Gli scrittori della porta accanto

Padri protagonisti nel bene o nel male: 5 libri a confronto

Padri protagonisti nel bene o nel male: 5 libri a confronto

Professione lettore Di Stefania Bergo. Cinque libri, cinque diversi padri a confronto, nel bene o nel male protagonisti nella vita dei loro figli.

Padri orami vecchi o appena nati. Padri indimenticabili, come lo sono le loro mani, forti e protettive. Padri imperfetti, che abbracciano o spingono lontano. Padri che attendono pazienti, cui basta un solo cenno dei figli. Padri che perdonano tutto o nulla. Padri che sono comunque un punto fermo nella vita dei figli, nel bene e nel male. Protagonisti – o comparse – di cinque libri da non perdere.

Ballata triste a due voci

Ballata triste a due voci

di Dina Ravaglia
PubMe – Collana Collana Gli Scrittori della Porta Accanto
Narrativa | Romance
Ebook 2,99€
cartaceo 18,00€
Mi risiedo con la bambina in braccio, la avvolgo tutta con il corpo e le annuso la testa. È venuta al mondo con l’odore più spettacolare che io abbia mai sentito; sa di dolce e di zucchero filato, sa di vaniglia e di latte; sa di Sofia. Le prendo fra le dita la mano piccola e perfetta, la cosa più impressionante sono le unghie, così minute e delicate. Le annuso la testa per due ore e chiudo gli occhi, respirando e basta.
«Cosa ci fa ancora qui? – mi dice una voce femminile, facendomi sobbalzare – Ai papà è consentito restare fino alle ventuno, è l’una di notte: direi che può bastare. Per favore, dovrebbe accomodarsi fuori.»
[...] Ho sforato l’orario visite di appena quattro ore, cosa volete da me?
[...] «Fino alle tredici di domani non può entrare – mi apostrofa acida l’infermiera – le conviene andarsene a casa a farsi un bel sonno.»
[...] Mi spingo fino alla sala d’aspetto deserta [...] Poi mi corico su tre sedie di plastica e poso la testa sul tavolino d’angolo: è duro e freddo. I bordi rialzati delle sedie mi sezionano il corpo a intervalli regolari, però mi addormento subito lo stesso.
Il tempo di un caffè

Il tempo di un caffè

di Silvia Pattarini
PubMe – Collana Collana Gli Scrittori della Porta Accanto
Poesia
Ebook 2,99€
Cartaceo 7,00€

Le mani di mio padre

Sanno di terra
Le mani di mio padre.

Avvezze alla fatica
maturate nei campi,
abili a vendemmiare,
arse dal sole
scolpite dal vento,
raccolgono i funghi mentre gira il tempo.

Profuman di bosco
Le mani di mio padre.

Instancabili non riposano
nemmeno a Natale:
alzano il bicchiere
e brindano al vino
e un ceppo di legno
infilano nel camino.

Mani sapienti, in riva al fosso
scovano tartufi anche a Ferragosto.

Mani pure, lavate alla sorgente
mani generose, tese ad aiutare la gente

mani callose, temprate con dignità
mani umili, foriere di valori e libertà

mani sudate, che insegnano a vivere
mani sincere, che vorrei stringere

mani un po’ rudi, che non potrò scordare
mani forti, da non dimenticare.
Una luce sul futuro

Una luce sul futuro

di Ornella Nalon
PubMe – Collana Collana Gli Scrittori della Porta Accanto
Narrativa | Paranormal | Storico
Ebook 2,99
Cartaceo 12,50
Suo padre era in cucina, sprofondato nella poltroncina in velluto, di fianco alla finestra. Appena scorse il colore giallognolo del suo viso, si augurò che fosse dovuto all’effetto della luce che rifletteva sullo schienale di stoffa di colore ocra.
L’uomo, quando lo vide, abbozzò il miglior sorriso che gli potesse riuscire, ma che, tuttavia, stante l’infermità di metà dei muscoli facciali, assomigliava di più a un ghigno. Richard si sentì stringere il cuore; si abbassò verso di lui e lo strinse in un caldo abbraccio che sapeva di commozione, di compassione e di rimorso.
Circa sei mesi prima, dopo una serie infinita di telefonate, suo fratello era riuscito a sapere che soggiornava al Royal Horseguards hotel di Londra. Era rientrato da poco nella sua camera, che il telefono cominciò a squillare.
[...] «Volevo avvisarti che nostro padre ha avuto un ictus» gli disse, senza tanti giri di parole, appena rispose.
[...] Le telefonate si diradarono e quei quindici giorni previsti diventarono più di sei mesi. Ed eccolo, a stringere tra le braccia quell’uomo che una volta era una roccia e che ora sembrava fragile, come una brocca di vetro soffiato, e sciupato, come se alla brocca stessa si fosse formata una incrinatura.
«Il mio ragazzo!» esclamò l’uomo, strascicando l’ultima parola.
«Come stai papà?»
«Ora sto molto meglio. Dimmi di te, piuttosto. [...]»
[...] «Non devi portarci dei doni. Il miglior regalo per noi è averti qui» disse l’uomo leggermente commosso, mentre cercava di scartare la scatola. Il figlio, constatata la sua difficoltà, si avvicinò e l’aiutò a sciogliere il nastro. Non aveva idea se suo padre amasse gli orologi e avesse un minimo di conoscenza del loro mercato, ma credette di avere fatto una scelta giusta, quando gli si illuminarono gli occhi alla vista del Rolex Datejust 16013. Tuttavia, quando l’uomo lo indossò al braccio sinistro, realizzò che era quello che accusava difficoltà di movimento e si sentì mortificato. Se fosse stato meno sprovveduto e più sensibile, avrebbe dovuto evitare un oggetto che andasse a evidenziare la sua menomazione.
Il sogno dell'isola

