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Una grande amicizia, di Liliana Sghettini

Una grande amicizia, di Liliana Sghettini

Una grande amicizia di Liliana Sghettini

GiroGiroTondo | Recensione di Francesca Gnemmi. Una grande amicizia, di Liliana Sghettini, Arpeggio Libero, 2017. Tartaruga e Lumaca, l'importanza di mantenere le promesse, una favola adatta ai bambini dai cinque anni in su.

Tartaruga e Lumaca hanno in comune molto più della lentezza. Credono nello stesso valore: l’amicizia. Quella fatta di piccoli gesti, di parole ma, soprattutto, di promesse. Un amico che corre in aiuto di un altro. Corre… in questo caso, si fa per dire! Quel che conta, è la parola data.
Un messaggio importante quello che l’autrice vuole trasmettere, non solo ai piccoli lettori ma anche agli adulti che accompagnano i bambini nella lettura.
Pagina dopo pagina si evince la volontà di non arrendersi e terminare ciò che si è iniziato.
Non sono solo i bambini a dover trarre insegnamento dalla storia. Sia pur semplice, e quindi adatta alla fascia d’età della scuola dell’infanzia e i primi anni di quella elementare, la storia è ricca di significato e buone intenzioni, che dovrebbero essere tenute a mente anche dai grandi, come buon esempio.
Nel rapporto genitore figlio, ma non solo, il mantenimento della promessa riveste un ruolo fondamentale nell'educazione, sia si tratti di una ricompensa che di un castigo.
I bambini emulano i comportanti degli adulti e filtrano con minuzia straordinaria i messaggi ricevuti, per farne tesoro, fino all’adolescenza e, talvolta, anche oltre.
Tartaruga e Lumaca non spiccano certo per agilità o sveltezza ma, nel loro buffo modo di muoversi, e malgrado le difficoltà incontrate, perseverano e non si arrendono. Hanno fiducia l’una nell’altra.
Due personaggi che piacciono ai bambini e suscitano simpatia.

Il loro essere diverse da tutti gli altri abitanti del bosco è fonte di riflessione, così come la breve vicenda tra animale ed essere umano. 

Un equilibrio sottile e delicato che può essere spezzato facilmente, anche in modo non intenzionale.
Le immagini dei due personaggi e della natura circostante donano spessore a un testo già ricco.
Incantevoli le illustrazione di Francesca Di Nardo. I colori scelti e le espressioni dipinte sui musetti delle bestiole invogliano la lettura; la cura del particolare denota professionalità e spiccata capacità di approcciarsi in modo naturale al mondo infantile.
Un libro consigliato per un momento da condividere in famiglia o da utilizzare in un progetto scolastico nelle prime classi della scuola elementare.

Una grande amicizia

di Liliana Sghettini
Arpeggio Libero
Narrativa per l'infanzia 5+
ISBN 978-8899355906
Cartaceo 12,00€
Sinossi
Tartaruga era la sua migliore amica, ne avevano passate tante insieme! Una volta avevano rischiato di essere bandite dal prato per eccesso di lentezza." Che cos'è in fondo l'amicizia? Essere simili, diversi o semplicemente volersi bene?.


Francesca Gnemmi
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Il riso, cereale antico gluten-free ricco di fibre e minerali

Il riso, cereale antico gluten-free ricco di fibre e minerali

 Il riso, cereale antico gluten-free ricco di fibre e minerali - ricetta riso, zucca, toma di capra

Lifestyle Di Francesca Gnemmi. Il riso, protagonista della ricetta di ottobre, con zucca e toma di capra, è un cereale antico gluten-free ricco di fibre e minerali, indicato nelle diete dimagranti ma anche per problemi gastrointestinali o circolatori.

L’autunno ha aperto i battenti con il taglio del riso. Pronto a essere raccolto dalla seconda metà di settembre, il suo aroma ha invaso campi e borghi della pianura Padana.
Sì, anche il riso profuma. Profuma di buono, di antico, dell’accogliente focolare domestico. Polvere impalpabile che si posa in ogni dove, su ogni cosa. Rumore di enormi macchinari al lavoro, uomini nelle campagne dall’alba fin oltre il tramonto. Silos che si riempiono in attesa che i chicchi vengano lavorati e arrivino sulle nostre tavole.

Il re dei cereali

“Il riso è vita”, questo lo slogan della FAO con il quale viene presentato il cereale da cui dipende circa un terzo della popolazione mondiale,e che riveste una posizione di primo piano anche nell’agricoltura dei paesi mediterranei, tra i quali l’Italia.
Il riso (Oryza sativa) è un cereale della famiglia delle graminacee. Soltanto nel nostro Paese se ne coltivano più di cinquanta varietà, diverse per forma (chicchi corti o lunghi), dimensione (piccoli o grossi) e contenuti (glutinoso, integrale e brillato). Di origini antichissime e asiatiche, reperti fossili di 5000 anni a.C. sono stati rinvenuti nella valle dello Yang Tze. Studiosi dell'Università di Pechino hanno reperito tracce di paddy, riso semilavorato, vecchie addirittura di diecimila anni.
Il riso coltivato in Italia è tra i migliori al mondo e oggi è facilmente acquistabile sia nei centri della grossa distribuzione che direttamente dal produttore, dove si può scegliere tra diverse varietà, avendo la certezza di acquistare prodotti genuini e sani.

In cucina

L’utilizzo del riso in cucina spazia dall’antipasto al dolce. Ricette a base di riso toccano tutto lo stivale, da nord a sud, offrendo un’ampia e gustosa scelta di piatti tipici. Dall’abbinamento classico del risotto con lo zafferano alla milanese a quello appetitoso con il gorgonzola, paniscia novarese o panissa vercellese a seconda dei gusti e della zona ma comunque dai sapori di una volta, poveri ma decisi, o ancora le sfiziose torte salate liguri. Le ricette venete con radicchio o baccalà, i timballi, la tiella pugliese o gli arancini siciliani. La torta carrarese o i delicati budini di latte. Ovunque lo si metta, il riso è buono, anche bianco, non condito, come contorno a pietanze etniche, sempre più diffuse sulle nostre tavole.
Calorie:

  • 360 per 100 g di riso bianco
  • 370 per 100 g di riso integrale

Proprietà

Fra le sue principali proprietà il riso annovera la digeribilità alla quale si associa l’elevato assorbimento a livello intestinale dei principi nutritivi contenuti. La componente di glucidi presenta un effetto regolatore sulla flora intestinale, tant’è che il riso bollito viene utilizzato come adiuvante nella terapia dei disturbi dell’apparato gastrointestinale. Possiede un aminoacido essenziale: la lisina, nonché proteine di buona qualità e acidi grassi essenziali. Contiene molto potassio e poco sodio ed è quindi un alimento indicato per chi soffre di ipertensione arteriosa.
È un cereale privo di glutine e può quindi essere consumato anche da chi è affetto da celiachia (Gli Scrittori della Porta Accanto - Celiachia, cibi e ricette gluten free).
Negli ultimi anni, accanto al tradizionale riso bianco, si è ampiamente diffuso il consumo di varietà integrali. Il riso rosso, assunto con regolarità, aiuta a mantenere sotto controllo il colesterolo; quello nero è ricco di minerali e fibre.
Tutte le varietà poco lavorate, e quindi integrali, sono ricche di amido, facilmente digeribile e assimilabile, e di conseguenza consigliate nelle diete dimagranti in quanto offrono un senso di sazietà maggiore rispetto a quello di altri cereali. Il riso integrale può sostituire la pasta ed essere consumato anche una volta al giorno, possibilmente abbinato a verdure e legumi.
La niacina, una vitamina del gruppo B, protegge l'apparato cardiocircolatorio e il sistema gastrointestinale, mentre il selenio è utile per la prevenzione dal cancro e contro le malattie del cuore.
Il riso integrale contiene inoltre manganese (una tazza di riso fornisce circa l’80% del fabbisogno giornaliero) importante per la salute del sistema nervoso e di quello riproduttivo.
Cereale ricco di antiossidanti e fibre che aiutano a stabilizzare i livelli di zucchero nel sangue.

Curiosità

All'inizio del Novecento era molto frequente la somministrazione a malati e convalescenti dell'acqua di riso, rimedio naturale ricco di principi nutritivi, ottenuta facendo macerare un pugno di chicchi per ogni mezzo litro d’acqua, che veniva poi bollita un'ora prima di essere filtrata e bevuta.

Risotto di zucca e toma di capra

LA RICETTA DI OTTOBRE DEGLI SCRITTORI DELLA PORTA ACCANTO

Risotto di zucca e toma di capra

Ingredienti per 4 persone:

  • 350 g di riso Carnaroli
  • 200 g di polpa di zucca cotta in forno
  • 50 g di tomino di capra
  • 70 g di burro
  • ½ cipolla piccola
  • 1 bicchiere di vino bianco
  • 1 cucchiaio d’olio e.v.o.
  • Sale e pepe
  • Parmigiano reggiano
  • Erbette di campo
  • Qualche listarella di prosciutto crudo

Preparazione
Preparare il brodo e tenerlo in temperatura calda costante per tutta la durata della cottura del risotto.
In un tegame largo e basso soffriggere la cipolla una noce di burro e un cucchiaio d’olio e.v.o.
Unire la polpa della zucca schiacciata con una forchetta e il riso, tostandolo per circa un minuto; sfumare poi con il vino. Bagnare con il brodo un mestolo per volta, avendo cura di mescolare il riso di tanto in tanto senza lasciarlo attaccare al fondo del tegame.
A fine cottura mantecare con una noce di burro e il Parmigiano.
Spegner il fuoco e lasciar riposare il risotto per qualche minuto prima di servirlo.
Rosolare in una padella le listarelle di prosciutto crudo fino a renderle croccanti.
Impiattare guarnendo con le erbe di campo e adagiando il tomino sul riso.




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[Libri] "Sulla strada giusta" di Francesco Grandis, recensione di Francesca Gnemmi

[Libri] "Sulla strada giusta" di Francesco Grandis, recensione di Francesca Gnemmi

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Sulla strada giusta, di Francesco Grandis, Rizzoli, 2017 (seconda edizione). Un percorso che conduce lontano, conta tempo e macina chilometri. Un viaggio di conoscenza, un cammino in giro per il mondo.

