"Gli angeli del bar di fronte" di Elena Genero Santoro, Zerounoundici Edizioni, 2014.
Cos’è il pregiudizio? Quanto si preclude ciascuno di noi nel momento in cui sceglie di fermarsi all’apparenza, di fare di tutta l’erba un fascio, incurante del fatto che dietro a una maschera si possa celare qualcosa di valore.
La Torino dei giorni nostri è più dei caffè storici e delle golosità gastronomiche, dei monumenti e delle piazze gremite di turisti. Una città di dove i giovani svolgono lavori umili e gli stranieri non sono tutti delinquenti. Questa la scelta dell’autrice che, attraverso una narrazione scorrevole e coinvolgente, racconta una quotidianità comune a tanti, fatta di sacrifici e stenti.
Due storie parallele che a un tratto si sfiorano e si intrecciano come le dita di due mani che per un momento non vogliono lasciarsi.
Chiara, studentessa universitaria e barista in una bettola di periferia, con una madre depressa da accudire e una sorella agli occhi della quale è soltanto una ragazza egoista e incapace.
Paula, giovane donna rumena dai sani principi morali che poco conosce la vita e le sue insidie. Badante e domestica presso diverse famiglie, sfruttata e mal considerata dai suoi familiari che vedono nel suo lavoro la possibilità di arricchirsi in modo non del tutto onesto. Perché se gli italiani sono i primi a non esserlo, nulla vieta di prendere loro ciò che spetterebbe di diritto…
Due drammi: uno alle spalle e uno nascosto, in agguato, oltre la porta di una stanza. Poi loro, il gruppo di uomini rumeni che frequentano il bar dove lavora Chiara; quel luogo anonimo ma animato da personaggi da scoprire senza giudicare. Vic: diverso, sfuggevole e contraddittorio.
Può una persona essere differente da come si mostra? L’etichetta vale per tutti, senza distinzioni? A noi la scelta: offrire una possibilità o nasconderci dietro a un dito.
La Torino dei giorni nostri è più dei caffè storici e delle golosità gastronomiche, dei monumenti e delle piazze gremite di turisti. Una città di dove i giovani svolgono lavori umili e gli stranieri non sono tutti delinquenti. Questa la scelta dell’autrice che, attraverso una narrazione scorrevole e coinvolgente, racconta una quotidianità comune a tanti, fatta di sacrifici e stenti.
Due storie parallele che a un tratto si sfiorano e si intrecciano come le dita di due mani che per un momento non vogliono lasciarsi.
Chiara, studentessa universitaria e barista in una bettola di periferia, con una madre depressa da accudire e una sorella agli occhi della quale è soltanto una ragazza egoista e incapace.
Paula, giovane donna rumena dai sani principi morali che poco conosce la vita e le sue insidie. Badante e domestica presso diverse famiglie, sfruttata e mal considerata dai suoi familiari che vedono nel suo lavoro la possibilità di arricchirsi in modo non del tutto onesto. Perché se gli italiani sono i primi a non esserlo, nulla vieta di prendere loro ciò che spetterebbe di diritto…
Due drammi: uno alle spalle e uno nascosto, in agguato, oltre la porta di una stanza. Poi loro, il gruppo di uomini rumeni che frequentano il bar dove lavora Chiara; quel luogo anonimo ma animato da personaggi da scoprire senza giudicare. Vic: diverso, sfuggevole e contraddittorio.
Può una persona essere differente da come si mostra? L’etichetta vale per tutti, senza distinzioni? A noi la scelta: offrire una possibilità o nasconderci dietro a un dito.
di Elena G. Santoro
0111 Edizioni
Mainstream
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Chiara, italiana e Paula, rumena. Due giovani voci in una Torino autunnale e desolata. Due ragazze che vivono di lavori umili. Chiara serve ai tavoli di un bar malfamato, Paula fa la badante in nero. Tra di loro, un gruppo di ragazzi rumeni che ha tutta l’aria di essere una banda. Una sera, quello che pare essere il capo, Vic, salva Chiara da un tentativo di stupro da parte di due di loro. Chiara vorrebbe sporgere denuncia, ma Vic, che è tanto affascinante quanto ambiguo, le chiede di non farlo, in cambio della sua protezione. Nel frattempo l’ingenua Paula sogna l’amore, ma ripone tutte le sue speranze nell’uomo più sbagliato che ci possa essere. Un romanzo contro i pregiudizi e contro la violenza, che ha il sapore di una fiaba moderna.
Francesca Gnemmi |
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