Le lucciole illuminavano le pietre di guado del lago di Lost Land.
«Hai visto, Lolly?» rise mia madre nella penombra. «La natura ci regala un’anteprima dei fuochi d’artificio.»
Sorrisi e annusai l’aria.
Il mondo profumava d’estate: crema solare e girandole luminose, barbecue e aghi di pino.
Le libellule ci svolazzavano accanto alle orecchie, come se un’orchestra di violini suonasse solo per noi mentre andavamo verso il molo.
Avevo appena spento le candeline sulla torta del mio decimo compleanno e mio padre stava accendendo il fuoco per abbrustolire i marshmallow. Mi aveva già dato il suo regalo, la mia prima canna da pesca, così avremmo potuto trascorrere le domeniche insieme, ma ora era giunto il momento di quello della mamma, che me lo consegnava sempre in fondo al pontile. Nel crepuscolo cercai la sua mano e i nostri polsi si urtarono, facendo tintinnare i braccialetti. Ridacchiai. Per abitudine cominciai a tastare i suoi ciondoli, provando a indovinarne le forme, era un gioco che avevo inventato anni prima.
«La mia scarpina!» esclamai.
«Per una vita piena di figli sani e felici.»
«Una chiave!»
«Perché mi hai aperto il cuore.»
«Un fiocco di neve?»
«Sì, per una persona con mille sfaccettature.»
Le mie dita continuarono a volare, e mia madre aveva una storia e una spiegazione per ciascun ciondolo. Li conoscevo quasi tutti a memoria e proseguii finché trovai i miei preferiti: il pianoforte a coda con il coperchio che si apriva e chiudeva, la tartaruga con gli occhi di pietre preziose verdi e la testa che si muoveva avanti e indietro, e un pozzo dei desideri con tanto di manovella girevole.
«Per una vita piena di bellezza, una vita piena di decisioni ponderate e significative, e una vita in cui tutti i desideri si avverino!»
«Quella…» Esitò, e le si incrinò la voce.
«Tutto bene?»
«È la mia sedia a dondolo.»
«Per cosa?»
«Per…» Si interruppe di nuovo, inspirando a fondo come se fosse appena tornata da una lunga nuotata nel lago. «… una vita lunga e sana.»
Ci sedemmo e immergemmo i piedi nel lago proprio quando iniziarono i fuochi d’artificio.
«Oooh!» esclamai, sia per l’acqua fredda sia per lo spettacolo di luci. «Wooowww!»
Il mio compleanno cadeva il 4 luglio, come quello del nostro paese, ed ero figlia dell’estate.
«Tutti questi fuochi d’artificio sono per te» sussurrava sempre la mamma mentre le esplosioni tuonavano sopra di noi ed echeggiavano sull’acqua. «Il mondo festeggia la tua unicità!»
Ogni anno, dacché ricordavo, nelle occasioni speciali mi regalava un ciondolo: Natale, viaggi, bei voti. E a ogni compleanno ne aggiungeva un altro al mio braccialetto.
Quella volta non fu diversa.
«Tanti auguri!» Mi strinse tra le braccia e mi diede un bacio sulla testa. «Pronta a recitare la nostra poesia?»
Scrollai il capo.
«Perché no?»
«Sono troppo grande.»
«Non sarai mai troppo grande. Diciamola insieme, allora!»
Questo ciondolo
è per rammentarti…
A mia madre si illuminò il viso. D’un tratto fu come tuffarsi nel lago in una giornata calda, e non resistetti alla tentazione. Così la seguii:
che a ogni passo del cammino
ti ho amata più di quanto tu possa immaginare.
Così, ogni volta che
una delle mie scatoline aprirai,
che tutto ebbe inizio con noi due
ricorderai.
Mi abbracciò, raggiante. «Tieni.» Estrasse un pacchettino dalla tasca.
Lo scartai e trovai un pendaglio d’argento adagiato su un cuscinetto di velluto.
«Che cos’è?» Strizzai le palpebre nell’oscurità.
«Dov’è l’altra metà?»