Fermarsi a prendere fiato, guardarsi allo specchio. Scegliere se continuare a guardare o imparare a vedere. Ci vuole coraggio per riconoscere ciò che abbiamo davanti agli occhi, accettare quello che siamo divenuti, spinti da un presente che volge al futuro attraverso direzioni che forse non avremmo voluto prendere. Quelle che sono nate scelte e maturate in obblighi.
Perché la vita è così, corre rapida senza arrestare mai. Travolge e lascia in balia di correnti appena percettibili ma costanti, che portano al largo, lasciandoci senza appigli o stretti in una tela dalla quale sembra impossibile districarsi.
Nulla però è impossibile. Solo la morte è ineluttabile. Per comprenderlo è necessario fermarsi. Un punto. Stop. E ripartire.
Questa era la vera libertà. Non mi sentivo più colpevole delle mie scelte, né verso gli altri né verso me stesso. Avevo zittito tutte le voci che da sempre avevano parlato nella mia testa. Erano solo rumore: le aspettative, le paure e le opinioni altrui, i sensi di colpa, i dubbi, i progetti, le promesse… solo rumore.
La storia che Francesco Grandis racconta è un percorso che conduce lontano, conta tempo e macina chilometri. Un viaggio di conoscenza: luoghi e persone che hanno poco in comune con l’uomo che era fino ad allora, ma sono doni preziosi pronti a essere offerti all’uomo che passo dopo passo diventerà.
Un cammino in giro per il mondo, negli angoli di una Natura incontaminata e splendida nel suo essere ancora primordiale. Lacrime e sorrisi di gente che possiede poco ma dona molto. Zaino in spalla, poche aspettative e sincera accoglienza per tutto quello che l’animo è in grado di ricevere.
Una compagna tra tutti diventerà amica e preziosa consigliera: la solitudine. Quella voce che sussurra pace e silenzio. Un silenzio pieno e carico di affetti. Una pace fresca come brezza sulla pelle, morbida come l’abbraccio di un bambino.
Era un deserto in cui raccogliermi e cercarmi, senza la paura della solitudine, senza gli stimoli e la distrazione della vera compagnia.
Francesco Grandis ha viaggiato per i cinque continenti in lungo e in largo, esplorando i territori più remoti, fino a trovare la forza e l’umiltà di spingersi alla scoperta di quello che più di ogni altro l’essere umano teme. Se stesso.
Gli occhi si sono aperti e hanno visto, il cuore si è schiuso e ha ascoltato, la mente, libera, è tornata fertile.
Non tutti possiamo viaggiare alla scoperta del mondo, ma ciò non preclude la scelta di compiere il viaggio più bello.
Amo la vita. La amo alla follia. La amo quando è bella, perché mi rende felice. La amo quando è brutta, perché mi rende forte.

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Sulla strada giusta

Da una scogliera a picco sul Mar Glaciale Artico, un uomo respira finalmente la libertà. Intorno ha solo il silenzio e davanti l'orizzonte infinito e limpido. 
Appena qualche mese prima non l'avrebbe mai creduto possibile. 
Aveva trentun anni e un lavoro stabile: il sogno di molti, ma non il suo. Così un giorno ha detto basta e si è messo in cammino su sentieri sconosciuti, per cercare una risposta ai confini del mondo, senza ancora sapere se quello alla vita di prima sarebbe stato un arrivederci o un addio. 
Dal Sudamerica a Budapest, dall'India alla Scandinavia, tra paesaggi mozzafiato e momenti di intima condivisione, Francesco vive esperienze inattese che gli mostrano chi è davvero, un giorno dopo l'altro. 
Lontano da casa o tra la propria gente, l'importante è mettersi in gioco. Un "urlo nel silenzio" per svegliarci dal torpore della routine e ricordarci che se non insegui la felicità non avrai chance di trovarla.

di Francesco Grandis | Rizzoli | Narrativa di viaggio, non-fiction
ISBN 978-8817093583 | cartaceo 15,30€ | ebook 9,90€


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[Libri] "Aerys Il potere del fuoco" di Antonia Romagnoli, recensione di Francesca Gnemmi

[Libri] "Aerys Il potere del fuoco" di Antonia Romagnoli, recensione di Francesca Gnemmi

Aerys-Il-poter-del-fuoco-Antonia-Romagnoli-recensione

Aerys Il potere del fuoco, Delos Digital, 2016. L'atteso prequel dedicato alla Fanciulla delle Terre e al leggendario re Laryn Udkils, il primo capitolo della Saga fantasy di Antonia Romagnoli.

Un prequel atteso e desiderato quello che l’autrice offre ai lettori della trilogia fantasy composta da “Il segreto dell’alchimista”, “I signori delle colline” e “Trigrion. Una vicenda legata a un’antica leggenda, avvolta da incantesimi e mistero. Maghi, sovrani, cavalieri ed esseri magici intrecciano le proprie azioni in un susseguirsi di colpi di scena, dai quali dipenderà il futuro delle Terre.
Una storia di amore e di morte.
Una storia tramandata per custodire un grande segreto.
Descrizioni minuziose ma mai noiose, racconti che ammaliano e in grado di far volare alta l’immaginazione, fino a posarsi su creature leggere come piume al vento, gocce di rugiada o fiocchi di neve.
Assomigliava a una civetta. Una di quelle che, nei periodi invernali, mutano le piume e diventano candide. L’uccello che atterrò al limitare del sentiero era, però, coperto da piume d’argento. Le ali spalancate riflettevano i raggi del sole morente tingendosi di riflessi rossastri. […] Bianca era anche la sua pelle, quasi sfumava nell’azzurro, e bianchi erano i capelli, una lunga cascata di fili argentati e lucenti, sottili come la tela di un ragno.
Una penna sapiente e capace quella di Antonia Romagnoli che, pagina dopo pagina, conduce il lettore in un mondo magico, profondamente diverso dal nostro eppure per molti versi simile.
Ritmo incalzante e narrazione scorrevole.
Dialoghi coinvolgenti. Perle di leggero umorismo alternate a momenti più drammatici.
Personalità ben definite e diverse tra loro.
Paesaggi che si vorrebbe toccare con mano.
È facile affezionarsi ai protagonisti, così come ai tanti personaggi che si incontrano lungo il cammino, perché di viaggio si tratta; verso casa, verso territori lontani e sconosciuti o verso quel luogo che spesso incute timore, noi stessi.
Una volta iniziato il primo, sarà difficile fare a meno di leggere i volumi successivi. Un desiderio in crescendo, e non solo di conoscere l’epilogo della storia, ma di divenire compagni di viaggio e di avventure. Una saga adatta sia agli amanti del genere che a chi ricerca semplicemente le buone letture, al di là del tema fantasy. Una lettura per tutti.

Aerys-Il-potere-del-fuoco-Antonia-Romagnoli

Aerys
Il potere del fuoco

L'atteso prequel dedicato alla Fanciulla delle Terre e al leggendario re Laryn Udkils.
Un'antica leggenda delle Colline narra di quei tempi magnifici e lontani, di quando nelle Terre ancora dilagava la magia. Narra di una giovane donna, decisa a lottare per l'amore perduto, e di un grande mago e sovrano, divenuti depositari di un segreto destinato a mutare il destino di tutti i regni. 
Tutto cominciò qualche anno dopo il terremoto che devastò le Pianure, creando il Grande Baratro che ora ferisce la regione; cominciò prima che le Nebbie dilagassero, quando ancora il potere magico era diffuso in tutte le lande. 
Un'antica leggenda mai dimenticata. Una storia di amore e di morte, di eroici cavalieri e potenti maghi, di popoli misteriosi, di oscuri poteri. Una storia tramandata per custodire un immane segreto.

di Antonia RomagnoliDelos Digital | Fantasy
ISBN 978-1540413673 | cartaceo 11,99€ | ebook 3,99€


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Le merende di Pasquetta

Le merende di Pasquetta

Le merende di Pasquetta

Lifestyle Di Francesca Gnemmi. La Pasquetta: un'occasione per trascorrere qualche ora in mezzo alla natura, tra grigliate in compagnia e picnic sui prati e sulle spiagge.

Insieme alla Primavera arrivano anche le festività. La Pasqua, oltre alla ricorrenza religiosa, è ancora oggi un insieme di usanze e ricette tradizionali: lunghi pranzi elaborati da assaporare seduti a tavola in famiglia. La Pasquetta però è tutta un’altra storia…
La giornata è sempre più spesso dedicata convivialità all’aria aperta. Nonostante per tradizione il meteo non sia l'alleato migliore delle merende del Lunedì dell’Angelo, gli italiani non rinunciano alle grigliate in compagnia, alle scampagnate o pic nic sui prati o sulle spiagge insieme agli amici o in famiglie. Qualsiasi sia la scelta fatta, l’importante è trascorrere qualche ora in mezzo alla natura, dimentichi del traffico, il cemento delle città e le costrizioni degli spazi chiusi.

Da qualche anno le occasioni per unire cultura e plein air non mancano.

Molteplici sono in giro per l’Italia i castelli e i musei che organizzano eventi nel giorno di Pasquetta. Visite guidate, giochi e cacce al tesoro per grandi e bambini seguite da gustose merende.
Le tradizioni enogastronomiche differiscono di regione in regione ma ovunque tengono in considerazione la stagionalità dei prodotti. Uovo di cioccolato e Colomba pasquale presenti su ogni tavola ma ogni cestino contiene prelibatezze diverse e originali, a seconda dei gusti delle cuoche e dei desideri degli invitati. Per citarne alcune: la Torta Pasqualina di spianaci, ricotta e uova, il Casatiello napoletano, lievitato partenopeo dal ripieno generoso da preparare utilizzando anche gli avanzi del pranzo di Pasqua, l’insalata di puntarelle fresca e saporita o ancora la frittata con gli asparagi o le erbe aromatiche. Dolci fruttati alle fragole fresche o tradizionali ai formaggi o al cioccolato completano sfiziosi pic nic.

