Gli scrittori della porta accanto

Ballata triste a due voci, un romanzo di Dina Ravaglia

Ballata triste a due voci, un romanzo di Dina Ravaglia

Libri Comunicato stampa. Ballata triste a due voci (PubMe – Collana Gli Scrittori della Porta Accanto), di Dina Ravaglia: un racconto a due voci, sommesso come una poesia intimista e duro come un assolo heavy metal.

Ancora tre giorni, e Oscar non si è visto. Durante la lezione mi è caduto spesso lo sguardo sul suo banco vuoto. Portare i compiti a Oscar non è l’unico motivo che mi ha spinto, dopo un consiglio di classe che non finiva più, attraverso il traffico e il deserto fino a via Che Guevara. È quasi l’ora di cena, e stavolta non ho nemmeno telefonato.
La strada cieca di periferia giace immersa in una oscurità fredda e fonda, senza appello.
Al citofono non risponde nessuno. Il portone tuttavia si apre subito.
Salgo le scale. Dentro l'appartamento trovo una ragazza, lui non c’è. Oscar guarda i cartoni animati fra i cuscini macchiati del divano, una coperta a quadri sulle ginocchia. Elefanti verdi mi fanno l’occhiolino dalla maglia troppo larga del suo pigiama.
La ragazza si è sfilata l’auricolare sinistro dell’iPod e si è alzata in piedi. Ha i capelli verdi, rasati da una parte e lunghi dall’altra, un piercing vistoso al sopracciglio destro, larghe spalle da uomo. Indossa una canotta dei Red Hot Chili Peppers e, ai piedi, anfibi del medesimo verde squillante dei capelli. Se il viso appare insignificante, lo stesso non si può dire del suo sguardo grigio.
Mi squadra dalla testa ai piedi, soffermandosi, come è ovvio, all’altezza del seno. Ci sono abituata: è l’unica cosa appariscente che mi porto addosso.
«Theo non c’è – mi spiega. – Stasera suona al Divina.»
Confusa, accenno ai compiti di italiano e alle lezioni perse, posando le fotocopie sul tavolo.
«Non sono la sua ragazza – mi dice lei, tendendomi la mano. – Mi chiamo Ilaria.»
La mia espressione evidentemente delusa deve averle suggerito qualcosa di inequivocabile. Il calore risale attraverso le guance fino all’attaccatura dei capelli. Sto sudando.
«A me i maschi non piacciono – mi spiega Ilaria – tranne Theo. A lui voglio un bene dell’anima. Siamo stati in classe insieme fino a tre anni fa, quando lui ha perso l’anno. L’hai mai sentito suonare?»
Scuoto la testa. No, non l’ho mai sentito. Non so quasi niente, di lui. Io ci ho solo fatto l’amore, proprio su questo tappeto sporco, qui, sotto i piedi. E solo una volta.
«È un chitarrista bravissimo. Solo che non vuole stare in un gruppo, perché poi non può andare alle prove. Lui non può uscire quando vuole, ha suo fratello. Però diversi gruppi lo invitano spesso come solista. Se non l’hai mai sentito, vai stasera al Divina: ne vale la pena.»
Impacciata, non so se restare. Oscar si gira a guardarmi, occhi blu cerchiati di rosso, guance pallide, capelli da pulcino.
«Vedo che stai meglio – gli dico. – Allora ti aspetto a scuola lunedì.» Lui mi ignora e si volta verso lo schermo.
«Non sono la sua ragazza – mi dice ancora Ilaria, e io mi sento male, non so perché. – Io gli do una mano con suo fratello quando va a suonare, è tutto qui.»
Dina Ravaglia, Ballata triste a due voci


Ballata triste a due voci

di Dina Ravaglia
PubMe – Collana Gli Scrittori della Porta Accanto
Narrativa | Romance
ISBN 979-1254581223

Sinossi

È un racconto a due voci, sommesso come una poesia intimista e duro come un assolo heavy metal.
È la storia dell’incontro inatteso di due mondi deserti, quello del diciannovenne Theo, chitarrista rock, e di Giada, la ventisettenne maestra elementare di suo fratello. Un incontro che produce scintille e mostra come l’incendio che divampa, anziché distruggere, finisce per creare. Perché le cose insolite non necessariamente sono destinate a fallire, e a volte le strade tortuose ci portano a destinazione.
Narrato in prima persona, in un duetto di voci e punti di vista, il romanzo esplora le parti buie e intime dei due protagonisti, affrontando anche il tema della depressione conseguente le drammatiche vicissitudini della vita di Theo, quali la morte della madre e un’accusa infondata ma infamante che gli costerà molto cara, in termini di violenza e separazione.
Ma il romanzo affronta anche la zona luminosissima dell’amore: quello innato per la musica, quello incondizionato per un fratello e quello dolce e passionale tra i due protagonisti. In un finale avvolgente come un abbraccio, liberatorio come le lacrime.



ESTRATTI E RECENSIONI


Dina Ravaglia

Dina Ravaglia, nata a Parma, vive a Brescello. Architetto, tre figli, per lei scrivere è importante da sempre.
Ha pubblicato numerosi racconti e libri, con cui ha vinto anche premi prestigiosi.
“La curva del cielo”, racconto inserito nell’antologia Matrimoni (Effequ Ed., marzo 2008). La luna sporca (Edizioni Ponte Gobbo di Bobbio, 2008), romanzo vincitore del premio al concorso Città di Bobbio 2008 e 2° premio al concorso per narrativa edita “Livio Paoli” San Mauro 2009 a Signa, Firenze. La mano di legno (Edimond Edizioni, 2011), romanzo vincitore del 2° premio Città di Castello 2010 e arrivato tra i quattro finalisti del Premio Città di Forlì 2010. L’isola degli internati (ebook Io Scrittore, maggio 2013; cartaceo Independently published, gennaio 2020), romanzo finalista al torneo letterario IoScrittore 2012. Uno (Nicola Calabria Editore, settembre 2014). “Nero ultimo espresso”, racconto inserito nell’antologia del premio letterario Moak 2015. Il cuore opposto (Gilgamesh Edizioni, febbraio 2017), romanzo vincitore 1° premio narrativa concorso Andrea Torresano. Cattiva stella (Nuova Santelli Edizioni, novembre 2018). “Natalia”, racconto pubblicato nell’antologia La Cassa (Sensoinverso ed., 2019).


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