Quattro donne e una città talmente protagonista da essere la quinta amica. Glamour, scarpe come se piovesse, quasi uno spot pubblicitario per Manolo Blahnik. Cocktail party e un appartamento ad affitto bloccato in piena New York. Una rubrica che parla di sesso e delle grandi domande esistenziali sugli uomini e l'amore.
Vincitrice di sette Emmy e otto Golden Globe, "Sex and the city" è una celeberrima serie TV di successo, ideata da Darren Star nel 1998 per la rete televisiva americana HBO, basata sul romanzo omonimo di Candace Bushnell.
Carrie, Charlotte, Miranda e Samantha sono quattro inseparabili amiche innamorate della loro città. Amano conversare sedute ad un caffè di prima mattina o intorno al tavolo di un affollato locale alla moda nella pausa pranzo o chiacchierare passeggiando per Manhattan, cariche di pacchi, sfilando in abiti raffinati o eccentrici accostamenti di colore, come fossero sulle più prestigiose passerelle. Intorno a loro, la patinata realtà newyorchese e una serie infinita di uomini e fidanzati. Perchè l'amore e il sesso sono l'argomento principale dei loro discorsi, connubio perfetto di ironia, schiettezza a volte disarmante, romanticismo e sentimento, ideali e fantasie dell'universo femminile tra i 35 e i 40 anni.
La prima serie era la fedele trasposizione della forma narrativa usata dall'autrice Candace Bushnell, la giornalista americana che teneva una rubrica per il New York Observer, in cui parlava, appunto, di sesso e della città, raccolta poi in un bestseller.
Carrie Bradshaw è l’alter ego di Candace Bushnell. E infatti, nella serie, scrive per il New York Star la sua rubrica Sex and the city, in cui cerca di rispondere a banali o importanti domande sul sesso e sui rapporti tra uomini e donne, prendendo spunto dagli eventi quotidiani, analizzandoli e interrogandosi, per poi finire col girare le domande al lettore/spettatore.
Curiosa, brillante, vivace e spiritosa, una vera feticista delle scarpe e dei bei vestiti alla moda, per cui spende una fortuna, anche quando non se lo potrebbe permettere. Salvo poi rendersi conto, nel momento dello sfratto, che avrebbe potuto spendere la stessa somma di denaro per acquistare l'appartamento da cui è costretta ad andarsene. Un'apparenza satinata che fa pensare ad un'armatura, quella con cui cela le sue insicurezze, la sua smaniosa ricerca del principe azzurro cui anacronisticamente ancora crede, impersonato da Mr. Big, un soprannome che similmente cela un senso d'inferiorità o l'inafferrabilità dell’intrigante finanziere di cui irrimediabilmente si innamora, come nel più classico dei cliché. Perchè le donne, ammettiamolo, finiscono con l'essere attratte da uomini complicati, indisponibili emotivamente e con un'inguaribile repulsione per i legami duraturi, a scapito di relazioni sane e prive di complicazioni.
Samantha è la più grande e soprattutto la più disinibita. Vive il sesso senza schemi e con estrema libertà, passando di letto in letto, salvo poi fermarsi con il più improbabile dei partner, un attore molto più giovane di lei che le starà accanto anche quando scoprirà di avere un cancro al seno.
Charlotte è il suo opposto, vive il sesso come la naturale conseguenza di un rapporto d’amore, con la dichiarata speranza di fidanzarsi, tanto quanto Samantha di provare un orgasmo. Vive una lunga relazione apparentemente stabile con Trey, ricco di patrimonio e di titoli, che però non è in grado di soddisfarla sessualmente, per via di un flaccido... problema di impotenza. Un matrimonio fallimentare quanto l’aspettativa di una vita di coppia, ancora vergine prima d’indossare l’abito bianco. Si consolerà poi tra le braccia del suo avvocato divorzista, che inizialmente trova addirittura fisicamente ripugnante, ma di cui si innamorerà e per cui cambierà religione. Insieme adotteranno una bambina.
Miranda è concreta e riflessiva, forse la più realistica, cinica, disillusa. È un'avvocato (con l'apostrofo, sì, è una donna) in carriera. Non ha sogni romantici. Ciò non significa che non sia attratta dagli uomini e cerchi di tessere delle relazioni. Si concede più facilmente nel sesso che nei sentimenti, fatica a fidarsi di chi ha davanti. Ma finisce con un barista squattrinato che farà breccia nel suo cuore e la farà capitolare. Avranno un bambino e si scoprirà il lato fragile di Miranda, avvocato intransigente in tribunale, dove tutto è sotto il suo controllo, a madre reale, incapace di essere una super eroina infallibile. Ma del resto, l'unica che si aspetti questo è solo lei stessa.
