L'opera struggente di un formidabile genio di Dave Eggers, Mondadori , 2002. Un ventenne alle prese con baby-sitter, cene precotte, rivoluzione digitale e un fratellino minore da accudire, nell’America delle villette a schiera.
Un giorno, un amico di Toph, Luke, undicenne anche lui, è andato in casa e ha esclamato: “Cristo, ma come fate a vivere così?”, e per una settimana circa ci siamo messi a pulire come matti, abbiamo approntato piani di manutenzione domestica e comprato prodotti per la casa. Ben presto però abbiamo perso l’ispirazione e siamo ritornati al punto di partenza lasciando che la situazione si deteriorasse definitivamente. Se lanciamo dei rifiuti nella pattumiera, mancandola, il rifiuto in questione, in genere il torsolo di un frutto, rimane là dove è atterrato per alcune settimane fino a quando qualcuno, tipo Beth o Kirsten, facendo una gran scena sullo scandalo inaudito della cosa, non lo tira su o lo butta via. Loro si preoccupano per noi. Io mi preoccupo per noi. Sono preoccupato all’idea che in qualunque istante qualcuno – la polizia, l’assistenza sociale, un ispettore sanitario, qualcuno, insomma – possa fare irruzione e arrestarmi, o magari anche solo mettermi con le spalle al muro, insultarmi, e poi prendersi Toph, e portarlo da qualche parte dove la casa è sempre pulita, il bucato viene fatto bene e con regolarità, e la figura, o le figure parentali, siano in grado di cucinare eccetera eccetera con continuità, un posto dove non succedono cose come corrersi dietro punzecchiandosi il culo con rametti raccolti nel giardino sul retro.
Rincorrerci colpendoci con oggetti vari è tutto sommato la sola cosa a cui siamo entrambi interessati, e così il resto delle nostre operazioni domestiche ne risente. Ciondoliamo più o meno tutto il giorno, inciampando continuamente in qualcosa che dovremmo saper fare (come sgorgare la tazza del water, come lessare le pannocchie di mais, codice fiscale e data di nascita esatta di nostro padre), e così ogni giorno che Toph va a scuola e io al lavoro, e torniamo in tempo per una cena che cuciniamo e mangiamo prima delle nove, in modo che Toph possa andare a letto entro le undici e non avere quei cerchi blu intorno agli occhi, chiaro segno di malnutrizione, come ha avuto per tutti quei mesi l’anno scorso – chissà come mai – ci dà l’impressione di essere stati capaci di un sensazionale gioco di prestigio – una fuga dalle fauci della morte, la Statua della Libertà nascosta in una manica.
Entro la metà dell’autunno ci assestiamo in quella che può definirsi una routine. Al mattino, poco dopo che io sono andato a letto, Toph si sveglia, diciamo fra le tre e le quattro e mezzo del mattino, impiega una decina di minuti per farsi la doccia, altri dieci per vestirsi una mezz’ora per preparare e consumare la colazione e finire i compiti e almeno tre ore e mezzo quattro per guardare i cartoni animati. Alle otto e quarantacinque mi sveglia. Alle otto e cinquanta mi sveglia ancora. Alle otto e cinquantacinque mi sveglia per la terza volta e, sgridandolo perché è in ritardo, lo accompagno a scuola in auto. Parcheggio la nostra utilitaria rossa accanto alla scuola, sul lato che a mezzo di quattro foglietti sul parabrezza e una nota ufficiale mi è stato detto che non può essere usato per il carico e lo scarico dei bambini. Quindi prendo a mia volta un pezzo di carta dallo zaino di Toph e scrivo a mia volta in un biglietto.
Cara signorina Richardson,
sono spiacente per il ritardo di Chris. Potrei sforzarmi di inventare una qualche scusa relativa ad appuntamenti e malattie, ma la verità è che ci siamo svegliati tardi. Va’ un po’ a capirci qualcosa…
Distinti saluti,
il fratello di Chris.
Rincorrerci colpendoci con oggetti vari è tutto sommato la sola cosa a cui siamo entrambi interessati, e così il resto delle nostre operazioni domestiche ne risente. Ciondoliamo più o meno tutto il giorno, inciampando continuamente in qualcosa che dovremmo saper fare (come sgorgare la tazza del water, come lessare le pannocchie di mais, codice fiscale e data di nascita esatta di nostro padre), e così ogni giorno che Toph va a scuola e io al lavoro, e torniamo in tempo per una cena che cuciniamo e mangiamo prima delle nove, in modo che Toph possa andare a letto entro le undici e non avere quei cerchi blu intorno agli occhi, chiaro segno di malnutrizione, come ha avuto per tutti quei mesi l’anno scorso – chissà come mai – ci dà l’impressione di essere stati capaci di un sensazionale gioco di prestigio – una fuga dalle fauci della morte, la Statua della Libertà nascosta in una manica.
Entro la metà dell’autunno ci assestiamo in quella che può definirsi una routine. Al mattino, poco dopo che io sono andato a letto, Toph si sveglia, diciamo fra le tre e le quattro e mezzo del mattino, impiega una decina di minuti per farsi la doccia, altri dieci per vestirsi una mezz’ora per preparare e consumare la colazione e finire i compiti e almeno tre ore e mezzo quattro per guardare i cartoni animati. Alle otto e quarantacinque mi sveglia. Alle otto e cinquanta mi sveglia ancora. Alle otto e cinquantacinque mi sveglia per la terza volta e, sgridandolo perché è in ritardo, lo accompagno a scuola in auto. Parcheggio la nostra utilitaria rossa accanto alla scuola, sul lato che a mezzo di quattro foglietti sul parabrezza e una nota ufficiale mi è stato detto che non può essere usato per il carico e lo scarico dei bambini. Quindi prendo a mia volta un pezzo di carta dallo zaino di Toph e scrivo a mia volta in un biglietto.
Cara signorina Richardson,
sono spiacente per il ritardo di Chris. Potrei sforzarmi di inventare una qualche scusa relativa ad appuntamenti e malattie, ma la verità è che ci siamo svegliati tardi. Va’ un po’ a capirci qualcosa…
Distinti saluti,
il fratello di Chris.
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Quarta di copertina
"L'opera struggente di un formidabile genio" di Dave Eggers.
È un gelido inverno quello in cui una famiglia borghese di Chicago viene travolta, nel giro di pochi mesi, da un duplice, inaccettabile lutto. E così Dave, ventiduenne, si ritrova da un giorno all'altro a fare da padre e madre al piccolo Toph, di soli otto anni. Il mondo li attende e loro due non hanno nessuna intenzione di farlo aspettare: Dave vende la casa di famiglia, sale in macchina e si dirige insieme al fratellino verso il sole della California, trasformando un evento devastante nell'inizio di una nuova vita piena di libertà...Comincia così il racconto, imbevuto di tenerezza, candore, coscienza di sé e disarmante megalomania, delle vicende di un ventenne di oggi alle prese con baby-sitter, cene precotte, MTV e la rivoluzione digitale. L'opera struggente di un formidabile genio è un libro inatteso e irresistibile, ma è anche e soprattutto un'affascinante esplorazione delle nuove frontiere della letteratura contemporanea.
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