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[Libri] “La luce delle trappole” di Federica Dotto, recensione di Liliana Sghettini

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La luce delle trappole di Federica Dotto, Montedit Edizioni, 2016. Una silloge di stati d'animo verso la vita e il mondo.

La Natura è protagonista indiscussa nella raccolta La luce delle trappole” di Federica Dotto. Una silloge di trentacinque componimenti con i quali l'autrice si è aggiudicata il terzo premio e la pubblicazione al concorso di poesia di Montedit Edizioni.
L'autrice manifesta attraverso un linguaggio metaforico i suoi stati d'animo verso la vita e verso il mondo. Il suo sentire è evidentemente espresso in simbiosi con immagini che il lettore può trarre osservando paesaggi reali e immaginari
Non è certo un linguaggio immediato quello che ci propone l'autrice, ma ricercato nei suoi significati che traspaiono solo dopo varie letture. Così come ne “La luce delle trappole” componimento che dà il titolo alla raccolta, ci insinua una speranza di cambiamento per il mondo e per i suoi tanti animi superficiali:
Io m'abbandono ogni notte credendo che il mare s'accenda di foreste....
Ci mostra invece se stessa in Il mio nido” con il quale ci induce a riflettere sull'appartenenza al mondo che, benché colmo di sofferenza, è sempre luogo accogliente per l'essere umano che vi ritrova una dimora, una sua personale dimensione: 
... e non mi preoccupo se marciranno le mani.
L'uomo è parte della terra e la terra è parte dell'uomo.
E si interroga sulle contraddizioni della vita nel componimento “Attenetevi alla pazzia del mondo” lasciando del resto tanti interrogativi irrisolti e al lettore la preziosa possibilità di trarre le sue conclusioni: 
Attenetevi alla pazzia del mondo che fa le stagioni furiose impetuose di nuovo sangue...

Federica Dotto, poetessa dell'anima.

L'autrice si avventura in significati più espliciti con la poesia “Segrete solitudininella quale dice: 
Perduta è la pace, scoppi di fucile sono spilli che cadono... 
dove pare che solo le donne diano barlumi di speranza e ragione salvifica.
Ma Federica Dotto esprime anche apertamente una pena d'amore nel componimento Sorrideva ancoraquando parla di un innamorato carnefice che pare gongolare nella sofferenza dell'amata trafitta e offesa dall'abbandono: 
Sorrideva quando il cielo si rabbuiò e tutti i fuochi si spensero...
E non si ferma qui nell'esplicitare sentimenti di sofferenza perché anche nei componimenti che seguono e fino al termine della silloge, sempre con un linguaggio colto ma a volte non di facile fruizione per un grande pubblico, continua ad “urlare” emozioni come una poetessa, a mio avviso, deve fare.
Cari lettori vi auguro una buona lettura di questa silloge che, se vorrete, vi presenterà una giovane e talentuosa autrice: Federica Dotto.


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La luce delle trappole

Se la poesia di Federica Dotto fosse musica, sarebbe una lirica d’arpa celtica, nella quale gli aspetti magici e favolistici della natura hanno un’armonia quasi esoterica, abbracciando un continuo colloquio mistico con le energie primordiali del sé, rivisitando la nascita, la vita, la morte. 
Ciò che è amaro nei versi dell’autrice, è temprato dalla consapevolezza sotterranea dell’inscindibile unione tra il poeta e il cosmo, tra i versi e gli archetipi universali, in un idillio che rinnova la speranza salvifica di sfuggire alla tristezza d’essere, attraverso un rapporto totale con se stessi, sfidando gli abissi e i demoni interiori.
 La poetessa usa un linguaggio colto, con una modulazione che al primo sguardo può apparire criptica e intimistica, ma la musicalità dei versi ci trascina in una danza dove ogni aspetto dell’esistenza umana è lungamente macerato e sofferto, bilanciato e armonizzato.
 Dietro ad ogni fenomeno naturale c’è un’equivalenza spirituale: tale corrispondenza è immediata, simultanea, cromaticamente e figurativamente affine.
Ecco dunque che la sofferenza si eleva come un canto inevitabile, ergendosi come un Titano al di sopra delle miserie umane, delle banalità che tanto sconfiggono la brama di cielo del poeta.
 La luce delle trappole è il bagliore illusorio di ciò che la vita ci dà e ci toglie, ma anche l’ispirazione celeste e ardita di Federica Dotto, poetessa dell’anima.

di Federica Dotto | Montedit Edizioni |  Poesia
ASIN B01HD6MDFI | ebook 3,99€ Acquista

Liliana-Sghettini

Liliana Sghettini
Dottore Commercialista. Appassionata lettrice, si avvicina alla scrittura con alcune pubblicazioni di racconti brevi e scritti epistolari.
Impegnata nella scuola come rappresentante dei genitori, si interessa di pedagogia, didattica e psicologia.
Scrive recensioni, racconti, poesie e favole in compagnia di sua figlia, fonte inesauribile di ispirazione oltre che compagna di lettura.



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