Il profumo della carne alla griglia inonda giardini e cortili, facendo venire appetito.

Costine di maiale abbrustolite, braciole croccanti e spiedini misti e colorati rallegrano i piatti, rigorosamente di plastica. Salamelle e wurstel pronti per farcire panini faranno la felicità dei più piccoli. Nelle zone di mare, i fuochi vengono accesi per grigliare il pesce fresco e i sapori mediterranei abbondano sulle tovaglie stese a terra. Spaghettate, calici di vino e frutti di mare appena pescati per i palati più fini.
In ogni caso in questi giorni di festa non si bada alla dieta, ma ai sorrisi e alle risa.
Curiosità. Pochi lo sanno ma la scelta delle famiglie di trascorrere questa giornata fuori città è legata a un’antica tradizione che affonda le sue radici nel passo evangelico in cui Gesù appare ai discepoli sulla strada di Emmaus, a pochi chilometri da Gerusalemme.


Torta rustica

  • 300 g di patate lesse
  • 500 g di farina 00
  • 1 cubetto di lievito
  • 150 g di burro
  • sale
  • 2 uova
  • 200 g di prosciutto cotto
  • 1 confezione di wurstel
  • 2 mozzarelle medie
  • 3 sottilette

Dosi per: 4 persone. Difficolatà: facile. Preparazione: 70 minuti. Cottura: 30-35 minuti. Forno: 180°.

Lavare le patate e lessarle in abbondante acqua salata. Scolarle e ancora calde pelarle e passarle allo schiacciapatate.
Disporre la farina a fontana sulla spianatoia, sbriciolare il lievito e aggiungere le patate.
Sciogliere a bagnomaria il burro e unirlo alla farina, poi aggiungere il sale. Sbattere le uova e impastare il tutto. Lavorare l’impasto per 10 minuti circa (deve risultare compatto).
Cuocere i wurstel al vapore, nel microonde o in padella e tagliarli a rondelle.
Dividere poi l’impasto in due panetti, uno più grande dell’altro. Stendere con il mattarello quello più grande e ottenere un cerchio di circa 30 cm.
Foderare una teglia con carta forno e adagiare il primo cerchio. Farcirlo con i wurstel, il prosciutto cotto, le mozzarelle a pezzetti e le sottilette.
Stendere il secondo panetto e adagiarlo sul primo. Chiudere bene i bordi e bucherellare la superficie con una forchetta.
Far lievitare per un’ora e mezza.
Cuocere in forno preriscaldato a 180°C per 30/35 minuti circa finché non sarà dorata.

Le merende di Pasquetta
Di Francesca Gnemmi per www.gliscrittoridellaportaaccanto.com





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Febbraio, il mese migliore per calamari, totani, seppie e polpi

Febbraio, il mese migliore per calamari, totani, seppie e polpi

Febbraio, il mese migliore per calamari, totani, seppie e polpi

Lifestyle Di Francesca Gnemmi. Febbraio, il mese migliore per la pesca di calamari, totani, seppie e polpi.

Non è solo l’estate a essere tempo di mare e quindi di cucina di mare. Non a caso i mesi migliori per la pesca dei molluschi cefalopodi sono quelli invernali. Calamari, totani, seppie e polpi arrivano sulle nostre tavole in ogni periodo dell’anno e in inverno si possono gustare in piatti appetitosi e sempre colorati.
Le tradizioni ittiche gastronomiche partono dalle coste liguri e adriatiche per attraversare tutto lo stivale, sia lungo la costa tirrenica che quella adriatica, fino ad approdare nelle regioni meridionali ioniche e nelle isole.
I molluschi cefalopodi sono quelli che hanno un corpo a forma di sacco dal quale fuoriesce il capo munito di tentacoli. I più noti sono il calamaro, il totano, la seppia e il polpo, appunto.

Quali sono e come si cucinano i molluschi cefalopodi?

Calamari

Il calamaro è di colore bianco rosato. Dal corpo sottile e slanciato, ha due pinne triangolari che si sviluppano in prossimità della coda e otto tentacoli provvisti di due serie di ventose (braccia) più lunghe. I calamaretti si preparano fritti, sbollentati e conditi con olio e limone, oppure in umido in sughi per primi piatti di pasta. Quelli di media grandezza si prestano a essere cucinati alla griglia, ripieni o tagliati ad anelli e fritti. I più grandi sono invece impiegati nelle zuppe o grigliati.

Totani

Il totano, molto simile al calamaro, ha pinne triangolari posteriori più piccole, colore violaceo e carni meno tenere, specie se di grosse dimensioni. Si consuma cotto e si cucina come il calamaro.

Seppie

La seppia ha corpo più ovale a forma di sacco e munito di due braccia e otto tentacoli dotati di ventose. Le seppioline, si preparano in umido, in insalata o fritte. Le seppie più grosse invece, quelle che contengono il caratteristico inchiostro, si usano per preparare risotti, primi piatti di pasta o umidi al nero accompagnati dalla polenta. Come il calamaro, la seppia, si può consumare cruda.

Polpi

Il mollusco di dimensioni maggiori è senza dubbio il polpo. A tentacoli distesi può arrivare anche a 3 metri di lunghezza. Prima di cuocerlo occorre batterlo per romperne le fibre e renderlo più tenero, oppure mettendolo nel freezer fino a quando si è congelato. Si lessa generalmente in pentola a pressione per diminuire i tempi di cottura mantenendo la carne tenera. Oltre che lesso si cucina affogato in una pentola di terracotta con olio, pomodoro, aglio, prezzemolo, basilico e peperoncino. Gli esemplari più piccoli, chiamati moscardini, sono ottimi in umido. Si consuma sempre cotto – anche se nel sud Italia lo mangiano spesso crudo.

I molluschi cefalopodi si trovano in una serie infinita di ricette fresche da gustare in estate o calde e confortanti per l’inverno. 

Nei primi piatti, da soli come secondi o nei piatti unici sono una valida alternativa alla carne. Dal gusto delicato ma intenso accontentano anche i palati più esigenti e, per la loro forma particolare e la tenerezza dei tessuti, sono apprezzati da adulti e bambini.

Calorie, proprietà e curiosità.

Calorie. Variano dalle 75 per etto dei calamari alle 72 delle seppie, fino alle 57 del polpo.
Proprietà. Calamari, totani, seppie e polpi sono tutti molluschi che contengono proteine pregiate e in buona quantità: 250 grammi di prodotto coprono il fabbisogno giornaliero di un adulto. Sono ricchi di sali minerali, oltre al calcio forniscono il fosforo, indispensabile per ossa e denti, utile per la memoria e combattere lo stress. Come tutti gli alimenti proveniente dal mare, i molluschi contengono lo iodio, il minerale permette il corretto funzionamento della tiroide. Per i più attenti alla linea non dimentichiamo che sono poveri di grassi.
Curiosità. I calamari si nutrono di piccoli pesci, crostacei e altri molluschi. Sono eccellenti predatori e, alcuni, addirittura cannibali.


Ricetta di pesce

Cacciucco di seppie, polpo e calamari


Ingredienti:
  • 1 polpo di scoglio grande o due piccoli del peso di circa 800 g
  • 4 seppie di media grandezza
  • 4 calamari medi
  • 1 cipolla tagliata finemente
  • 5 pomodori rossi grossi senza pelle e senza semi 
  • fette di pane toscano da abbrustolire 
  • 1 spicchio d’aglio tritato e 1 da passare sul pane 
  • 1 mazzetto di prezzemolo 
  • 1 bicchiere di vino rosso 
  • sale e peperoncino q.b. 
  • 3 cucchiai di olio extravergine d’oliva

Difficolatà: facile. Preparazione e cottura: 1 ora e 15 minuti. Dose:

Mettere in un tegame dai bordi alti 3 cucchiai di olio e.v.o., la cipolla tagliata finemente e lo spicchio d’aglio, farli imbiondire leggermente e poi aggiungere i molluschi tagliati a pezzi più o meno grossi.
Far rosolare il tutto a fiamma media e quando saranno pronti innaffiarli con il vino rosso; poi alzare la fiamma e far evaporare l’alcol.
Aggiungere i pomodori tagliati a pezzetti molto piccoli e il peperoncino, poi portare avanti la cottura almeno per un’ora – se dovesse mancare del liquido aggiungere del brodo vegetale o del fumetto di pesce.
Nel frattempo tostare il pane e passarlo con l’aglio.
A fuoco spento spolverizzare con il prezzemolo tritato.
Impiattare il cacciucco molto caldo sulle fette di pane e condire con un filo di olio e.v.o. a crudo.

Buon appetito!

Febbraio, il mese migliore per calamari, totani, seppie e polpi
Di Francesca Gnemmi per www.gliscrittoridellaportaaccanto.com




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Gennaio, il mese degli agrumi

Gennaio, il mese degli agrumi

Gennaio-agrumi-salute

Lifestyle Di Francesca Gnemmi. Gennaio, mese degli agrumi: con il tepore invernale, i frutti del sole maturano offrendo delizie golose e piene di energia.

Mentre il freddo attanaglia campagne e città, i campi riposano sotto una spessa coltre di neve o ghiaccio e i fiori crescono solo nelle serre, ci sono luoghi dove frutti maturi pendono dai rami degli alberi, colorando verdi macchie mediterranee. Sono i frutti del sole, dove il tepore invernale favorisce la maturazione e offre delizie golose ed energizzanti.

Che cosa sono e quali caratteristiche hanno gli agrumi?

