Gli scrittori della porta accanto

Anteprima: Francesco Giuffrida racconta "Homeron Etark: Lunete, il corrotto e l'Oltreoceano", nell'intervista di Elena G. Santoro

HOMERON ETARK: LUNETE, IL CORROTTO E L'OLTREOCEANO
di Francesco Giuffrida
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Romanzo
ASIN B019IQTP2U
ebook 3,00€ |  Acquista 


È il tempo di Ilio e degli Dèi. Gli etark, il popolo nativo dell’Oltreoceano, coloro che abitano oltre le Colonne d’Ercole, vedono la propria terra sconvolta da un avvenimento terribile che li condurrà alla distruzione, se non saranno in grado di riscattarsi nei confronti dei loro fratelli umani. Sotto gli intrecci a loro riservati dal Fato, affideranno le loro ultime speranze alla giovane Catlyn e a suo fratello Hero: saranno loro ad intraprendere un epico viaggio che li porterà ben oltre i loro compiti e doveri. Amicizie, scontri, lotte e amori piomberanno su di loro in un mondo crudo e terribilmente diverso da casa. Incontreranno un eroe elleno senza passato, alla ricerca di imprese e gloria, come loro mandante di un compito senza una fine certa. Si imbatteranno in un nemico temibile. Se riusciranno a vincere questa sfida sarà forse possibile per gli etark salvarsi, altrimenti non rimarrà altro che l’oblio. Le loro azioni daranno il via ad una serie di eventi che echeggerà nel futuro, anche il più lontano, di tutto il popolo dell’Oltreoceano...


L'autore racconta...


Raccontaci qualcosa di te: chi è Francesco Giuffrida nella vita di tutti i giorni?
Sono uno studente universitario, con la testa al quarto piano in una casa a tre piani, dicono alcuni. Mi sono diplomato al Liceo delle Scienze Umane della mia città, stampandomi bene nella mente un background umanistico che, anche se non approfondito a livello accademico, non dimenticherò mai. Le mie grandi passioni, la scrittura creativa e il digital painting, mi riempiono la vita.

Questo è il primo romanzo che pubblichi?
Sì, Homeron Etark è il mio esordio. La via del self publishing è stata una sfida, sia come blogger che persona: ho lavorato al massimo delle mie possibilità, curando personalmente tutto ciò che ha portato Homeron Etark a divenire un libro.

 Veniamo al libro, “Homeron Etark: Lunete, il corrotto e l'Oltreoceano”. Com’è nata l’idea?
Homeron Etark è l'avventura che ho sempre sognato di raccontare. La prima bozza è un reperto archeologico del blasonato cassetto dei sogni; ho ideato il mondo e la protagonista durante i primi anni del Liceo. Tre anni fa, incoraggiato da un ghost writer, ho ripreso in mano il manoscritto e ho deciso di portare a termine ciò che avevo iniziato. Ho trovato una persona di cui mi potevo fidare e con lei mi sono confrontato per avere un riscontro a ogni capitolo. Per il resto, sono sempre stato riluttante all’idea di condividere i motivi alla stesura: basti dire che parenti e amici, anche i più cari, hanno saputo di Homeron Etark solo negli ultimi mesi di stesura… ma da quel momento ho dato tutto me stesso a Homeron Etark, riuscendo a impacchettarlo con un set di contenuti per i quali sto ricevendo feedback molto positivi.

È un fantasy epico. Ci racconti di che cosa parla? 
Homeron Etark è un fantasy epico per due aspetti: personaggi grigi e sprovveduti, tipici dell’high fantasy, allo stesso tempo avvolti in un mondo mitologico innestato nell'epica vera e propria, quella antica e omerica. Questo mondo, presentato come adulto e crudo, è contrapposto a quello completamente immaginario degli etark, il mite Oltreoceano. Questi sono i due poli che attraggono, allontanano, scuotono e circondano i personaggi principali e la mia protagonista. L’intreccio parte frenetico e avventuroso, corale, ma poi si avvolge intorno a lei (Catlyn, la protagonista) e al ruolo che ricoprirà nella saga: anche quando il punto di vista della narrazione non è il suo, l’oggetto del desiderio è lei, direttamente o indirettamente, lo sono le sue azioni o le sue scelte di percorso.
L’intreccio di fondo è un consolidato canone fantasy: tutto parte da un rapimento e una missione di salvataggio. L’obiettivo dei primi capitoli, però, è far catalizzare l’attenzione di lettrici e lettori verso qualcos’altro rispetto a una semplice buona avventura.
Infatti il cuore di Homeron Etark sono i personaggi. Grigi e sventurati, sottoposti a forze più grandi di loro, gli Dèi, i quali a loro volta sono null’altro che pedine di qualcosa ancora più grande, il Fato.
A ogni personaggio ho dato peso e anima, partendo dal presupposto che nessuno di loro è l’eroe, o l’antagonista, perfetto. Per capirci, il nemico principale non è malvagio senza mezzi termini, bensì corrotto da forze maggiori e combattuto così come lo sono i “buoni”. Ogni azione morale o scelta interiore in Homeron Etark ha una spiegazione ed è il fulcro della narrazione, così come le storie e le lotte degli eroi lo sono per l’epica. Per questo non è definibile come fantasy tradizionale, dove le spiegazioni vengono date per lo più al mondo fantastico, alla magia o alla persistenza delle entità immaginarie nel tempo. In Homeron Etark il tempo è in funzione della storia, non viceversa.

