Gli scrittori della porta accanto

Dal cuore di Napoli, il pittore della bellezza: intervista al Maestro Gianni Strino

People A cura di Ornella Nalon. Intervista al Maestro Gianni Strino, il pittore della bellezza nel cuore di Napoli.

Buongiorno Maestro, è un grande piacere, oltre che un onore, averti nostro ospite. Per i nostri numerosi lettori, potresti raccontare un po’ di te? 

Ciao Ornella, il piacere è tutto mio, devo solo scusarmi con te per il notevole ritardo con cui ti rispondo ma sono stato un po’ di tempo in Sicilia e poi mi è successo un po’ di tutto, ma non sto qui a tediarti con i miei problemi.

Quando hai scoperto di essere predisposto alla pittura e quando hai deciso di praticarla in via continuativa, sino a farla diventare una professione?

In effetti ho sempre disegnato fin da piccolissimo, era quasi il mio unico gioco e per questo mio padre mi regalò la prima cassettina di colori e da quel momento non ho più smesso di dipingere ricevendo anche lusinghieri premi nei concorsi a cui partecipavo. Chiaramente dopo le scuole medie mi iscrissi al Liceo Artistico di Napoli, poi alla facoltà di Architettura perché questa era la mia nuova passione, ma ben presto me ne pentii, perché dipingere era la cosa più importante per me. Avvenne che alcuni galleristi napoletani mi chiesero di venderli i miei primi dipinti, ciò fu una grande lusinga per me. Da quel momento ho sempre venduto tutti i miei lavori, nonostante insegnassi alle scuole pubbliche, ma con un gesto molto ardito lasciai l’insegnamento per dedicarmi solamente alla pittura, poi la strada si è costruita da sola negli anni e mi ha portato ad incontrare tanti galleristi e collezionisti un po’ dappertutto.

Come funziona il tuo lavoro? Vendi solo opere già dipinte, oppure anche su commissione? In questo caso, come fai a conciliare il tuo estro con le esigenze del cliente? Ho la sensazione che l’imposizione di un ordine possa togliere un po’ della naturalezza propria dell’ispirazione. Che ne pensi?

Generalmente decido sempre io i dipinti che farò e poi li propongo ai miei clienti. Quando si decide di fare una mostra allora preparo un programma di tutti i dipinti da fare per dare una idea omogenea e coerente del mio lavoro. Altre volte mi richiedono soggetti particolari, molto spesso ritratti in cui io cerco di trovare le giuste motivazioni pittoriche per realizzarli, certo è che lavorare liberamente è altra cosa ma a volte si deve scendere a compromessi.


Sei nato e vivi, tutt’ora, a Napoli; città ricca di storia e arte, addirittura culla di movimenti pittorici propri. Ritieni che le tue origini abbiano influenzato, in qualche maniera, il tuo essere artista, il tuo stile?

Sono fieramente napoletano e sono nato e cresciuto nel pieno centro storico dove l’arte in tutte le sue espressioni è il motivo conduttore e chiaramente è stata la mia linfa vitale e unica ragione della mia vita. Andavo regolarmente ad ammirare i dipinti nelle tantissime Chiese di Napoli dove ci sono immense opere d’arte soprattutto proprio dei manieristi che mi hanno affascinato da sempre.

A proposito di stile; la prima volta che ho visto un tuo dipinto, istintivamente, l’ho associato alla corrente manieristica e mi sono stupita quando ho scoperto che, invece, era un’opera contemporanea. Ammetto, pubblicamente, la mia modesta conoscenza dell’arte pittorica, ma so di non essere stata l'unica a riconoscere, nella tua tecnica, dei tratti che riportano indietro nel tempo. Sai motivare la scelta del tuo stile, oppure è qualcosa che ti è venuto spontaneo?