Gli agrumi sono piante sempreverdi del genere Citrus, il cui nome deriva dal loro sapore agro. Sono frutti particolarmente ricchi di acidi organici, soprattutto di acido citrico. Quelli più conosciuti sono il limone, l'arancia, il cedro, il bergamotto, il mandarino e i suoi ibridi (la clementina, il mapo, il mandarancio), il pompelmo, il chinotto.
Frutti che si consumano al naturale da soli, in macedonia o in spremute. Possono essere utilizzati come condimenti oppure per la preparazione di dolci. Dalla polpa e dalla buccia si ottengono marmellate, canditi e liquori.
Sono buoni rimedi per i disturbi da raffreddamento e non solo. Particolarmente indicati per prevenire e trattare stati influenzali, stomatiti, gengiviti, malattie infettive e da carenza di vitamina A e C. I mandarini e le clementine, in particolare, sono calmanti e dissetanti, utili in caso di fragilità capillare, insonnia, inappetenza. La scorza ha proprietà toniche e antiossidanti e protegge dall'azione dei radicali liberi. Entrambi contengono una quantità apprezzabile di bromo, calmante del sistema nervoso e di acido folico.
Gli agrumi sono alimenti importanti per gli oligoelementi che contengono, ovvero per i minerali e, soprattutto, per la vitamina C, di cui sono comunque meno ricchi rispetto ad altri frutti come il kiwi. Sono in generale ricchi di potassio, tranne il pompelmo, ricco invece di sodio e ferro.

limone

Il re degli agrumi: il limone. Caratteristiche, proprietà e curiosità.

Frutto di un piccolo albero sempreverde originario dell'India settentrionale, il limone è uno degli agrumi maggiormente coltivati e consumati. La buccia è più o meno spessa, di colore giallo o verdino, la polpa suddivisa in numerosi spicchi ricchi di succo acidulo. Contiene acido citrico, vitamine del gruppo B, C e P. Tra tutti gli agrumi è quello con il più basso contenuto di zuccheri. La buccia contiene vitamina A (assente nella polpa), cumarine, flavonoidi e olio essenziale.
Se ne utilizza il succo per evitare l'annerimento di molti ortaggi e come condimento, in alternativa all'aceto, in vinaigrette, marinate e salse.
Sia il succo sia la buccia sono impiegati nella preparazione di zuppe, brodi, risotti, limonate, dolci, gelatine, canditi, marmellate, liquori, cocktail e aperitivi. 
Calorie: 11 per 100 g.
Proprietà. Il consumo regolare del succo di limone abbassa il livello di zuccheri nel sangue, inoltre è antisettico, battericida, diuretico, astringente, dissetante, tonico del sistema nervoso; grazie al suo contenuto di vitamina C rafforza il sistema immunitario, combatte il raffreddore, il mal di gola e la bronchite e favorisce l'assimilazione del ferro; l'acido citrico presente nel succo di limone stimola la digestione. È utile anche in caso di uricemia e gotta, artrite, reumatismi, arteriosclerosi, obesità, anemia, ipertensione, varici, flebiti, afte, stomatiti, tonsilliti.
Curiosità. Gli agrumi dei quali si ha la più lontana memoria sono il kumquat, il pompelmo e l’Yuzu, ben noti in Cina al tempo dell’imperatore Ta Yu (2205-2197 a.C.). Il primo agrume a giungere in Europa fu il cedro, come ci dice Teofrasto in un suo scritto (310 a.C.) 
Un bicchiere di acqua calda e succo di limone bevuto ogni mattina appena svegli e a digiuno, rappresenta una fonte di benessere in grado di purificare l’organismo. Può essere aromatizzata con una punta di zenzero e curcuma.


MARMELLATA-LIMONI

MARMELLATA DI LIMONI

Ingredienti:

  • 1 kg di limoni
  • 500 g di zucchero
  • acqua q.b.

Lavare con cura i limoni sotto l’acqua corrente, spazzolando bene la buccia. Asciugarli poi con un panno e porli su un tagliere.
Tagliarli quindi a fette molto sottili ed eliminare tutti i semi.
Mettere le fette in una ciotola capiente e ricoprirle di acqua fredda. Coprire poi la ciotola con della pellicola e lasciare le fette a bagno per 24 ore a temperatura ambiente.
Una volta trascorso il tempo di riposo, scolare le fette e ripetere l'operazione, lasciando le fette in ammollo altre 24 ore.
Trascorso un giorno, scolare le fette e metterle in una pentola capiente, ricoperte d’acqua.
Portare a bollore e scolare nuovamente i limoni, questa volta tenendo da parte 350 ml di acqua di cottura. A questo punto rimettere il tutto nella pentola e irrorare con l’acqua di cottura tenuta da parte.
Aggiungere ora lo zucchero e cuocere a fuoco medio per circa 35/40 minuti, mescolando di tanto in tanto.
Una volta pronta trasferire la marmellata di limoni nei vasetti sterilizzati mentre è ancora calda e chiuderli e premendo il disco centrale. A questo punto capovolgerli e lasciarli raffreddare completamente in modo che si crei il sottovuoto.


Francesca Gnemmi
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Itinerario enogastronomico tra le tavole italiane imbandite per le Feste

Itinerario enogastronomico tra le tavole italiane imbandite per le Feste

Itinerario enogastronomico tra le tavole italiane imbandite per le Feste

Lifestyle Di Francesca Gnemmi. Dicembre, il mese delle tavole imbandite, delle grandi abbuffate, del piacere conviviale per eccellenza. Perché per noi italiani il vero piacere è stare con le gambe sotto il tavolo, avere il piatto colmo e, poco dopo, la pancia piena.

L’attesa del piacere è essa stessa il piacere.
Deliziamoci il palato con le parole di un famoso filosofo e drammaturgo tedesco proposte in un noto spot televisivo. Ricordate… quel sorso vermiglio bramato quanto un desiderio tormentato e in un attimo scivolato in gola. Un principio che può valere per i piccoli bocconi dal sapore inestimabile da gustare poco alla volta, ma… La tavola natalizia e il cenone di Capodanno sono tutta un’altra storia.

L’Italia è ricca di tradizioni culinarie: vi propongo un itinerario gastronomico che la percorre da nord a sud dove, durante le feste, ognuno porta in tavola una ricetta diversa.

Cenoni natalizi e di fine anno rappresentano per milioni di famiglie l’occasione di assaporare prodotti tipici di stagione e riscoprire le specialità locali, ai quali siamo tanto affezionati.
Sono tantissimi i piatti della nostra bella Italia, quasi tutti provenienti da una cucina povera capace di offrire, attraverso sapori autentici e sempre diversi, una moltitudine di profumi e aromi. Percorriamo dunque un viaggio virtuale dello stivale alla scoperta dei piatti che ogni anno alimentano la magia delle feste natalizie, attraverso una ricchezza enogastronomica che ci unisce e differenzia e che dovrebbe essere preservata, quale una tra le peculiarità nazionali più rilevanti.

Itinerario enogastronomico tra le tavole mbandte a festa nella nostra penisola.

Nord

Prima tappa la Valle d’Aosta, dove la cucina è ricca e gustosa e la zuppa alla Valpellinese fa da padrona sulle tavole, servita in cocotte di terracotta, fumante e appetitosa. Sapori pieni, quelli delle carni di selvaggina e dei formaggi, la fontina in particolare.
Proseguiamo verso la Liguria dove la tradizione di terra suggerisce torta pasqualina o di bietole, maccheroni ripieni e il cappone magro o coniglio arrosto. Agli appassionati di pesce ampia scelta tra i pescati e gli antipasti di mare.
In Piemonte regna sovrano il menù classico a più portate, dai salumi al vitello tonnato ai sott'olio. Seguono primi piatti di agnolotti al sugo di arrosto e tajarinai ai funghi. Non dimentichiamo i risotti della bassa novarese e vercellese. Ottima la carne bovina piemontese cucinata arrosto o bollita. Il torrone alle nocciole a concludere il lauto pasto.
La Lombardia offre ravioli in brodo o pasta all’uovo ripiena e asciutta. A seguire le carni, dal cappone ripieno agli arrosti, fino alla selvaggina. Antipasti vari e abbondanti tra salumi crudi e cotti. Patria indiscussa del panettone, presente su ogni tavola insieme al torrone.

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Il Veneto non è da meno. Un antipasto di salumi tipici precede i ravioli in brodo di cappone o il risotto al radicchio rosso trevisano. Seguono i lessi misti, il baccalà alla vicentina o l’anguilla in umido con polenta o purea di patate. Tra i dolci non possono mancare il tradizionale Pandoro di Verona e il torrone.
Passando per il Trentino Alto Adige la vigilia e Natale sono caratterizzati dai tradizionali canederli insaporiti con speck Alto Adige e serviti con burro fuso o in brodo. Le carni sono protagoniste dei secondi piatti, con stinco, capriolo e capretto, accompagnati da polenta e patate al forno. Dolce tipico lo strüdel.
Spingendoci fino al Friuli Venezia Giulia in tavola troveremo brovada e muset, una saporita zuppa di rape e cotechino accompagnata da polenta, gnocchi di patate con salsa al Montasio, cappone arrosto e trippa con sugo di carne. I dolci tradizionali sono due, la gubana e il presnitz.