Il sogno dell'isola

di Tamara Marcelli
PubMe – Collana Collana Gli Scrittori della Porta Accanto
Narrativa
Ebook 2,99€
Cartaceo 12,50€
Dopo la maternità mia madre si ritrovò sola a causa del lavoro che costringeva mio padre a stare spesso lontano da noi per lunghi periodi. Anni di sacrifici che alla fine lo portarono, grazie solo alle sue forze, alla sua testardaggine e alla sua serietà, a raggiungere un posto di rilievo, conservandolo con orgoglio e sempre con estrema umiltà.
Un tipo “di quelli tosti”, come si dice oggi. Uno che utilizza il suo potenziale al meglio per emergere e per dimostrare di meritarsi quanto ottenuto. Con fatica, sì, perché la strada in salita è sempre dura, anche se uno ha le gambe forti e allenate. Con estrema fatica quando le basi da cui parti non sono le migliori. Proprio per questo, la cima è un premio. Qualcosa di cui andare fieri. Non per la meta, ma per la costanza e la caparbietà profusi nel viaggio. Un uomo molto razionale, mio padre, ma con in sé il germe dell’emozione pura. Gli occhi che brillano e allo stesso tempo la severità d’altri tempi. Unico, non duplicabile.
[...] Ma il tempo scorre inesorabile e la lontananza amplifica i problemi. La solitudine logora. Mia madre era spesso sola e le famiglie d'origine non le furono d’aiuto: una, perché lontana, l'altra lontana per principio.
[...] Ed è così che sono cresciuta, tra una frase dolce e un puntiglio, pochi abbracci e qualche sorriso improvviso, tra l'amore assoluto di mio padre e l'instabilità emotiva di mia madre.
[...] Mio padre veniva alle prove, aspettava ore ed ore su una poltrona rossa o in auto al freddo. Veniva alle prime e a tutte le repliche. Era sempre presente. Credeva in me o semplicemente mi assecondava vedendomi serena e felice. A mia madre non interessava. Si limitava a darmi indicazioni su come cucire gli abiti di scena, mi insegnò ad usare la macchina da cucire professionale.
Tutto in un minuto

Tutto in un minuto

di Nicolò Maniscalco, Diego Piccardo
PubMe – Collana Collana Gli Scrittori della Porta Accanto
Saggio
Narrativa
ebook 2,99€
cartaceo 16,00€
Era seduto su una poltrona consunta che doveva avere pochi anni meno di lui, teneva gli occhi chiusi e la testa tra le mani. Li riaprì e alzò lo sguardo che indugiò sulla fotografia della mensola del camino. Ebbe l’impressione che la voce di sua figlia provenisse da quell’immagine, e piombò indietro di molti anni…

«Non puoi papà, Jenny è sangue del tuo sangue, anche se ha commesso un errore irreparabile. Non puoi essere così cattivo» era stata quella l’accusa di Joan Williams, in difesa della sorella.
«Ho detto che non voglio più vederla» urlò Hank.
Joan andò in direzione della porta di casa, la spalancò urlando: «Allora, se cacci Jenny, sappi che questo varrà anche per me».
«Siete della stessa pasta…»
Non riuscì a tacere parole e frasi pesanti come macigni, consapevole di perdere quanto di più prezioso possedeva. In cuor suo, sapeva di non voler mandare via la figlia, sia pur per una colpa che lui riteneva grave.
[...] «Se non vuoi accompagnare Joan a recuperare Jenny e la bambina, lo farò io» urlò Maria ormai esausta del litigio tra il marito e la figlia.
«Tu? – chiese con sarcasmo Hank alla moglie – Ma se non guidi neanche il sabato per andare al mercato…»
«Mia figlia vale molto di più» disse decisa a prendere la porta.
Hank si frappose fra lei e la soglia.
«Hank Jameson Williams, ti dico una cosa. Non metterti mai più fra me e le mie figlie. Ne usciresti sconfitto. Ora spostati e fammi passare.»
[...] Fu tutto così rapido che Hank si ritrovò solo e, già pentito della sua decisione, sospirò: «Maria…»
Lei era già andata via con Joan e il loro bagaglio di emozioni.
Trascorsero varie ore, ma a Hank sembrava fosse passata una vita da quando le sue donne erano uscite per affrontare quel viaggio. Non si perdonava per non averle inseguite e raggiunte, e ora non gli rimaneva che sperare. Cominciò a girare a vuoto per la casa. La meta più ricorrente era la finestra da dove sbirciava il vialetto d’ingresso.


Stefania Bergo


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