, a fare questa piccola precisazione.
Riguardo alla musica, sto lavorando alla promozione dell'LP di cui abbiamo parlato prima, il quale, se mi consentite un po’ di pubblicità, si può acquistare, in formato digitale, in tutti i maggiori digital store (Itunes, amazon, spotify, google play, deezer ecc.) basta scrivere IL MATEMATICO – DOMANDE APERTE e lo si può scaricare ad un prezzo veramente irrisorio.


Bene, caro Emiliano, con questo abbiamo terminato. Da parte mia e a nome di tutti “Gli scrittori della porta accanto” ti faccio un grande in bocca al lupo perché tutti i tuoi desideri si realizzino.
Grazie a voi! Mi fa sempre piacere collaborare con voi per tanti motivi ma, soprattutto, per la cordialità, la disponibilità e la gentilezza che vi contraddistingue. Essere intervistati da voi è un po’ come sentirsi a casa…aspetta… sono a casa!! 




Ornella Nalon
I miei hobby sono: il giardinaggio, la buona cucina, il cinema e, naturalmente, la scrittura, che pratico con frequenza quotidiana. Scrivo con passione e trasporto e riesco a emozionarmi mentre lo faccio. La mia speranza è di trasmettere almeno un po’ di quella emozione a coloro che leggeranno le mie storie.
Quattro sentieri variopinti”, Arduino Sacco Editore
Oltre i Confini del Mondo”, 0111 Edizioni
Ad ali spiegate”, Edizioni Montag
Non tutto è come sembra”, da 0111 Edizioni.



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