Quattro donne dai tratti distintivi netti. Nettamente differenti. Volutamente dissimili. Ognuna di noi si può identificare con Carrie, Charlotte, Miranda o Samantha. O meglio, in ciascuna di noi c'è un po' di ognuna di loro. I loro tratti sono così marcati proprio per questo. Un dottor Jekyll and mister Hyde complicato per quattro. Del resto, trattandosi di donne...
Oltre i lustrini e gli abbagli di una vita mondana, in cui non si bada a spese, c'è la disinvoltura con cui le quattro amiche parlano di sesso, disquisendo di rapporti anali e di fellatio come chiacchierassero dell'ultimo paio di scarpe acquistato o della lezione di yoga. E lo fanno indifferentemente nell'abitacolo di un taxi diretto ad una mostra d'arte o sedute al bancone di un locale glamour, in abiti tiratissimi, sorseggiando un Cosmopolitan. Lo fanno come degli uomini, in altre parole. Esibendo con la stessa disinvoltura anche giochi erotici, sempre al tavolino di un bar dove si incontrano per il brunch.
Ma il tratto che più piace a noi donne, al di là della disinvoltura, del'ironia, delle storie o dei caratteri con cui ci identifichiamo, dei vestiti e delle scarpe che vorremmo indossare (se non vivessimo in provincia e non avessimo una manciata di pargoli o un umile lavoro come postina), è l'amicizia. Anzi, l'Amicizia, con la A rigorosamente maiuscola. Ancora di salvezza. Scudo impenetrabile. Difesa dalle intemperie, sia quelle esterne sia quelle che imperversano dentro. Solidarietà, comprensione e compartecipazione. Spesso trascendente l'amore per un partner o il bisogno di vivere in una coppia. Perché, diciamolo, si può contare su un uomo quanto su un’amica? No. Per Carrie, Miranda, Samantha e Charlotte no. Perchè una vera Amica c'è sempre. Anche solo per ascoltare una telefonata in piena notte, per lenire con un abbraccio silenzioso o una risata di pancia, per un pomeriggio di chiacchiere e confronto. In ogni sorriso, in ogni pianto, in ogni frustrazione conseguente l’ennesimo fallimento di una storia, le Amiche ci sono sempre. Ci sono l’una per l’altra, senza riserve, senza sconti. E questo va al di là di ogni diversità di vedute o dei piccoli contrasti quotidiani scaturiti dalle diverse filosofie di vita. Le Amiche sono l’una il sostegno dell’altra, la rete di salvataggio, il naturale sprone a superare momenti bui e difficili. Anime gemelle destinate a non tradirsi.
Vincitrice di sette Emmy e otto Golden Globe, "Sex and the city" è una celeberrima serie TV di successo, ideata da Darren Star nel 1998 per la rete televisiva americana HBO, basata sul romanzo omonimo di Candace Bushnell.
Carrie, Charlotte, Miranda e Samantha sono quattro inseparabili amiche innamorate della loro città. Amano conversare sedute ad un caffè di prima mattina o intorno al tavolo di un affollato locale alla moda nella pausa pranzo o chiacchierare passeggiando per Manhattan, cariche di pacchi, sfilando in abiti raffinati o eccentrici accostamenti di colore, come fossero sulle più prestigiose passerelle. Intorno a loro, la patinata realtà newyorchese e una serie infinita di uomini e fidanzati. Perchè l'amore e il sesso sono l'argomento principale dei loro discorsi, connubio perfetto di ironia, schiettezza a volte disarmante, romanticismo e sentimento, ideali e fantasie dell'universo femminile tra i 35 e i 40 anni.
La prima serie era la fedele trasposizione della forma narrativa usata dall'autrice Candace Bushnell, la giornalista americana che teneva una rubrica per il New York Observer, in cui parlava, appunto, di sesso e della città, raccolta poi in un bestseller.
Carrie Bradshaw è l’alter ego di Candace Bushnell. E infatti, nella serie, scrive per il New York Star la sua rubrica Sex and the city, in cui cerca di rispondere a banali o importanti domande sul sesso e sui rapporti tra uomini e donne, prendendo spunto dagli eventi quotidiani, analizzandoli e interrogandosi, per poi finire col girare le domande al lettore/spettatore.
