Gli scrittori della porta accanto

[Professione lettore] L'editoriale di Ornella Nalon: esce a maggio il nuovo libro di Elizabeth Strout "Mi chiamo Lucy Barton"


Il tre maggio è prevista l'uscita di “Mi chiamo Lucy Barton”, il nuovo libro di Elizabeth Strout edito da Einaudi.

«Un romanzo perfetto, nelle cui attente parole vibrano silenzi. Mi chiamo Lucy Barton offre una rara varietà di emozioni, dal dolore piú profondo fino alla pura gioia». Claire Messud, The New York Times

«Strout si conferma una narratrice grandiosa di sfumate vicende famigliari, capace di tessere arazzi carichi di saggezza, compassione, profondità. Se non l’avesse già vinto con Olive Kitteridge, il Pulitzer dovrebbe essere suo per questo nuovo romanzo». Hannah Beckerman, The Guardian


MI CHIAMO LUCY BARTON
di Elizabeth Strout 
Einaudi
ISBN 88-06-22968-0

Il ricovero in ospedale per una banale appendicite si protrae oltre il previsto e al capezzale della giovane Lucy Barton, costretta a letto per più di due mesi, compare come dal nulla la madre, che Lucy non vedeva ormai da molti anni. Nella penombra asettica di quella stanza ha inizio un dialogo precipitoso e struggente tra madre e figlia. Interrotta dalle visite di un medico gentile, dall'andirivieni di tre infermiere e dal breve sonno intermittente delle due donne, la conversazione scorre pericolosamente a ritroso sfiorando a tratti nervi scoperti di un passato fatto di miseria, impotenza, tenerezza, vergogne, traumi. È difficile riprendere il filo del discorso, certo, ma è anche la cosa più stupefacente che Lucy potesse desiderare: sentire la mano di sua madre strizzarle un piede attraverso il lenzuolo e udire la sua voce che racconta. Elizabeth Strout ha abituato i suoi lettori al gusto attento per le storie che, appena accennate, subito si trasformano in promesse di altri possibili romanzi. Mentre seguiamo lo scambio di ricordi e narrazioni tra Lucy e sua madre in ospedale, già sviluppiamo una sorta di nostalgia futura per le vicende dei personaggi che via via incontriamo, dalla sfortunata e ambiziosa Kathie Nicely, al professore artista tanto fiero della sua camicia comperata ai magazzini Bloomingdale's, allo squisito Jeremy, possessore di quegli oggetti «sintomo di un mondo raffinato» che Lucy non si ritiene in grado di capire, fino all'ineffabile, elegante scrittrice Sarah Payne. La vita si costruisce per accumulo di ipotesi, dichiara Lucy Barton, sulle ragioni degli altri, sulle loro insicurezze ed eventuali felicità.

Un pomeriggio, più o meno tre settimane dopo il mio ricovero in ospedale, voltai lo sguardo dalla finestra e vidi mia madre seduta ai piedi del letto. – Mamma? – dissi. – Ciao, Lucy, – disse lei. La sua voce mi parve timida, ma inderogabile. Si chinò e mi strinse un piede attraverso il lenzuolo. – Ciao, Bestiolina, – disse. Non vedevo mia madre da anni, continuavo a fissarla, non capivo come mai mi sembrasse tanto cambiata. – Mamma, come sei arrivata? – le chiesi. – Oh, ho preso un aereo –. Sventolò le dita e capii che l'emozione era troppa per entrambe. Perciò le risposi anch'io con un cenno delle dita e tornai a coricarmi. – Vedrai che guarisci, – aggiunse con la stessa voce timida e inderogabile di poco prima. – Non ho fatto nessun sogno. Che lei fosse lì, che mi chiamasse con quel vezzeggiativo che non sentivo più da una vita, mi fece sentire dentro il tepore di un liquido caldo, come se tutta la mia tensione fosse stata un grumo solido e adesso non lo fosse più. Di solito mi svegliavo verso mezzanotte e di lí in poi sonnecchiavo in modo discontinuo, oppure restavo sveglia a fissare le luci della città dalla finestra. Quella notte invece dormii un sonno filato e la mattina mia madre era seduta dove stava il giorno prima. – Non fa niente, – disse, quando le chiesi. – Lo sai che non dormo tanto. Le infermiere si offrirono di portarle una branda, ma lei scosse la testa. Scuoteva la testa ogni volta che una di loro tornava a proporgliela. Dopo un po' smisero di chiedere. Mia madre rimase con me per cinque notti, e dormì sempre seduta sulla stessa sedia.

