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Recensione: La strada di casa, di Kent Haruf

Recensione: La strada di casa, di Kent Haruf

Libri Recensione di Stefania Bergo. La strada di casa di Kent Haruf (NN Editore). L'immobilità della provincia americana in un romanzo non indimenticabile. Indimenticabili sono semmai le donne, raccontate dagli uomini, protagoniste solo quando vengono giudicate o compatite dal pubblico.

Kent Haruf è uno di quegli autori molto amati dal pubblico. Eppure. Come col primo libro di Stephen King, potrebbe anche essere solo questione di titolo, non dell'intera sua opera, ma Kent Haruf non mi ha emozionato.
Scritto prima della "Trilogia della Pianura" – che a detta di molti è il suo capolavoro – La strada di casa racconta un dramma che si consuma nella cittadina immaginaria di Holt.

Jack Burdette è un personaggio controverso.

La sua fisiciatà è la sua fortuna: atletico, ingombrante, forte, ammirato dai suoi concittadini per le prodezze sportive, si conquista un posto in quella noiosa provincia americana in cui tutti si conoscono e sono interessati alla vita degli altri più che alla propria. In virtù della sua fama trova anche un lavoro con importanti responsabilità pur non essendo intellettualmente all'altezza. Alla prima uscita di rappresentanza, lontano da casa, incontra Jessie Miller, di dieci anni più giovane, e la sposa – «per noia», si dirà – nel giro di due giorni, facendo crollare il mondo addosso a Wanda Jo, che di Jack è innamorata fin da quando erano adolescenti e da otto anni gli lava la biancheria e fanno sesso ogni fine settimana per rendersi a lui necessaria.
Immagino che per certe persone una cattiva notizia possa risultare letale. Specie se è improvvisa e inaspettata. O meglio se non ci sei abituata, se finora hai tirato avanti in modo passivo, sperando che tutto sarebbe andato bene malgrado fosse evidente il contrario, se hai ventinove anni e credi ancora che un uomo ti sposerà solo perché gli hai lavato i calzini sporchi per otto anni e sei andata a letto con lui ogni sabato sera per tutto quel tempo, allora credo che una cattiva notizia possa ucciderti. In ogni caso per Wanda Jo fu più o meno così. Perché in un certo senso Wanda Jo Evans morì quel giovedì mattina di aprile. Kent Haruf, La strada di casa

Poi accade qualcosa a rompere l'ordinaria quotidianità e Jack sparisce per anni, portandosi dietro la condanna e la rabbia di Holt.

Ma Jessie no, lei rimane, con due figli e una bambina nella pancia, immolandosi a espiare le colpe di lui in sua vece. Ma non per lavargli l'immagine – come Wanda Jo ha fatto coi suoi calzini. Jessie lo fa per ripulire la propria: si condanna a una vita durissima pur di risarcire i cittadini di Holt.
Quindi quella primavera, per tre o quattro mesi, fu come se Jessie Burdette fosse una sorta di bene pubblico. A Holt si instaurò un clima di follia generalizzata, al sensazione che quasi tutto fosse possibile. Sembrava che nei suoi confronti fosse stata aperla la stagione della caccia e che tutti la considerassero una questione d'onore della comunità. Kent Haruf, La strada di casa
Quando Jack torna a Holt alla guida di una sfacciata Cadillac rossa, viene arrestato e quasi subito rilasciato per prescrizione del reato. In questo arco di tempo è Pat Arbuckle, un suo amico d'infanzia – che nel frattempo si è innamorato di Jessie – a raccontare la sua storia.

Drammatico. Ma salvo alcuni passi da ricordare, non l'ho trovato un libro indimenticabile.

Mi aspettavo che Kent Haruf fosse in linea con la prosa sublime di Francis Scott Fitzgerald o con la crudezza sconvolgente di J.M. Coetzee. Ma non ho trovato nulla di tutto questo, in La strada di casa. Mi ha lasciato addosso una sensazione di incompiuto, un grigiore diffuso, a tratti l'ho trovato noioso. Ho avvertito disturbante anche il non imbrigliare i discorsi diretti in una chiara punteggiatura ma fonderli con la narrazione.
Mi è mancato il fiato, a volte, non solo per la drammaticità degli eventi, ma anche per il modo in cui vengono vissuti, accettati come ineluttabili, con remissione, senza alcun guizzo di ribellione o una vera evoluzione dei personaggi. Ma forse Kent Haruf voleva trasmettere porprio questo: l'immobilità della provincia americana, sempre uguale a se stessa.

Che cosa mi è piaciuto di questo romanzo di Kent Haruf? I personaggi femminili.

Wanda Jo, Jessie Miller e Nora Kramer, moglie di Pat Arbuckle.
Per quanto ne so io, quel sabato mattina di tanto tempo fa a Denver fu l'ultima volta che Nora Kramer urlò per qualcosa. Non si sarebbe mai più concessa di lasciar trasparire un'emozione intensa. Kent Haruf, La strada di casa
Vite angoscianti, asfittiche, raccontate dagli uomini di cui sono mogli o amanti, come se l'autore narrasse di Jack, Pat e degli altri, ma volesse in realtà parlarci delle donne. A volte appiattite nel contesto, senza tridimensionalità, non hanno sogni propri. Diventano intensamente protagoniste solo quando vengono giudicate o compatite dal pubblico, o per svelare i drammi che le hanno segnate.
Jessie Miller è il perno del romanzo, il battito d'ali della farfalla che scatenza l'uragano. Solo che l'uragano non si scatena dall'altra parte del mondo ma in lei, senza far rumore perché i suoi pensieri non hanno voce, non increspano la carta, non danno accelerate al romanzo, semmai lo rendono più grave. Si ipotizzano dalle sue azioni ma non ne abbiamo contezza, sicché non la conosceremo mai davvero. E forse è giusto così, è così che accade nella realtà.
Ecco, l'abilità di Kent Haruf è quella di raccontare la cruda verità, senza sovrastrutture o emozioni aggiunte, senza giungere necessariamente a un fine salvifico.
E forse, non è quello che cerco io in un libro...



La strada di casa

di Kent Haruf
NN Editore
Narrativa
ISBN 978-8894938616
Cartaceo 18,00€
Ebook 8,99€

Quarta

Finalmente Holt, con i lampioni blu in lontananza, poi sempre più vicini, e le strade deserte e silenziose una volta entrati in città. Jack Burdette è sempre stato troppo grande per Holt. È fuggito dalla città lasciando una ferita difficile da rimarginare, e quando riappare dopo otto anni di assenza, con una vistosa Cadillac rossa targata California, la comunità vuole giustizia. È Pat Arbuckle, direttore dell'Holt Mercury e suo vecchio amico, a raccontare la storia di Jack: dall'adolescenza turbolenta all'accusa di furto, dal suo lungo amore per Wanda Jo Evans al matrimonio lampo con Jessie, donna forte e determinata. Uno dopo l'altro, i ricordi di Pat corrono fino al presente, rivelando le drammatiche circostanze che hanno portato Jack ad abbandonare la città e la famiglia. Il suo ritorno farà saltare ogni certezza, minando la serenità di tutti, specialmente quella di Pat.




Stefania Bergo


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