Centro

E si arriva all’Emilia Romagna. Una ricca cena a base di pesce tra il quale spiccano il capitone marinato e le frittelle di baccalà. Il giorno di Natale, dopo un ricco antipasto di salumi, ci si delizia con le paste ripiene in brodo di carne. A Bologna e Modena ci sono i tortellini, nel reggiano e in Romagna i cappelletti, a Parma e Piacenza gli anolini. Non dimentichiamo cotechino e zampone con lenticchie o puré di patate e mostarda.
Anche nelle Marche troviamo il cenone senza carne, con la cosiddetta pasta di magro, degli spaghetti con sugo di olive, alici, tonno e pomodoro. A seguire anguilla alla brace e stoccafisso fritto. Nel pranzo del 25 invece i cappelletti in brodo di carne e i vincisgrassi, cappone arrosto e il tradizionale fritto misto (costolette di agnello, cremini, verdure e naturalmente le olive all’ascolana).
Proseguendo approdiamo in Toscana, terra di abbondanza e tradizione. Lungo le coste l’orientamento della vigilia è verso piatti a base di pesce: baccalà in saor, pasta con vongole o tonno condita con crema di ceci, pesci al forno e i tradizionali dolci natalizi quali i ricciarelli, panpepato e panforte. Il 25 dicembre si prediligono le carni, cappelletti in brodo di cappone, crostini di fegatini, petto d’anatra e tacchino arrosto.
L’Umbria riscopre le antiche tradizioni locali. Il giorno di Natale si festeggia con cappelletti di cappone e piccione in brodo, zuppa di ceci e castagne e cappone bollito. Di dolce il panpepato. Nella zona intorno ad Assisi e Spello è tradizione preparare la rocciata, un dolce di mele simile allo strüdel, mentre a Perugia si fa il torciglione, dolce natalizio a forma di serpente con pasta di mandorle.
In Abruzzo, dopo un’abbondante vigilia a base di pesce, si prosegue con il brodo di Natale, una minestra a base di cardi a cui sono uniti carne miste, uova, formaggio e zuppa imperiale. Nella zona di Teramo si serve un timballo di crespelle fritte farcite di formaggio. Le carni di agnello arrosto e il bollito di manzo sono ricche seconde portate. Dolci, dal parrozzo, dolce a base di mandorle, ai calcionetti fritti fino alle ferratelle.
E arriviamo nel Lazio, regione ricchissima di prodotti golosi. Cenone a base di bruschetta, fritto misto di baccalà, broccoli e carciofi alla romana, capitone marinato, pasta e broccoli in brodo di pesce di arzilla. Per il pranzo di Natale cappelletti in brodo e carni, tra le quali l’abbacchio al forno, il bollito misto e il tacchino ripieno.
In Molise per la vigilia la tradizione vuole che si mangi di magro. Il giorno di Natale una zuppa di cardi, la pizza di Franz in brodo (piccoli pezzi di pizza a base di uova, parmigiano grattugiato e prezzemolo al forno), maccarun ch'i hiucc (maccheroni con cavolfiore, mandorle, mollica di pane, aglio, olio e pepe) e si conclude con i calciuni molisani, buonissimi dolcetti tipici del periodo natalizio.

Sud e isole

In Campania, la sera del 24 non può mancare il baccalà, in pastella e accompagnato da antipasti di salmone marinato e affumicato e polipo all'insalata. Tra le paste gli spaghetti alle vongole. Seguono spigole di mare al sale, capitone e baccalà fritti. Il 25 viene preferita la carne: una minestra maritata in brodo di gallina e il maialino al latte o la gallina imbottita. Grandi sapori i dolci: cassata napoletana, mustacciuoli, struffoli e pastiera.
Anche in Basilicata il baccalà è protagonista della tavola, spesso cucinato lesso e accompagnato da peperoni cruschi e preceduto da una minestra di scarole, cardi e verze cotti in brodo di tacchino e salame arricchita da formaggio. Famosi gli strascinari, pasta corta tirata a mano simile alle orecchiette, al ragù di carne.
In Calabria, uno dei piatti tipici delle feste è la pasta china, una pasta simile alle lasagne o a maccheroni giganti, ripiena di polpettine di vitello, salsiccia piccante al peperoncino, provola dolce, caciocavallo e pecorino. Non può mancare il fritto misto di verdure, con il cavolfiore e i lampascioni, cipolle selvatiche dal sapore amarognolo, capretto al forno con contorno di broccoli saltati con peperoncino.
Natale in Puglia è festa grande. Il pesce è protagonista del cenone della vigilia con anguilla arrostita, baccalà in umido e fritto, servito con i lampascioni e cime di rapa stufate. Il 25 si preferiscono le lasagne al forno seguite da agnello e salsiccia alla griglia. I dolci sono tanti e buoni: dalle pettole, al torrone, i porcedduzzi, dalla frutta secca alla piccola pasticceria di mandorle.
Approdiamo in Sicilia. Anche qui la vigilia è rigorosamente di magro, con pesce. Pasta con le sarde o con le cozze, anguilla e baccalà sono d’obbligo. Il giorno di Natale invece si inizia con le scacce ragusane, i cardi in pastella in brodo di gallina, gli anellini al forno con ricotta, il pasticcio di Natale e tanta carne. Trai dolci c’è l’imbarazzo della scelta: dai buccellati di Enna ai mustazzoli, dalla cassata ai tradizionali cannoli siciliani.
Concludiamo il nostro viaggio in Sardegna. C’è chi cucina solo carne, in particolare il purceddu, famoso maialino sardo, o l’agnello arrosto. In prossimità delle coste la sera della vigilia si mangia pesce. A Natale invece non mancano i culurgiones de casu, ravioli di pecorino fresco con sugo di pomodoro, i salumi e le salsicce. A fine pasto ci sono le pabassinas, dolcetti a base pasta secca e uva passa, mandorle, noci, scorza di limone grattugiata e miele.
E, per finire… Bollicine a tutti! A ogni regione i propri vini, ottimi e unici.
Per una volta accantoniamo dunque le calorie, i valori nutrizionali e le proprietà benefiche. I toccasana che contano durante le feste sono per lo spirito. Una concessione di tanto in tanto fa bene. E, come si dice, alla linea penseremo l’anno venturo!


Francesca Gnemmi
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[Libri] "Com'è il panorama" di Martina Buzio, recensione di Francesca Gnemmi

[Libri] "Com'è il panorama" di Martina Buzio, recensione di Francesca Gnemmi

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Com'è il panorama di Martina Buzio, Echos Edizioni, 2016. Un romanzo d'esordio, un tema delicato e importante, un percorso di dolore e di crescita personale.

Bussa appena. Entra nella mia casa in punta di piedi, narra a bassa voce, quasi sussurra. Le parole di Martina Buzio e la sua voce echeggiano oltre le pagine del libro, riempiendo la stanza di quotidianità, sogni e speranze
La storia di una donna, la storia di un uomo; quella di due famiglie qualsiasi dalle quali ne sboccerà una nuova. È il corso naturale della vita, un ciclo chiuso che sembra essere uguale per tutti. Gioie e dolori, attese e delusioni, stralci di ordinaria normalità. Scatti rubati.
Poi, d’un tratto, l’inaspettato. La scoperta. La lotta con un nemico che non vuole arrendersi. La paura di perdere, di perdersi
Vorrei tenere la mano alla donna smarrita che fatica ad afferrare pensieri, sostenere il peso di uno spirito malato e affranto, porgerle in dono la sicurezza che alla fine si risolverà tutto e il “per sempre” avrà il suo lieto fine. Non posso, vorrei, vorrei tanto, ma non posso. Perché il destino non ha pietà, non guarda in faccia a nessuno e porta via con sé gioia e certezze.
E cosa resta di noi? 
Un’ombra scura che agguanta anche il più piccolo desiderio e lo straccia in mille pezzi, lasciandoci solo ricordi sfocati.
Un tema delicato e importante quello che l’autrice propone nel suo romanzo d’esordio. Un percorso di dolore e di crescita personale. Un tuffo in un passato che sembra essere ancora presente. 
Troppo spesso si ascoltano storie che sfiorano la pelle senza ferire, perché il dolore spetta a qualcun altro. Non sempre però è così e, quando i sacrificati sono coloro che amiamo, non possiamo fare altro che accettare, ma senza mai smettere di lottare. 
Non una lettura qualunque, quindi, ma una lettura per tutti. Nelle poche parole del titolo un timido sorriso, la speranza più pura e semplice. Quel sentimento che va oltre il tempo e non muore mai.


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Com'è il panorama

"Provo ancora di leggere. Ma non ci riesco quasi quqiù". 
Il racconto di Paolina inizia così, con il ritrovamento, nella tasca di un di loden verde, di un testo incerto e sofferto scritto a mano anni prima dal marito malato. 
La protagonista, oramai cinquantenne, racconta la trasformazione della sua vita. Dal primo incontro con Giacomo fino al matrimonio; dalla nascita della figlia Benedetta fino alla scoperta della malattia del marito, seguita dalla straziante discesa nel dolore. 
Un percorso di vita familiare, fra feste da sogno e dolorosi risvegli, ambientato in gran parte nella Firenze attuale. Pensieri, emozioni e stati d'animo raccontati con semplicità e ironia, così come dubbi e domande legate alla precarietà della vita.



di Martina Buzio | Echos Edizioni | Narrativa 
ISBN 978-8898824649 | cartaceo 8,50€ Amazon 


Francesca Gnemmi
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Risotto, tortelli e Halloween: la zucca, proprietà, curiosità e ricette

Risotto, tortelli e Halloween: la zucca, proprietà, curiosità e ricette

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Lifestyle Di Francesca Gnemmi. Risotto, tortelli e Halloween. Quando si parla di zucca è facile pensare ai piatti della tradizione emiliana e alla festa di Ognissanti, ormai adottata anche in Italia.

L’autunno è iniziato ormai da tempo, ma da poco è riuscito a rubare la scena alla coda di una lunga estate che ha faticato a sbocciare e non ne vuole sapere di assopirsi.
Strade illuminate da buffe capocce intagliate che osservano i passanti con espressioni ironiche, bimbi travestiti da far paura hanno fatto incetta di dolciumi e caramelle, mentre esibizioni di cucurbitacee dalle dimensioni abnormi si alternavano a competizioni alla ricerca della forma perfetta. Una tradizione che ha attraversato l’oceano approdando anche in Italia e che ormai dilaga quale festa di tutto rispetto, divertente e versatile, tra grandi e piccini.
Tagliato il traguardo della serata in maschera, il calendario ortolano suggerisce che la zucca trovi in realtà consumo durante l’intero autunno, a partire dalla fine di settembre fino ai primi mesi invernali, concentrandosi in particolare in quello di novembre.
Esiste forse ortaggio più versatile? Ne mangiamo i semi e la polpa, mentre la buccia può essere conservata e utilizzata come contenitore. Quindi, come si diceva una volta, non si butta via niente!

Zuppe, risotto, pasta fresca e dolci: la zucca è versatile e ricca di vitamine e minerali, oltre ad avere proprietà antidiabetiche e antipertensive.