Inevitabilmente la mia pittura ha sempre attinto dalle grandi scuole pittoriche cercando di calarla nella contemporaneità, dove la Pittura è stata totalmente negata da tutte le correnti pseudo intellettuali ed avanguardie improbabili, che hanno cancellato una immensa tradizione artistica proveniente addirittura dagli antichi greci. Credo che la bellezza sia stata dimenticata ed è appunto a questa che io cerco di riferirmi, la si può trovare dappertutto: in un fiore, in un volto, in uno sguardo, in un riflesso di luce o di colore, in un’atmosfera, persino in un volto di vecchio dove le rughe raccontato la sua storia. E’ chiaro che parlando di bellezza al primo posto per me è la figura femminile che rappresenta il sunto di tutte le bellezze, credo che in ogni donna ci sia sempre una parte di struggente poesia.

Come ho anticipato prima, qualcuno ha riconosciuto, nei tuoi dipinti, assonanze con quelli di Caravaggio e Josè De Ribera. Essere paragonati a certi mostri sacri, di per sé, dovrebbe essere motivo di vanto, anche se, suppongo, ogni artista vorrebbe avere una propria connotazione, un tratto personale e inconfondibile. Tu come la pensi? Credi di avere subito l’influenza dei grandi pittori che ho menzionato?

E’ vero, lo confesso, per me De Ribera è stato sempre il faro di riferimento, lo sento nelle mie vene, ma molto umilmente cerco di apprendere ancora oggi qualcosa da Lui (non riuscendoci quasi mai). Tutto il ‘600 è stato una fucina di geni non escludendo nessuno dei grandi artisti, questa tradizione pittorica ha continuato sino agli inizi del ‘900 con tante nuove e sempre grandi correnti pittoriche, basta pensare solo alla scuola dell’800 napoletana che è stata travolgente!

Tra tutti i soggetti di cui hai accennato in una delle risposte precedenti, non ti sei fatto mancare nemmeno la rappresentazione religiosa. Nella Chiesa di San Giovanni di Dio a Frattamaggiore, si possono ammirare tre tele dipinte da te. Come sei arrivato a esporre in una chiesa? Com’è stata questa esperienza?

Ho dipinto diverse tele di grandi dimensioni commissionatemi da alcune Chiese, tutt’ora sono al lavoro con un dipinto molto grande che rappresenta la deposizione di Cristo e spero di terminare tra qualche mese. I soggetti religiosi mi affascinano molto (detto tra noi non sono credente) ma mi danno l’opportunità di calare i personaggi nella realtà umana pur rappresentando figure divine, e confrontarmi appunto con quei mostri sacri (ne esco sempre sconfitto!!!). I modelli sono sempre i miei figli e gli amici per avere una certezza di realtà.



Hai allestito le tue mostre nelle maggiori città italiane; sei giunto sino in Russia, in Scozia, in Spagna e ti sei spinto persino a Tokio e New York. I tuoi lavori sono esposti in numerose collezioni di altrettante città d’Italia, ma anche in America. Alcuni tuoi quadri sono stati battuti all’asta dalla rinomatissima Christie’s. La tua bravura è evidente ma qualche altro segreto, per avere ottenuto dei traguardi così ragguardevoli, lo devi avere! Sei disposto a svelarcene qualcuno?

E’ vero, ho fatto e spero farò ancora, molte mostre anche all’estero e per me sono state esperienze indimenticabili, il potersi confrontare con altre culture a volte molto lontane dalle nostre credo sia la cosa più gratificante che un pittore possa vivere. Francamente non so tutto questo come sia avvenuto, si è costruito nel tempo, negli anni, si sono intrecciate relazioniil caso, la fortuna, un po’ di bravura?

È indubbio che la maggiore componente sia la bravura! Pablo Picasso ha detto: “Dipingere non è un’operazione estetica: è una forma di magia intesa a compiere un’opera di mediazione tra questo mondo estraneo e ostile e noi”. Quanto condividi di questa frase? Cosa rappresenta per te la pittura?

Io penso che per un pittore il dipingere sia una operazione principalmente egoistica, il gioire e provare piacere nell’atto stesso del fare, del creare.

A malincuore, il momento di salutarci è arrivato. Nel ringraziarti tantissimo per la tua disponibilità, ti faccio un grande in bocca al lupo per tutti gli aspetti della tua vita.




Ornella Nalon

Ornella Nalon


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1 commenti
  1. Grazie per aver approfondita la conoscenza di questo grande Maestro napoletano!

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