People A cura di Ornella Nalon. Intervista a Diegokoi. Pittore, a soli ventisei anni ha raggiunto traguardi incredibili, con bravura e determinazione: «L’iperrealismo mi rappresenta interiormente, mi definiscono un pezzo di grafite».
Ho avuto l'onore e il piacere di intervistare uno dei più bravi e conosciuti esponenti della corrente iperrealistica del panorama italiano. Diego Fazio, in arte Diegokoi; ci spieghi il motivo della scelta di questo nome?
Il nome DiegoKoi nasce dalla mia passione per le carpe giapponesi “Koi” e dalla leggenda che si narra su questo pesce. Si dice che una Koi, carica di grande coraggio, riuscì a risalire una cascata e gli Dei colpiti dalla sua forza e dal suo coraggio decisero di trasformarla in dragone.La passione per il disegno ti ha accompagnato sin da piccolo, ma questo è piuttosto comune, tanto da ispirare il seguente aforisma a Pablo Picasso: “Ogni bambino è un'artista. Il problema è poi come rimanere un'artista quando si cresce”. Tu ci sei riuscito. Com'è maturata, nel tempo la tua passione, sino a diventare la professione esaltante e ricca di soddisfazioni che stai esercitando?
Ho continuato a disegnare, non c’è stato una metodologia precisa. Un giorno ho fatto un ritratto a mia sorella e da li ho scoperto di essere portato per l’iperrealismo.Da quanto mi sembra di avere capito, la tua è una dote naturale, sicuramente affinata con il tempo e la pratica, ma, in prevalenza, dovuta a un’innata predisposizione. A chi, non ha avuto la tua stessa fortuna e si fosse innamorato della tua arte a tal punto da volersene cimentare, lo sconsiglieresti? Oppure pensi che potrebbe raggiungere, comunque, un buon livello, solamente con un grande impegno e una buona preparazione?
Diciamo che io non mi sento di aver avuto un’innata predisposizione. Ho studiato da solo e ho dedicato fino a 12 ore consecutive al disegno ogni giorno per poter migliorare, quindi basta impegno e dedizione per poter raggiungere ciò che si vuole. Io sono molto ambizioso e non mi arrendo fin quando non arrivo al risultato sperato e invito sempre i ragazzi che mi seguono a fare altrettanto.Per i profani come me, puoi spiegare, brevemente, in cosa consista l'iperrealismo? Esiste un particolare motivo per cui hai scelto questa corrente pittorica, piuttosto di un’altra, o ti è venuta dall’anima, spontaneamente?
Non so esprimere a parole in cosa consiste l’iperrealismo, preferisco metterlo su carta. L’ho scoperto per caso e ho trovato una grande affinità tra la mia anima e questa tecnica, come dico sempre, l’iperrealismo mi rappresenta interiormente, mi definiscono un pezzo di grafite.Solitamente, da dove proviene l’ispirazione per una nuova opera? Ci puoi spiegare il percorso della sua creazione?
Trovo ispirazione tra le cose e le persone che mi circondano. Tutto coincide con le mie sensazioni.Prima immagino una scena, poi scelgo il soggetto che più mi ispira e scatto una foto cercando di riportare alla realtà la mia idea e infine realizzo il disegno aggiungendo tutti i particolari che attraverso la foto non riesco a raggiungere.
Mi sembra di avere rilevato che la maggior parte delle tue opere riproduca volti di persone di entrambi i sessi. Spesso, rappresenti anche molti dettagli del viso, in prevalenza gli occhi. C’è un particolare motivo per queste scelte frequenti?
Gli occhi sono lo specchio dell’anima e attraverso essi è facile esprimere i propri sentimenti.Altro elemento ricorrente è l’acqua che, nella simbologia comune, rappresenta la purezza, la fertilità, la vita. È quanto vuoi trasmettere anche tu, rappresentandola, oppure, per te, ha qualche altro significato?
Uso l’acqua per esprimere la purezza dell’animo, ma anche quando vorrei lavare via lo “sporco” che vedo e sento.Riesci a cogliere ciò che a un occhio “normale” sfugge. Mi riferisco, in particolare, alla tua capacità di notare un’incredibile quantità di sfumature cromatiche e di riprodurle, con le tue matite, in chiaroscuro. Matite che sembrano avere persino del magico, da quante tonalità riescono a produrre. In un futuro, pensi di potere prendere in considerazione l’uso dei colori?