«Qui.» Mi mostrò il suo braccialetto, zeppo di ciondoli come un albero di Natale carico di decorazioni. Quindi mi afferrò il polso, aggiunse il cuore spezzato e si posò la mia mano sul petto.
«E qui. Sarai sempre parte di me.»
Sorrisi e mi appoggiai a lei. Era calda, rassicurante e profumava di peonie e crema solare.
«Guarda, se uniamo le due metà» proseguì congiungendole «compare la scritta madre e figlia. Si completano a vicenda. Perciò, qualunque cosa accada d’ora in poi, io sarò sempre parte di te e tu di me. Mi fai una promessa?»
«Certo.»
«Che racconterai sempre la nostra storia e che sarai sempre te stessa.»
«Te lo giuro.»
Sorrise e guardò in lontananza, intanto che i fuochi rischiaravano il cielo, poi mi cinse le spalle con il braccio, tirandomi ancora più vicino.
«Starò sempre con te, soprattutto quando indosserai il braccialetto. Sarà pieno di ricordi della nostra vita insieme. Nessuno riuscirà a portarteli via.»
Mi stampò un altro bacio, stavolta sulla guancia.
«Ti vorrò bene in eterno.»
«Anch’io, mamma.»
La brezza accarezzò l’acqua e il bordo del molo, facendo vibrare i braccialetti.
«Sai, alcuni sostengono di udire le voci dei propri familiari in questo lago: nel richiamo dell’antostromo, nell’urlo della strolaga, nel gracidio della rana toro» bisbigliò. «Io invece le sento nel tintinnio dei ciondoli.»
Le sue parole mi fecero venire la pelle d’oca. Erano talmente magiche che non potei fare a meno di guardarla. Lampi di luce le illuminavano i riccioli biondi e le lentiggini sulle guance rosate. Fu come se un milione di flash la stesse immortalando affinché non scordassi mai il suo volto in quell’istante.
Osservai meglio, e solo allora notai le lacrime che le rigavano le guance.
Di lì a un anno, la mia adorata mamma se ne sarebbe andata, uccisa dal cancro.
Quarta di copertina
Tre donne, una vecchia casa sul lago e un braccialetto carico di ciondoli per andare incontro alla vita. Viola Shipman ci regala un romanzo sentimentale magico e commovente che non si può dimenticare.
Un fortunato esordio narrativo per Viola Shipman che con L'altra metà del cuore ci appassionerà con una storia di donne emozionante che ha già fatto il giro del mondo ed è diventato un caso editoriale.
È passato molto tempo dall’ultima volta che Arden e la figlia Lauren hanno fatto visita a nonna Lolly, nel suo incantevole chalet su un laghetto del Michigan circondato da betulle dorate. Così, quando Lolly manda loro un biglietto dalla grafia stentata con la preghiera di raggiungerla, si mettono subito in viaggio. Le buste contengono anche due ciondoli d’argento, che come sempre racchiudono un messaggio importante. Quella di regalarsi ciondoli nelle occasioni speciali è infatti una vecchia tradizione di famiglia. Per questo tutte e tre indossano un bracciale da cui non si separano mai e che tintinna a ogni soffio di vento: una mongolfiera nel segno dell’avventura, una libellula portafortuna, un cappellaio matto perché nella vita serve sempre un pizzico di follia.
Ma che cosa vuole dire loro nonna Lolly con così tanta urgenza? Quando Arden e Lauren arrivano nella casa sul lago, si rendono subito conto che qualcosa non va. Ci sono segreti racchiusi nei ciondoli che la nonna non ha mai voluto rivelare, ma che possono cambiare la vita di Arden e soprattutto della giovane Lauren, quella che ha sofferto di più in seguito all’abbandono del padre. È arrivato il momento per tre generazioni di donne di ripercorrere il filo rosso del loro passato e affrontare insieme le ombre, le emozioni e i sogni che rendono unica ogni esistenza.
Sorrisi e annusai l’aria.
Il mondo profumava d’estate: crema solare e girandole luminose, barbecue e aghi di pino.
