Il Giovane Holden, di J.D. Salinger, Einaudi, 2014. Il libro che ha sconvolto la letteratura contemporanea influenzando l'immaginario collettivo e stilistico del '900. Ma come sarebbe Holden ai giorni nostri?
Tra tutti i libri che mi sono rimasti nel cuore “Il Giovane Holden” di J.D. Salinger occupa un posto speciale. L'autore è riuscito in un'impresa ardua, ovvero fare in modo che il lettore potesse identificarsi in Holden, indipendentemente da sesso, età, lingua e, come direbbe Holden, via discorrendo.
Holden siamo un po' tutti e questa è forse la bellezza del libro.
Per chi non l'avesse letto, Holden è un ragazzo che vive nell'America degli anni Cinquanta, appartenente a una famiglia agiata, che studia in un istituto prestigioso. Naturalmente a lui di tutto ciò non importa nulla, anzi disprezza apertamente i ricchi, i figli di papà, tutto il sistema in cui volente o nolente si trova a vivere.
Ha un fratello maggiore che fa lo sceneggiatore, una sorellina e ha subito il dolore di un fratello, cui era molto legato, morto giovanissimo.
Una sera Holden decide di svignarsela dall'istituto prima delle vacanze di Natale, lasciandosi alle spalle compagni di stanza boriosi o noiosi. Ma una volta presa la decisione, non sa dove andare, visto che a casa non può tornare prima di Natale. Comincia così un'avventura che lo porterà in vari posti, anche con tragicomiche avventure, ma sempre con una sottile malinconia che Holden si porta dietro, non sapendo bene che fare della sua vita.
Mentre si arrabatta per trovare una sistemazione - a casa di un professore, in hotel - ripensa alle piccole cose che gli davano gioia, cose forse stupide agli occhi degli altri, ma che per lui hanno significato, come le anatre nel laghetto di Central Park. È un quesito che Holden pone a un tassista - che lo prende per pazzo - quello di che fine facciano d'inverno le anatre di Central Park.
Ma nei suoi ricordi c'è anche il guantone da baseball del fratello scomparso, Allie, i profumi della sua scuola, la stessa che ora frequenta la sorellina Phoebe. O il sentimento che lo lega a Jane, una ragazza che gli è rimasta nel cuore, ben diversa da Sally, un'amicizia che per un attimo Holden confonde con l'amore, rendendosi subito conto dello sbaglio.
Alla fine, Holden torna a casa e quando inizia a scrivere la sua storia o, come direbbe lui, vattelappesca, è in ospedale in attesa di rimettersi in forze dopo una malattia.
La storia di Holden si chiude con lui che accompagna alle giostre Phoebe e che svela di essere poi tornato a casa, ma un vero finale non c'è.
Da decenni, Holden è il ragazzo fuori dal coro, quello che è alla ricerca di se stesso, quello che sa essere ironico, ma anche nostalgico, un ragazzo mai cresciuto perché non c'è mai stata una continuazione della storia. Ma, pensandoci bene, io personalmente una continuazione della sua storia non la vorrei, anche perchè Salinger è scomparso nel 2010 e quindi non potrà più scriverla, né ha voluto farlo in passato.
Cosa ne sarebbe di Holden nella nostra epoca? Si sarebbe adeguato a ciò che la società impone o sarebbe ancora un uomo differente, troppo sensibile, troppo emotivo per questo mondo? Avrebbe ritrovato Jane oppure no?
Io preferisco pensare a Holden ancora lì, nella New York di un tempo, quando ancora non esistevano telefonini, selfie, computer, ma un ragazzo sapeva far ridere o commuovere con i suoi ragionamenti, i suoi dubbi e anche le sue angosce.
Holden è un po' tutti noi, allora come lui cerchiamo di ritrovare il bello nelle piccole cose, di imparare di nuovo a stupirci e, anche se non abbiamo le risposte a tutto - nemmeno lui sa dove vadano le anatre -, in fondo il mondo è bello anche con un po' di mistero, no?
Il Giovane Holden
Sono passati più di sessant'anni da quando è stato scritto, ma continuiamo a vederlo, Holden Caufield, con quell'aria scocciata, insofferente alle ipocrisie e al conformismo, lui e tutto quello che gli è cascato addosso dal giorno in cui lasciò l'Istituto Pencey con una bocciatura in tasca e nessuna voglia di farlo sapere ai suoi.
La trama è tutta qui, narrata da quella voce spiccia e senza fronzoli.
Ma sono i suoi pensieri, il suo umore rabbioso, ad andare in scena. Perché è arrabbiato Holden? Poiché non lo si sa con precisione, ciascuno vi ha letto la propria rabbia, ha assunto il protagonista a "exemplum vitae", e ciò ne ha decretato l'immenso successo che dura tuttora.
Torna, in una nuova traduzione di Matteo Colombo, il libro che ha sconvolto il corso della letteratura contemporanea influenzando l'immaginario collettivo e stilistico del Novecento.
di J.D. Salinger | Einaudi | Narrativa
ISBN 978-8806218188 | cartaceo 10,20€ Acquista
Lara Zavatteri Classe 1980, vive e lavora nel paese di Mezzana in val di Sole (Trentino). Iscritta all'Ordine nell'elenco dei pubblicisti dal 2000, scrive articoli di cultura, ambiente e attualità locale. È anche blogger e autrice di libri. Guardando le stelle,Un cane di nome Giuliano, Risparmia Subito!, Amici per sempre, Cuor di Corteccia, Sopravvissuti, Youcanprint. Reset, Photocity.it. La strada di casa, Edizioni del Faro. Agata. Come un funerale ti salva la vita, Youcanprint. |
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