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Bodies of mothers: le donne vere di Jade Beall

Bodies of mothers: le donne vere di Jade Beall

FotografiA Di Stefania Bergo. Bodies of mothers, il bellissimo progetto fotografico di Jade Beall per mostrare il corpo delle mamme. Imperfetto. Reale. Meraviglioso.

Il corpo di una madre cambia. Lo fa da subito, per accogliere, e forse palesare, la nuova vita. Il ventre si gonfia, il seno diventa più prosperoso e l'iride più cristallina, acquista una luce inusuale e inconfondibile.
Di trasformazioni, poi, nel corso dei nove mesi, ne subisce a tal punto che quasi sembra impossibile possa tornare quello di un tempo. E infatti, nella maggior parte dei casi, per quelle reali di noi, cioè, il miracolo non avviene e finiamo per portarci dietro un indistinguibile segno di vita generata. E quando palestra e trattamenti rassodanti falliscono miseramente, non resta che nascondere qualche smagliatura di troppo o le nuove morbide rotondità. Beh dai, magari non proprio nascondere, perché in fin dei conti siamo orgogliose delle tracce lasciate dai nostri figli, ma non ci viene certo in mente di mostrare ventri flaccidi, seni ormai cadenti per l'allattamento prolungato o cuscinetti adiposi accoccolati sul giro vita e le cosce, giusto?

Sono tante le donne che, nonostante la felicità di essere diventate madri, passano anni a combattere contro un'immagine di sé che non accettano più perché lontana dagli standard usuali di bellezza e perfezione. 

Anche perché spesso ciò che viene restituito, da surrogati di Wonderwoman sotto i riflettori, è l'idea di una donna che in soli due, tre mesi ritrova la sua smagliante forma fisica. Certo, partendo già da una base – quella di nove mesi prima – surreale, ovvio!
Jade Beall ha invece deciso di non combattere contro smagliature e cellulite post-partum. Ha fatto esattamente il contrario.

Bodies of mothers – (c) PH Jade Beall

Jade Beall è una mamma e fotografa dell'Arizona che ha pensato bene di celebrare il corpo femminile dopo la gravidanza, a dispetto di tutto. 

Una bellezza senza trucchi, quella delle donne reali, contro gli stereotipi che ci vogliono tutte alte, magre e senza cellulite.
Il suo progetto Bodies of mothers – oggi suddiviso in Motherhood e Breastfeeding –  è nato per caso dall'insoddisfazione, dal rifiuto per il suo corpo di neo-mamma. Stanca di non sentirsi bene nella sua pelle, si è fotografata nuda per mostrare agli altri quello che non le piaceva, come fosse una terapia d'urto. La risposta di altre donne che chiedevano di essere parimenti fotografate e mostrate, è stata inaspettata, all'unisono col messaggio di Jade Beall: voglio amarmi così come sono!
Le testimonianze raccolte in questo progetto fanno anche parte di un libro pubblicato nel 2004, The Bodies of Mothers: A Beautiful Body Project: 170 pagine di ritratti di settanta donne da tutto il mondo, storie potenti scritte sui loro corpi. Un incredibile viaggio  attraverso la fotografia per sentirsi meravigliosamente imperfette. Umane.

Il progetto Bodies of mothers si è nel tempo ampliato, diventando You are beautiful.

Sul sito ufficiale di Jade Beall è possibile trovare fotografie e racconti di donne – ma anche di qualche uomo –, testimonianze per immagini di vita vissuta e subita: dagli abusi sessuali, ai disturbi alimentari, alla disabilità, allo scempio del cancro al seno, dalla vecchiaia ai rifugiati nei campi profughi in Siria e Afghanistan.
You are beautiful. 
Donne vere, orgogliose e coraggiose.
Perché è questo il vero canone di bellezza cui assurgere.
Lasciamo la plastica alle bambole.

You are beautiful – (c) PH Jade Beall



Stefania Bergo
Non ho mai avuto i piedi per terra e non sono mai stata cauta. Sono istintiva, impulsiva, passionale, testarda, sensibile. Scrivo libri, insegno, progetto ospedali e creo siti web. Mia figlia è tutto il mio mondo. Adoro viaggiare, ne ho bisogno. Potrei definirmi una zingara felice. Il mio secondo amore è l'Africa, quella che ho avuto la fortuna di conoscere e di cui racconto nel mio libro.
Con la mia valigia gialla, StreetLib collana Gli scrittori della porta accanto (seconda edizione).
Mwende. Ricordi di due anni in Africa, Gli scrittori della porta accanto Edizioni.
La stanza numero cinque, PubMe Gli scrittori della porta accanto Edizioni.


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