Le libellule ci svolazzavano accanto alle orecchie, come se un’orchestra di violini suonasse solo per noi mentre andavamo verso il molo.
Avevo appena spento le candeline sulla torta del mio decimo compleanno e mio padre stava accendendo il fuoco per abbrustolire i marshmallow. Mi aveva già dato il suo regalo, la mia prima canna da pesca, così avremmo potuto trascorrere le domeniche insieme, ma ora era giunto il momento di quello della mamma, che me lo consegnava sempre in fondo al pontile. Nel crepuscolo cercai la sua mano e i nostri polsi si urtarono, facendo tintinnare i braccialetti. Ridacchiai. Per abitudine cominciai a tastare i suoi ciondoli, provando a indovinarne le forme, era un gioco che avevo inventato anni prima.
«La mia scarpina!» esclamai.
«Per una vita piena di figli sani e felici.»
«Una chiave!»
«Perché mi hai aperto il cuore.»
«Un fiocco di neve?»
«Sì, per una persona con mille sfaccettature.»
Le mie dita continuarono a volare, e mia madre aveva una storia e una spiegazione per ciascun ciondolo. Li conoscevo quasi tutti a memoria e proseguii finché trovai i miei preferiti: il pianoforte a coda con il coperchio che si apriva e chiudeva, la tartaruga con gli occhi di pietre preziose verdi e la testa che si muoveva avanti e indietro, e un pozzo dei desideri con tanto di manovella girevole.
«Per una vita piena di bellezza, una vita piena di decisioni ponderate e significative, e una vita in cui tutti i desideri si avverino!»
All’estremità del molo, mi imbattei in un ciondolo che non riuscii a identificare.
«Che cos’è, mamma?»«Quella…» Esitò, e le si incrinò la voce.
«Tutto bene?»
«È la mia sedia a dondolo.»
«Per cosa?»
«Per…» Si interruppe di nuovo, inspirando a fondo come se fosse appena tornata da una lunga nuotata nel lago. «… una vita lunga e sana.»
Ci sedemmo e immergemmo i piedi nel lago proprio quando iniziarono i fuochi d’artificio.
«Oooh!» esclamai, sia per l’acqua fredda sia per lo spettacolo di luci. «Wooowww!»
Il mio compleanno cadeva il 4 luglio, come quello del nostro paese, ed ero figlia dell’estate.
«Tutti questi fuochi d’artificio sono per te» sussurrava sempre la mamma mentre le esplosioni tuonavano sopra di noi ed echeggiavano sull’acqua. «Il mondo festeggia la tua unicità!»
Ogni anno, dacché ricordavo, nelle occasioni speciali mi regalava un ciondolo: Natale, viaggi, bei voti. E a ogni compleanno ne aggiungeva un altro al mio braccialetto.
Quella volta non fu diversa.
«Tanti auguri!» Mi strinse tra le braccia e mi diede un bacio sulla testa. «Pronta a recitare la nostra poesia?»
Scrollai il capo.
«Perché no?»
«Sono troppo grande.»
«Non sarai mai troppo grande. Diciamola insieme, allora!»
Questo ciondolo
è per rammentarti…
A mia madre si illuminò il viso. D’un tratto fu come tuffarsi nel lago in una giornata calda, e non resistetti alla tentazione. Così la seguii:
che a ogni passo del cammino
ti ho amata più di quanto tu possa immaginare.
Così, ogni volta che
una delle mie scatoline aprirai,
che tutto ebbe inizio con noi due
ricorderai.
Mi abbracciò, raggiante. «Tieni.» Estrasse un pacchettino dalla tasca.
Lo scartai e trovai un pendaglio d’argento adagiato su un cuscinetto di velluto.
«Che cos’è?» Strizzai le palpebre nell’oscurità.
«La metà di un cuore. Per una vita sempre insieme.»
Lo esaminai, percorrendo il profilo delicato con i polpastrelli.«Dov’è l’altra metà?»
«Qui.» Mi mostrò il suo braccialetto, zeppo di ciondoli come un albero di Natale carico di decorazioni. Quindi mi afferrò il polso, aggiunse il cuore spezzato e si posò la mia mano sul petto.
