Cinema Recensione di Stefania Bergo. Dragon Trainer 2, il secondo capitolo della saga: la voce della pace.
Due sono le certezze dell'offerta cinematografica in fatto di animazione: Disney, Pixar e DreamWorks se la giocano per conquistare il gradino più alto del podio, al punto che non si riesce a stabilire chi abbia sfornato più successi di botteghino; i lungometraggi animati viaggiano su binari paralleli, coinvolgendo grandi e piccini con messaggi personalizzati, efficaci, attuali.Dopo il successo di "Dragon Trainer 1", nel 2010, adattamento dei libri di Cressida Cowell, la DreamWorks è uscita con il secondo capitolo nel 2014, mentre il terzo della saga è atteso a giugno del 2018, slittato a causa di licenziamenti in massa, conseguenza di un botteghino non sempre in linea con le aspettative.
Un sequel all'altezza del primo capitolo, "Dragon trainer 1", definito il miglior film dai tempi di "Shrek", ossia, il miglior film in quasi 10 anni di produzione DreamWorks. Merito soprattutto dei due registi e sceneggiatori Dean DeBlois e Chris Sanders, scappati dalla Disney dopo il canto del cigno dell’animazione tradizionale: "Lilo & Stitch".
Nel primo capitolo, si narra dell'adolescente vichingo Hiccup e del modo in cui il suo mondo di convinzioni preconcette viene messo a soqquadro, quando fa amicizia con un altrettanto adolescente drago ferito, Sdentato.
Lui, vichingo anomalo, riflessivo e mingherlino, va al di là di ogni ragionevole dubbio e tende una mano, vedendo una possibilità, un'alternativa (allo scontro), e con tanta fatica convince il suo villaggio, Berk, e soprattutto suo padre Stoick, il capo tribù, che è possibile convivere, fidarsi dei draghi fino a quel momento temuti come devastatori, semplicemente perchè così si è sempre fatto. Il film si chiude con una grande amicizia, tra Sdentato e Hiccup, e i draghi che scorrazzano per il villaggio come animali domestici. Un felici e contenti che non nausea di rosa lo schermo, ma lo veste di fiducia in un possibile futuro di convivenza.Il secondo capitolo, riprende da dove si è interrotto il primo, traslando il tempo di cinque anni in avanti.
Periodo in cui le abitudini di tutti sono cambiate e si sono assestate sul nuovo equilibrio e soprattutto i protagonisti sono cresciuti, maturati. L'amicizia tra Sdentato e Hiccup è diventata simbiosi, cieca fiducia uno nell'altro, fratellanza. Entrambi disabili (Sdentato era stato ferito da Hiccup stesso, perdendo una parte della coda, prezioso timone per il volo, mentre Hiccup ci ha rimesso una gamba, dal ginocchio in giù, nell'epico scontro finale con il cattivo del primo capitolo), trovano il modo di ottimizzare le loro protesi raggiungendo una normalità che li rende, però, dipendenti uno dall'altro.Hiccup è un giovane uomo, ora, promesso sposo di Astrid e futuro capo del villaggio di Berk, che però mantiene intatto uno spirito avventuroso, un innato desiderio di libertà, intesa come volare come un drago alla scoperta di nuovi mondi, dove nessun altro è mai andato. Solo tra le nuvole si sente vivo, respirando aria fresca, incontaminata, con la consapevolezza che nessuno potrà, o vorrà, mai fermarlo. Un'impronta genetica che, si scoprirà, ha ereditato dalla madre.
Appurato che i draghi in realtà siano amici leali, si presenta un nuovo nemico a rompere l'equilibrio della convivenza, un nemico contrario proprio a quella convivenza pacifica, un nemico che mira a seminare il terrore, di cui si nutre: Drago Bludvist.
Individuo temibile, feroce, brutto, il cui scopo, è creare un esercito di draghi per seminare il terrore e convincere poi il mondo di aver bisogno proprio della sua protezione, lui che i draghi li domina, avendo soggiogato il maschio alfa, un drago sputa ghiaccio, che, a sua volta, controlla le menti degli altri (non vi fa pensare a qualcosa di più reale di un lungometraggio per bambini?).Drago: «Io so molto bene che significa vivere nella paura. Vedere il mio villaggio bruciato, la mia famiglia sterminata. Anche se ero un ragazzo rimasto senza niente giurai a me stesso che avrei trionfato sulla paura dei draghi e avrei ridato la libertà agli abitanti di questo mondo».
Hiccup: «E allora perché fare un esercito di draghi?»
Drago: «Bè, servono i draghi per sconfiggere altri draghi».
Hiccup: «O magari a te servono i draghi per poter dominare le persone. Per tenere sotto controllo chi accetta di seguirti e per sbarazzarti di chi non vuole farlo».
Hiccup, che sappiamo essere sempre stato una sorta di Gandhi vichingo, vorrebbe affrontarlo semplicemente per parlargli, per convincerlo che la pace sia possibile, senza conoscere le sue vere intenzioni.
Perchè Drago, la pace non la vuole, anzi, mira esattamente al contrario: «Lui vuole la guerra».Nella sua rischiosa missione, Hiccup si imbatterà in un un misterioso cavaliere che solca le nuvole sul dorso di un drago imponente: Valka. Sua madre. Una donna, uno spirito libero che si sente diversa per nascita, proprio come suo figlio, perchè al contrario degli altri ha sempre voluto la pace. Come se volere la pace fosse per pochi, per chi esce dal coro, perchè in realtà il resto del mondo ha la cecità, o l'interesse, a mantenere la guerra. Ma è davvero così?, mi chiedo, pensando al mondo reale...