Non saprei. Sono affine alla matita e al chiaroscuro, ma non escludo la possibilità di poter sperimentare nuove tecniche.
Il realismo dei tuoi disegni ha dello strabiliante; è mai successo che qualcuno, inconsapevole di trovarsi a una mostra di pittura, oppure in una diversa situazione, li abbia scambiati per fotografie?
Sì, capita spesso.Sei molto giovane, eppure hai già una carriera folgorante. Hai ricevuto dei premi e dei riconoscimenti prestigiosi, hai esposto le tue opere a Milano, Firenze, Venezia, Torino, Roma e poi a Lucerna, Montercarlo, Parigi, fino a spingerti a New York, Singapore e Hong Kong. Di solito, chiedo agli artisti quali siano gli obiettivi che si prefiggono per il futuro, ma, nel tuo caso, cosa mai potresti aspettarti più di quello che hai già ottenuto?
Come ho detto prima sono molto ambizioso e mi piacerebbe crescere ancora artisticamente, anche se sono molto soddisfatto di ciò che ho già raggiunto grazie alle mie sole mani. Non sono assetato di fama, non fraintendetemi, è solo che amo vedere le persone di tutto il mondo appassionarsi a qualcosa che io faccio e mi riempie di gratitudine ogni volta che incontro qualcuno disposto ad osservare le mie opere.Tra tutto ciò che hai fatto, mi piace rendere noto che hai devoluto alcune tue opere per due iniziative benefiche a favore dei bambini disagiati del Messico e per quelli colpiti da autismo. Di solito, si tende a considerare l’artista come una persona un po’ pazza, che vive in una dimensione propria, non esattamente radicata nella realtà. In questo caso, invece, fortuna ha voluto che Diegokoi fosse ben connesso ai problemi terreni, nello specifico a due grosse difficoltà del mondo infantile. Nell’esserti grata per quello che hai fatto, mi viene da pensare che la scelta dei beneficiari della tua generosità non si stata casuale, ma frutto di una tua particolare sensibilità sull’argomento. È così?
Certo. Mi stanno a cuore certi argomenti e se posso aiutare in qualche modo, lo faccio volentieri. Le vendite dei miei quadri in questi due eventi, sono state le più gratificanti di tutta la mia giovane carriera.William Faulkner ha detto: «Scopo di ogni artista è arrestare il movimento, che è vita, con mezzi artificiali, e tenerlo fermo, ma in tal modo che cent’anni dopo, quando un estraneo lo guarderà, torni a muoversi, perché è vita». Ritengo che nessuna frase possa meglio rappresentare la tua arte. Nel momento stesso in cui riproduci un volto e la sua espressione, fin nei minimi dettagli, lo fissi in eterno, ne decreti la sua immortalità. Ti piace questa funzione, la riconosci come tua?
Si, infatti spero proprio che fra cento anni e oltre, i miei quadri possano emozionare ancora e che le persone li riconoscano immediatamente.Anche se non vorrei mai smettere di intervistarti, per motivi di spazio, devo porre la parola fine. Ti chiedo soltanto di indicarci alcune delle tue opere a cui sei particolarmente legato, in modo da farle ammirare ai nostri lettori. Oltre a ringraziarti tantissimo per la tua disponibilità, ti faccio un grosso in bocca al lupo per la tua vita e la tua carriera.
Diciamo che questa domanda è difficile. È come chiedere ad un padre quale dei suoi figli preferisce. Sono un po’ più legato all’opera “Sensazioni” perché è grazie a quest’opera che il mondo ha iniziato a conoscermi e poi rappresenta la mia futura moglie.Ornella Nalon I miei hobby sono: il giardinaggio, la buona cucina, il cinema e, naturalmente, la scrittura, che pratico con frequenza quotidiana. Scrivo con passione e trasporto e riesco a emozionarmi mentre lo faccio. La mia speranza è di trasmettere almeno un po’ di quella emozione a coloro che leggeranno le mie storie. Quattro sentieri variopinti, Arduino Sacco Editore Oltre i Confini del Mondo, 0111 Edizioni Ad ali spiegate, Edizioni Montag Non tutto è come sembra, 0111 Edizioni. Una luce sul futuro, Gli scrittori della porta accanto Edizioni. Sulle ali della fantasia, Gli scrittori della porta accanto Edizioni. |
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