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Che sia d’Albenga, Napoli o Chioggia, che si tratti di una Berrettina Piacentina o di una Butternut Rugosa, la tipicità regna sovrana e ogni zona del nostro Paese vanta la propria varietà di zucca. Tutte dai colori intensi, che vanno dall’ocra all’arancio vivace, fino alle sfumature del giallo.
Gli impieghi in cucina sono molteplici e i risultati sempre ottimi. Dalle zuppe, al risotto, alla pasta fresca. Originale nei ripieni di carne e divertente e alternativa con i legumi e il pesce. I semi possono essere essiccati e utilizzati sia in panetteria sia insieme ad altri semi per ricette salate e non. Impossibile non accennare alle torte a base di zucca, dal sapore unico e ricco, mentre l’abbinamento con gli amaretti risulta vincente dall’antipasto al dessert.
Semplice ma gustosa come contorno. Delicata nelle creme e sfiziosa in altre mille preparazioni.
Caduta in piedi per ogni scelta, dunque.
Un concentrato di benessere che integro si conserva per mesi. Una volta aperta invece è bene riporre la zucca in frigorifero e consumarla nell’arco di pochi giorni.
La zucca è buona ma, soprattutto, è un alimento sano che fa bene. È nutriente senza essere grasso (18 calorie per 100 g) e il suo gusto particolare invoglia a consumarne a volontà.
Proprietà. La sua polpa contiene diverse vitamine, in particolare pro-vitamina A, vitamina E e vitamina C. Ricca di sali minerali ed enzimi benefici, per le sue proprietà lassative la zucca viene consigliata in caso di stitichezza e di irregolarità intestinale. Il suo consumo permette inoltre di migliorare la digestione e l'eliminazione delle tossine di intestino e fegato.
Alcuni degli amminoacidi di cui è ricca sono sedativi e antistress e possono rivelarsi d’aiuto per chi conduce una vita frenetica e la sera fatica a prendere sonno.
I semi, da consumare previa tostatura, annoverano un prezioso contenuto di lecitina, tiroxina, fosforo, vitamina A e vitamine del gruppo B. Insieme all’olio di zucca, date le proprietà lenitive e antiossidanti di entrambi, vengono utilizzati in cosmesi nella preparazione di creme e maschere anti invecchiamento.
Curiosità. Originaria dell'America Centrale, i semi più antichi, ritrovati in Messico, risalgono al 7000-6000 a.C. Nel nord del continente americano rappresentava un alimento base della dieta degli Indiani. Insieme alla patata e al pomodoro, è stato uno dei primi ortaggi esportati dopo la scoperta dell'America.

tortelli-zucca

TORTELLI ALLA ZUCCA ALLA MANTOVANA

Per 4 persone:

  • 6 etti di zucca
  • 2 etti e ½ di mostarda mantovana
  • 2 etti di amaretti
  • 1 uovo (intero se l’impasto è sodo, altrimenti solo il tuorlo)
  • 1 etto di formaggio grana grattugiato
  • noce moscata
  • sale fino e pepe q.b.


Preparazione del ripieno. Tagliare la zucca a pezzi, mondata dei semi, metterla in forno a 220 gradi e toglierla quando, provando di tanto in tanto, la forchetta entra bene nella polpa.
Lasciarla raffreddare nel forno poi, con un cucchiaio, spolparla raccogliendo solo la polpa che andrà schiacciata con una forchetta, il passaverdure o lo schiaccia patate.
Macinare con il tritacarne (filiera a fori piccoli) la mostarda, pescando i pezzi con la forchetta e sgocciolandoli dal sugo, che può essere aggiunto dopo se l’impasto è troppo sodo.
Unire il tutto alla zucca e mescolare bene, poi aggiungere la noce moscata, il formaggio, gli amaretti sbriciolati finemente e il sale; mescolare ancora bene e controllare la consistenza per regolarsi con l’uovo, che sarà ora aggiunto.
Lasciar riposare in frigorifero per una notte e toglierlo un poco di tempo prima dell’uso.

Per la preparazione della pasta fresca seguire la ricetta classica della pasta all’uovo.

Dopo aver dato forma ai ravioli, farli cuocere in acqua bollente per qualche minuto, scolare delicatamente e servire in un piatto largo con abbondante burro fuso, pepare e cospargere il tutto con una manciata generosa di grana grattugiato.


Francesca Gnemmi
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I funghi: proprietà, curiosità e ricette

I funghi: proprietà, curiosità e ricette


Lifestyle Di Francesca Gnemmi. I funghi, uno dei doni più preziosi della terra, signori dei boschi, sulle nostre tavole con tante sfiziose ricette.

L’autunno è iniziato ormai da qualche settimana, ma da poco è riuscito a rubare la scena alla coda di una lunga estate che ha faticato a sbocciare e non ne vuole sapere di assopirsi.
Aspettavamo impazienti l’aria frizzante del primo mattino e la luce fioca che accompagna i tramonti. Il calore delle maglie di lana e il vento fresco e pulito tra i capelli.
I raccolti stanno terminando e i campi si preparano a un lungo sonno ristoratore.
La terra offre i suoi doni più preziosi. Nonni e bambini sono alla ricerca di frutti nascosti in simpatici ricci, camminatori esperti perlustrano sentieri incantati e cani segugi fiutano l’oro del sottobosco.
La stagione delle foglie cadenti porta in tavola un’esplosione di gusti e colori, aromi e consistenze. Tra tutte le sue prelibatezze lo sguardo cade sul più timido dei tesori, quello che si fatica a scovare ma si assapora con passione.
Anelato dagli studiosi per la complessità dell’universo in cui cresce, bramato dagli chef e dalle buone forchette poiché si concede a tutte le tasche e a tutti i palati, compresi quelli più esigenti. Amato dai bambini, se non nel piatto nella fantasia fanciulla, come casa di gnomi e fate.
Signore e signori, il sovrano del proprio regno: il fungo.

I funghi: una famiglia davvero numerosa, che porta in tavola numerose varietà ma con analoghe caratteristiche.

Mentre gli Champignon possono essere coltivati in serra e si trovano in commercio tutto l’anno, i Porcini, i Chiodini, gli Ovoli e altre specie boschive sono raccolti e venduti freschi in prevalenza nel periodo autunnale.
Svariati sono gli impieghi in cucina. Ottime le cappelle dei porcini impanate e fritte, deliziosa la pasta fatta in casa con il ragù di funghi, da leccarsi i baffi i contorni a brasati e stufati. Si accompagnano bene alle tagliate e alla selvaggina, così come brindano in un connubio perfetto con i risotti. Sfiziosa la pizza e golosa la polenta. Delicate le creme e d’effetto l’incontro con le uova. Ogni scelta sembra essere azzeccata.
Possono essere essiccati e conservati. Utilizzati per gli umidi o per i primi piatti. Non dimentichiamo le conserve sott’olio e i sughi.
Oltre a essere un ingrediente prelibato rappresenta un alimento ricco di proprietà nutritive. Indicato nelle diete per la minima quantità di calorie apportate ( tra 20 e 25 per 100 g), può essere gustato crudi o cotti, a seconda della specie. 
Proprietà. Sono fonte di sali minerali, quali potassio, fosforo, rame e selenio. Ricchi di un buon numero di vitamine del gruppo B e di sostanze antiossidanti, sono utili per contrastare l’invecchiamento e le malattie cardiovascolari. Favoriscono inoltre il contrasto degli accumuli di colesterolo nei vasi sanguigni. Un vero toccasana naturale al cambio di stagione.
Curiosità. Le loro proprietà probabilmente erano già conosciute dagli antichi egizi. I funghi erano infatti ritenuti un alimento prelibato e benefico, degno di un faraone.

VELLUTATA DI CHAMPIGNON
AL PROFUMO DI ERBA CIPOLLINA

Per 2-3 persone:

  • 400 g di funghi Champignon
  • 40 g di burro
  • 4 cucchiai di panna liquida
  • 2 cucchiai di farina o amido
  • 1 litro di brodo vegetale
  • 1 spicchio d’aglio
  • Erba cipollina fresca
  • Sale, pepe, olio e.v.o.

Pulire i funghi, asciugarli bene e affettarli. Sciogliere il burro in una casseruola e unire aglio e funghi. Rosolarli per qualche minuto, poi togliere l’aglio e qualche fettina di fungo.
Spolverizzare la farina e unire poco alla volta il brodo caldo.
Mescolare e proseguire la cottura a fuoco basso per una decina di minuti, salando e pepando.
Spegnere il fuoco, versare la panna e una parte dell’erba cipollina tritata finemente; poi frullare il tutto fino a renderlo un composto omogeneo.
Impiattare e guarnire con i funghi tenuti da parte, un pizzico di erba cipollina e un filo d’olio.


Francesca Gnemmi
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Recensione: Come vento ribelle, di Francesca Prandina

Recensione: Come vento ribelle, di Francesca Prandina

Come vento ribelle di Francesca Prandina, Butterfly Edizioni, 2014. Una donna coraggiosa, indipendente, pronta a difendere la propria libertà, sullo sfondo della Guerra di Secessione americana.

Se fossi padre e dovessi prenderti cura della tua unica figlia femmina mentre presti servizio per l’esercito, come ti comporteresti? Se il forte dove vivi si trovasse in America e corresse l’anno 1858, non sarebbe semplice conciliare gli impegni militari con le esigenze familiari di una ragazzina che non ha intenzione di diventare una signorina per bene, legata all’etichetta del galateo come si converrebbe a una giovane che si appresta a fare il proprio esordio in società.
Pericolosa e affilata come una lama a doppio taglio, è la responsabilità di cui il capitano John Becker si trova investito dopo essere stato abbandonato dalla moglie, che dopo anni di vita spartana ha preferito tornare agli agi della città.
Certo, quel piglio impertinente avrebbe dovuto essere smussato e camuffato da una bella dose di buone maniere. Ma non voleva che sua figlia diventasse una donnicciola paurosa, senza carattere, destinata a soccombere alle durezze di quella vita frustrata perennemente per gli agi che le mancavano.
Un affresco della Guerra di Secessione americana che fa da sfondo alla nascita di un sentimento sempre in crescendo. Un legame forte, pronto a sbocciare come un bucaneve che fa capolino tra un manto di neve fredda e compatta. L’affetto che Sabrina nutre per i suoi fratelli la spingerà ad andare conto ogni convenzione, a sfidare il pericolo e la morte, crescendo in un mondo prettamente maschile dove non c’è posto per le giovani donne.
Sabrina l’anticonformista, Sabrina la ribelle, Sabrina pronta a sacrificarsi per difendere onore e patria.
Una storia appassionante, dalla narrazione ricca di dettagli e coinvolgente. Un’analisi profonda e minuziosa delle dinamiche familiari dell’epoca; un romanzo di formazione da leggere tutto d’un fiato, capace di catapultare il lettore in un’epoca passata, dove vigeva una quotidianità profondamente diversa da quella odierna, ma in cui i rapporti erano complicati come lo sono ai giorni nostri.