Qual è il target a cui ti rivolgi? Che tipo di lettori ambisci a conquistare?
Senz’altro è rivolto a un pubblico giovanile, poiché tutto il fantastico ruota intorno a protagonisti giovani e ai loro problemi; per una ragazza o un ragazzo è più facile immedesimarsi. Ma per quanto riguarda i gusti letterari, Homeron non dovrebbe essere rigidamente etichettato: trasporta i personaggi nelle ere così come la narrazione nei generi. Ci sono elementi fantasy e un mondo mitologico, ma anche un’ambientazione ricreata con occhio attento al realismo storico.
Per questo è un romanzo per un pubblico variopinto, non è necessario di amare il fantasy o l'epica per apprezzarlo, perché al cuore di Homeron Etark c'è la sua protagonista. È la sua storia: il resto del mondo l'ho creato per dargli un luogo originale in cui crescere.

Quanto ti ha coinvolto intimamente la stesura di questo romanzo in apparenza così lontano dalla nostra realtà? C’è qualcosa di autobiografico?
Le avventure dei singoli personaggi sono immaginarie. Però, come dici tu, Homeron Etark racconta un viaggio solo all’apparenza lontano dalla nostra realtà. E questo sia per l’evolversi della storia -mi fermo qui- sia per come li ho sviluppati. Ho cercato di dare anima ai personaggi, dar vita a figure credibili e coerenti. Personalmente non scriverei mai un qualcosa di autobiografico, non sono il tipo, già a parlare di me faccio fatica… solo dopo averlo scritto mi sono accorto che sì, in ogni personaggio c’è un pezzo di me.

Per scrivere questo libro hai dovuto svolgere delle ricerche?
Sono sempre stato un appassionato di epica e storia antica, da ragazzino ai fantasy preferivo gli atlanti storici e i saggi… alla prima stesura di Homeron Etark ho fatto tutto basandomi sulle mie conoscenze, ovviamente tenendo una copia dell’Iliade sempre a portata di mano. Quando ci sono ripassato sopra, poi, allo scopo di rendere l’ambientazione quanto più coinvolgente e credibile, ho dovuto rinfrescarmi la memoria. Almeno per quanto riguarda l’aspetto storico ed epico.
Siccome Homeron Etark è comunque un fantasy, in definitiva il viaggio di una ragazza, la maggior parte del tempo trascorso nel progettare l’intreccio è stato dedicato allo sviluppo dei personaggi (e per questo aspetto sono sempre stato affiancato da Eleonora Bocchi, che non smetterò mai di ringraziare.)

C’è qualche messaggio particolare che speri di comunicare attraverso questo romanzo?
Il fatto di aver dedicato una lunga stesura a Homeron Etark mi ha permesso di caricarlo di significati, a volte mi sono permesso di renderli ancor più che impliciti e nasconderli dietro azioni e non detto dei stessi personaggi. Ma, a dire il vero, al di fuori di valori come l’amicizia, sottolineati in modo molto chiaro, ho usato i miei protagonisti etark per poter vedere con occhi diversi cosa l’uomo può arrivare a fare in certe situazioni.
Il vero messaggio che voglio trasportare però ancora non è compiuto: mancano due Libri, solo alla fine del terzo potrò rispondere in toto a questa domanda.

Il finale chi l’ha deciso? Tu o i tuoi personaggi?
Tutte le variabili in gioco, gli intrecci e gli sviluppi mi hanno portato al finale quasi senza che me ne accorgessi. È stato come essere trasportati da un fiume in piena. Era inevitabile lo scegliessero i personaggi, erano cresciuti abbastanza per poterlo fare.
Mantenendo la lucidità, però, all’ultimo sono riuscito a tenere ben salde le redini e prendermi la mia rivincita come autore, affinché le ultime pagine risultassero quanto più piacevoli e coinvolgenti. O almeno questa è l’intenzione!

Grazie per essere stato con noi, Francesco. In bocca al lupo per i tuoi progetti futuri.


Elena Genero Santoro
Ama viaggiare e conoscere persone che vivono in altri Paesi. Lettrice feroce e onnivora, scrive da quando aveva quattordici anni.
Perché ne sono innamorata, Montag
L’occasione di una vita, ebook Lettere Animate
Un errore di gioventù, 0111 Edizioni
Gli Angeli del Bar di Fronte, 0111 Edizioni.
Il tesoro dentro, 0111 Edizioni.



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