Gli scrittori della porta accanto

La dama velata e le inquietudini dell'amore, una leggenda metropolitana, di Silvia Pattarini

L’amore non è sempre e solo miele e cuori, a volte per amore si soffre. In questo caso il sentimento sfocia in turbamento ed inquietudine, l’amore cede il posto al tormento.

La storia che andrò a raccontare rispecchia la metafora adatta a raccontare una storia d’amore difficile. Una donna bellissima in cerca d’amore, ma priva di cuore e sentimenti, che trascinerà l’amante nella più totale e cupa disperazione, fino al limite della follia.
Una leggenda metropolitana  milanese narra di una “dama velata” misteriosa, un fantasma, che nelle nebbiose sere d’inverno è solita aggirarsi nel parco del Castello Sforzesco.
Bella, sola e inconsolabile, nel suo abito nero lungo fino ai piedi e un velo nero a celarle il viso, si aggira tra gli alberi alla ricerca di un uomo che le faccia compagnia.
Quando individua il suo tipo ideale, gli appare all’improvviso avvolta da una nuvola al profumo di violette, fa calare una leggera nebbiolina. Il suo fascino è irresistibile, nonostante lasci trapelare una profonda tristezza; gli porge la sua mano gelida e senza proferire una sola parola, lo conduce attraverso sentieri sconosciuti, dentro una nebbia sempre più fitta, fino a raggiungere il cancello di una sontuosa villa. Lui è ammaliato dallo sguardo magnetico e dal carisma della donna, inconsapevole di ciò cui andrà in contro, rimane incantato come Ulisse dalle sirene.
La dama misteriosa afferra una vecchia chiave arrugginita e apre il cancello, poi  accompagna il suo ospite all’interno della villa, illuminata da tremule candele che lasciano intravedere pareti addobbate a lutto, mentre una musica innaturale proviene da un grande salone di marmi e di stucchi sfarzosi. In un angolo suona un’orchestra e la dama accompagna il suo ospite in un vortice di danze, ipnotizzando così la sua “preda”, ormai completamente in balia del suo volere.
Dopo diverse ore di balli, la dama conduce l’uomo in un letto a baldacchino, si spoglia mostrandogli il suo corpo seducente, ma senza mai togliersi il velo, e gli si concede.
Quando l’uomo prova a toglierle il velo, ha una spiacevole sorpresa: un teschio con due orbite vuote lo fissa negli occhi. A quella macabra inquietante scoperta l’uomo fugge via spaventato, senza che lei cerchi di ostacolarlo nella fuga, consapevole che comunque tornerà a cercarla. L’uomo in preda al panico e alla disperazione, ripercorre velocemente i sentieri tra gli alberi, ancora ammantati dalla fitta nebbia, fino a dileguarsi.


Come racconta la leggenda, tutti gli uomini che hanno incontrato la dama velata o dama nera, perdono il senno, conoscono un amore così forte che li porta alla pazzia.

Brancolano per il resto della loro vita nei pressi del parco, a cercare ancora la villa della dama nera, senza mai ritrovarla. Pare che sul finire dell’ottocento, numerose furono le testimonianze di uomini che avrebbero incontrato la Dama Nera, al punto che si decise di battere a tappeto il parco per scovare la Dama, ma invano.
Nessuno si è mai preoccupato di capire l’eterna sofferenza, la solitudine di questo fantasma alla perenne ricerca di un compagno che la riscaldi. Non si sa chi fosse quando era viva, si sa solo che fosse davvero bella e forse viveva al Castello o semplicemente era innamorata di quel luogo. L’unico dato certo  è che era vestita elegantemente nel suo abito nero profumato di violetta.
Una romantica e inquietante leggenda, per riscaldare un po’ queste fredde serate virtuali.


Lacrime d’amore


Malinconica armonia di
una chitarra vibra
nel tunnel tormentato dell’amore

Se scaglie di mare
graffiano gli scogli
Tu mi graffi il dedalo dell’anima

Sei onda impetuosa
tutto rubi tutto travolgi
e scivoli via dal cuore,

come l’onda lasci
un segno al tuo passaggio:
umettate lacrime d’amore.


di Silvia Pattarini


Silvia Pattarini
Diplomata in ragioneria, ama scrivere racconti e componimenti poetici, alcuni dei quali compaiono in diverse antologie. Partecipa a concorsi letterari di poesia, prosa e premi letterari per narrativa edita.
Biglietto di terza classe,  0111Edizioni.
La mitica 500 blu,  Lettere Animate.


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