«E qui. Sarai sempre parte di me.»
Sorrisi e mi appoggiai a lei. Era calda, rassicurante e profumava di peonie e crema solare.
«Guarda, se uniamo le due metà» proseguì congiungendole «compare la scritta madre e figlia. Si completano a vicenda. Perciò, qualunque cosa accada d’ora in poi, io sarò sempre parte di te e tu di me. Mi fai una promessa?»
«Certo.»
«Che racconterai sempre la nostra storia e che sarai sempre te stessa.»
«Te lo giuro.»
Sorrise e guardò in lontananza, intanto che i fuochi rischiaravano il cielo, poi mi cinse le spalle con il braccio, tirandomi ancora più vicino.
«Starò sempre con te, soprattutto quando indosserai il braccialetto. Sarà pieno di ricordi della nostra vita insieme. Nessuno riuscirà a portarteli via.»
Mi stampò un altro bacio, stavolta sulla guancia.
«Ti vorrò bene in eterno.»
«Anch’io, mamma.»
La brezza accarezzò l’acqua e il bordo del molo, facendo vibrare i braccialetti.
«Sai, alcuni sostengono di udire le voci dei propri familiari in questo lago: nel richiamo dell’antostromo, nell’urlo della strolaga, nel gracidio della rana toro» bisbigliò. «Io invece le sento nel tintinnio dei ciondoli.»
Le sue parole mi fecero venire la pelle d’oca. Erano talmente magiche che non potei fare a meno di guardarla. Lampi di luce le illuminavano i riccioli biondi e le lentiggini sulle guance rosate. Fu come se un milione di flash la stesse immortalando affinché non scordassi mai il suo volto in quell’istante.
Osservai meglio, e solo allora notai le lacrime che le rigavano le guance.
Di lì a un anno, la mia adorata mamma se ne sarebbe andata, uccisa dal cancro.
Quarta di copertina
"La metà del cuore" di Viola Shipman, Giunti, 2016.
Tre donne, una vecchia casa sul lago e un braccialetto carico di ciondoli per andare incontro alla vita. Viola Shipman ci regala un romanzo sentimentale magico e commovente che non si può dimenticare.Un fortunato esordio narrativo per Viola Shipman che con L'altra metà del cuore ci appassionerà con una storia di donne emozionante che ha già fatto il giro del mondo ed è diventato un caso editoriale.
È passato molto tempo dall’ultima volta che Arden e la figlia Lauren hanno fatto visita a nonna Lolly, nel suo incantevole chalet su un laghetto del Michigan circondato da betulle dorate. Così, quando Lolly manda loro un biglietto dalla grafia stentata con la preghiera di raggiungerla, si mettono subito in viaggio. Le buste contengono anche due ciondoli d’argento, che come sempre racchiudono un messaggio importante. Quella di regalarsi ciondoli nelle occasioni speciali è infatti una vecchia tradizione di famiglia. Per questo tutte e tre indossano un bracciale da cui non si separano mai e che tintinna a ogni soffio di vento: una mongolfiera nel segno dell’avventura, una libellula portafortuna, un cappellaio matto perché nella vita serve sempre un pizzico di follia.
Ma che cosa vuole dire loro nonna Lolly con così tanta urgenza? Quando Arden e Lauren arrivano nella casa sul lago, si rendono subito conto che qualcosa non va. Ci sono segreti racchiusi nei ciondoli che la nonna non ha mai voluto rivelare, ma che possono cambiare la vita di Arden e soprattutto della giovane Lauren, quella che ha sofferto di più in seguito all’abbandono del padre. È arrivato il momento per tre generazioni di donne di ripercorrere il filo rosso del loro passato e affrontare insieme le ombre, le emozioni e i sogni che rendono unica ogni esistenza.
★★★★★
Il buon giorno di vede dal mattino, dicono, e un buon incipit e una copertina accattivante possono essere il perfetto bigliettino da visita di un libro.
Secondo voi, quante stelline si merita il biglietto da visita di questo libro?
Tutti i nostri incipit:
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