A quanto sembra, un altro romanzo sulle piccole cose della vita, sulla quotidianità rotta da un evento straordinario, genere tipico della brava scrittrice statunitense che sa arricchire le sue storie ordinarie da una miriade di sentimenti e da un estremo spessore introspettivo.
Elizabeth Strout è nata a Portland, nel Maine, il 6 gennaio 1956. E' Laureata in letteratura inglese e in giurisprudenza, per diversi anni ha fatto l'insegnante. Sposata con un avvocato e politico, madre di una figlia, vive tra il Maine e New York.
Nel 2009 ha vinto il Premio Pulitzer per la narrativa con Olive Kitteridge. Sempre con lo stesso libro, nel 2010, ha vinto il Premio Bancarella, nel 2012 il Premio Mondello e, nel 2014 vi è stata tratta una miniserie televisiva, in quattro parti, la cui protagonista è l'attrice Frances McDormand.
Prima di “Mi chiamo Lucy Burton”, Elizabeth Strout ha scritto quattro romanzi, tutti editi da Fazi.


Il suo esordio come scrittrice è avvenuto nel 1998 con “Amy e Isabelle” - Fazi Editore.


Isabelle, ancora giovane, tenta di celare il proprio misterioso passato dietro una facciata di decoro e perbenismo; la figlia Amy è una timida adolescente con un segreto che non riesce a tenere nascosto. Il rapporto tra le due è teso, intessuto di cose non dette e di una reciproca incomprensione che si trasforma in aperta ostilità quando la madre scopre nella figlia l'esuberanza e la voglia di vivere che un tempo erano state le sue, il suo stesso desiderio di darsi a un altro e di essere amata. Il mondo di Amy e Isabelle crollerà violentemente all'improvviso, e dopo un toccante, impietoso confronto durante una drammatica notte niente sarà più come prima.





Nel 2006 ha scritto “Resta con me” - Fazi Editore.


Tyler Caskey è una guida spirituale della comunità di West Annett, nel Maine, duranti sono i conformisti anni Cinquanta. La morte di una giovane donna travolgerà non solo il marito e le loro bambine in modo irreversibile, ma anche l'intera comunità . Di fronte alla fragilità di un lutto che si apre come una voragine nessuno riesce a compenetrarsi nel dolore altrui, nemmeno il conforto religioso, se le meschinità di una quotidianità prosciugata di ogni calore si moltiplicano tra le mille illazioni che corrono lungo i fili del telefono propagando sciocche storie di adulterio, o di malattia mentale.







 Nel 2009 ha pubblicato “Olive Kitteridge” - Fazi Editore.



Crosby, è un luogo senza importanza del Maine in cui che Olive Kitteridge, un’insegnante in pensione, regge i fili delle storie e delle vite di tutti i suoi concittadini. Con implacabile intelligenza critica, osserva i segni del tempo moltiplicarsi intorno a lei, tanto che poco o nulla le sfugge dell’animo di chi le sta accanto: un vecchio studente che ha smarrito il desiderio di vivere; Christopher, il figlio, tirannizzato dalla sua sensibilità spietata; un marito, Henry, che nella sua stessa fedeltà al matrimonio scopre una benedizione e una croce. E ancora, le due sorelle Julie e Winnie: la prima, abbandonata sull’altare ma non rassegnata a una vita di rinuncia. 






 Nel 2013 “I ragazzi Burgess” - Fazi Editore


I tre fratelli, Jim, Bob e Susan, sono nati a Shirley Falls, nel Maine, e sono cresciuti in una piccola casa gialla in cima a una collina. Da adulti si sono allontanati, ognuno a scacciare il ricordo di un antico dramma familiare mai spento. Lassù è rimasta solo Susan, mentre gli altri due vivono a Brooklyn, New York. Quando suo figlio si caccia nei guai, si vede costretta a chiedere aiuto ai fratelli, si trovano costretti a riavvicinarsi. I ragazzi Burgess, nuovamente sotto lo stesso tetto, si trovano a dividere la preoccupazione, a tentare di ricomporre un trauma antico e mai superato, travolti da una rivoluzione privata che implica, per tutti, il progetto di una nuova vita. 








Ornella Nalon
I miei hobby sono: il giardinaggio, la buona cucina, il cinema e, naturalmente, la scrittura, che pratico con frequenza quotidiana. Scrivo con passione e trasporto e riesco a emozionarmi mentre lo faccio. La mia speranza è di trasmettere almeno un po’ di quella emozione a coloro che leggeranno le mie storie.
Quattro sentieri variopinti”, Arduino Sacco Editore
Oltre i Confini del Mondo”, 0111 Edizioni
Ad ali spiegate”, Edizioni Montag
Non tutto è come sembra”, da 0111 Edizioni.



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