Come-vento-ribelle-Francesca-Prandina

Come vento ribelle

Nevada, 1858. Sabrina è una ragazzina vivace e ribelle che vive con sua madre Marie in terra di frontiera. Cresciuta separata dal padre, ufficiale dell'esercito, e dai suoi fratelli, si trova costretta a seguirli al Forte quando Marie parte per Boston per accudire la madre malata. Quell'ambiente prettamente maschile le farà mettere in discussione l'educazione femminile che la madre le aveva inculcato e la relativa libertà conquistata le donerà momenti spensierati in compagnia dei suoi fratelli. Tuttavia, la guerra tra Nordisti e Sudisti giungerà presto a disturbare la sua quiete e lei, giovane e testarda, passerà attraverso i dolori più atroci pur di affermare il suo ruolo di donna in una società patriarcale che può soltanto condurre guerre e rinnegare la pace. 
Francesca Prandina traccia il profilo di una donna coraggiosa pronta a tutto, anche ad arruolarsi, pur di non chinare il capo e di conquistare la propria indipendenza, in un romanzo sconvolgente che ricorda al lettore tutte quelle donne che, come Sabrina, hanno contribuito a restituire al genere femminile il suo diritto alla vita e alla libertà.

di Francesca Prandina | Butterfly Edizioni | Romanzo storico
ISBN 978-8897810360 | cartaceo 16,90€ | ebook 3,99€ Acquista


Francesca Gnemmi
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Recap estate: i 10 libri che ci sono piaciuti di più

Recap estate: i 10 libri che ci sono piaciuti di più

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I 10 libri, usciti quest'estate in libreria, che ci sono piaciuti di più.

L’estate è agli sgoccioli e molti sono stati i libri usciti nel 2016 scelti e apprezzati dai lettori durante i mesi appena passati. Romanzi densi di emozioni, pagine di ricordi, misteri da svelare o viaggi nella storia o alla scoperta di se stessi.
Alcuni ve li abbiamo già suggeriti: Che c'è di nuovo in libreria ad agosto? 5 libri da non perdere Che c'è di nuovo in libreria a luglio? 5 libri da non perdere. Vorremmo ora riproporre alcuni titoli, tra quelli trovati in libreria, che ci sono piaciuti di più, spaziando nei vari generi: dal romance, al poliziesco, allo psicologico e passando attraverso lo storico e il thriller. A ognuno il preferito.


L-altro-capo-del-filo

L'altro capo del filo

di Andrea Camilleri
Sellerio
cartaceo € 10,50

La nuova indagine del commissario Montalbano. A Vigàta si susseguono gli arrivi di migranti e tutto il paese è coinvolto nel dare aiuto. Il commissario e i suoi uomini non si risparmiano. Poi una notte mentre Montalbano è al porto per il consumarsi di una ennesima tragedia del mare, un’altra tragedia lo trascina via dal molo: nella più rinomata sartoria del paese è stata ritrovata la sarta Elena trucidata a colpi di forbici.

A Vigàta, Montalbano è impegnato nella gestione degli sbarchi, nei soccorsi ai migranti, nello smascheramento degli scafisti. Ha la collaborazione del commissariato, di vari volontari, e di due traduttori di madrelingua. Si prodigano tutti. Si sacrificano, tra tenacia e spossatezza. Catarella si intenerisce, si infervora, e mette a disposizione delle operazioni caritatevoli la sua innocente quanto fragorosa rusticità. Il lettore procede, compunto, con il passo del pellegrino. E non si accorge che dietro le pagine si sta armando un romanzo perfettamente misterioso. Persino Montalbano viene colto di sorpresa. L’arrivo felpato del delitto gli dà il soprassalto. Si ritrova all’improvviso con un «gomitolo» in mano, inestricabile, che pretende di interagire con i suoi sogni abitati in quei giorni da gatti arruffati, pronti alla zampata, o che con negligente sicurezza giocano a liberare il bandolo di una palla di filo. Salvatore Silvano Nigro

Il-segreto-di-Helena

Il segreto di Helena

di Lucinda Riley
Giunti
cartaceo € 14,90

Tanto atteso e finalmente disponibile il terzo capitolo della saga del “Le Sette sorelle” dell’autrice irlandese più amata degli ultimi tempi. Sette libri, ciascuno dei quali dedicato alla storia di una bambina adottata da un padrino misterioso e cresciuta in una verde e ridente Svizzera insieme alle sorelle acquisite.
Questa volta è Helena a dover scoprire indizi sul proprio passato e a rimettere insieme i cocci della sua famiglia d’origine. Un viaggio tra le colline cipriote, sapientemente dipinto con i toni delicati ma decisi della natura e quelli intensi dell’animo umano.
Sono passati più di vent'anni da quando Helena, allora quindicenne, trascorse un'indimenticabile estate nell'isola di Cipro, dove, circondata da distese di olivi e da un mare color smeraldo, si innamorò per la prima volta. Dopo una carriera di ballerina classica, Helena vive a Londra con il marito William e tre figli, e non può certo immaginare che il suo padrino, alla morte, le ha lasciato in eredità ''Pandora'', la grande, magnifica tenuta sulle colline cipriote. Helena non resiste alla tentazione di tornare sull'isola con la famiglia, pur sapendo che i molti segreti custoditi da quel luogo potrebbero, proprio come il vaso della leggenda, scatenare una tempesta su tutti loro. In particolare sul figlio tredicenne Alex, sensibile e ribelle, sul cui passato ha sempre preferito tacere...
Con "Il segreto di Helena" Lucinda Riley ci trasporta su una delle più affascinanti isole del Mediterraneo, regalandoci un intenso romanzo d'amore pieno di colpi di scena, segreti, emozioni, per un'estate da non dimenticare.

7-7-2007-libro

7-7-2007

di Antonio Manzini
Sellerio Editore
cartaceo € 14,00

Spunta tra i polizieschi più apprezzati l’ultimo romanzo di Antonio Manzini, già proposto nel mese di agosto quale lettura “giallo italiano”.
Insolita scelta quella di ambientare il suo nuovo giallo in un’epoca passata rispetto al quotidiano del suo personaggio di spicco. Ritroviamo infatti Rocco Schiavone, il poliziotto più scorbutico della narrativa, quattro anni prima del presente, quando la moglie non era ancora deceduta e lui ancora riconosceva la felicità delle piccole cose. Un’indagine coinvolgente e coincidenze che non si possono sottovalutare, un romanzo carico di suspense.
Rocco Schiavone è il solito scorbutico, maleducato, sgualcito sbirro, ma in questo è anche, a modo suo, felice. E infatti qui siamo alcuni anni prima, quando la moglie Marina non è ancora diventata il fantasma del rimorso di Rocco: è viva, impegnata nel lavoro e con gli amici, e capace di coinvolgerlo in tutti gli aspetti dell’esistenza. Prima di cadere uccisa. E qui siamo quando tutto è cominciato.
Nel luglio del 2007 Roma è flagellata da acquazzoni tropicali e proprio nei giorni in cui Marina se ne è andata di casa perché ha scoperto i «conti sporchi» di Rocco, al vicequestore capita un caso di bravi ragazzi. Giovanni Ferri, figlio ventenne di un giornalista, ottimo studente di giurisprudenza, è trovato in una cava di marmo, pestato e poi accoltellato. Schiavone comincia a indagare nella vita ordinata e ordinaria dell’assassinato. Giorni dopo il corpo senza vita di un amico di Giovanni è scoperto, in una coincidenza raccapricciante, per strada. Matteo Livolsi, questo il suo nome, è stato finito anche lui in modo violento ma stavolta una strana circostanza consente di agganciarci una pista: non c’è sangue sul cadavere. Se fosse la storia di un balordo solitario, sarebbe troppo liscia. Rocco invece ha un appuntamento con il fato tragico, e non sa di averlo. E quell’appuntamento gli lascia in eredità un nemico appostato quasi dieci anni dopo, quando, finito il ricordo, si ritorna al presente e Rocco ha da chiudere definitivamente il caso.
Il ritmo dei noir di Antonio Manzini dà il senso di un meccanismo dai mille ingranaggi che non perde mai un colpo, che gira all’unisono col travaglio esistenziale di un personaggio che resta nella mente, mentre lo sguardo di chi lo muove si posa critico e triste sulla realtà sociale dei tempi che corrono.

