L'elefante è già in valigia, di Paola Casadei, Lettere Animate, 2015. Un'adolescente cresciuta in Africa che deve ricostruirsi una vita in Italia, le descrizioni attendibili e dettagliate della condizione di vita del continente più amato, misterioso e contraddittorio del mondo.
Credo sia il sogno di molte persone poter viaggiare spesso, vivere in luoghi esotici per acquisirne gli usi e le abitudini e assemblarli ai propri, in una sorta di comunanza etnica che non può che allargare i propri confini mentali. Sì, dev'essere fantastico se pur, come il libro di Paola Casadei sottolinea, questo tipo di vita itinerante, può nascondere alcuni aspetti negativi da non sottovalutare.
Una di questi è la sensazione di non avere radici, di non sentirsi parte integrante di alcun contesto in cui si vive, nemmeno di quello natio. È un po' come quando si impara la lingua locale, mantenendo però l'inflessione della propria. Non se ne avrà mai la totale padronanza, così come la lingua d'origine sarà destinata a imbastardirsi, facendoci sembrare stranieri anche nella terra d'origine. Il concetto lo chiarisce benissimo Carlotta, una delle protagonisti della storia, un'adolescente che ha fatto ritorno in Italia dopo quindici anni trascorsi in varie città africane, quando, durante l'esposizione di un tema, si esprime con questa semplice frase:
Mi chiamo Carlotta e vivo con un nodo alla gola. Non appartengo a nessun luogo.
Altro elemento negativo è senz'altro il dover rinnovare costantemente le proprie amicizie, che, se da un lato potrebbe apparire motivante, dall'altro implica una inevitabile sofferenza di distacco.
Anche il dovere rinunciare alle piccole abitudini quotidiane consolidate non dev'essere del tutto semplice! Ad esempio, mi riferisco al caffè preso a una data ora nel solito posto, alla persona che incontri e saluti tutte le mattine, al giornale che compri alla stessa edicola, che si rivela poi un'occasione per scambiare due chiacchiere con il negoziante. Gesti all'apparenza insignificanti ma che, alla fine, costituiscono dei punti fermi nella propria esistenza e la cui assenza potrebbe causare una forte nostalgia.
L'elefante è già in valigia è un romanzo non romanzo, la cui lettura mi ha ispirato queste riflessioni e non solo. Mi ha anche aperto uno scenario sull'Africa che non conoscevo appieno.
Perché ho definito questo libro un “non romanzo”? Per il fatto che la storia narrata dei protagonisti, la famiglia composta dai coniugi Giulia e Pierre e dai figli Carlotta e Simone, passa in secondo piano rispetto alle descrizioni attendibili e dettagliate della condizione di vita del continente più amato, misterioso e contraddittorio del mondo.
Paola Casadei sa bene di cosa parla, essendo vissuta per molti anni in questa terra, ed ecco, dunque, che quanto riporta in questo libro assume il carattere di un documentario, a tratti poetico, a tratti crudele, di quanto ha visto e conosciuto.
Africa non è solo panorami mozzafiato, natura selvaggia e luoghi ancora incontaminati, ma anche corruzione, violenza, degrado, assenza di regole e normative che tutelano il territorio e gli abitanti. Vivere in alcuni paesi sudafricani, significa dovere imparare e seguire alla lettera un opuscolo che si potrebbe definire un manuale di sopravvivenza, rilasciato da alcune ambasciate di paesi occidentali che farebbero tacciare di inciviltà, se non propriamente di condotta criminale, chiunque vi si attenesse nei medesimi paesi. Passare con il semaforo rosso in caso ci si senta minacciati dagli occupanti di un veicolo accostato, è una di queste regole. Come anche non soccorrere un ferito che si incontra per strada. Non indossare gioielli di alcun tipo quando si esce da casa. Nascondere la borsa, il cellulare e qualsiasi cosa di valore nel bagagliaio dell'auto, non fermarsi a bordo strada a meno che non ci si trovi in pieno centro, non tenere mai i finestrini abbassati.
