Gli scrittori della porta accanto

Equilibrio precario, di Gianna Gambini: precarietà lavorativa e assenza di equilibrio esistenziale

Equilibrio precario, di Gianna Gambini: precarietà lavorativa e assenza di equilibrio esistenziale

Libri Precarietà lavorativa e assenza di equilibrio esistenziale nel nuovo romanzo di Gianna Gambini: Equilibrio precario, edito da Zerounoundici Edizioni. La storia di Stefano Bossini, alias il Profe, dei suoi compagni di viaggio Giulia, Farina e il Baku, e l'assenza di lavoro.

La trama del romanzo e le vicende che si snodano all'interno di essa hanno come centro propulsore la precarietà lavorativa, quindi, piaga della generazione dei trentenni di oggi, che porta inesorabilmente verso una precarietà economica e sentimentale. L'instabilità lavorativa si intreccia con l'assenza di un equilibrio esistenziale, che trascina i protagonisti verso scelte talvolta dettate dal caso, talvolta dall'istinto, talvolta dalla mancanza di alternative possibili.
Il mondo della scuola, il susseguirsi di leggi che nel corso degli anni lo hanno modificato, smembrato e devastato, appare come riflesso dell'intero sistema economico italiano, in cui le scelte vengono effettuate da chi è lontano anni luce da chi il mondo del lavoro lo costruisce ogni giorno, rimboccandosi le maniche e lottando per avere un futuro individuale e collettivo migliore. In una società in cui un lavoro è un lusso e il posto fisso appare come un vano miraggio, Stefano affronta a testa alta i poteri forti, tentando di insegnare ai suoi alunni che non si deve mai piegare la testa contro i prepotenti e soprattutto non si deve mai rinunciare alla realizzazione dei propri progetti.

Equilibrio precario

di Gianna Gambini
0111 Edizioni
Narrativa
ISBN 978-8863079616
Ebook 3,63€
Cartaceo 10,00€

Sinossi
Firenze 2012-2013. Sullo sfondo di una città sempre più vicina alle metropoli centro-europee e sempre più lontana dalle bellezze rinascimentali citate dalle guide turistiche, si delineano le vicende di un gruppo di trentenni alle prese con un mondo del lavoro fatiscente e instabile. La precarietà delle loro condizioni economiche renderà sempre meno stabili anche le loro relazioni interpersonali, sgretolate dall'impossibilità e dall'incapacità di erigere progetti a lungo termine. Stefano è un professore precario di lettere che rifiuta l'idea di abbandonare la sua patria e ritiene che un cambiamento sia possibile solo tramite una rivoluzione pacifica, che capovolga definitivamente la piramide rovesciata del merito. Per un intreccio di casualità, il Prof. ha la possibilità di entrare in contatto con le alte sfere della Pubblica Istruzione italiana e dedurrà, suo malgrado, che il mondo delle persone semplici è lontano anni luce da chi prende decisioni irreversibili al posto loro.

Una pagina in anteprima


«Il lavoro nobilita l’uomo. Ma quale lavoro? Quale? Quaranta per cento di giovani disoccupati. E il resto sfruttati, sottopagati, schiavizzati. C’è chi ha avuto il coraggio di chiamarli ‘bamboccioni’! Vergogna! Bastardi tutti coloro che non capiscono che senza dignità, senza possibilità di scelta, non si può che andare indietro. Il progresso non esiste più. Ormai si brancola nel buio. Ma noi oggi abbiamo dimostrato di voler uscire da questo buio. E se tutti insieme ci crediamo, se obblighiamo i signori in doppiopetto ad ascoltarci e a scegliere per noi e non per il loro bene, ce la faremo!».
Alzò il microfono in aria. Grida e applausi lo inebriarono a tal punto che per un attimo, solo per un impercettibile istante, ebbe davanti agli occhi l’immagine di se stesso lanciato contro la folla che lo portava in trionfo. Un giovane in tuta da meccanico salì sul palco e con parole incerte iniziò a raccontare la sua vita e quella di chi come lui lottava ogni giorno contro una cassa integrazione ormai certa. Seguirono studenti, altri insegnanti, disoccupati. Il proletariato che prendeva coscienza di sé, pensava il Profe, con una visione un po’ anacronistica, ma che lo riempiva di orgoglio. Era fiero. Era soddisfatto che almeno qualcuno avesse capito che l’Italia non è di chi la governa in modo più o meno abusivo, ma è delle braccia di chi lavora e delle teste di chi pensa.
Gianna Gambini, Equilibrio precario

Lui, il Baku, Farina, la loro generazione erano l’anello mancante della catena evolutiva. Avevano ereditato ricchezze, balocchi e profumi, senza i mezzi per sostenerli. Ora, se non volevano che la catena si spezzasse, dovevano trovare il modo che tutto questo potesse passare intatto e se possibile fortificato nelle mani di quelle generazioni di inizio ventunesimo secolo, che con occhi silenziosi e persi nel vuoto di monitor o display, chiedevano aiuto. Azione e integrazione. Integrazione e impegno collettivo. Collettività e collaborazione. Esempi. Avevano bisogno di esempi per capire tutti quei termini vuoti. E il Profe non poteva tirarsi indietro. Doveva essere in prima fila ad abbattere le barricate, a sgretolare il muro di un potere ormai lontano anni luce dal popolo.
Gianna Gambini, Equilibrio precario

Gianna Gambini, gli scrittori della porta accanto

Gianna Gambini


Gianna Gambini è nata a Bucine, in provincia di Arezzo, nel 1980. È laureata in Lettere presso l’Università degli Studi di Firenze. Dopo aver conseguito alcuni master e il diploma di specializzazione presso la SISS di Pisa, lavora come insegnante, presso la Scuola Secondaria di Primo grado. Sposata, con una figlia, vive nel comune di Terranuova Bracciolini.
Nel 2002 pubblica il suo primo racconto, I colori che non ho visto, nel quotidiano Corriere di Arezzo per cui viene premiata al concorso “Giovani scrittori” indetto dal Quotidiano Nazionale. Nel 2004 ha pubblicato l’articolo Lo sguardo di Frida Kahlo nella rivista letteraria Il Ponte, diretta da G. Favati, ed è risultata tra i vincitori del concorso di racconti “Una giornata particolare”, indetto dal Quotidiano nazionale. Nel 2008 è quinta classificata nel concorso di racconti della Piccola fiera degli scrittori anonimi, Bucine (AR). Ad aprile 2013 risulta tra i vincitori del concorso letterario per racconti “Oceano di carta”, indetto dalla Casa editrice Senso Inverso, a cui segue la pubblicazione del racconto Lo sguardo cieco nell’antologia La casa Rossa. A settembre 2013 pubblica il romanzo Tartarughe marine per la casa editrice 0111 Edizioni. A marzo 2014 vince il premio per la tesi di laurea indetto dalla Unicoop di Firenze sull’universo femminile e l’autorappresentazione, con tesi dal titolo Scrittrici-artiste fuori/dentro il movimento surrealista (Dorothea Tanning, Leonora Carrington, Frida Kalho, Leonor Fini), con cui si classifica al secondo posto al Concorso letterario nazionale Marcelli a ottobre del 2004, con conseguente pubblicazione dell’opera (dicembre 2014) in e-book.


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