Forse le sue motivazioni all'abbandono del focolare, e soprattutto del neonato Hiccup, sono un po' forzate, ma il suo ruolo è affascinante e determinante per la consapevolezza di Hiccup, del suo ruolo nel mondo. Entrambi, infatti, a distanza e inconsapevolmente, hanno vissuto allo stesso modo: lei, salvando draghi e costruendo per loro un Eden in cui vivere, una meravigliosa oasi di draghi che svolazzano come variopinte farfalle; lui creando l'intensa alleanza tra uomini e creature fantastiche.
Noi condividiamo un dono. Ora capisci chi sei, chi siamo. Abbiamo l'opportunità di cambiare il mondo!
Ricostruita la famiglia, i cavalieri dei draghi sono uniti più che mai contro Drago.
Ma pare impossibile ribellarsi al volere dell'alfa dominante, persino Sdentato diventa vittima del sistema e, senza rendersene conto, uccide Stoick, proprio nel giorno in cui ha ritrovato la sua sposa perduta. «Anche i draghi buoni sotto il potere di persone cattive possono compiere azioni malvagie», sentenzia Valka. E ha tutta la potenza di un chiaro messaggio...L'epilogo è comunque un lieto fine che lascia in bocca ai più grandi il sapore della speranza, ai più piccoli, un'epica lotta tra draghi, durante la quale, per difendere Hiccup, Sdentato prende le redini della sorte e diventa il nuovo maschio alfa, conducendo gli altri draghi fuori dal loro oblio e alla ribellione contro il dominio del male. I veri protagonisti di questo lungometraggio sono, infatti, ancora una volta i draghi e qui ce ne sono davvero moltissimi, di tutte le forme e di tutti i colori, pura magia, meraviglia visiva.
Ma i momenti più intensi, al di là del virtuosismo visivo, sono quelli di interazione tra Hiccup e Sdentato, a volte spassosi, come quando Sdentato ha movenze da cane fedele e giocherellone, a volte duri e toccanti, come quando Sdentato cerca di sfuggire al giogo dell'alfa. Il loro rapporto non è semplicemente l'esaltazione dell'amore tra uomo e animale (seppur fantastico), ma la celebrazione di un'unione tra diversità. E questo è un altro degli innumerevoli insegnamenti del film...
Alla regia di Dragon Trainer 2 non c'è più il duo Chris Sanders e Dean DeBlois, poichè Sanders era già occupato con I Croods, quindi DeBlois è stato chiamato a dirigere da solo, mentre il collega ha assunto il ruolo di produttore esecutivo.
Il loro lavoro è ottimo. Le scene di volo, ad esempio, sono ideate con una consapevolezza che è raro trovare in un film d’animazione e nelle battaglie sul campo la telecamera virtuale si muove in mezzo ai combattenti seguendo il volo dei draghi, rendendo perfettamente l’idea di confusione che merita una scena del genere. Del resto, Dean DeBlois ha ammesso d essersi ispirato a Star Wars.L'animazione digitale è praticamente perfetta, realistica e particolareggiata, dalle onde del mare ghiacciato ai peli delle barbe dei vichinghi, grazie all’elaborazione scalabile dell'innovativo multi-core, provato per la prima volta dalla DreamWorks proprio per questo film.
Le musiche sono ancora una volta affidate a John Powell che rimane sul solito tema del primo film, bissando la collaborazione con Jónsi.
Doppiaggio impeccabile, sia nella versione inglese, grazie ad un cast d'eccezione, sia in quella italiana, dove spicca soprattutto lo scanzonato Flavio Aquilone, perfetto per Hiccup.
Dragon Trainer 2 è stato un successo, amato dai piccoli, grazie soprattutto alla simpatia e alle espressioni "umane" di Sdentato, e dai grandi, per i nuovi, importanti temi affrontati. Un film d'animazione che getta un commovente spiraglio di speranza sul futuro... Forse quello di cui abbiamo realmente bisogno, almeno noi adulti.
Quelli che ci attaccano sono inesorabili e pazzi, ma quelli che li fermano, oh, lo sono ancora di più. Sì, forse siamo pochi. Ma siamo più forti di qualunque sfida il mondo ci presenterà. Noi siamo la voce della pace e passo dopo passo lo cambieremo questo mondo.
Stefania Bergo Non ho mai avuto i piedi per terra e non sono mai stata cauta. Sono istintiva, impulsiva, passionale, testarda, sensibile. Scrivo libri, insegno, progetto ospedali e creo siti web. Mia figlia è tutto il mio mondo. Adoro viaggiare, ne ho bisogno. Potrei definirmi una zingara felice. Il mio secondo amore è l'Africa, quella che ho avuto la fortuna di conoscere e di cui racconto nel mio libro. Con la mia valigia gialla, StreetLib collana Gli scrittori della porta accanto (seconda edizione). Mwende. Ricordi di due anni in Africa, Gli scrittori della porta accanto Edizioni. La stanza numero cinque, Gli scrittori della porta accanto Edizioni. |
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