Gli scrittori della porta accanto

"Ti ricordi la casa rossa?" di Giulio Scarpati, recensione di Beatrice Rurini

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Ti ricordi la casa rossa? Lettera a mia madre di Giulio Scarpati, Mondadori, 2014. La madre malata di Alzheimer perde i ricordi, il figlio glieli riporta uno ad uno.

Un aspetto degli attori famosi è che spesso nascondono la polvere sotto il tappeto. In questo caso Giulio Scarpati porta a conoscenza del grande pubblico (a chi non verrebbe voglia di leggere i retroscena della vita di uno di loro?) la malattia di un famigliare, in questo caso la madre. E la racconta con alcuni flashback per riportare a galla quello che la memoria della madre va eliminando.
Sì, perché l'Alzheimer può colpire tutti indistintamente.
Allora si ricorre a piccoli escamotage, come ricordare un luogo, un colore, un profumo o un cibo. Scarpati ripropone la sua vita nel periodo estivo, vissuta nel Cilento con la madre, i viaggi cui partivano stipati sulla piccola auto per raggiungere Licosa, luogo di villeggiatura consueto. Al seguito c'erano anche il gatto e i polli, che erano considerati di famiglia.
Il luogo è descritto minuziosamente, come altrettanto i vicini. Ogni personaggio ha una sua caratteristica e Scarpati ha saputo cogliere (da neofita) il lato caratterizzante.
Ne nasce un romanzo che vede momenti brillanti, come quando il piccolo Giulio si ritrova a sognare di assaggiare le lasagne preparate dalla vicina mentre la madre, che nutriva preconcetto sulla cucina italiana, gli proponeva carotine e verdure salutistiche, intervallati a momenti dolorosi, come vedere la madre perdere l'intensità degli occhi che guardano l'oltre, mentre la sua forza era proprio il rigore e la tenacia.
Certo interpretare un personaggio risulta facile, soprattutto se ci si è portato. Ma descriversi e rendersi visibilmente fragili ha bisogno di forza interiore. Il libro è ben scritto, non banale e neppure retorico. Pochi dialoghi ma un unico ricordo lo rendono comunque scorrevole e di semplice lettura.


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Mentre una madre perde inesorabilmente la memoria, il figlio non fa che ricordare, anzi impara a ricordare. Il racconto della Casa Rossa è questo viaggio inversamente proporzionale, perché ora il tempo non fa più da fissativo ma da solvente: il dissolversi delle memorie della madre è il set dei ricordi del figlio. Nell'itinerario percorso in direzioni contrarie c'è la ricerca di un appuntamento, la rinnovata speranza di incontrarsi in qualche fortunato luogo dell'anima. Come la Casa Rossa, nel Cilento, dove si trovano le radici e le memorie, assieme autentiche e mitiche, di una famiglia. Risalendo di ricordo in ricordo, Giulio Scarpati "riracconta" alla madre, affetta dal morbo di Alzheimer, la storia della sua famiglia: ripercorre tutte le tappe del consueto viaggio a Licosa, per anni loro meta estiva e luogo a lei particolarmente caro, fa il ritratto nitido della persona vitale che era prima di ammalarsi, percorre ogni possibile strada per farla reagire e restituirle i ricordi delle cose, dei nomi, di una vita intera. E attorno alla Casa Rossa, il cuore della memoria condivisa, ruotano gli aneddoti più malinconici e più divertenti, a partire dal periodo della guerra e dai vecchi rituali cilentani, l'esplorarsi dei corpi, la scoperta del sesso. Passando per le vicende del Giulio angelo biondo, ragazzino sempre obbediente, al quale si contrappone l'alter ego Giulio il pazzo, meno inquadrato e più artista.

di Giulio Scarpati | Mondadori | Narrativa non-fiction
ISBN 978-8804634089 | cartaceo 10,40€ Acquista  | ebook 8,99€

Beatrice-rurini

Beatrice Rurini
Del 1969, sono appassionata di lettura e musica sin da piccola. Ho conseguito la maturità magistrale (senza insegnare), studiato pianoforte e violoncello. Lavoro come restauratrice d'arte. Sono sposata con prole e, soffrendo d'insonnia, mi appoggio alla lettura per evitare di stare con le mani in mano.



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