L-abbazia-dei-cento-inganni

L'abbazia dei cento inganni

di Marcello Simoni
Newton Compton Editori
cartaceo € ,42

Ferrara, inverno 1349. Un’inquietante processione di gente incappucciata si aggira nelle selve vicino alla città, terrorizzando chiunque abbia la sfortuna d’imbattervisi. E mentre si diffondono voci su riti satanici e segni dell’apocalisse, c’è chi scorge in quelle apparizioni un astuto complotto. Tra loro anche l’impavido cavaliere Maynard de Rocheblanche che, con l’appoggio della Santa Inquisizione, intraprende un’indagine per cercare di far luce sulla verità. L’impresa si rivelerà tuttavia più difficile del previsto, perché sono molti i prelati più interessati ai suoi segreti che a risolvere il caso. Maynard è infatti l’unico custode del mistero più grande della cristianità, la leggendaria reliquia attribuita a Gesù, ilLapis exilii. E questa volta, privato dell’appoggio dell’abate di Pomposa, potrà fare affidamento solo sulla sorella, la monaca Eudeline, per difendere se stesso e i propri amici e cercare di svelare l’intrigo che lo coinvolge…

La-baia

La baia

di James A. Michener
Edizioni E/O
cartaceo € 19,50

Il grande romanzo della storia americana.
Un viaggio che inizia nel 1600, che solca oceani profondi e i mari scostanti dell’essere umano, alla scoperta del Nuovo Mondo. Una storia epica e appassionante che ci porta alla scoperta delle radici storiche e culturali degli Stati Uniti d'America.
È il 1608 quando Edmund Steed mette piede per la prima volta nel Nuovo Mondo. Cattolico, onesto, laborioso, dopo anni di durissimo lavoro diventerà il capostipite di una delle dinastie di imprenditori più in vista del Paese. Le sue strade si incroceranno con quelle dei Paxmore, famiglia di quaccheri simbolo della coscienza puritana d’America. E con la discendenza dei Turlock, uomini coraggiosi e pronti a tutto, emblema della voracità dello spirito statunitense. Attraverso la storia secolare di queste tre famiglie, Michener affronta i grandi temi della storia americana, generazione dopo generazione. Dal coraggio dei primi coloni che si insediarono sulle coste del Maryland, allo scandalo del Watergate, passando per la dichiarazione d’indipendenza e la guerra di secessione. Una storia epica e appassionante che ci porta alla scoperta delle radici storiche e culturali degli Stati Uniti d’America.
Una saga familiare che si racconta attraverso le vicissitudini di tre famiglie, generazione dopo generazione.
Un romanzo celebre e ambizioso, un'opera fondamentale per conoscere e capire uno dei Paesi più potenti del mondo.

La-ragazza-senza-ricordi

La ragazza senza ricordi

di C.L. Taylor
Longanesi
cartaceo € 18,60

Una storia da scoprire pagina dopo pagina.
Il passato non ci abbandona mai, nemmeno se lo seppelliamo sul fondo di un baule nascosto in una soffitta calda e polverosa. Nessuno è al sicuro.
Jane Hughes, la protagonista, si ritrova a fare i conti con la verità, con la vita dalla quale anni prima è fuggita, dai fantasmi della propria adolescenza. Senza guardarsi indietro non è possibile andare avanti, soprattutto quando il presente è fondato su una menzogna.
Jane ha un compagno che la ama, un lavoro in un centro per animali randagi e vive in un piccolo cottage nel Galles. È una donna realizzata e felice, come tante, ma la sua vita si fonda su una menzogna. Perché Jane Hughes non esiste. Cinque anni prima era partita per un viaggio in Nepal con le sue migliori amiche. Quattro ragazze molto diverse l’una dall’altra ma legate da un’amicizia di lunga data, capace di resistere agli anni dell’adolescenza e dell’università, seppure a volte in fragile equilibrio. Doveva essere la vacanza della vita, fatta di yoga, meditazione e splendidi panorami, una settimana che avrebbe dovuto trasformarsi in un ricordo meraviglioso, ma che si è rivelata un incubo. Perché da quel viaggio due delle quattro ragazze non sono più tornate.
Jane pensa di essersi lasciata tutto alle spalle, di poter ricominciare a vivere con una nuova identità, di dimenticare quello che è accaduto, ma qualcuno non ha intenzione di permetterglielo. Qualcuno che sa la verità su quella terribile settimana e che è tornato per tormentarla, per distruggere tutto quello che Jane ha faticosamente ricostruito.
Per difendere se stessa e le persone che ama, Jane dovrà affrontare l’incubo del suo passato e rivivere tutto quello che è successo tra quelle montagne…

Caffe-amaro

Caffè amaro

di Simonetta Agnello Hornby
Feltrinelli Editore
cartaceo € 11,90

Gli occhi grandi e profondi a forma di mandorla, il volto dai tratti regolari, i folti capelli castani: la bellezza di Maria è di quelle che gettano una malìa su chi vi posi lo sguardo, proprio come accade a Pietro Sala – che se ne innamora a prima vista e chiede la sua mano senza curarsi della dote – e, in maniera meno evidente, all’amico Giosuè, che è stato cresciuto dal padre di lei e che Maria considera una sorta di fratello maggiore. Maria ha solo quindici anni, Pietro trentaquattro; lui è un facoltoso bonvivant che ama i viaggi, il gioco d’azzardo e le donne; lei proviene da una famiglia socialista di grandi ideali ma di mezzi limitati. Eppure, il matrimonio con Pietro si rivela una scelta felice: fuori dalle mura familiari, Maria scopre un senso più ampio dell’esistenza, una libertà di vivere che coincide con una profonda percezione del diritto al piacere e a piacere. Attraverso l’eros, a cui Pietro la inizia con sapida naturalezza, arriva per lei la conoscenza di sé e dei propri desideri, nonché l’apertura al bello e a un personalissimo sentimento della giustizia. Durante una vacanza a Tripoli, complice il deserto, Maria scopre anche di cosa è fatto il rapporto che, fino ad allora oscuramente, l’ha legata a Giosuè. Comincia una rovente storia d’amore che copre più di vent’anni di incontri, di separazioni, di convegni clandestini in attesa di una nuova pace.
Dai Fasci siciliani all’ascesa del fascismo, dalle leggi razziali alla Seconda guerra mondiale e agli spaventosi bombardamenti che sventrano Palermo, Simonetta Agnello Hornby insegue la sua protagonista, facendo della sua storia e delle sue scelte non convenzionali la storia di un segmento decisivo della Sicilia e dell’Italia.

Il-senso-della-vita

Il senso della vita

di Irvin D. Yalom
Neri Pozza
cartaceo € 17

Irvin D. Yalom offre al lettore una selezione di sei storie tra le tante affiorate nei suoi cinquant'anni di pratica analitica, conducendolo lungo i sentieri delle emozioni umane, così come si rivelano nell'affascinante e complessa relazione tra paziente e psichiatra.
Formazione della personalità, delusioni, complessità dei rapporti familiari.
Questi e altri i temi affrontati in un’opera di merito e di rivelazione per la sua figura di medico ed essere umano.
Le sei storie contenute in questo volume toccano momenti cruciali dell’esistenza, come nel caso di Paula, una malata terminale che svela a Yalom come la paura sia soltanto uno dei tanti colori che illuminano il nostro lungo addio alla vita. Concernono i nodi fondamentali dello sviluppo e della formazione della personalità, come nel caso di Magnolia, una settantenne afroamericana che, confessando le proprie delusioni e il proprio passato di figlia abbandonata, offre all’autore l’occasione per riflettere sulla relazione con la propria madre; o come nel caso di Myrna, in cui il confronto con i rispettivi lutti genitoriali giunge, per paziente e medico, attraverso una vicendevole attrazione erotica. Riguardano i disturbi della sfera emotiva, come nella vicenda di Irene, un chirurgo intelligente e di successo, che si scopre incapace di superare la morte del marito utilizzando le sole armi del suo raziocinio.
Selezionando sei storie tra le tante affiorate nei suoi cinquant’anni di pratica analitica, Yalom conduce il lettore lungo i sentieri delle emozioni umane, così come si rivelano nell’affascinante e complessa relazione tra paziente e psichiatra. E, attraverso una scrittura capace di affrontare con levità i temi del lutto, del dolore e della perdita, ma anche quelli del coraggio, della guarigione e dell’autoconsapevolezza, tesse, come Oliver Sacks, i labirintici fili della coscienza in un arazzo molto più ricco e solenne.

Dopo-di-te

Dopo di te

di Jojo Moyes
Mondadori
cartaceo € 16,30

Quando finisce una storia, ne inizia un'altra.
Come si fa ad andare avanti dopo aver perso chi si ama? Come si può ricostruire la propria vita, voltare pagina?
Per Louisa Clark, detta Lou, come per tutti, ricominciare è molto difficile. Dopo la morte di Will Traynor, di cui si è perdutamente innamorata, si sente persa, svuotata.
È passato un anno e mezzo ormai, e Lou non è più quella di prima. I sei mesi intensi trascorsi con Will l'hanno completamente trasformata, ma ora è come se fosse tornata al punto di partenza e lei sente di dover dare una nuova svolta alla sua vita.
A ventinove anni si ritrova quasi per caso a lavorare nello squallido bar di un aeroporto di Londra in cui guarda sconsolata il viavai della gente. Vive in un appartamento anonimo dove non le piace stare e recupera il rapporto con la sua famiglia senza avere delle reali prospettive. Soprattutto si domanda ogni giorno se mai riuscirà a superare il dolore che la soffoca. Ma tutto sta per cambiare.
Quando una sera una persona sconosciuta si presenta sulla soglia di casa, Lou deve prendere in fretta una decisione. Se chiude la porta, la sua vita continuerà così com'è: semplice, ordinaria, rassegnata. Se la apre, rischierà tutto. Ma lei ha promesso a se stessa e a Will di vivere, e se vuole mantenere la promessa deve lasciar entrare ciò che è nuovo.
Questo romanzo appassionante e mai scontato è l'attesissimo seguito del bestseller internazionale Io prima di te. Jojo Moyes ha deciso di scriverlo dopo che per tre anni è stata letteralmente sommersa dalle lettere e dalle e-mail di lettori che le chiedevano che fine avesse fatto l'indimenticabile protagonista Lou.

eccomi-libro

Eccomi

di Jonathan Safran Foer
Guanda
cartaceo € 22,00

Ambientata a Washington durante quattro, convulse settimane, "Eccomi" è la storia di una famiglia in crisi.
Mentre Jacob, Julia e i loro tre figli sono costretti a confrontarsi con la distanza tra la vita che desiderano e quella che si trovano a vivere, arrivano da Israele alcuni parenti in visita.
I tradimenti coniugali veri o presunti, le frustrazioni professionali, le ribellioni adolescenziali e le domande esistenziali dei figli, i pensieri suicidi del nonno, la malattia del cane: tutto per Jacob e Julia rimane come sospeso quando un forte terremoto colpisce il Medio Oriente, innescando una serie di reazioni a catena che portano all'invasione dello stato di Israele.
Di fronte a questo scenario inatteso, tutti sono costretti a confrontarsi con scelte a cui non erano preparati, e a interrogarsi sul significato della parola casa.



Francesca Gnemmi
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