Curiosa, brillante, vivace e spiritosa, una vera feticista delle scarpe e dei bei vestiti alla moda, per cui spende una fortuna, anche quando non se lo potrebbe permettere. Salvo poi rendersi conto, nel momento dello sfratto, che avrebbe potuto spendere la stessa somma di denaro per acquistare l'appartamento da cui è costretta ad andarsene. Un'apparenza satinata che fa pensare ad un'armatura, quella con cui cela le sue insicurezze, la sua smaniosa ricerca del principe azzurro cui anacronisticamente ancora crede, impersonato da Mr. Big, un soprannome che similmente cela un senso d'inferiorità o l'inafferrabilità dell’intrigante finanziere di cui irrimediabilmente si innamora, come nel più classico dei cliché. Perchè le donne, ammettiamolo, finiscono con l'essere attratte da uomini complicati, indisponibili emotivamente e con un'inguaribile repulsione per i legami duraturi, a scapito di relazioni sane e prive di complicazioni.
Samantha è la più grande e soprattutto la più disinibita. Vive il sesso senza schemi e con estrema libertà, passando di letto in letto, salvo poi fermarsi con il più improbabile dei partner, un attore molto più giovane di lei che le starà accanto anche quando scoprirà di avere un cancro al seno.
Charlotte è il suo opposto, vive il sesso come la naturale conseguenza di un rapporto d’amore, con la dichiarata speranza di fidanzarsi, tanto quanto Samantha di provare un orgasmo. Vive una lunga relazione apparentemente stabile con Trey, ricco di patrimonio e di titoli, che però non è in grado di soddisfarla sessualmente, per via di un flaccido... problema di impotenza. Un matrimonio fallimentare quanto l’aspettativa di una vita di coppia, ancora vergine prima d’indossare l’abito bianco. Si consolerà poi tra le braccia del suo avvocato divorzista, che inizialmente trova addirittura fisicamente ripugnante, ma di cui si innamorerà e per cui cambierà religione. Insieme adotteranno una bambina.
Miranda è concreta e riflessiva, forse la più realistica, cinica, disillusa. È un'avvocato (con l'apostrofo, sì, è una donna) in carriera. Non ha sogni romantici. Ciò non significa che non sia attratta dagli uomini e cerchi di tessere delle relazioni. Si concede più facilmente nel sesso che nei sentimenti, fatica a fidarsi di chi ha davanti. Ma finisce con un barista squattrinato che farà breccia nel suo cuore e la farà capitolare. Avranno un bambino e si scoprirà il lato fragile di Miranda, avvocato intransigente in tribunale, dove tutto è sotto il suo controllo, a madre reale, incapace di essere una super eroina infallibile. Ma del resto, l'unica che si aspetti questo è solo lei stessa.
Quattro donne dai tratti distintivi netti. Nettamente differenti. Volutamente dissimili. Ognuna di noi si può identificare con Carrie, Charlotte, Miranda o Samantha. O meglio, in ciascuna di noi c'è un po' di ognuna di loro. I loro tratti sono così marcati proprio per questo. Un dottor Jekyll and mister Hyde complicato per quattro. Del resto, trattandosi di donne...
Oltre i lustrini e gli abbagli di una vita mondana, in cui non si bada a spese, c'è la disinvoltura con cui le quattro amiche parlano di sesso, disquisendo di rapporti anali e di fellatio come chiacchierassero dell'ultimo paio di scarpe acquistato o della lezione di yoga. E lo fanno indifferentemente nell'abitacolo di un taxi diretto ad una mostra d'arte o sedute al bancone di un locale glamour, in abiti tiratissimi, sorseggiando un Cosmopolitan. Lo fanno come degli uomini, in altre parole. Esibendo con la stessa disinvoltura anche giochi erotici, sempre al tavolino di un bar dove si incontrano per il brunch.
Stefania Bergo Non ho mai avuto i piedi per terra e non sono mai stata cauta. Sono istintiva, impulsiva, passionale, testarda, sensibile. Scrivo libri, insegno, progetto ospedali e creo siti web. Mia figlia è tutto il mio mondo. Adoro viaggiare, ne ho bisogno. Potrei definirmi una zingara felice. Il mio secondo amore è l'Africa, quella che ho avuto la fortuna di conoscere e di cui racconto nel mio libro. Con la mia valigia gialla, 0111Edizioni. |
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