Per un bianco che vive qua, i valori umani assumono sfumature piuttosto differenti, le contraddizioni cominciano anche da qui, macchine lussuose, regole “personalizzate” sulla strada, che si tratti di semafori o di incidenti, i buoni ci sono, i poveracci reduci dall'apartheid ci sono, ma conseguenze dell'apartheid sono anche il crimine a così alti livelli. Puoi essere attaccato ovunque: per esempio sulla strada (potrebbe essere un attentato, un falso incidente per farti fermare), o ai semafori (per cui devi sempre stare attento a lasciare spazio davanti a te per permetterti una via di fuga in caso di necessità.Così scrive la Casadei e questo ci illumina su quanto ci si possa aspettare, in qualsiasi momento e in svariati luoghi, dalla diffusa criminalità.
Questo e molto altro ancora ci racconta l'autrice, il tutto visto con occhi amorevoli, perché lei, nonostante tutto, questo paese lo ama, ma anche con lucida capacità di analisi e senza porre alcun filtro descrittivo, quello a cui sono stata abituata in precedenti letture o produzioni cinematografiche. Con “L'elefante è già in valigia” ho conosciuto un po' di più un paese che ancestralmente ho sempre ammirato e mi ha aiutato a rivalutarlo, confermando ancora una volta che non bisogna mai soffermarsi alle apparenze e alla superficie, ma tutto dev'essere passato al vaglio della conoscenza e dell'informazione.
L'elefante è già in valigia
Carlotta è una ragazza molto sensibile, ha 16 anni e dopo una vita trascorsa in Africa - Senegal, Sudafrica, Mozambico (suo padre Pierre è medico epidemiologo, sua madre Giulia è veterinaria) - si trasferisce questa volta in Italia, in una città piuttosto chiusa e borghese del centro nord. Finora ha studiato nel sistema scolastico francese, nella sua scuola erano rappresentate almeno 30 nazionalità diverse. Da 10 anni ha un fratello, che ora ha 11 anni, Giacomo, Nelson di secondo nome, come Mandela : un piccolo africano adottato. La passione di Carlotta per la fotografia le ha riempito la casa di foto di tutta la loro vita in Africa, e in ogni momento di difficoltà le guarda da sola o con Giacomo, e le mostra alle persone più care, per farsi forza e vincere le difficoltà del rientro e dell’inserimento nella società e nella scuola. Lentamente, nel corso di tutto un anno, riesce ad ambientarsi, a sentirsi più leggera, a vincere paure tenute nascoste in un cassetto della scrivania, e tutto questo grazie ad una famiglia premurosa ma non ossessiva, a Skype che permette il contatto con le amiche sparse per il mondo, e anche ad un compagno di scuola, Filippo, che piano piano prenderà un posto sempre più importante nella sua vita fino ad essere invitato per un viaggio in India, vicino ai luoghi dove Pierre deve ancora lavorare prima di aprire il suo maneggio in Italia e abbandonare la cooperazione internazionale. Il viaggio è stato organizzato da Pierre per invitare la moglie a conoscere il suo lavoro in questo o questi anni di transizione, e per permettere a sua figlia di rivedere una delle sue amiche, partita a vivere in Asia controvoglia...
di Paola Casadei | Lettere Animate Editore | Romanzo
ISBN 978-88-6882-318-4 | cartaceo 19,89€ | ebook 1,99€ 1,00€ IN PROMO
Ornella Nalon I miei hobby sono: il giardinaggio, la buona cucina, il cinema e, naturalmente, la scrittura, che pratico con frequenza quotidiana. Scrivo con passione e trasporto e riesco a emozionarmi mentre lo faccio. La mia speranza è di trasmettere almeno un po’ di quella emozione a coloro che leggeranno le mie storie. Quattro sentieri variopinti, Arduino Sacco Editore Oltre i Confini del Mondo, 0111 Edizioni Ad ali spiegate, Edizioni Montag Non tutto è come sembra, da 0111 Edizioni. Una luce sul futuro, StreetLib collana Gli scrittori della porta accanto. |
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